Sono state le costanti della sua vita fino ad oggi. E fino ad oggi aveva stretto i denti e sopportato, convinto che presto le cose sarebbero andate meglio.

Oggi, però, anche l'ultimo barlume di speranza, l'ultima possibilità di tornare ad essere famiglia, si sono spenti.

Sono quelle carte lasciate, incautamente, sul tavolo della cucina controfirmate a schiacciare definitivamente ogni tentativo di riprovarci. Sono le carte del divorzio tra i genitori, concrete e reali, a dire a Vale che oltre ad una gamba non avrà più nemmeno una famiglia.

Lui è grande, è giudizioso, forte e saggio. Tanto quanto basta per capire e accettare!

Tutte balle! Quella è solo la pantomima di mamma e papà per giustificarsi, per convincersi di essere nel giusto.

A Vale resta solo un gran vuoto dentro. La stessa assenza in cui si è macerato ogni volta che il taxi è ripartito e suo padre è scivolato via dalla sua vita in punta di piedi. Anche nei momenti più importanti, anche quando aveva più bisogno di lui.

La telefonata parte quasi in automatico. La voce gioiosa di Leo, dall'altro capo, lo fa esitare per qualche secondo.

Sfiora il braccialetto che porta al polso: sì Leo è la persona giusta, l'unico che possa capire quanto bisogni essere forti per essere soli.

"I miei stanno divorziando!"

Dice distaccato prima di essere scosso da una salva di singhiozzi. Leo non ne è troppo sorpreso.

"Tu come stai? Come l'hai presa?"

Ed è il primo a chiederglielo. Il primo a domandargli cosa voglia lui e non cosa vogliano gli altri per lui.