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Autore: Elygrifondoro    29/10/2014    7 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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~~CALL IT MAGIC
“Oh, non giurare sulla luna, la luna incostante che ogni mese cambia la sua orbita!”
-William Shakespeare, Romeo e Giulietta

La squadra di Quidditch di Corvonero era formata dai più validi elementi della casata: a capitanarla v’era Cashmere Brown, ragazza dai fluenti capelli biondi e mossi ed un fisico da modella, ma forte e decisa nelle partite. Giocava nel ruolo del cacciatrice.
Eric ed Aaron Williams, fratelli rispettivamente al quinto e quarto anno, giocavano come battitori. Entrambi con i capelli castani e gli occhi chiari, avevano un fisico robusto ed era quasi impossibile distinguerli se non li si conosceva bene.
Julia Evans, ragazza dai capelli rosso ramato, era la personalità più spiccata del gruppo: mangiava quanto una squadra di football ma rimaneva sempre magra ed alta come un filo d’erba. Aveva una dote innata per la ginnastica e spesso si divertiva a improvvisare coreografie in mezzo al prato di fronte al lago, provocando sospiri d’invidia ed ammirazione da parte delle ragazze, ed un fiume di bava da parte della popolazione maschile. Giocava come cercatrice.
Amira Johnson era la sua migliore amica, capelli lunghi e pelle color caramello, era una ragazza timida ma straordinariamente volenterosa, dall’animo generoso. Non mancava mai l’anello. Giocava come cacciatrice.
Juliàn Martinez, capelli d’oro e sorriso rapace, era il portiere e mai una pluffa aveva superato la sua zona difensiva.
E poi c’ero io, cacciatore, spalle larghe e prontezza di riflessi fuori dal normale, giocavo a Quidditch come combattevo: amavo quello sport. Gli allenamenti erano iniziati ormai da un’ora e nessuno aveva perso forma durante i mesi estivi, tantoché Cashmere decise di farci fare un allenamento speciale (ovviamente extra) per aumentare le nostre doti collaborative. Io, lei e Julia facevamo passaggi talmente veloci che era difficile vederli e mettevano addirittura in difficoltà Julian.
Amira stava inseguendo il boccino per la quindicesima volta, alternando gli inseguimenti a slalom ed acrobazie senza precedenti. Eric ed Aaron ci davano dentro con le mazze e quasi rischiavano di frantumare il cranio a qualche spettatore che curioso s’era fermato a seguire gli allenamenti.
-se continuiamo così non potremo far altro che migliorare! –
Urlava Cashmere facendo fluttuare i suoi lunghi capelli al vento.
-Cash, ricorda, mai abbassare la guardia. -
Diceva Juliàn con il suo tono pacifico e tranquillo.
“Non è stato così pacato quando mi ha praticamente sbattuto contro al muro e mi ha baciato come un leone dilania la sua preda.” Pensai un po’ infastidito ricordando l’accaduto e come Juliàn si stesse comportando.
-settimana prossima abbiamo la partita contro i Tassi. Dovremo stare attenti a quel Lewis, non è affatto da sottovalutare. –
Tutti si girarono verso Amira. Era raro sentire la sua voce.
-perché ne sei così sicura Amira? –
-Beh, semplicemente perché l’anno scorso ha eseguito una Finta Wronski degna di Victor Krum, come sapete padre del nostro attuale arbitro ed insegnante di volo. –
Tutti la guardammo a bocca aperta. Solo adesso che me l’aveva ricordato, m’era tornata alla mente quella partita, in cui Simon impressionò tutti afferrando il boccino eseguendo la tecnica perfettamente.
-Hai una buona memoria ragazza! –
Disse Aaron che da almeno due anni ne era pazzamente innamorato.
-solo per i dettagli importati. –
Per un’altra mezz’ora mi accanii sul portiere con tutte le mie forse cercando di abbattere il suo muro difensivo, ma nessuna delle mie tecniche aveva la benché minima efficacia. Riusciva a pararle tutte senza il minimo sforzo apparente. Cashmere era emozionatissima per i miglioramenti di Juliàn e non faceva altro che ripeterglielo. Stessa farsa dovevamo subirci io e i fratelli Williams, per non parlare degli elogi riservati ad Amira e Julia.
Alle otto di sera Cash ci fece andare a cambiare. Ci fiondammo negli spogliatoi, la maggior parte solo per raccogliere il proprio materiale e andare a fare la doccia in dormitorio, ma io decisi di lavarmi lì. Non avevo ricordi piacevoli del bagno in Sala Comune e ancora non mi ero completamente ripreso, ma che la mettevo tutta per la promessa fatta a Magnus e a me stesso. Per tale ragione mi liberai della divisa e mi avvolsi un asciugamano bianco alla vita. Presi lo shampoo e il bagnoschiuma e strisciai i piedi fino ad uno dei box doccia, o almeno era quello che avevo intenzione di fare finché non sentii la porta del vecchio e anonimo spogliatoio cigolare in modo familiare e poi richiudersi. Mi girai di scatto con la bacchetta puntata verso la fonte del rumore ma non vidi nessuno. Lo sconosciuto era già dietro di me e non ebbi nemmeno il tempo di reagire che mi immobilizzò bloccandomi le mani e spingendomi contro al muro, impedendo ogni movimento. I miei muscoli iniziarono a contrarsi ed in un attimo mi ricordai che ero mezzo nudo, in un vecchio spogliatoio, distante almeno un chilometro da ogni altro essere umano.
-non ti facevo così sprovveduto signor Lightwood. –
-Magnus! Che ci fai qui? –
Se fino ad un secondo prima il fatto d’essere avvolto solo da un asciugamano era no svantaggio nel caso la situazione si fosse fatta pericolosa, ora era un evidente motivo d’imbarazzo.
-scusami- nel suo tono non c’era nulla che intravedeva dispiacere
-volevo farti una sorpresa. Ti ho visto giocare oggi e volevo farti i complimenti… sei stato magnifico, ed eri anche terribilmente sexy…-
Sebbene non mi avesse ancora liberato, Magnus allentò un po’ la presa dai miei polsi per iniziare a giocare con i miei capelli e solleticarmi l’orecchio con le labbra.
I miei muscoli si rilassarono all’istante al contatto con quel corpo familiare e delicato nei movimenti.
-credo che tu ti meriti… un po’ di riposo dopo tutto quello che hai fatto oggi… -
Allontanò le mani dai miei polsi solo per farle scivolare più in basso, sfiorandomi i fianchi fino a raggiungere la salvietta ed allentare il nodo.
Gemetti per la sorpresa ed il piacere che quelle carezze mi suscitavano costringendo lo stregone a continuare.
-Magnus… -
Dissi con un tono d’affanno ed eccitazione nella voce.
-aspetta un attimo… -
Esitò a staccarsi da me, non avevo alcuna intensione di ferirlo, poi lui si allontanò quel tanto da permettermi di girarmi e guardarlo in faccia.
-scusami Alec… non volevo essere così precipitoso… -
-non è questo, e lo sai benissimo, voglio farlo tanto quanto lo vuoi fare tu ma non credo di essere ancora pronto. Voglio che sia speciale, e che sia con te. –
-lo so, mi dispiace, è che è difficile… insomma, ti desidero Alec, come mai non avevo desiderato nessuno, e mi fai impazzire. –
-A-anche io Magnus, tu non sai quanto è difficile fermarti adesso, è solo che me lo sento, non è ancora questo il momento ma arriverà. E sarà bellissimo. –
A quel punto Magnus mi prese fra le sue braccia e iniziò a baciarmi la fronte, il collo, le guance, i lobi, riempiendomi di carezze e parole dolci.
-nessuno deve avermi mai desiderato così tanto da aspettare il momento giusto Alec. Credo che tu sia il primo che mi abbia amato veramente. –
A quelle parole pensa a quanto Magnus si fosse sentito solo nel suo appartamento di Brooklyn, a quante storie di poco conto dovesse aver avuto.
-Magnus, io ti aspetterò sempre. Anche perché sono soprattutto io quello che deve essere aspettato. E ti voglio, ma ho paura, e se avessi il coraggio di un Grifondoro avrei già fatto tutto il possibile con te, ma sono Corvonero e sono abbastanza intelligente da capire che ti amo e devo viverti lentamente, giorno dopo giorno, come un bel ricordo. Non voglio che il nostro rapporto sia come il lampo, ma piuttosto una pioggia leggera e duratura. –
Da dove cavolo erano uscite quelle parole? Io con le parole non ero mai stato bravo, me la cavavo di più quando c’era da rimboccarsi le maniche ma adesso… sembravo uscito da una poesia di Leopardi-.
Due settimane prima quello stregone mi aveva baciato nell’angusta rientranza di un corridoio e da quella mattina ci tendevamo agguati nei posti più disparati, ritagliandoci alcuni momenti di tenerezze fra una lezione e l’altra. Ci davamo appuntamento al Platano Picchiatore o alla Stanza delle Necessità. Quelli passati con Magnus erano i momenti migliori della giornata. Era pericoloso, ma non potevamo farne a meno. Adesso capisco perfettamente la teoria dei poli opposti.
Magnus mi stava guardando come se fossi un oggetto prezioso ed unico, da custodire a qualsiasi costo. Io lo guardavo come un cocainomane in astinenza.
-non mi abbandonare –
-mai. –
E quella volta fui io a promettere a lui.

 

Non abbandonarmi. Era la nostra promessa, quello che avevo giurato ad Alec, ed ora era lui a giurarlo a me.
Che cavoli! Avevo sbagliato di nuovo con lui. Solo che… eravamo soli, lontano da tutti, in uno spogliatoio… E LUI AVEVA ADDOSSO SOLO UN ASCIUGAMANO PER L’ANGELO! Oh cavoli da quando dicevo per l’Angelo? Gli Stregoni non dicono per l’Angelo! Ma cazzo, quel corpo… nessuno avrebbe potuto resistergli! Alec aveva le spalle larghe e muscolose, gli addominali scolpiti e le gambe… aveva delle gambe stupende! E il mio istinto aveva preso il sopravvento. Lo guardavo come se fosse stata l’ultima volta, come se avessi avuto solo un minuto per dirgli tutto quello che provavo. E per spiegarglielo ci avrei messo più o meno tutta l’eternità.
-cazzo Alec! Smettila di essere così perfetto! –
Sfiorai le sue labbra con le mie e lui sembrò apprezzare quel contatto e sorrise mentre lo baciavo in modo così casto.
-scusa Magnus, sai che non è colpa mia se sono irresistibilmente attraente! –
-maledetto Nephilim, mi farai impazzire prima o poi! –
Gli soffiai staccandomi appena dalle sue labbra ma continuando a sfiorargli il petto, le spalle e la vita. Lui si avvicinò al mio orecchio e, con tutta la malignità concessa ad un uomo, mi sussurrò:
-spero presto perché io sono già pazzo. –
-ora vado se non vuoi ritrovarti nudo nel giro di quindici secondi. –
-okay, così potrò farmi questa maledetta doccia in pace, senza il rischio che qualcuno mi salti addosso. A presto prof. –
-non ne sarei così sicuro, almeno sull’ultima parte… -
Lui mi baciò velocemente, per poi baciarmi ancora e ancora per un buon minuto. Eravamo talmente affamati l’uno dell’altro che il tempo per noi non era un fattore indispensabile.
Mi allontanai da lui prima che cominciasse un altro giro da cui non ero sicuro di riuscire a fermarmi e mi chiusi la porta dello spogliatoio alle spalle, prendendo il sentiero che dallo stadio portava al castello. Ero circa a metà strada quando un demone mi bloccò la strada. Cosa ci faceva un demone ad Hogwarts?! Subito tirai fuori la bacchetta, più per abitudine che necessità dato che ero in grado di eseguire incantesimi anche senza, e gli lanciai uno schiantesimo che lo tramortì. A quel punto lasciai perdere la bacchetta e lo misi fuori gioco come mio solito. Quello che rimaneva della creatura si dissolse ed io iniziai a correre verso la scuola. Quel tipo di demoni non erano affatto difficili da eliminare se presi da soli, infatti si muovevano a gruppi di due o tre, normalmente. Per sicurezza feci un incantesimo di disillusione temporaneo per essere meno visibile e innalzai una protezione attorno a me. Dovevo subito parlarne col preside.
-preside Paciock! Preside Paciock! –
Avevo percorso l’ultimo tratto che mi rimaneva di corsa, fiondandomi all’interno della scuola e su per rampe e rampe di scale, accompagnato dal continuo brusio dei quadri alle mie spalle, allarmati per la mia sorprendente agitazione.
Ero arrivato di fronte al gargouille di pietra e avevo salito le scale a tempo di record. Ora mi trovavo sulla soglia dell’ufficio.
-per favore preside! Sono il prefessor Bane! È importante! –
La porta si aprì con un cigolio ed io mi catapultai all’interno dell’elegante stanza col fiato corto e le gambe doloranti. All’interno del locale, però, il preside non era solo, c’era infatti uno studente Corvonero, alto e ben piazzato, dai capelli color oro lunghi che gli ricadevano sulle spalle. Sembrava appena uscito da una macchina del tempo, era totalmente sbagliato per quell’era. Sarebbe stato meglio in un salone dell’alta nobiltà francese di fine ‘800.
-Professor Bane, sono io che dovrei parlare con lei. Prego, si sieda pure. –
Mi irrigidii. Se possibile ancor più di prima. Il tono del preside era talmente freddo e distaccato che ebbi la sensazione che il mio sangue si fosse congelato.
-lei signor Martinez è congedato, può tornare nella sua Sala Comune. –
-buona serata signore preside, professor Bane. –
Con un gesto del capo, il ragazzo uscì. Ricordava una foglia che caduta dall’albero si lasciava trasportare dal vento.
-preside, devo dirle una cos… -
-professor Bane, adesso lei ascolta e per favore. –
Non capivo. Perché sembrava così infuriato?
-si starà chiedendo di cosa deve essere informato professore, anche se credo lei sappia già perché le stò parlando così seriamente. –
-io… non so che intende dire… -
- oh, non faccia il finto tonto professore, lei è fin troppo intelligente. Sono venuto a conoscenza di fatti spiacevoli che la riguardano in prima persona. –
Finsi un’espressione confusa, il più innocente possibile. Ci avevano scoperti, sapevano tutto.
-sono venuto a sapere che lei ha frequentato e continua tutt’ora a frequentare un suo studente. Ha qualcosa da dire in sua difesa? –

 

ANGOLO DELL’AUTORE:
TA DA DA DAAAAAAAANNNNN *si chiude il sipario al termine dell’Atto VIII* lasciamo stare, oggi ho fatto la verifica sul genere teatrale ecco perché ho fatto riferimenti a Romeo e Giulietta e sto facendo la pazzoide qui nell’angolo dell’autore che dovrebbe essere una cosa seria! Questo capitolo è dedicato ai miei amici più fedeli, cui ho già fatto leggere questo capitolo oggi in classe, a cui chiedo sempre consigli e direttive. GRAZIE PER TUTTO L’APPOGGIO E PER ESSERE COSI MAGNIFICI!!! VI AMO :-* Per motivi puramente scolastici, non so quando riuscirò ad aggiornare, spero entro due settimane!
A voi, miei cari lettori, come sempre buona lettura!

Elisa

 

  
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