Breve one-shot sulla mia coppia
del cuore (Zoro x Sanji per chi non l’avesse ancora capito :P)
L’ho scritta di getto ieri notte, quindi scusate qualche
errore.
Dal sapore un po’ amaro e triste, ma volevo dargli proprio
quel tocco di malinconia che mi piace tanto ^__^
Ditemi che ne pensate.
Buona lettura! Chiara
Neve
casa
Era notte fonda.
La luna non ancora piena, si specchiava
in quel mare inesplorato, nel quale la ciurma aveva appena iniziato una nuova
avventura.
Il tintinnio di un secchio che sbatteva
contro una parete, era l'unico rumore che intervallava lo scroscio delle onde,
regalando una base ritmica a quella soave melodia. L'acqua colma di salsedine
accarezzava dolcemente l'imbarcazione, cullando il sonno che aveva avvolto
quegli strani pirati.
Soltanto uno era sfuggito al suo
abbraccio...
Con la sigaretta fumante fra le labbra
e lo sguardo al soffitto, oscurato in parte da una bionda ciocca di capelli
biondi calata su un occhio, il giovane non riusciva a dormire.
Un pensiero lo manteneva vigile, un
forte desiderio non voleva dargli pace...
Vagò con lo sguardo nella stanza, nella
quale si poteva udire il respiro profondo di vari ragazzi, ma il suo interesse
fu rapito dal corpo addormentato di uno solo di loro.
Sfiorò con gli occhi ogni curva, ogni
angolo, ogni minimo dettaglio che rendeva quel ragazzo così forte... così perfetto...
così dannatamente attraente.
Prese un'ultima boccata di fumo, troppo
assorto dallo scrutare quella sagoma, aveva lasciato che la sigaretta bruciasse
da sola senza poterla gustare. La gettò via lasciandola fumare ancora per pochi
secondi, poi si spense.
Tornò con gli occhi a quel corpo
apparentemente inerme e la sua attenzione si soffermò su tre orecchini che
pendevano dal suo orecchio sinistro... come tre piccole spade.
Sorrise.
Gli tornò alla mente quel pomeriggio
nella vecchia locanda, in quell'isolotto di cui non si sforzò di ricordarne il
nome...
Fuori qualche fiocco di neve cadeva
dolcemente per poi posarsi sul davanzale della finestra.
- Quando nevica sembra che tutto
rallenti... quasi si fermasse. Sarà una magia della neve... - pronunciarono due
labbra senza lasciare cadere una cartina fumante.
- E' solo neve – esclamò un ragazzo dai capelli verdi, mentre si toglieva la
maglietta lasciando scoperto il petto e una profonda cicatrice...
Si stese sul letto e si tolse le
scarpe, gettandole poi, un po' più in là del comodino.
- La finisci di fissare fuori dalla finestra? - sentì dirsi alle spalle il
biondo. Sospirò qualcosa e prese a sbottonarsi la camicia. Con cura l'adagiò
sul dorso di una sedia sulla quale penzolava una cravatta rossa.
Si sedette sul letto ciccando un po' di
cenere nel palmo della sua mano. Con un soffio la vece volare via...
Le braccia dell'altro ragazzo lo raggiunsero alle spalle avvolgendolo e
tirandolo a se.
- Si può sapere che hai oggi? - sussurrò al suo orecchio. Il tono della sua
voce non era duro o di rimprovero, bensì dolce... stranamente dolce... come
altre poche volte lo aveva udito.
Il biondo sorrise e scosse il capo. Lasciò cadere la sigaretta a terra,
schiacciandola con un piede, per poi voltarsi indietro affinché le sue labbra
si incontrassero con quelle del ragazzo dalla verde chioma.
Prese ad accarezzargli la nuca, mentre
l'altro fece altrettanto sul suo petto.
Presto la passione li colse,
trascinandoli in un vortice di forti emozioni che risuonavano come gemiti e
brevi sospiri...
Fuori continuava a nevicare mentre le
mani vagavano esplorando i corpi dei due giovani, ora uniti come uno solo.
La vecchia branda cigolava lamentosa,
quasi fosse invidiosa del piacere ardente che si consumava sopra di essa. Le
lenzuola iniziarono ad inumidirsi. Il sudore e qualche lacrima le impregnarono
di lussuria.
Il biondo sentiva il cuore martellare forte per poi fermarsi d'improvviso. Mai
avrebbe immaginato che potesse lasciarsi travolgere in quel modo... desiderava
solo che quegli attimi insieme potessero durare in eterno.
Ma erano solo attimi, tanto rari...
così intensi.
Come ladri, tutte le volte dovevano
scappare e nascondersi, solo per quei pochi attimi, in cui gli pareva di
dimenticare che ciò che stavano facendo, ciò che sentivano era inappropriato...
forse sbagliato...
Ma che male c'era ad amarsi... perché gli era proibito ?
Perché erano pirati... perché erano
compagni... perché erano uomini...
E così per dirsi “ti amo” bisognava
darsi dello stronzo.
Per potersi sfiorare, bisognava
prendersi a pugni.
Per ammettere di non poter fare al meno
l'uno dell'altro, c'erano sguardi d'ira... parole di scherno... gesti da
nemici...
Gli altri non sapevano, non potevano
sospettare che quelle lunghe liti, così violente quanto frequenti, altro non
erano che un modo per fare l'amore senza nascondersi.
Quando il piede schivava la spada,
quando la spada bloccava il piede, erano le loro anime che si abbracciavano...
i loro cuori che battevano all'unisono.
La neve aveva frenato la sua scesa,
forse sarebbe arrossita a passare davanti a quella finestra, oppure, come una
brava amica, voleva solo regalare a quei due corpi qualche altro attimo di
intimità.
- Tieni - Disse il biondo allungando un
orecchino al ragazzo.
- Devo avertelo fatto cadere –
aggiunse.
- Tienilo tu... poi me lo darai - rispose l'altro.
Lo strinse nella sua mano.
Ora aveva una scusa per poterlo cercare una volta che fossero tornati sulla
nave per salpare via.
Ora avrebbe avuto un motivo per giustificare il bisogno di vederlo, per non
vergognarsi di chiedere agli altri di lui...
sarebbe durato poco... come sempre,
come c'era abituato.
“Le cose più rare sono quelle che hanno più valore”. Lo sapeva, o forse era
solo un modo per soffocare quelle urla che risuonavano nella sua testa. Quelle
grida che ripetevano che non era sbagliato, che tutto era semplice, che il loro
sentimento era un po' come quella neve, candita, senza nulla di sporco...
Quelle parole che lo terrorizzavano, che gli facevano morire in gola la voglia
di urlarlo al mondo...
Strinse più forte quell'orecchino. Un pezzo di lui, un testimone silenzioso del
loro peccato.
Le onde si incresparono facendo inclinare bruscamente la nave e riportando il
biondo fuori da quei ricordi. Controllò che nessuno si fosse svegliato.
Non voleva dare spiegazioni del perché
fosse sveglio, avrebbe dovuto mentire... ancora una volta...
Tornò ad accarezzare il corpo del ragazzo
dai verdi capelli con il suo sguardo. Avrebbe voluto che gli occhi fossero
mani, che il silenzio fosse il suo sussurrare “ti amo”.
Chiuse le palpebre per cancellare quel
desiderio folle e pregò il sonno di coglierlo il prima possibile, così da poter
sfuggire via da quei pensieri, da quella realtà ingiusta, così come aveva fatto
numerose volte.
Quella notte il sonno fu magnanimo e
ascoltò la sua preghiera, lasciando che il ragazzo si facesse coccolare da lui
e dai suoi sogni, senza che si accorgesse di due occhi che lo fissavano
dolcemente, di due labbra che sorridevano nel vederlo così docilmente assopito.
Senza che potesse sapere che a pochi
metri, c'era un cuore che batteva solo per lui.
Il tempo sembrava scorrere lento, quasi
volesse permettere al giovane di farsi accarezzare da quello sguardo ancora e
ancora, quasi fosse complice di quel segreto che li legava.
I due occhi si voltarono poi verso
l'oblò e la bocca sorrise ancora.
Fuori, stava nevicando.