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Autore: kiara_star    19/10/2008    9 recensioni
Mai avrebbe immaginato che potesse lasciarsi travolgere in quel modo... desiderava solo che quegli attimi insieme potessero durare in eterno. Ma erano solo attimi, tanto rari... così intensi.
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve one-shot sulla mia coppia del cuore (Zoro x Sanji per chi non l’avesse ancora capito :P)

L’ho scritta di getto ieri notte, quindi scusate qualche errore.

Dal sapore un po’ amaro e triste, ma volevo dargli proprio quel tocco di malinconia che mi piace tanto ^__^ 

Ditemi che ne pensate.

Buona lettura!    Chiara

 

 

 

 

Neve

casa

Era notte fonda.

La luna non ancora piena, si specchiava in quel mare inesplorato, nel quale la ciurma aveva appena iniziato una nuova avventura.

Il tintinnio di un secchio che sbatteva contro una parete, era l'unico rumore che intervallava lo scroscio delle onde, regalando una base ritmica a quella soave melodia. L'acqua colma di salsedine accarezzava dolcemente l'imbarcazione, cullando il sonno che aveva avvolto quegli strani pirati.

Soltanto uno era sfuggito al suo abbraccio...

Con la sigaretta fumante fra le labbra e lo sguardo al soffitto, oscurato in parte da una bionda ciocca di capelli biondi calata su un occhio, il giovane non riusciva a dormire.

Un pensiero lo manteneva vigile, un forte desiderio non voleva dargli pace...

Vagò con lo sguardo nella stanza, nella quale si poteva udire il respiro profondo di vari ragazzi, ma il suo interesse fu rapito dal corpo addormentato di uno solo di loro.

Sfiorò con gli occhi ogni curva, ogni angolo, ogni minimo dettaglio che rendeva quel ragazzo così forte... così perfetto... così dannatamente attraente.

Prese un'ultima boccata di fumo, troppo assorto dallo scrutare quella sagoma, aveva lasciato che la sigaretta bruciasse da sola senza poterla gustare. La gettò via lasciandola fumare ancora per pochi secondi, poi si spense.

Tornò con gli occhi a quel corpo apparentemente inerme e la sua attenzione si soffermò su tre orecchini che pendevano dal suo orecchio sinistro... come tre piccole spade.

Sorrise.

Gli tornò alla mente quel pomeriggio nella vecchia locanda, in quell'isolotto di cui non si sforzò di ricordarne il nome...

 

Fuori qualche fiocco di neve cadeva dolcemente per poi posarsi sul davanzale della finestra.

- Quando nevica sembra che tutto rallenti... quasi si fermasse. Sarà una magia della neve... - pronunciarono due labbra senza lasciare cadere una cartina fumante.
- E' solo neve – esclamò un ragazzo dai capelli verdi, mentre si toglieva la maglietta lasciando scoperto il petto e una profonda cicatrice...

Si stese sul letto e si tolse le scarpe, gettandole poi, un po' più in là del comodino.
- La finisci di fissare fuori dalla finestra? - sentì dirsi alle spalle il biondo. Sospirò qualcosa e prese a sbottonarsi la camicia. Con cura l'adagiò sul dorso di una sedia sulla quale penzolava una cravatta rossa.

Si sedette sul letto ciccando un po' di cenere nel palmo della sua mano. Con un soffio la vece volare via...
Le braccia dell'altro ragazzo lo raggiunsero alle spalle avvolgendolo e tirandolo a se.
- Si può sapere che hai oggi? - sussurrò al suo orecchio. Il tono della sua voce non era duro o di rimprovero, bensì dolce... stranamente dolce... come altre poche volte lo aveva udito.
Il biondo sorrise e scosse il capo. Lasciò cadere la sigaretta a terra, schiacciandola con un piede, per poi voltarsi indietro affinché le sue labbra si incontrassero con quelle del ragazzo dalla verde chioma.

Prese ad accarezzargli la nuca, mentre l'altro fece altrettanto sul suo petto.

Presto la passione li colse, trascinandoli in un vortice di forti emozioni che risuonavano come gemiti e brevi sospiri...

Fuori continuava a nevicare mentre le mani vagavano esplorando i corpi dei due giovani, ora uniti come uno solo.

La vecchia branda cigolava lamentosa, quasi fosse invidiosa del piacere ardente che si consumava sopra di essa. Le lenzuola iniziarono ad inumidirsi. Il sudore e qualche lacrima le impregnarono di lussuria.

Il biondo sentiva il cuore martellare forte per poi fermarsi d'improvviso. Mai avrebbe immaginato che potesse lasciarsi travolgere in quel modo... desiderava solo che quegli attimi insieme potessero durare in eterno.

Ma erano solo attimi, tanto rari... così intensi.

Come ladri, tutte le volte dovevano scappare e nascondersi, solo per quei pochi attimi, in cui gli pareva di dimenticare che ciò che stavano facendo, ciò che sentivano era inappropriato... forse sbagliato...
Ma che male c'era ad amarsi... perché gli era proibito ?

Perché erano pirati... perché erano compagni... perché erano uomini...

E così per dirsi “ti amo” bisognava darsi dello stronzo.

Per potersi sfiorare, bisognava prendersi a pugni.

Per ammettere di non poter fare al meno l'uno dell'altro, c'erano sguardi d'ira... parole di scherno... gesti da nemici...

Gli altri non sapevano, non potevano sospettare che quelle lunghe liti, così violente quanto frequenti, altro non erano che un modo per fare l'amore senza nascondersi.

Quando il piede schivava la spada, quando la spada bloccava il piede, erano le loro anime che si abbracciavano... i loro cuori che battevano all'unisono.

 

La neve aveva frenato la sua scesa, forse sarebbe arrossita a passare davanti a quella finestra, oppure, come una brava amica, voleva solo regalare a quei due corpi qualche altro attimo di intimità.

- Tieni - Disse il biondo allungando un orecchino al ragazzo.

- Devo avertelo fatto cadere – aggiunse.
- Tienilo tu... poi me lo darai - rispose l'altro.
Lo strinse nella sua mano.
Ora aveva una scusa per poterlo cercare una volta che fossero tornati sulla nave per salpare via.
Ora avrebbe avuto un motivo per giustificare il bisogno di vederlo, per non vergognarsi di chiedere agli altri di lui...

sarebbe durato poco... come sempre, come c'era abituato.
“Le cose più rare sono quelle che hanno più valore”. Lo sapeva, o forse era solo un modo per soffocare quelle urla che risuonavano nella sua testa. Quelle grida che ripetevano che non era sbagliato, che tutto era semplice, che il loro sentimento era un po' come quella neve, candita, senza nulla di sporco...
Quelle parole che lo terrorizzavano, che gli facevano morire in gola la voglia di urlarlo al mondo...
Strinse più forte quell'orecchino. Un pezzo di lui, un testimone silenzioso del loro peccato.


Le onde si incresparono facendo inclinare bruscamente la nave e riportando il biondo fuori da quei ricordi. Controllò che nessuno si fosse svegliato.

Non voleva dare spiegazioni del perché fosse sveglio, avrebbe dovuto mentire... ancora una volta...

Tornò ad accarezzare il corpo del ragazzo dai verdi capelli con il suo sguardo. Avrebbe voluto che gli occhi fossero mani, che il silenzio fosse il suo sussurrare “ti amo”.

Chiuse le palpebre per cancellare quel desiderio folle e pregò il sonno di coglierlo il prima possibile, così da poter sfuggire via da quei pensieri, da quella realtà ingiusta, così come aveva fatto numerose volte.

Quella notte il sonno fu magnanimo e ascoltò la sua preghiera, lasciando che il ragazzo si facesse coccolare da lui e dai suoi sogni, senza che si accorgesse di due occhi che lo fissavano dolcemente, di due labbra che sorridevano nel vederlo così docilmente assopito.

Senza che potesse sapere che a pochi metri, c'era un cuore che batteva solo per lui.

 

Il tempo sembrava scorrere lento, quasi volesse permettere al giovane di farsi accarezzare da quello sguardo ancora e ancora, quasi fosse complice di quel segreto che li legava.

I due occhi si voltarono poi verso l'oblò e la bocca sorrise ancora.

Fuori, stava nevicando.

 

  
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