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Autore: uomi_hime    29/10/2014    4 recensioni
[ storia ad OC ] [ Ho tutti gli OC necessari, grazie a chi ha partecipato :)] [Prossimo aggiornamento: 1 luglio]
 
La Namimori organizza uno scambio di studenti con una scuola di Tokyo, dando la possibilità a 7 studenti di passare 6 mesi nella capitale del Giappone. Dopo una lunga attesa, gli alunni scelti sono, a sorpresa di tutti, Dame-Tsuna e la sua stramba compagnia, con ovviamente lo zampino di un certo assassino professionista. Dopo aver convinto Hibari a lasciare il suo adorato comitato disciplinare nelle mani di Kusakabe e della sua banda, i ragazzi partono, inconsapevoli di ciò che li aspetta nella capitale.
 
Perché un antico nemico trama nell’ombra, ed è deciso a distruggere per sempre la famiglia Vongola. Con l’aiuto dei nuovi amici, riusciranno Tsuna e i suoi Guardiani a sconfiggere la nuova minaccia?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVERTIMENTI: le parole scritte in grassetto sono in italiano.
LITTLE NOTES: niente, ormai rinuncio a chiedere scusa per il ritardo perché tanto si sa, la sfiga Cosmica (cit. Maki) ce l’ha con me .-. Wi-fi rotto e tecnici pigri fino al midollo, non dico altro .-.
Ah, e se qualcuno ha notato il banner all’inizio di ogni capitolo, il merito è solo di Holland, che lo ha creato e che non smetterò ma i di ringraziare ^^ grazie mille Holls *^*







~CAPITOLO 4~
 
Il giorno dopo, dire che i ragazzi erano impazienti di cominciare era un vero e proprio eufemismo: erano arrivati quasi tutti con più di mezz’ora di anticipo rispetto all’orario previsto e, in tutta sincerità, ancora non sapevano se essere spaventati da ciò che li attendeva o, al contrario, essere eccitati dal fattore ignoto che sembrava caratterizzare il loro più immediato futuro.
 
Solo di una cosa erano certi: se Tsuki e i Vongola non fossero arrivati al più presto, la situazione sarebbe certamente degenerata.
L’agitazione nell’aria era palpabile, e a renderla ovvia era anche il comportamento dei ragazzi, sparsi per tutto il campo da basket: Ayane stava azzannando -letteralmente!- la quinta tavoletta di cioccolata al latte, mentre accanto a lei Sayaka le dava man forte con quella al curry. Rise, dal canto suo, continuava a girare per il campetto per raccogliere e mettere a posto tutte le cartacce che le due ragazze gettavano regolarmente per terra, facendo perennemente avanti e indietro tra il secchio e le due compagne senza mai fermarsi. Rin era quella messa peggio, visto che si stava scolando da una borraccia quello che sembrava essere a tutti gli effetti alcool, mentre poco lontano Rei smontava e rimontava ad una velocità impressionante il suo fidato cubo di Rubik- ad un certo punto Rin sembrò notare persino un piccolo elefante ballerino, ed in quel momento cominciò a pensare che, forse, stava esagerando un pò).
 
La situazione era talmente assurda che, quando Tsuki e gli altri ragazzi arrivarono, sul momento credettero di aver sbagliato posto: tra tracce di cioccolata ovunque, un secchio pieno di cartacce che andavano aumentando di numero ad una velocità talmente impressionante che a confronto Sonic sembrava una lumaca, una Rin ubriaca marcia e un Rei che sembrava vicino ad una crisi epilettica, l’edificio sembrava più un ospedale psichiatrico che una scuola media.
 
-Ma che diavolo è successo qui??- esclamò Tsuki, entrando di gran carriera nel campo visivo dei compagni i quali, dal canto loro, scattarono in piedi all’unisono al solo udire la sua voce.
-E-ecco...- provò a spiegare Ayane, mentre tentava di ripulirsi la bocca dalle ultime tracce di cioccolata.
-Forse ci siamo lasciati prendere un po’ dall’agitazione...- ironizzò Sayaka, completando la frase della compagna e esibendosi in una risatina isterica in piena regola. Risatina che si spense quasi all’istante, mentre il suo colorito diventava di un poco rassicurante verde mela.
-Oh cacchio: troppa cioccolata al curry- gemette, per poi fuggire via tenendosi la pancia con una mano e la bocca chiusa con l’altra.
 
-Che idiota... Hic- proclamò Rin, avvicinandosi barcollando al gruppetto.
-Ehi prof, non sapevo avesse un fratello gemello- constatò poi, osservando ad occhi socchiusi un Dino sempre più perplesso.
-Takami, per caso sei... ubriaca?- chiese incerto il giovane boss, lanciando un’occhiata alla fiaschetta ormai vuota che la ragazza teneva in mano.
-Ubriaca, io? Pff, prof! Non dica...- rispose la mora, cominciando però a barcollare visibilmente.
-Stupidaggini...- sussurrò, chiudendo pian piano gli occhi e accasciandosi al suolo, mentre Dino tentava invano di acchiapparla al volo. Fu solo grazie ad un salvataggio dell’ultimo minuto che la ragazza non si schiantò a terra, e il suo corpo si limitò ad appoggiarsi delicatamente contro la maglietta rossa che il nuovo arrivato indossava.
 
-Gokudera-kun!- esclamò Tsuna, osservando sorpreso il diretto interessato caricarsi in spalla la quindicenne svenuta.
-Ohi Testa a Polpo! Che ci fai qui, devi riposare all’estremo!- lo rimproverò Ryohei, col suo solito tono di voce calmo e vellutato quanto un trapano la domenica mattina.
-E piantala di urlare idiota, che se la svegli è peggio!- gli rispose Hayato altrettanto gentilmente, lanciandogli un occhiataccia.
-Comunque ora sto molto meglio, sono solo passato per salutare- li rassicurò poi, notando lo sguardo preoccupato del suo adorato Decimo.
-Vedo che quel pervertito di mio zio ha fatto bene il suo lavoro, una volta tanto- constatò Tsuki, osservando stupita come lo stesso ragazzo che solo il giorno prima sembrava avere un piede nella fossa, ora si stagliasse fiero a pochi passi da lei, gli occhi di giada accesi dalla determinazione.
-Tsk, è solo un idiota- s’indispettì l’argenteo, a cui ancora bruciava l’essere stato messo K.O. in quel modo.
-La porto in infermeria finchè non si sveglia, e qualcosa mi dice che ci vorrà un po’- proferì, girandosi e tornando dentro l’edificio, con Rin ancora addormentata sulle spalle.
 
-Ok... qualcuno che va a recuperare Sayaka, così cominciamo?- chiese Tsuki, girandosi ad osservare i compagni.
-Kufufufu, vado io...- ghignò Mukuro, e prima che qualcuno potesse protestare svanì in mezzo alla nebbia da lui creata.
-Cavolo, che ragazzo inquietante...- commentò Ayane rabbrividendo, mentre Chrome e gli altri Vongola sospiravano sconsolati.
L’attesa non durò poi molto, visto che dopo neanche cinque minuti i ragazzi videro una Sayaka incazz... ehm: incavolata nera inseguire il guardiano della Nebbia con in mano una... mazza chiodata?
-Vieni qua che ti ammazzo, stupida testa d’Ananas che non sei altro!- stava urlando la ragazza, brandendo minacciosa l’arma in direzione del compagno.
-Manco morto!- le rispose il diretto interessato, correndo a nascondersi dietro a Chrome.
-Vigliacco, usare Chrome come scudo è una mossa sleale!- si inviperì la quindicenne, lanciando occhiate di fuoco al diciassettenne.
-Ti sbagli, sto solamente sfruttando le risorse locali1- la prese in giro l’illusionista, con un ghigno di trionfo stampato in faccia.
-Oh, ma io ti uccido!- esclamò Sayaka, i capelli che sembravano fluttuare nell’aria tanta era l’aura omicida che la quindicenne emetteva in quel momento. Alzò il braccio pronta a colpire l’altro in piena faccia -cercando di evitare di ferire anche Chrome, ovviamente- ma venne fermata da Tsuna e Yamamoto che le afferrarono l’arto prima che potesse abbassarsi per colpire.
-Calmati Kuronomori!- la riprese Takeshi, mentre cercava di trattenere la furia della rossa.
-Calmarmi? Ma io lo disintegro!- rispose quest’ultima, dimenandosi come una furia e costringendo il guardiano ad usare le sue fiamme della Pioggia per placare la sua ira.
-Kuronomori-san... Dove hai preso quell’arma?- chiese cautamente Tsuna, tenendosi a debita distanza da quella furia della natura.
Sayaka sembrò notare solo in quel momento cosa teneva in mano e si rigirò tra le mani la mazza, tentando di fare mente locale.
-Uhm... in palestra, credo- dichiarò dopo qualche secondo, alzando lo guardo verso i compagni -C’erano un sacco di armi, io ho solo preso la prima che avevo sotto mano- spiegò, lanciando un’occhiataccia a Mukuro come per dire “Non credere che mi sia dimenticata di te, dopo regoliamo i conti”; occhiata a cui il ragazzo rispose con un ghigno beffardo, a sottolineare il fatto che la ragazza non gli facesse per niente paura.
-Aspetta, ho capito bene? In palestra ci sono delle armi? Armi vere?- Si intrufolò Ayane, che aveva assistito a debita distanza alla scena.
-Verissime armi, che voi userete per allenarvi!- proferì una voce familiare, mentre Reborn faceva il suo ingresso in scena.
-Oh, ma tu sei il bambino dell’altra volta!- esclamò Rise, avvicinandosi anche lei.
-Ciaossu! Io sono Reborn, il miglior assassino in circolazione- si presentò l’infante, salutando i presenti dalla sua postazione sulla testa di Tsuna.
-Ma dai, anche tu sei un mafioso? Dalla tua età non si direbbe- constatò la ragazza, lanciando uno sguardo curioso al bambino. La quindicenne non sembrò accorgersi delle occhiate dubbiose che Tsuki le lanciava, e se invece se ne era accorta lo nascondeva in modo magistrale.
-Muoviamoci, non abbiamo tutto il giorno- sbottarono in coro Hibari e Rei, riportando alla realtà i ragazzi e dirigendosi all’unisono verso la palestra.
Dio li fa e poi li accoppia...
Fu il pensiero generale, mentre ai presenti sfuggiva o una risatina nervosa o uno sguardo tra lo scandalizzato e lo sconsolato.
 
-Ma che... ? E queste da dove le avete tirate fuori?-
Fu questo io commento di Ayane quando entrò in palestra.
La sala, di solito sempre ordinata, ora aveva casse appoggiate da tutte le parti, le quali sembravano contenere ogni tipo di arma esistente al mondo : fucili, pistole, spade e persino bazooka spuntavano da ogni dove, lasciando i ragazzi a bocca aperta dallo stupore.
-Cavolo, prima non avevo notato tutta 'sta roba...- sussurrò Sayaka avvicinandosi ad un fucile da caccia e osservandolo curiosa.
-Ti piacciono le armi da fuoco?- chiese una voce dietro di lei, facendola sobbalzare dallo spavento.
-Inuzuki, che cazzo fai? Così mi fai venire un infarto!- lo riprese la ragazza tentando di tornare a respirare normalmente: cavolo, quando ci si metteva quel ragazzo poteva diventare più inquietante di Rei!
-Scusa scusa, ero solo curioso- si scusò Shoichi, sghignazzando e avviandosi verso il poligono di tiro situato in un angolo.
-Diavolo, costruire una cosa del genere in una sola notte... ma quanto sono potenti questi Vongola?- sussurrò ammirata Rise, notando solo in quel momento le numerose postazioni di allenamento sparse in giro per la palestra: sacchi da box, poligoni di tiro e di allenamento con la spada, persino un angolo per la lotta libera e un tavolo pieno di computer di ultima generazione, il tutto compresso in quei pochi metri quadrati che formavano la stanza.
-Però, 10 centri su 10! Sei bravo con le armi da fuoco, eh Inuzuki?-
Il commento di Yamamoto, detto senza alcun motivo in particolare, attirò l’attenzione di tutti gli studenti, che all’unisono si raccolsero attorno al biondo.
-Cavolo, sei un genio!- esclamò Ayane, osservando incredula il bersaglio su cui il compagno si era appena allenato: dieci colpi, dieci ferite mortali.
-Però, allora non sei solo il classico strafottente rissoso asociale... hai anche delle qualità- osservò Sayaka, sghignazzando divertita.
-E con questo cosa vorresti dire?- si innervosì Shoichi, guardandola male.
-Esattamente ciò che ho detto, con l’aggiunta che, a quella distanza- indicò il poligono, situato a dieci metri dalle postazioni di fuoco –Tutti ne sarebbero capaci-
-Mh? È una sfida?-
-Scommetto un pranzo che faccio più centri di te, ad una distanza maggiore-
-Ci sto, preparati a mangiare la mia polvere-
Detto questo, il biondo si diresse verso la collocazione delle armi e impostò le indicazioni per la loro gara.
-Venti metri, venti colpi ciascuno- sogghignò, impugnando la propria pistola e porgendone una seconda alla rossa.
-Che vinca il migliore- commentò lei, prendendo in mano l’arma e puntandola verso l’obbiettivo.
 
***
 
Italia, stessa ora, 4 giorni dopo
 
-Ehi boss! Guardi un po’chi abbiamo trovato!?- esclamò l’uomo, entrando nella sala e gettando a terra un fagotto di dimensioni abbastanza grande.
-L’abbiamo scoperto a curiosare intorno alla villa, probabilmente ci stava spiando-
Il fagotto in questione gemette, rivelandosi essere una persona piuttosto malconcia. Un ragazzo si avvicinò, fissando con gli occhi di ghiaccio il giovane prigioniero.
-Oh, ma guarda chi si rivede...- sussurrò, tirandogli i capelli per costringerlo a guardarlo in faccia.
-Il dodicesimo boss della famiglia Kenshi! A cosa devo l’onore?- chiese in tono canzonatorio, tirando ancora di più i capelli arancioni dell’altro.
-Non sono affari che ti riguardano... Giman2- fu la risposta del diretto interessato, accompagnata dal solito ghignetto presuntuoso che tanto lo caratterizzava.
-Tsk, testardo come sempre...- commentò il boss della famiglia Ghost, tirandogli un pugno in faccia e facendogli sputare del sangue.
-Tochi!- chiamò, mentre un ragazzo dai capelli castani faceva il suo ingresso in sala -Portalo via, e assicurati che non possa avere contatti con gli altri prigionieri-
-Agli ordini, boss-
Tochi prese in spalla il loro ostaggio, trasportandolo di peso verso le prigioni fischiettando allegramente.
Forza, vieni a salvare il tuo amichetto... così la trappola potrà finalmente scattare.
Pensò Giman, una volta che fu nuovamente solo.
 
Ti aspetto... Tsuki
 
***


-Noooo, ho perso!- esclamò Sayaka, analizzando con le lacrime agli occhi il proprio punteggio.
-Quindici uccisioni contro diciannove, il tabellone parla chiaro- commentò Shoichi, ghignando per la vittoria appena ottenuta.
-Incredibile Sayaka-chan! Sei veramente brava! 15 non è un brutto punteggio, anzi!- si complimentò Ayane, spuntando con la testa da dietro alla spalla della rossa.
-Veramente questa era la prima volta che prendevo in mano una pistola...- fu la risposta e a quelle parole tutti spalancarono gli occhi.
-C-come la prima volta?- fece Tsuki: era visibilmente scandalizzata dal fatto la sua compagna, addirittura di un anno più piccola di lei, fosse riuscita in sol colpo in ciò che lei aveva compiuto in all’incirca 3 anni di allenamento.
-A quanto pare, qualcuno ha trovato la propria arma ancora prima dell’inizio dell’allenamento- fu la conclusione di Shoichi, mentre si avvicinava alla ragazza, battendole il cinque -Hai bisogno di qualche altra dritta, ma a questo posso pensarci io-
Sayaka annuì timida, sorpresa dall'affermazione del biondo.
 
-Direi che non è l’unica...- proferì Mukuro, facendo voltare tutti i presenti verso l’angolo opposto della palestra.
Yamamoto e Rise erano impegnati in una lotta serrata, uno con le sue katane e l’altra con dei coltelli, tutti legati a un filo che le faceva da cintura.
-Scontro finito- ansimò Takeshi dopo più di cinque minuti, puntando la katana alla gola della ragazza che deglutì lievemente.
-Non sei andata male, anche se la tua difesa fa acqua un po’ dappertutto- aggiunse.
-Diciamo che non vado pazza per i combattimenti...- rispose la castana, cercando di recuperare l’ossigeno perso e accasciandosi al suolo, provata da quella mezz’ora di combattimento.
Solo in quel momento sembrò accorgersi dei numerosi sguardi basiti posati su di lei, e uno in particolare –due occhi color del mare che la fissavano spalancati- fece indurire non poco le sue iridi castane.
-Rise... cosa-
-Vado a farmi una doccia- senza aggiungere nulla, Rise si diresse senza indugiare verso lo spogliatoio ignorando bellamente la bocca ancora spalancata della sua migliore amica.
-Tsuki-san... avete per caso litigato?- ruppe il silenzio Ayane, osservando sottecchi la figura della giovane presidentessa.
-Bhè... Credo di aver combinato un gran casino- fu la risposta sibillina della mafiosa, mentre un sospiro malinconico sfuggiva dalle sue labbra rosee.
 
-Ehm... Che mi sono persa? Non ho mai visto Takakura così arrabbiata, e la cosa mi fa alquanto paura- fece Rin, entrando in quel momento nella palestra e lanciando un’occhiata interrogativa ai compagni.
-Rin? Scusa, ma fino ad un’ora fa non eri ubriaca persa?- chiese stupita Sayaka, mentre la ragazza si avvicinava al gruppetto.
-Diciamo che ho una capacità di recupero molto elevata...- rispose la ragazza, grattandosi la nuca.
-Bene! Visto che ci siamo tutti, direi di cominciare con la prima fase dell’allenamento- esclamò Reborn, colpendo con un calcio ambulante Tsuna e Dino e andandosi a sedere sulla spalla di Yamamoto.
-Aspetta! E Rise?- lo interruppe Tsuki incredula: la sua amica se ne era andata senza darle una spiegazione, e ora pretendevano persino di cominciare senza di lei? No, si era ripromessa che non l’avrebbe mai più lasciata indietro, ed era più che determinata a mantenere la sua promessa.
-Kufufufufu- sghignazzò Mukuro, apparendo all’improvviso alle sue spalle –Non devi preoccuparti, in realtà lei è quella più avanti di tutti nel programma-
-Ma cosa...?- sussurrò la mora, girandosi di scatto e ritrovandosi a pochi metri dalla faccia dell’illusionista.
-Ieri sera ha chiesto al bambino se poteva addestrarla sin da subito, e quello che avete visto prima era il risultato- La frase della Nebbia fece spalancare gli occhi della ragazza, che basita si girò verso l’hitman.
-È la verità?-
-Ho solo rispettato la sua volontà-
-Quale volontà?-
-Questo dovresti chiederlo a lei- fu la risposta dell’infante, e la giovane non potè far altro che abbassare lo sguardo.
-Tsuki-chan... qui ci pensiamo noi, tu va da lei- proferì Dino, sorridendole comprensivo.
La mafiosa lo osservò riconoscente e con rinnovata determinazione corse fuori dall’edificio.
-Bene, e adesso... cominciamo a fare sul serio- fece Reborn non appena la mora fu uscita dalla palestra, e i ragazzi deglutirono, gli occhi fiammeggianti di determinazione.
 
***
 
-Rise!- urlò Tsuki, entrando di botto negli spogliatoi e sbattendo violentemente la porta.
Ancora ansimante per la corsa, si guardò intorno, osservando sconsolata la stanza vuota.
-Merda...- sibilò a denti stretti, riprendendo a correre verso l’unico luogo dove era sicura di poterla trovare. Si avvicinò di soppiatto alla porta della biblioteca, aprendola piano, e con la coda dell’occhio vide l’amica, seduta su una sedia e con la schiena rivolta verso di lei, che leggeva assorta uno dei tanti tomi conservati nella grande stanza.
-Cosa leggi?- le chiese in un sussurro, osservando il libro da dietro le sue spalle. Vide la compagna sussultare lievemente, salvo poi riconoscerla e tornare ad ignorarla come se nulla fosse.
-E andiamo Rise! Si può sapere perché ce l’hai con me? Va bene, ti ho mentito, ma-
-Non è per quello- la interruppe la castana, chiudendo si scatto il saggio che stava leggendo -Non è colpa tua, è che... non posso accettarlo-
Le iridi castane della quindicenne incontrarono quelle blu mare dell’amica, che dal canto suo ci capiva sempre meno.
-Cosa...? Che intendi con “non posso accettarlo”? Senti, so che ho sbagliato a non dirti subito chi ero, però-
-Non hai capito!- sbottò Rise, alzandosi di scatto e girandosi per fronteggiarla –So che l’hai fatto per proteggermi, lo capisco e lo accetto, ma...-
Gli occhi della ragazza si fecero tristi, mentre cercava le parole giuste per dare voce al turbinio di sentimenti che si agitava dentro di lei.
-Ciò che mi fa star male è... il sapere che tu, per tutto questo tempo, hai rischiato giornalmente la vita, mentre io mi crogiolavo nella mia ignoranza, completamente all’oscuro che la mia migliore amica vivesse in quel mondo così crudele e letale-
Una lacrima le scese sulle guance rosate, mentre con la fronte si appoggiava alla spalla di Tsuki.
La mora si limitò ad abbracciarla, stringendola a sé nel tentativo di farle comprendere che non l’avrebbe mai abbandonata, come suo padre aveva fatto con lei.
-È per questo che ti sei rivolta a Reborn, ieri sera?- chiese dopo un po’, appena l’amica ebbe finito di sfogarsi.
-Mi sentivo così debole, così incapace... sei nostri compagni erano stati rapiti sotto i nostri occhi, e non potevo permettere che accadesse di nuovo. E poi, non volevo più farti combattere da sola- spiegò Rise, sorridendo leggermente.
-Aspetta, hai detto sei?-
-Anche Ozora è stato preso, vero? È da ieri che non si fa vedere, e non credo sia solo una coincidenza; sul serio Tsuki, credevi veramente che non me ne sarei accorta?-
-A-ah...- balbettò la più grande, cominciando a ridere nervosamente e dandosi mentalmente dell’idiota: cavolo, si era completamente dimenticata di lui.
Fece un profondo respiro, sotto lo sguardo interrogativo della compagna, e poi cominciò a parlare.
-In realtà... c’è ancora una cosa che devi sapere-
 
***
 
Quando il giovane si risvegliò, la prima cosa che percepì fu un grande dolore alla tempia, mentre del liquido viscoso e caldo gli colava lungo il viso.
Si guardò intorno, e ci mise poco a comprendere quanto critica fosse la sua situazione: era stato rinchiuso in una angusta cella, situata parecchio in profondità (la forte umidità, l’odore pungente di chiuso e il fetore di decomposizione –probabilmente topi- non lasciavano molti dubbi), e le sue ferite si stavano dimostrando più gravi del previsto man mano che recuperava la sensibilità del corpo.
 
-Merda...- sibilò fra i denti, tentando di muovere le gambe che, però, non sembravano voler collaborare.
-Allora, la nostra ospitalità è stata di tuo gradimento?- fece una voce, mentre il boss della famiglia Ghost si avvicinava alle sbarre.
-Che ne dici, adesso ti va di fare quattro chiacchere?-
-Vai al diavolo, Giman- sputò per tutta risposta il prigioniero, lanciandogli un’occhiata di pura rabbia.
-Oh, ma non ce l’avrai ancora con me per quella cosa?-
Il disprezzo negli occhi del più giovane crebbe ancora d’intensità, sfociando in un odio viscerale, radicato in ogni più piccola parte del suo essere.
-Oh, lo ricordo come se fosse ieri: le fiamme erano così belle, e le sue urla così, così... sublimi-
-Bastardo!- sbottò il ragazzo, strattonando con rabbia le catene che lo tenevano legato: gliel’avrebbe fatta pagare cara, poco ma sicuro.
-Tsk, la solita testa calda- ghignò Giman, per poi cominciare ad allontanarsi.
-Goditi i tuoi ultimi giorni di vita... Ozora-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  1. Ovvia citazione della 8x12 di Doctor Who “Incubo Cyberman”, perché un Dottore al giorno leva il medico di torno u.u (Gnaaaah Dottore! *-* Oops, scusate ^^" NdMaki - Ma tu da dove sbuchi?? NdMarta)
  2. Significa “Inganno”, “Illusione”. E credetemi se vi dico che a tutto c’è un motivo... muahahahahahhahahahahah *coff coff* (*guarda sconsolata Marta* NdMaki)
 
 
 
 
\\ LITTLE CORNER OF 2 FOOLS GIRLS//
E rieccomi con il nuovo capitolo! In ritardo, ma meglio di niente XD
Fondamentalmente, mia sorella ha versato dell’acqua sul modem, NON HA DETTO NIENTE, e noi non sapevamo perché cazzo il wi-fi avesse smesso di funzionare .-. aggiungeteci un tecnico che è arrivato dopo 2 settimane, e contate che per pubblicare e mandare questo capitolo a betare ho invaso (e sto invadendo tuttora... scusa  Laura ^^”) casa di una mia amica, che mi ha gentilmente concesso di farmi usufruire della sua connessione :)
Anyway, passiamo al capitolo: gli allenamenti sono iniziati, i ragazzi mostrano i loro lati folli (e aspettate di vedere il prossimo, tutti i vostri pensieri su un certo personaggio saranno DISTRUTTI muahahahahahah), e vengono fatti molti chiarimenti; Tsuki e Rise si riconciliano (anche se hanno ancora delle faccende in sospeso) e il ragazzo misterioso mandato dalla suddetta mafiosa si rivela essere nientepopodimenoche... Ozora, il caro vecchio segretario dell’associazione studentesca! Tutti mafiosi qua, non ho parole u.u
Ma qual è il rapporto tra Tsuki e Giman, il misterioso boss della famiglia Ghost? Che cosa è accaduto in passato, che ha legato i destini di Ozora, Giman e la giovane ragazza? Nel prossimo (o fra due, devo ancora decidere)ogni cosa sarà svelata, e la verità sarà finalmente rivelata. Riusciranno i nostri eroi a sopravvivere?
Scopritelo nel prossimo capitolo ;) (che si spera arriverà puntuale)
E ora, passo la parola a Maki-chan ^^

Hum... Saaaalveee... Innanzitutto non mangiatemi pls: sono stoppacciosa e vi starei sullo stomaco u.u
Poi: non mangiate Marta che metà della colpa per il ritardo è mia. Maledetto trasloco. Detto questo, io levo le tende e vado a studiare storia (KOKUYO DELENDA EST! *urlo spartano di entrambe le pazze*)


Au revoir!

La beta, Maki e l'autrice ritardataria, Marta
 

 
P.s. Ci sono dei personaggi che qui hanno avuto più spazio che altri, e mi dispiace per questo .-. purtroppo però dovevo concentrarmi su determinati avvenimenti e OC, e vi assicuro che dal prossimo TUTTI avranno la loro parte, nessuno escluso u.u
 
P.p.s. Un’altra cosa: se qualcuno vuole mandarmi una richiesta d’amicizia su Faccialibro questo è il mio profilo ->
 https://www.facebook.com/marta.gamberale
Troverete piccole anticipazioni, avvisi di eventuale ritardo e  annunci random :)  –scrivetemi via messaggio il vostro nickname di EFP, altrimenti rischio di non riconoscervi ;)-
 


 
   
 
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