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Autore: tylica_tmr    30/10/2014    0 recensioni
“Non mi ricordo più, ma sono sicuro di aver amato una ragazza indimenticabile”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Don't Stop

"Tesoro, non so cosa mettermi stasera!" Trillò un'Ashley agitata nella cornetta.
"Uhm, stasera?" Rispose una Fay piuttosto assonnata.
"Oddio, sì! La festa di quel tale, di cui non ricordo il nome... Robert o Ryle. Il mio ex di qualche mese fa..."
"Ashly, sono tutti di qualche mese fa, capirai che grande indizio! Comunque ti serve un vestito?"
"Oh magari, stamattina io e Gladys andiamo a fare shopping, però ehm..."
"Hai bisogno di me" concluse Fay sospirando.
"Sarebbe fantastico"
"Alle nove. In punto. Al ponte" 
"Ti adoro F"
"Sì, sì anche io. A dopo"
● 
Il "ponte" naturalmente era il Sydney Harbour Bridge, che collegava il cuore finanziario della città alla zona commerciale, ovvero il paradiso di Ashley.
Conosceva a memoria ogni vicolo, ogni insegna, ogni negozio di quei lunghi viali spaziosi, un po' per via della sua ottima memoria, un po' per il fatto che era sempre lì, pur abitando nella zona residenziale più lussuosa, dall'altra parte della città.
Gladys e Fay la aspettavano proprio davanti al chiosco dei gelati, con tre coni coloratissimi in mano. Si presumeva che uno fosse per lei.
"Grazie dolcezze, non dovevate!" Esclamò Ashley, salutandole.
"Ehm, Ashly, uhm, veramente non è per te"
L'espressione stupita sul suo volto era decisamemte esilarante.
"Cosa?"
Ma una voce maschile la interruppe:
"Mi sono permesso di offrire il gelato a tutte, a te compresa, se non ti dispiace"
Ashley si girò e vide il ragazzo del giorno prima, con il cono gelato mancante in mano, e un'espressione allo stesso tempo lusingata e intrigante stampata in viso.
"E LUI COSA CI FA QUI?" Sbottò Ashley, visibilmente infastidita dal fatto che un elemento maschio, decisamente irrilevante, si fosse inserito nella sua mattinata di shopping tra ragazze senza essere stato invitato, almeno non da lei.
"Oh Ashley! Prima che tu arrivassi due malintenzionati hanno provato a scipparmi! Se non ci fosse stato lui, la mia borsa Gucci ora sarebbe chissà dove! Li ha conciati per le feste! Così abbiamo pensato di sdebitarci invitandolo a fare un giro con noi. E poi viene a scuola con noi, sii gentile" spiegò in fretta e furia Gladys.
"Piacere, Ashley Burghley" Il ragazzo fece un accenno di inchino togliendosi il cappello con visiera che si era messo per l'occasione.
"Ciao Calum Hood" ribattè lei, era decisamente soddisfatta nel vedere il disorientamento sul suo viso dopo essersi reso conto che la ragazza più popolare della scuola conosceva il suo nome.
"Non dovresti essere a scuola?" continuò lei, maliziosa.
"Potrei farti la stessa domanda ma non mi sembrerebbe il caso. Diciamo che la mia valutazione è completa e non ho più bisogni di voti" Calum fece una lunga pausa ad effetto per evitare di mettersi a ridere sguaiatamente e "spero che non ti dispiaccia se vi accompagno" Calum, dal canto suo, non aveva mai ostentato una simile sicurezza: lui era sempre stato timidissimo.
"In realtà, dolcezza, mi dispiace parecchio" pausa ad effetto anche per Ashley. 
Oh come si stava divertendo, pensava. 
Era convinta di averlo in pugno: non aveva capito, almeno non in quel momento, che la persona che teneva in mano le redini del gioco era proprio Calum. Proseguì:
"Ma credo che si possa fare un'eccezione"
Prima di incamminarsi, Calum gettò una rapida occhiata dietro al chiosco e vide Luke e Michael che si sfilavano i propri passamontagna improvvisati con le calze delle rispettive madri.
Non riusciva a credere che quello stratagemma, così stupido e infantile, avesse funzionato davvero. 
Represse un sorriso mentre osservava il viso sudato e i capelli scompigliati di Luke e poi si diresse verso la sua unica occasione.
Il "Piano Decennale Per Fare Innamorare Ashley Burghley Di Calum Hood" stava finalmente raggiungendo un punto di svolta.
●  
L'obbiettivo di Calum era semplice: parlare con Ashley il più a lungo possibile: più l'avrebbe incuriosita più avrebbe avuto possibilità di conquistarla.
In fondo, era solo una ragazza: sapeva essere la persona più spietata e crudele della terra all'occorrenza, era tanto intelligente da spaventare gli altri, trattava i suoi ragazzi e le sue amiche come stracci e con una sola mossa poteva annientare tutta la tua vita sociale, ma era solo una diciassettenne.
E come tutte le diciassettenni, non poteva non amare un'attività fondamentalmente frivola e inutile come lo shopping.
Calum capì tutto questo non troppo presto, ma solo quando si accorse di avere le vesciche sotto i piedi e i muscoli delle braccia doloranti per via di tutte quelle buste e bustine che doveva scarrozzare in giro per la città.
Ashley, dal canto suo, lo stava mettendo alla prova: perché sì, era curiosa, e non sapeva nemmeno il motivo.
Sapeva solo che lo sguardo di Calum la attirava: era magnetico, nel vero senso della parola.
Non riusciva ad impedire quell'irritante contatto visivo ed era frustrante.
Non voleva essere ammirata da quegli occhi, perché non riusciva a spiegarli. Erano, a modo loro, un mistero.
Lei era abituata ad avere una spiegazione a tutto: invece non riusciva a spiegare lo strano sguardo di Calum: un misto di ammirazione, disprezzo e malinconia.
Perché? Perché quel ragazzo che non la conosceva minimante provava malinconia nei suoi confronti?
Come se si fosse rassegnato da molto, troppo tempo, ma non avesse mai smesso di lottare.
"Tu verrai?" Le uscì dalla bocca un suono roco che somigliava troppo poco alla sua solita voce squillante. Osservo Calum rianimarsi: uno strano bagliore accese i suoi occhi scuri.
"Ehm, dove?" Rispose lui, basito. Ashley gli stava veramente rivolgendo la parola?
"Ma alla festa no! Alla festa di stasera!"
"Beh, certo!" Calum aveva capito dove voleva arrivare e cominciò a sprizzare sicurezza da tutti i pori "naturalmente, verrò".
Ashley sorrise, un lungo sorriso enigmatico, poi, assicurandosi che le sue amiche non li stessero fissando, si avvicinò all'orecchio di Calum e sussurrò: "puoi portare anche quei ragazzetti tuoi amici che stamattina hanno fatto finta di rapinare la mia ingenua Gladys".
Poi gli strizzò l'occhio, prese le sue amiche sotto braccio e se ne andò, lasciando dietro di sè solo una scia di costoso profumo e la mascella penzolante di Calum.
● 
Ashley era troppo avanti per lui: troppo bella, troppo intelligente. Aveva capito immediatamente il suo trucco, ma, nonostante tutto, aveva voluto invitarlo alla festa.
La missione era stata compiuta per metà.
Questo gli bastava, gli bastava eccome.
Quando si era avvicinata a lui, Calum aveva trattenuto il respiro, cercando di vivere ogni singolo secondo di quella specie di miracolo.
Era stata l'apnea più bella della sua vita.
Per un attimo aveva veramente pensato che l'avrebbe baciato, aveva pensato di essere in trappola: ma quando lei si era allontanata, lui avrebbe voluto solo prenderle il braccio e convincerla a restare, fregandosene delle regole del suo mondo, perché si, Calum aveva sentito che anche lei, sebbene in minima parte, sebbene per un centesimo di secondo, voleva rimanere accanto a lui, arrivando a sfiorargli il viso con le labbra.
Per quel centesimo di secondo avevano desiderato la stessa cosa.
Giurò a se stesso che non sarebbe successo mai più: se quelle circostanze si fossero verificate di nuovo, lui le avrebbe preso il viso tra le mani e l'avrebbe baciata, con gli occhi chiusi e i brividi che lo percorrevano da capo a piedi e non gli sarebbe importato di non essere abbastanza bello o abbastanza intelligente, perché lui sapeva vivere solo ed esclusivamente di attimi.
E lui, lui sognava da sempre due attimi.
Il primo sarebbe stato il momento dell'entrata in scena della sua band: alla loro prima loro apparizione insieme, Calum avrebbe preso in mano la chitarra elettrica ed avrebbe suonato la prima nota, seguita da un milione di altre, ma sarebbe stata quella che avrebbe cambiato ogni cosa, ogni percezione, giusta o sbagliata che fosse: che gli avrebbe fatto capire se era ciò che voleva fare per il resto della sua vita.
Il secondo sarebbe stato l'attimo in cui avrebbe baciato Ashley, e non sapeva come sarebbe stato perché non aveva mai baciato nessuna come lei, e gli piaceva l'idea che sarebbe rimasta un'incognita, una di quelle che ti fa piegare le ginocchia e trattenere il respiro.
Queste erano le sue due speranze, e non sapeva nemmeno se si sarebbero mai realizzate, ma, per ora, il dubbio gli bastava.
Chiedeva forse troppo?
● 
"RAGAZZI!!" Calum urlò ancora prima di aprire completamente la porta.
Li trovò tutti lì, nel garage del padre di Michael, il loro secondo tempio dopo la sala prove.
Lo guardavano come se si aspettassero brutte notizie: perché quel piano non avrebbe mai funzionato, dato che Ashley e Calum vivevano in due galassie, non solo diverse, ma addirittura opposte.
"Allora com'è andata?" Chiese Mike.
"Mi serve un vestito. VI SERVE UN VESTITO"
"Ehhh? Lo shopping ti ha fatto male Cal?" Sghignazzò Ashton.
"Non così tanto. Per stasera avete impegni?! Domanda retorica, ovvio che non avete impegni!"
"Puoi arrivare al punto?"
"Ashley ci ha invitati alla festa di Robert Watkins" sparò fuori Cal tutto d'un fiato.
Seguirono esclamazioni di gioia, pacche sulle spalle e complimenti.
"Amico, non so come caspio hai fatto. O l'hai drogata con quel gelato, o l'hai fatta diventare cieca tutto ad un tratto, sta di fatto che tu, Calum, sei un fenomeno"



Note
Eccoci! Volevo includere anche la festa, ma sono una che aggiunge quanto può e toglie il meno possibile, quindi spero non vi dispiaccia :)
Questo capitolo è praticamente racchiuso nella seconda strofa del brano "Don't stop" e vengono definiti un po' di più alcuni personaggi come per esempio Gladys e Fay.
Fatemi sapere qualsiasi cosa: impressioni, opinioni e supposizioni di ciò che succederà nei prossimi capitoli.
Baci 
Veronica 
   
 
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