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Autore: paoletta76    30/10/2014    3 recensioni
La verità era che dopo Praga non riusciva più a dormire. Gli bastava chiudere gli occhi, e lei era lì. Non l'immagine strafottente uscita dal cappuccio dopo il modo non convenzionale in cui l'avevano invitata a bordo, non quella allegra dei rari momenti di pausa. E neppure quella triste con cui gli aveva raccontato di non aver mai avuto una famiglia che l'amasse.
Il sorriso di Skye non si apriva. E quelle labbra appena socchiuse colavano sangue.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Skye, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ci dirai tutto quello che sai, che tu lo voglia o no.
La voce di Phil Coulson era stata dura, schietta. Per un istante, non era riuscito a sostenerne lo sguardo.
E quelle parole avevano tutto un altro suono.
 
Ci hai usato e tradito. Hai lasciato che uccidessero mia figlia. Ci hai provato con le tue stesse mani. Non meriti neanche di morire.
 
- Potete farmi quello che volete - replicò, la voce arrochita dal silenzio forzato e ridotta ad un soffio - l'ho già detto ad altri.. l'ho già detto anche a te.. parlerò soltanto con lei. Nessun altro.
- Credi che ti lascerò sfiorare mia figlia un'altra volta? Te lo scordi.- quello gli arrivò faccia a faccia, duro e per niente intimorito dal suo sovrastarlo in altezza.
-..Dimenticatevi le informazioni.
- Bene.- una smorfia dipinse le labbra del Direttore, mentre voltava le spalle e si dirigeva alla porta.
- Bene..- replicò il prigioniero, prima che l'anta scivolasse a dividerli, lasciandolo sospeso al centro della stanza, con addosso abbastanza dolore e pesantezza da farlo vacillare e cercare sostegno prima di raggiungere il letto ed appoggiarsi al suo bordo con un sospiro.
 
Bene un corno, Ward.. te l'hanno fatto anche vedere a tutto schermo, quello che stanno facendo all'altro prigioniero.. e lui contiene molte, molte più informazioni sull'Hydra di quante tu possa solo immaginare..
 
Eppure non sembrava un trattamento doloroso, almeno dal punto di vista fisico. Fosse stato altrimenti, il Soldato d'Inverno non vi si sarebbe mai sottoposto volontariamente. Non nello stato di coscienza in cui si trovava adesso.
 
Sapeva di essere stato alloggiato -imprigionato?- in una stanza al confine con quella dell'esperimento perfetto dell'Hydra. L'aveva anche visto, oltre la parete che lo separava dallo stretto corridoio di accesso al settore terapia intensiva.
Terapia intensiva? Era così che la chiamavano, la stasi in cui li stavano tenendo mentre le ferite rimarginavano? Non capiva. Il bracciale continuava ad emanare quella luce verde, per illuminarsi di giallo al suo avvicinare i passi alla porta.
Perché? Era quella, il suo confine? E perché un essere infinitamente più pericoloso poteva varcarla quando voleva, senza nessuna conseguenza?
 
E' tutto un bluff..? Sì, è tutto un bluff. Coulson è capace solo ad indossarla, la maschera del cattivo. Non lo sa essere per davvero. Già. Adesso varco la porta, e non mi succede nulla. Pagliacci..
 
Un sospiro, mentre le labbra s'increspavano in un sorriso, e le mani tentavano la spinta a riportarlo sui propri piedi.
 
La scossa lo sorprese mentre la l'anta scorreva davanti al suo viso, piegandogli le ginocchia e costringendolo ad accasciarsi sul pavimento col respiro che mancava.
 
E non dire che non te l'avevo detto..
La voce ironica di Stark l'aveva accompagnato nel riaprire gli occhi, di nuovo sdraiato faccia al soffitto, con la stretta di un laccio metallico anche all'altro polso.
- Mi dispiace, le manette non sono state una mia idea.- Tony si muoveva lungo la stanza, fra accessori e macchinari. Aveva attivato uno schermo olografico e sollevava appena la spalle con nonchalanche, procedendo a quella che sembrava una ricerca.
 
Fra quelle linee azzurrognole intravide la propria foto. Quella falsa ed ufficiale con cui compariva nel database dello Shield.
- Che..? - diede uno strattone appena più forte, il laccio metallico costrinse il suo braccio a tornare steso sul letto, oltre la sponda a cui l'avevano incatenato.
- Informazioni.- replicò quello, con sufficienza, senza spostare lo sguardo dallo schermo - per sapere chi eri, chi ti hanno fatto diventare e chi volevano che fossi. E cercare altri te.
- Io.. non..
- Non giocavi con loro, lo so. Non direttamente. Tu rispondevi agli ordini di uno solo, e io voglio sapere come e perché. Sai, sono un tipo piuttosto curioso.. eri un volontario? Ci credevi davvero, a tutte le stronzate di cui ti riempiva Garrett? Ci credi ancora? O nella tua testolina per caso hanno installato uno di quei cosi che o ubbidisci o crepi?
- No.. io..- adesso la luce appariva intensa, puntata direttamente a ferirgli gli occhi. Oltre la barriera delle palpebre, quella voce non sembrava proprio volerlo lasciare in pace.
- Ti hanno condizionato, in che modo non lo so ma voglio scoprirlo. E poi devo vincere una scommessa, che mi da un fastidio tremendo, che Loki abbia sempre ragione..- una smorfia, un mugugno sommesso, come se sapesse che l'altro rideva compiaciuto, dall'altro lato del sistema di video sorveglianza - lui dice che sei stronzo e basta, come il suo vecchio io dei bei tempi andati. Coulson e Tripp sembrano d'accordo. Strano, almeno per il primo, visto che Loki è quello che.. bah, lasciamo perdere. Lo dice anche quello nuovo, che sei stronzo e basta. Forse perché lo è un po' anche lui, magari siete anime affini. Io personalmente non lo sopporto, mi fa venire un prurito che..
 
Ward provò a riaprire lentamente gli occhi, mentre quella voce continuava a snocciolare sommessamente cose che per lui non avevano alcun senso, e quelle dita scorrevano lungo linee scritte ed immagini sullo schermo. Poi lo vide bloccarsi, all'improvviso, raccogliere un minuscolo marchingegno nero e premervi sopra col pollice attivando un finissimo raggio molto simile ad un laser. Si forzò a spostare la testa, vededolo avvicinarsi in maniera minacciosa alla propria pelle.
- Stà fermo.- quello si morse appena le labbra, cercando di affinare la mira - non fa male. Oh, beh, brucia. Ma solo un pochino.
 
Arrenditi, Ward. Non avrai mai quello che vuoi, non la vedrai mai più. D'ora in poi solo torture.. ecco quello che meriti. Una cavia per il laboratorio del nemico, ecco cosa sei.
 
..Nemico?
 
- E questo..? Che accidenti..? - adesso la luce sembrava percorrere il profilo di un oggetto e proiettarne la sagoma sulla parete. Tony Stark passava il pollice sull'oggetto che teneva in mano, e sollevava lo sguardo verso quell'ologramma, costringendolo a voltare lentamente il viso.
Il profilo appariva quello del suo collo. E quello era un microchip
  
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