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Autore: Wendy_Dreams    31/10/2014    1 recensioni
Michael Jackson e Freddie Mercury. Destini differenti, ma intrecciati dal destino di una persona... Non sarà la solita storia d'amore strappalacrime come potreste aspettarvi, ma affronterà un aspetto ben più profondo dell'amore: l'amore di un padre per una figlia, dai punti di vista di Michael e Freddie...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 35
Carolwood Drive, Los Angeles, 21 settembre 2007
Melanie P.o.V.
Al ritorno dal soggiorno dal sultano siamo ritornati a Los Angeles, ma non abbiamo fatto ritorno a Neverland. Io e i miei fratelli eravamo sconvolti da questa scelta, perché Neverland significa tutto per noi, la mia adolescenza, l'infanzia per Prince, Paris e Blanket, ciò che non ha potuto vivere da piccolo papà... Diceva sempre che non avrebbe mai e poi mai potuto e voluto abbandonare il ranch perché "Neverland sono io" amava ripetere, ma dopo questo annus horribilis non ne ha voluto sapere di ritornare lì e quindi da più di un anno ci siamo trasferiti in questa villa nella zona di Beverly Hills, é bella, lo ammetto, ma non é Neverland...
-Buon anniversario, Mel!- mi sussurra Jay mentre mi da un bacio veloce sulle labbra
-Buon anniversario anche a te, amore!- rispondo
-Bleah!- esclama Blanket
-Quando sarai più grande non sarà un "Bleah"...- commenta Jay e io rido scuotendo la testa. 
Blanket se n'è andato e i nostri sguardi si rincontrano -Seriamente, buon anniversario- mi accarezza la guancia e sorrido -Oggi é una data importante...-
-Già... Importantissima...- continuo a tenere la sua mano sulla mia guancia
-Mi sembra ieri di aver posato gli occhi su quella ragazzina con la testa piena di ricci e aver perso la testa...- sorride -Sono undici anni...-
-Undici anni insieme... Undici anni fantastici...- gli faccio eco
-Che ne dici di fare un cambiamento?- mi chiede appoggiandosi al bordo della cucina
-Di che cambiamento parli?- inclino un sopracciglio
-Parlo di... Magari... Fare un passo in avanti... Tipo... Tipo... Vivere insieme... In una casa nostra... Solo noi due- si morde il labbro nervoso
-Vorresti che vivessimo insieme?- chiedo incredula e lui annuisce. Effettivamente sono undici anni che stiamo insieme e ne abbiamo passate tante, Jay é stato con me nei momenti più belli e in quelli più brutti, mi ha sostenuto quando non ero in grado da sola... Lui c'era al divorzio di papà da Debbie, era lì quando sono nati i miei fratelli... C'era anche quando quel giornalista entrato nella vita di papà e ci ha rovinato la vita per sempre.... E poi penso che sia il momento giusto... Ho 29 anni credo sia il momento di spiccare il volo e lasciare il nido... Sono in quell'età in cui si diventa indipendenti... Anzi forse quell'età lo anche superata... Forse é il momento per creare un nido tutto mio... Sto per aprire la bocca e rispondere positivamente, quando un pensiero mi attraversa la mente e fa scomparire il sorriso che stava per nascere... Papà... Da dopo il processo e il periodo di vacanza non é più lo stesso. Lui dice di essersi ripreso di essere di nuovo felice, ma non é così, o almeno, non sempre... Spesso ha balzi di umore passa dalla felicità alla tristezza in uno schiocco di dita... Non posso andarmene. Certo non andrei via per sempre, ma credo che lui lo potrebbe prendere come un abbandono, tante persone negli ultimi mesi lo hanno abbandonato e non vorrei fargli pensare questo di me... Io non lo abbandonerò mai... Non potrei mai...
-Allora? Che ne pensi?- Jay interrompe i miei pensieri
 
Jason P.o.V.
-No- mi risponde abbassando lo sguardo
-No?!- ripeto pensando di aver sentito male
-No, Jay- fa un sospiro -Non posso...-
-Perché non puoi?- le chiedo
-Non... Non voglio lasciare mio padre...-
-Ma cambieresti solo casa... Non ti ho chiesto di andare sulla luna insieme e non tornare mai più!- sento la mia voce alzarsi
-Lo so, ma per lui sarebbe così...- evita il mio sguardo -É stato abbandonato troppe volte quest'anno... Non voglio che pensi questo di me... É ancora fragile...- 
-Ma poi, scusa, tu mi hai detto che si é ripreso perché ora mi dici che non lo vuoi lasciare perché é troppo fragile?!-
-Lui dice di star bene ma si vede benissimo che non é così... Non voglio andarmene ora!- anche la sua voce si alza
-Ascoltami un attimo, Mel...- faccio un respiro profondo -Non pensi sia ora di lasciare che tuo padre si riprenda come si deve? Se tu cerchi sempre di proteggerlo non potrà mai riprendersi come ha bisogno...-
-No, ascoltami tu- si sta preparando -Non puoi capire il rapporto con mio padre é più complicato di quello che tu pensi...-
-Lo so che siete molto affezionati che altro c'è da capire?!-
-Cosa c'è da capire?!- la sua voce si é davvero alzata -C'è da capire che io sono stata TREDICI ANNI senza di lui! E c'é da capire che tu chiami tuo padre a malapena il giorno del tuo compleanno e quindi non hai ragione di criticare il mio rapporto con mio padre, semmai il contrario! IO HO BISOGNO DI LUI E LUI HA BISOGNO DI ME! ECCO COSA C'È DA CAPIRE!- riprende il fiato dopo la sfuriata -Quindi se tu la pensi così non possiamo vivere insieme!- e si allontana sbattendo la porta della cucina. Forse ha ragione, io non ho ragioni di criticare quello c'è con suo padre, al massimo può criticarmi lei... E ha anche ragione sulla sua salute, mi é capitato anche a me di subire i suoi cambi d'umore... Tutti i figli hanno bisogno dei genitori e viceversa... Ha solo ragione lei... Michael é fragile non posso togliergli di torno la figlia. Devo chiederle scusa. Vado nella sua stanza della pittura, lei si rifugia lì quando si sente in contrasto con il mondo, ma oggi l'unico con cui é in contrasto sono io...
Busso -Chi é?- sento che risponde
-Sono io, Jay- non risponde -Posso entrare?- di nuovo nessuna risposta così decido di entrare. Sta dipingendo, ma é come se stesse prendendo a pugni la tela con il pennello
-Cosa vuoi?- mi chiede visibilmente irritata
-Voglio chiederti scusa- distoglie lo sguardo dalla tela -Non sono la persona giusta per criticare il vostro rapporto... E poi... Hai ragione su tuo padre, l'hanno abbandonato in troppi... Tuo padre ha bisogno di te... In questo momento non mi sembra giusto separarvi... Magari in un altro momento... Ma sicuramente non adesso...- rimane un attimo in silenzio a riflettere -Accetti le mie scuse?-
-Sì- sorride -Le accetto...-
-Io ti amo... Se allontanarti da tuo padre ti crea questi problemi... Fa niente... Possiamo rimanere così, solo perché non abitiamo insieme non significa che non ci amiamo...- sorrido, si avvicina e mette le braccia intorno al mio collo
-Ti amo anch'io- e mi sorride.
         ***
-Pronto?- risponde mio padre dall'altra parte del telefono
-Ciao papà-
-É successo qualcosa?- mi chiede
-No, niente in particolare-
-E allora perché mi chiami? É già il 29 aprile? É passato in fretta quest'anno-
-No, papà. Siamo al 21 di settembre. Volevo soltanto chiamarti...-
  
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