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Autore: Ryu Black Dragon    31/10/2014    7 recensioni
[Storia OC] [ISCRIZIONI CHIUSE - Grazie a tutti ]
La Liberty Pokèmon School era conosciuta come un Accademia prestigiosa.
Ragazzi e ragazze da tutte le regioni venivano ammessi solo dopo una durissima prova d'ingresso.
Ogni giorno della loro permanenza era una sfida da superare e, per la prima volta dopo oltre dieci anni, una nuova generazione di campioni lascerà l'edificio. Niente li accomuna se non l'amore per i pokèmon e la voglia di vincere.
Essere i migliori. Questo era il motto dell'Accademia e, durante il torneo di Yolus la Generazione dei Miracoli tornerà a brillare.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Barry, Misty, N, Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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GENERATION OF MIRACLES
-IV-
La regina dei cieli
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Foresta Nera, Yolus.
Anno 1850
 
 
Uomini e donne vestivano di nero quel freddo giorno d’autunno.
Lacrime miste a pioggia accarezzavano i loro visi stanchi.
 
I bambini presenti non fiatavano.
Nonostante molti non comprendessero la ragione di tutta quella tristezza se ne stavano in silenzio, attaccati alle gonne delle madri in attesa che queste ritornassero a sorridere.
Ma, nonostante le disposizioni di colei che quel giorno li aveva lasciati, nessuno pareva felice.
 
Fra le ombre degli alberi una creatura enorme li osservava.
Gli occhi rossi rimasero per tutta la cerimonia puntati su quel pezzo di legno coperto da mille fiori colorati. Ricordava bene la sua passione per la botanica. Ricordava ogni cosa di lei e di quegli anni passati a lottare assieme per un mondo migliore in cui vivere.
 
Si erano scambiati mille promesse e altrettanti sorrisi. Litigi, parole di conforto e lacrime.
Tutto sembrava ormai solo un lontano ricordo.
 
Molto presto il legno scomparve. La creatura riuscì solo a vederlo scomparire sotto terra, ricoperto da centinaia di strati scuri come il cielo carico di pioggia che li sovrastava.
Una lacrima. Una sola goccia amara lasciò i suoi occhi.
Poi la creatura scomparve, divenendo in seguito solo una leggenda.
 
 
- Non mi dimenticherai vero? –
- E come potrei scordarti, umana petulante e chiacchierona? –
- Grazie -
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Città principale, Yupilopoli.
Ore 13.00
 
 
Il luogo migliore da visitare nella città di Yupilopoli era sicuramente il centro.
Diversi negozi, bancarelle e ristoranti tipici attiravano ogni giorno moltissimi turisti.
Ogni prodotto era naturale, creato con un arte antica tramandata di generazioni.
 
Il parco centrale dava un tocco di colore all’ambiente, mescolandosi perfettamente con il lavoro dell’uomo. I bambini correvano ovunque, ridendo e giocando assieme ai Pokèmon che vivevano liberi in quel luogo.
 
Seduta su di una panchina una giovane allenatrice li osservava con un sorriso.
Se ne stava semidistesa sul pezzo di legno decorato, circondata da varie borse contenenti le specialità del luogo. Vestiti, accessori e alcuni dolcetti. Aveva preso proprio di tutto.
 
Invidiava la loro spensieratezza.
Non c’erano veri problemi in quei sorrisi, solo tanta voglia di scoprire il mondo.
 
I caldi raggi del sole accarezzavano il suo viso dai tratti dolci, inducendo nel suo corpo un principio di sonnolenza. Era un parco splendido. Il baccano provocato dai giochi dei bambini non rovinava l’atmosfera. Ne faceva parte assieme allo scrosciare dell’acqua nella fontana e ai versi allegri dei Pokèmon. Non sarebbe stato lo stesso senza di loro.
 
Per un istante la giovane chiuse i grandi occhi verdi lasciandosi cullare dalla brezza che sapeva di mare e fiori.
 
 
- Ciao! –
 
 
Il suo momento di quiete venne interrotto all’improvviso da una voce allegra.
Per lo spavento la castana saltò giù dalla panchina, con il cuore che batteva all’impazzata.
Alle sue spalle una bambina sui 10 anni se ne stava tranquillamente appesa al ramo di un albero. Ricci color ghiaccio coprivano in parte il suo viso, mettendo comunque in risalto un paio di grandi occhi verdi. Le due si osservarono per diversi secondi. La prima ancora scossa per lo spavento mentre l’altra semplicemente non aveva alcuna intenzione di muoversi da quel comodissimo ramo.
 
 
- Ehm, ciao piccola -
- Aipo! –
 
 
Una scimmia di colore viola scese da un ramo più alto al fianco della bimba.
Aveva due grandi orecchie e un ciuffo di pelo sul capo. Aspetto che lo contraddistingueva dagli altri esemplari della sua specie era una bandana rosso fuoco al collo, identica a quella che la sua padroncina stringeva fra le dita sottili.
 
 
- Ciao anche a te Aipom –
 
 
Con un salto entrambi scesero dal ramo, arrivando nello stesso istante sulla panchina dove la ragazza si era fermata a riposare. La bimba iniziò a curiosare fra gli acquisti della castana dagli occhi verdi, imitata dal suo Pokèmon che rendeva la scena molto buffa. Sembravano due scimmiette curiose alla ricerca di qualcosa con cui giocare.
 
 
- Hai bisogno di qualcosa? –
- Trovato! –
 
 
Ignorando la domanda la piccola prese un sacchetto bianco, nella quale erano stati impacchettati con cura dei cioccolatini assortiti.
 
 
- Signorina? Possiamo avere un dolcetto? –
 
 
I due assunsero un espressione a detta della ragazza adorabile. Occhi spalancati e mani al petto con il labbro leggermente tremante. Clara a quella vista riuscì a resistere pochi secondi prima di dare il suo assenso alla richiesta. Sorrise intenerita nel vedere la bimba dividere a metà il cioccolatino con il suo compagno. Lei faceva parte delle vecchie generazioni e sapere che c’erano ancora giovani così legati ai propri Pokèmon la tranquillizzava.
 
 
- Posso sapere i vostri nomi? –
- Certo! Gome per il disturbo, io sono Himeko Socho e lui è Aipo –
- Aipo! –
 
 
Socho. La castana spalancò gli occhi nel sentire il cognome di quella bambina.
L’ultima volta che le era parso di udirlo era stata durante la cerimonia del diploma alla Liberty Accademy ma non ne era molto certa. Mentre lei era intenta a pensare la bimba si era avvicinata, portandosi a pochi passi dal suo corpo. A quella vista rischiò seriamente di scoppiarle a ridere in faccia. Era veramente dolcissima con il viso in parte sporco dalla cioccolata e un espressione confusa.
 
Indossava un vestitino color panna, che si intonava benissimo con il colore dei suoi capelli.
Anche Aipom si avvicinò, imitando il più possibile l’espressione della sua padroncina.
 
 
- Signorina, lei è un allenatrice? –
- Ti prego non chiamarmi signorina, mi sento vecchia. Sono Clara Walker –
- Allora Clara-Nee, hai dei Pokèmon? –
 
 
Clara annuì con un sorriso, lanciando verso il cielo una Pokeball da cui uscì un esemplare in ottima forma di Ambipom. Gli occhi della piccola Hime brillarono per l’emozione e sul viso di Clara si formò un sorriso ancora più ampio.
 
 
- Ti piace? –
- Bellissimo! Ne hai altri? –
- Certo, posso mostrarteli ma prima devo andare al porto –
 
 
Hime annuì intenta a giocare con le code del Pokèmon della ragazza. Sembrava pensierosa e per un attimo la castana pensò di averla in qualche modo offesa. Fu proprio la piccola ad allontanare quel pensiero. Correndo verso la panchina dove la ragazza aveva lasciato i suoi acquisti si sedette, facendo dondolare le gambe pallide.
 
 
- Ti faremo noi da guida, anche il mio Nii-san si trova da quelle parti –
- Sul serio? Grazie mille ma non vorrei disturbarti –
- Nessun problema, arrivate mi mostrerai tutti i tuoi Pokèmon vero Aipo? –
- Aipo! –
 
 
Clara sorrise annuendo. Furba proprio come una scimmietta quella piccola.
Inoltre, doveva anche ammettere che il suo cognome la incuriosiva.
Ogni qual volta ci ripensava venivano alla luce vecchi ricordi di un passato lontano e di un ragazzo che con la sua gentilezza era riuscito a scacciare ogni crudeltà nei suoi confronti.
Perché la scuola non era un paradiso. Nonostante la Liberty fosse un luogo destinato ai migliori il fatto che vi entrassero persone di ranghi sociali diversi rendeva l’ambiente ostile per chi come lei non proveniva da una famiglia benestante.
 
 
- Andiamo Clara-Nee! –
- Arrivo Hime – Chan! –
 
 
 
 
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-Sempai?-
-Proprio io, che dici? Ti va di pranzare assieme ad un vecchio amico?-
-Certamente!-
 
 
 
 
Eirlys sorrise osservando il ragazzo intento ad accarezzare il suo Pokèmon.
Era passata quasi un ora dal loro incontro e in tutto quel tempo si era ritrovata a chiacchierare come mai fatto prima.
Non era mai stata una ragazza molto socievole ma quel ragazzo riusciva sempre a farla aprire.
Gli occhi neri si posarono sulla coppa di gelato ormai vuota che il giovane gli aveva offerto. 
Fin dai tempi della scuola, ogni qual volta aveva un problema lui era sempre stato disposto ad aiutarla. Anche adesso a distanza di anni le aveva regalato la sua mappa dell’isola, assieme alle indicazioni per raggiungere il porto e la nave che li avrebbe portati al Torneo.
 
 
- Elys-chan, ti sei incantata forse?-
 
 
Imbarazzata la ragazza allontanò tutti i ricordi, per riportare la sua attenzione al giovane che aveva smesso di giocare con il suo Pokèmon. Le guance pallide si dipinsero di un tenue rossore che il ragazzo non poté fare a meno di trovare molto buffo e dolce.
 
 
 
- Nii-san!!! –
 
 
Una voce infantile interruppe quel piccolo momento fra loro.
 
La ragazza fece appena in tempo a vedere una chioma color ghiaccio prima di finire investita da una sorta di tornado in miniatura e da quello che sembrava un Pokèmon.
 
Confusa voltò lo sguardo verso Himuto, trovandolo disteso a terra con una bambina sul torace e un Aipom sulle gambe. La piccola aveva gli occhi lucidi e un gran sorriso, che Eirlys trovò molto simile a quello del suo Sempai.
 
In un primo momento Himuto osservò dolorante quel viso tanto simile al suo.
Furono solo pochi secondi poi davanti alla ragazza dai lunghi capelli neri si svolse una scena che mai avrebbe immaginato.
 
Il ragazzo che ammirava da anni alzò il busto, stringendo il corpo di quella bambina che sembrava comparsa dal nulla. Eirlys potè giurare che sul suo viso era scesa una lacrima e per un attimo si sentì di troppo. Come se quella scena, dove persino l’Aipom e il Fraxure del ragazzo parevano festeggiare, fosse qualcosa di intimo che lei non doveva vedere.
 
La sua attenzione si spostò quindi sulla strada, dove una donna passeggiava affiancata dai figli e alcuni uomini si recavano a lavoro. Fra i passanti vide una ragazza dai capelli castani. Era alta, dalla corporatura magra e due grandi occhi color smeraldo parevano brillare sul suo viso. In un primo momento non la riconobbe poi un nome si formò nella sua mente e con un sorriso salutò una delle ragazze più dolci di tutta l’accademia.
 
 
- Clara-chan! Che cosa ci fai qui! –
- Elys-chan ci sei anche tu! –
 
 
Con un salto Clara strinse a se l’amica. Mille domande si formarono nella mente di entrambe ma tutto ciò a cui la castana riuscì a pensare fu di ritrovare la piccola Hime. Si staccò dall’amica ancora sorridente, guardandosi attorno alla ricerca di quel piccolo tornado matto per i dolci.
 
In quei minuti passati assieme aveva perso il conto di quante pasticcerie avevano visitato.
Quella piccoletta sembrava un vero e proprio pozzo senza fondo.
 
Quando i suoi occhi incrociarono la figura di Himuto seduto per terra con la bambina ancora stretta a se non potè fare altro che sorridere. Quindi era lui il suo amato fratellone? Una lacrima lasciò i suoi occhi. Hime gli aveva raccontato che non vedeva suo fratello da quando aveva lasciato l’Accademia e adesso, sotto il cielo della città che aveva visto la loro separazione, si erano finalmente ritrovati.
 
 
- Mi sei mancato tanto Nii-san –
- Anche tu Hime-Nee –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Juelopoli, Isola Antice.
Ore 14:00



Il Luna Park di Juelopoli attirava ogni anno centinaia di turisti da tutte le regioni.
I giorni festivi poi erano i più redditizi.
 
Anche il giovane Mark William potè confermare questa ipotesi osservando con aria annoiata il gran numero di passanti. Donne dall’aria triste, uomini vestiti fin troppo eleganti e belle fanciulle che con un sorriso riuscivano ad ottenere di tutto dall’amato.
 
Con uno sbadiglio si stiracchiò sulla panchina, i grandi occhi marroni si fermarono sulla ruota panoramica che da anni era l’attrazione più visitata del parco.
Non gli sarebbe dispiaciuto visitarla ma la fila per salire era lunghissima e poteva durare anche ore. Troppo per una persona dal carattere pigro come lui.
Sapeva che da questa era possibile ammirare tutta la città in totale sicurezza grazie alle 42 cabine chiuse e trasparenti.
 
Il paesaggio doveva essere mozzafiato e in particolari giornate in cui il cielo era perfettamente limpido si potevano persino scorgere le coste delle altre isole. La sera poi, poco dopo il tramonto del sole e la chiusura del parco permetteva di ammirare i fuochi d’artificio sul mare.
Risultato di un complesso lavoro di coordinazione di uomini e Pokèmon che ormai da anni lavoravano allo spettacolo.
 
Ricordava che sua cugina gli aveva parlato anche di uno spettacolo acquatico e di alcune lotte aeree che ogni tanto si svolgevano in un arena apposita situata poco lontano da dove si trovava.
 
Fra la folla che passeggiava allegra alle sue spalle il suo sguardo si posò su di una coppia familiare.
Non potè fare a meno di sorridere nel vedere il suo vecchio rivale girare confuso e imbarazzato con una giovane che riconobbe come Shana. La ragazza stringeva al petto un enorme peluche, vinto a qualche attrazione, indicando ogni giostra con un espressione degna di una bambina.
 
La coppia si fermò davanti un manifesto e il ragazzo dai capelli castani si voltò curioso.
A causa della gran quantità di persone presenti non riusciva bene a scorgere quello che aveva attirato l’attenzione dei due. Pareva il disegno di un Pokèmon, forse un esemplare volante ma gran parte del suo corpo era coperto da quello del suo rivale dai capelli castani.
 
Mark gonfiò le guance arrabbiato, allungandosi meglio.
La coppia dopo quella che sembrò una veloce discussione iniziò a correre verso Ovest, lasciando finalmente libera la visuale al giovane allenatore. Riconobbe il disegno di un Dragonite, affiancato da una scritta che diceva “incontro all’aperto per la medaglia del Giglio ore 14:05”. Con un salto Mark scese dalla panchina, lanciando nel cestino la carta ormai vuota dei dolci che quella donna gli aveva regalato. Quello doveva essere il famoso spettacolo aereo, era proprio curioso di assistere.
 
 
 
Dopo una breve corsa Shana e il suo compagno di viaggio raggiunsero finalmente la grande Arena del Luna Park. Questa era stata costruita in tempi recenti, sotto le precise disposizioni del padre della giovane Capopalestra della città. L’uomo, famoso per i suoi lavori come Architetto aveva lavorato giorno e notte per rendere l’ambiente perfetto per la figlia e le sue lotte.
 
Centinaia di spettatori si erano radunati per assistere allo scontro.
Elisa era la nipote del proprietario del parco e, con l’arrivo della bella stagione i suoi scontri portavano grandi fortune all’uomo. Al centro dell’arena i due sfidanti attendevano in silenzio.
 
L’aria era carica di energia e Riccardo potè percepire la tensione del più piccolo.
Non importava l’esperienza o il numero di vittorie ottenute.
In uno scontro con un Capopalestra il fattore psicologico non era certo da trascurare.
Mentre prendeva posto con l’amica Shana osservò lo sfidante. Doveva avere all’incirca un paio di anni in meno di lui. Il viso teso tradiva il sorriso che mostrava al pubblico.
 
I ricci rossi coprivano in parte la fronte attraversata da alcune gocce di sudore.
Riccardo scosse la testa. Se quel ragazzino continuava ad agitarsi non avrebbe mai combinato nulla.
La sua sfidante pareva persino annoiata. Elisa non ricordava nemmeno il nome di quel ragazzo.
Un allenatore come tanti con il cuore ricco di sogni e speranze per il futuro.
Poco lontano dalla coppia anche Mark era riuscito ad arrivare in tempo per lo scontro.
 
 
-Appena siete pronti date inizio alla sfida- disse l’arbitro.
 
 
La Capopalestra lo ringraziò con un sorriso dolce e, dal pubblico arrivarono numerosi apprezzamenti sulla sua dolcezza. Elena, sentendoli, per poco non scoppiò a ridere. Era proprio quello che ingannava. Il suo sorriso la rendeva delicata come un giglio. Solo durante gli scontri usciva la sua vera natura. L’animo oscuro desideroso di vincere per rendere il padre fiero della sua bambina.
 
 
- Unfezant ho bisogno di te! –
 
 
Il ragazzo dai capelli rossi lanciò la sua Pokèboll verso il cielo, dove apparve un esemplare femminile di Unfezant. Elena la osservò con un sorriso. Oltre ad essere molto giovane pareva in ottime condizioni. Il piumaggio scuro sembrava morbido e ben tenuto, brillante sotto il caldo sole che ne illuminava la figura elegante. Buffo come lo sguardo del Pokèmon riuscisse ad esprimere gli stessi sentimenti del suo allenatore. Dovevano avere un legame molto forte.
 
 
- Dragonite vieni! –
 
Dalla Pokèball della ragazza uscì il suo compagno.
Ali dall’interno verde, piccole rispetto al corpo massiccio. Espressione decisa e un colore arancione brillante sotto il sole. Un boato seguì la sua comparsa in campo. Grida di giovani, bambini e bambini acclamavano la creatura che da quasi due anni regalava prestigio alla loro città. Curioso Riccardo estrasse il Pokèdex, alla ricerca di altre informazioni su quell’esemplare.
 
 
“Dragonite, Pokèmon drago.
Questo esemplare è estremamente raro e, dotato di grande intelligenza, è in grado di volare ad una velocità sconosciuta agli altri Pokèmon”
 
 
La voce dell’arbitro, un vecchietto sul 1.70 con un paio di enormi baffi grigi, attirò l’attenzione.
 
 
- Lo scontro per la medaglia Ginco vedrà la nostra amata Capopalestra contro il giovane Damian da Sinnoh. Sarà un incontro 1 vs 1. Che vinca il migliore –finì, alzando le braccia per dare inizio allo scontro.
 
 
Visto il segnale Unfezant si alzò in voco, raggiungendo la stessa quota dell’avversario che non sembrava affatto turbato.
 
 
- Dai pure tu il via alle danze Damian-kun –
- Come desidera, unfezant usa Aerasoio! –
 
 
Elisa si lasciò sfuggire un sorriso mentre lame d’aria si facevano sempre più vicine al suo compagno.
 
 
- Evita Dragonite –
 
 
Riccardo osservò il Pokèmon Drago muoversi rapido evitando senza troppi sforzi l’attacco nemico. I suoi occhi parevano incollati sulla creatura. Nel corso della sua breve vita aveva viaggiato molto e mai gli era capitato di vedere un esemplare simile in azione. Nonostante il corpo era velocissimo, quasi di più dell’avversaria. I suoi pensieri furono interrotti dalla lieve voce della Capopalestra. Come riuscisse a mantenere un tono tanto calmo era un mistero per lui.
 
 
- Ottimo, adesso usa Iper Raggio! –
- Non farti colpire, evita e poi attacca con Raffica! –
 
 
L’uccello dal piumaggio scuso ubbidì. Compiuta un’improvvisa capriola verso destra per evitare il colpo iniziò a battere rapidamente le grandi ali. Il vento scatenato dal movimento fu tanto forte da far volare lontano il palloncino di una bambina ma pareva non bastare contro il suo avversario.
 
 
- Troppo avventato –
- Un giovane in gamba –
- Elisa Sama sembra divertita –
 
 
Riccardo lanciò un occhiataccia ai due uomini alla sua destra sotto lo sguardo divertito di Shana. Non riuscivano a fare silenzio per cinque maledetti secondi? Dalla sua posizione anche Max era tentato di lanciargli addosso la bibita che stava gustando. Per una volta doveva dare ragione a sua cugina.
Lo spettacolo aereo del parco era veramente entusiasmante.
 
La Capopalestra poi pareva giocare con l’avversario. Si divertiva a studiarlo, rispondere le sue mosse senza lasciarsi troppo andare. Max conosceva quello sguardo. La ragazza non si stava divertendo, sembrava come costretta a combattere.
 
 
Il ritmo del combattimento intanto si stava facendo sempre più serrato. Nonostante la forza del Pokèmon Drago la sua avversaria non voleva mollare.
 
Dei due allenatori Damian era quello più preoccupato. Continuava a lanciare occhiate alla sua compagna. I danni subiti erano veramente molti, pochi secondi prima di quella sorta di pausa improvvisata era riuscita ad evitare un Geloraggio per un soffio.
 
Dragonite volava nel cielo apparentemente tranquillo mentre Unfezant se ne stava vicina al suolo, in attesa di ordini.
 
“La calma prima della tempesta” pensò Riccardo dagli spalti.
 
 
- Mettiamo fine allo scontro, Dragonite blocca Unfezant –
 
 
Il Pokèmon ubbidì.
Con una rapidità incredibile vista la sua stazza iniziò a precipitare verso il suolo.
Da terra le sue ali parvero all’improvviso più grandi e l’espressione mite tipica della sua specie era divenuta seria e decisa. Dopo un primo attimo di smarrimento Unfezant si librò in volo. Elegante cavalcava le correnti, cercando di evitare gli attacchi improvvisi del drago arancione che si faceva sempre più vicino. Destra, poi sinistra e infine sempre più in alto. Il pubblico non sapeva se urlare o rimanere in silenzio. Riccardo stesso, ogni qual volta Unfezant riusciva ad evitare le zampe nemiche, sentiva salire l’eccitazione.
 
 
-Attenta alle spalle!- l’urlo di Damian arrivò alla compagna che, con una rapida mossa verso sinistra riuscì ad evitare l’avversario alzandosi di qualche metro in aria.
 
 
-Attacca avanti! Aereoassalto! –
 
 
Sfruttando un attimo di smarrimento del grande drago Unfezant precipitò ad alta velocità su di lui. La forza di gravità ne aumentava sempre di più la rapidità e il pubblico trattenne per un attimo il fiato.
 
Poi una voce.
Max abbassò lo sguardo verso Elisa, appena in tempo per vedere l’ombra di un sorriso svanire sul suo viso dai tratti delicati.
 
 
- Rimani dove sei Dragonite! –
 
 
Il Pokèmon ubbidì e, sotto lo sguardo shokkato dei presenti si lasciò colpire dall’avversaria.
Quando il fumo dovuto all’impatto si diradò i presenti spalancarono gli occhi per la sorpresa.
 
Dragonite aveva il respiro pesante.
Il corpo coperto di tagli e graffi mostrava i segni dello scontro appena avvenuto ma, fra le forti zampe anteriori stringeva un incredula Unfezant.
 
Damian comprese troppo tardi che la sua avversaria aveva previsto la mossa, decidendo quindi di usarla a suo vantaggio.
 
 
- Concludi lo scontro, Dragonite usa Fulmine! –
 
 
 
 
 
 
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Un esplosione attirò l’attenzione di due figure accampate nel bosco fuori al parco.
Jack lasciò andare lo zaino, avvicinandosi al compagno di viaggio che dormiva utilizzando la sua roba come un cuscino.
 
 
- Viene dal luna park, ci saranno problemi? –
- Nah, Ely-chan ha appena finito il suo show –
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE
Ebbene gente sono tornata in orario per una volta *fa partire il coro di –Miracolo-“
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e di non aver fatto troppi errori di grammatica.
Tenete a mente il pezzo in corsivo iniziale mi raccomando, è importante per comprendere molto compreso il finale di questa storia. Per il resto vi chiedo pareri sinceri sul combattimento. Mi sono divertita a scriverlo ma ho paura di averlo reso noioso. A voi lettori il giudizio. Grazie a tutti coloro che continuano a seguirmi.Il prossimo capitolo vedrà come protagonisti Akane, Kage gli OC comparsi nella biblioteca e tanti altri.
Buon Halloween, saluti Ryu
 
 
 
MESSAGGIO per i proprietari di Max e Riccardo.
Uno dei due avrà la possibilità di sfidare Elisa nei prossimi capitoli.
Detto questo avete la possibilità di mandarmi un Pokèmon per lo scontro, eventuali strategie e mosse. L'avversario è sempre Dragonite. Buona fortuna ^^
  
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