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Autore: avalonne    31/10/2014    1 recensioni
Questa storia partecipa al Contest "Così fan tutti" di Matilde di Shabran
Tutti compatiscono la povera Desdemona perché uccisa ingiustamente in quanto innocente, ma se non fosse stata innocente? Se Desdemona avesse davvero tradito "Il moro di Venezia" con Cassio, sarebbe stato giusto che Otello la uccidesse?
"Pansy Parkinson era una donna che sapeva cosa voleva dalla vita. Voleva un’esistenza tranquilla, all’insegna del lusso, voleva passare il sabato pomeriggio a chiacchierare con la sua amica Daphne, voleva scrivere per la Gazzetta del Profeta, voleva essere ammirata e, sopra ogni altra cosa al mondo, voleva Draco Malfoy."
Pansy Parkinson vuole Draco Malfoy, sebbene egli sia sposato con Asteria Greengrass, d'altro canto anche lei è sposata con Theodore Nott... ma non è questo che può frapporsi tra Pansy e l'oggetto dei suoi desideri, ma ne vale veramente la pena?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Pansy, Pansy/Theodore
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia partecipa al Contest "Così fan tutti" di Matilde di Shabran

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: avalonne
 
Titolo: Il moro di Diagon Alley
 
Rating: Giallo
 
Genere: Drammatico
 
Avvertimenti/note: violenza
 
Pacchetto (basta il nome del pacchetto): Dvorak
 
Note d'autore (opzionali): Da leggere dopo la storia. Il titolo si rifà all’Otello, ovvero il “moro di Venezia” (in questo caso il moro è Theo che ha i capelli scuri) perché la storia nasce da una riflessione: tutti compatiscono Desdemona perché uccisa ingiustamente in quanto fedele, ma se anche fosse stata infedele e avesse tradito Otello con Cassio, sarebbe giustificabile il suo omicidio? Da qui la storia di Pansy Parkinson, che non è un personaggio simpatico, anzi è una donna che non si fa scrupoli a ottenere quello che vuole, ma che allo stesso tempo non merita di essere Cruciata. È la storia di una donna che crede che la sua vita sia completa solamente grazie all’amore di Draco Malfoy, ma che scopre di essere già una donna realizzata, senza il bisogno di un uomo che alla fine si rivela debole e meschino. Il tradimento non è solo quello perpetrato da Draco e Pansy nei confronti dei rispettivi coniugi, ma anche quello di Malfoy nei confronti della Parkinson, a cui giura amore per poi abbandonarla senza ritegno.
 
 
 
Prologo
 
Pansy Parkinson era una donna che sapeva cosa voleva dalla vita. Voleva un’esistenza tranquilla, all’insegna del lusso, voleva passare il sabato pomeriggio a chiacchierare con la sua amica Daphne, voleva scrivere per la Gazzetta del Profeta, voleva essere ammirata e, sopra ogni altra cosa al mondo, voleva Draco Malfoy.
Draco e Pansy erano diventati amici all’età di undici anni, sull’Espresso per Hogwarts. Il ragazzo era entrato, insieme ai suoi inseparabili amici Tiger e Goyle, con aria strafottente nello scompartimento occupato da Pansy e Daphne e aveva immediatamente preteso più spazio nella reticella destinata ai bagagli. Quando le due ragazze gli avevano chiesto con quale diritto aveva intenzione di arrogarsi quello spazio, il biondo futuro Serpeverde aveva risposto: - Perché sono un Malfoy! – e Pansy aveva prontamente replicato: - Io sono una Parkinson!
Quel rapido scambio di battute, anziché scatenare una lite, aveva cementato un’amicizia tra due persone che si ritenevano superiori a chiunque altro, ma condiscendenti verso l’un l’altra.
 
La prima a desiderare che la loro amicizia si evolvesse in qualcosa di più profondo era stata Pansy. A quattordici anni, Draco era ancora troppo preso a rivaleggiare con Potter per accorgersi che la sua amica stava diventando una donna. La prima avvisaglia la ebbe una settimana prima del Ballo del Ceppo. Una sera, una ragazzina del terzo anno, abbastanza procace per la sua giovane età, gli si era avvicinata, mentre le sue amiche ridacchiavano qualche passo più indietro.
- Ciao Draco! –
Era una bella ragazza e conscia di questo, ma l’erede dei Malfoy strinse gli occhi di fronte a quella confidenza: - Ci conosciamo?
– Io ti conosco di certo! – Lo lusingò la ragazzina. - Mi chiamo Eleanor Grave e mi stavo chiedendo, se sei ancora senza dama, se volessi…
La sfortunata Eleanor non finì mai la frase, perché venne raggiunta da una Fattura particolarmente fastidiosa scagliata dalla bacchetta di Pansy Parkinson.
Mentre la ragazzina scappava via in lacrime, Draco fissò basito la sua migliore amica. Pansy si stagliava, nonostante la figura minuta, contro lo sfondo del camino, il riverbero delle fiamme verdi la illuminava da dietro, conferendole un’aria spettrale, come uno spirito vendicativo.
- Parkinson! Perché l’hai fatto, per Salzar?
- Quella smorfiosa voleva invitarti al Ballo del Ceppo! – Replicò la sua amica, la quale volse poi lo sguardo lungo la sala comune per sincerarsi che nessuna volesse tentare ancora la sorte. Ogni ragazza presente abbassò rapidamente lo sguardo, decisa a non frapporsi tra la Parkinson e l’oggetto dei suoi desideri. Ottenuto il risultato voluto, Pansy lasciò la stanza per dirigersi verso il suo dormitorio.
-Greengrass, Pansy è forse impazzita? – Domandò un esterrefatto Draco Malfoy alla ragazza bionda che era seduta sulla poltrona vicina.
Daphne lo guardò con sufficienza prima di esclamare: - Fossi in te, la inviterei al Ballo del Ceppo! – Per poi lasciare anche lei la sala comune e raggiungere l’amica nei dormitori.
Esattamente una settimana dopo, Draco Malfoy faceva il suo ingresso in Sala Grande al fianco di una raggiante Pansy Parkinson, particolarmente carina nel suo abito verde smeraldo.
 
Durante il quinto anno la relazione tra Draco e Pansy era qualcosa di ambiguo e nebuloso. Si piacevano, si stimavano e si volevano bene, ma il ragazzo non sembrava ancora pronto per una vera e propria relazione sentimentale. Pansy non gli mise fretta, si limitava ad ascoltarlo, ad aiutarlo nei compiti di Aritmanzia, l’unica materia in cui avesse voti altissimi, e a consolarlo, conscia che, un giorno o l’altro, sarebbe stato suo.
 
Il loro rapporto rischiò di incrinarsi durante la fine del sesto anno, quando Malfoy aveva preoccupazioni più impellenti che un’uscita da Madama Piediburro, ma Pansy gli fu silenziosamente accanto, pronta a sostenere ogni sua pazzia fino al settimo anno, fino alla guerra.
 
Tornati a scuola per ripetere il settimo anno, Draco trovò in Pansy la sua ancora di salvezza. Il ragazzo sembrava essere lo spettro di quello che era stato, la sua testa era spesso china, il suo sguardo lontano e la sua lingua non pronunciava più nessuna battuta salace.
Un giorno, stufa di quella situazione, Pansy gli si piazzò davanti, con le lingue di fuoco del camino a illuminarle le spalle e la testa come un’aureola fiammeggiante, come anni prima.
- Ascoltami bene Malfoy, vedi di riprenderti e di farlo alla svelta, chiaro? Non ho intenzione di stare con un ragazzo che ha la stessa spina dorsale di un vermicolo, sono stata chiara?
Draco reagì d’istinto, si alzò in piedi, sovrastando la ragazza e esclamò: - Non ti permetto di darmi del vermicolo e… un momento! Noi stiamo insieme?
- Sì, l’ho deciso io, problemi? – Rispose Pansy risoluta con la bacchetta sguainata.
- No, nessuno! – Rispose il ragazzo, raggomitolandosi sulla poltrona e osservando di sottecchi quella che era appena diventata la sua fidanzata.
Era carina, decise infine. Poco appariscente, di piccola statura, ma con un piglio deciso e spalle ben erette che la facevano sembrare più alta del suo metro e sessanta scarso. I capelli non erano più tagliati a caschetto come gli anni precedenti, ma erano più lunghi, sfiezzati ad addolcirle il viso. Lo sguardo di Draco, come quello di qualsiasi maschio diciottenne, scese a osservarle il seno, troppo nascosto dalla divisa per i suoi gusti e poi la vita stretta e i fianchi larghi, le gambe non molto lunghe ma dritte e nascoste dalle calze e dalla gonna che Malfoy le avrebbe tolto volentieri.
- Pansy? Se siamo fidanzati allora che ne diresti se ci spostassimo un attimo in camera mia? – Le chiese suadente.
La ragazza si mordicchiò un labbro e infine rispose: - D’accordo, ma non farti idee strane!
Draco si era fatto decisamente strane idee, ma dovettero passare cinque mesi prima di poterle mettere in pratica, un’attesa che però valse sicuramente il risultato.
 
Entrambi narcisisti ed egoisti, avevano trovato un loro equilibrio tra dare e avere che li portava a fare scintille sotto le lenzuola. Fuori dal letto, però, la loro relazione traballava. Proprio i due caratteri troppo simili li portavano spesso a liti furibonde, che si concludevano ogni volta in camera da letto, senza però arrivare mai a una vera riappacificazione. Draco adorava essere ascoltato, ma Pansy troppe volte interrompeva i suoi soliloqui per raccontare qualcosa a sua volta, la ragazza, dal canto suo, voleva essere ammirata e adulata, ma il narcisismo del suo fidanzato era superiore persino al suo. La lite che fece degenerare i rapporti riguardo il fatto che Pansy voleva prendere in mano la gestione finanziaria del loro menage, reputandosi, a ragione, la più portata dei due in economia, ma Draco non cedette, fino a che non pronunciò le parole fatidiche: - Non sia mai che lasci a una femmina la gestione del patrimonio dei Malfoy!
La Parkinson abbandonò la loro casa infuriata, decisa ad aspettare che lui tornasse con la coda tra le gambe. Prima che questo accadesse, però, Draco Malfoy incontrò Asteria Greengrass.
 
La notizia che Draco Malfoy aveva lasciato la sua storica fidanzata per la giovane Greengrass aveva fatto rapidamente il giro di tutte le loro comuni conoscenze e la stessa Daphne aveva esitato parecchio prima di incontrare la sua amica e sincerarsi di come stesse. Il sabato pomeriggio in cui non riuscì a trovare nessuna buona scusa per ricusare l’invito per il tè, la ragazza si stupì parecchio nel trovare una Pansy tranquilla e non affranta dal dolore. Pansy non si era scomposta alla notizia: era una giovane donna che viveva in un mondo in cui la pace ormai regnava sovrana, aveva un cospicuo patrimonio che governava con saggezza, pur potendosi permettere a volte delle spese folli, le donne si dividevano tra coloro che la invidiavano e coloro che la ammiravano, e la sua reputazione era salita all’interno del Mondo Magico da quando scriveva sul Profeta. Alla sua esistenza perfetta mancava solo Draco Malfoy e Pansy sapeva che, prima o poi, lo avrebbe avuto.
  
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