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Autore: HIMsteRoxy    31/10/2014    0 recensioni
Tempo fa ho scritto una bozza di quello che, secondo me, succederà nella quarta stagione di Sherlock.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole splendeva alto su Camden, uno dei quartieri più affollati di Londra. Ma in uno dei vicoli bui e pericolosi si erano appartati Jim Moriarty e il misterioso mittente del messaggio.
Jim si guardò attorno diffidente; non c’era anima viva. Quindi si avvicinò alla sagoma e cominciò a parlare.
‘’ Eccoti…pensavo avessi cambiato idea’’ disse Jim sbruffando.
‘’ Ho avuto qualche problema, ma adesso sono qui’’ rispose l’individuo.
‘’ Procede tutto come previsto?’’ chiese Jim. L’altro annuì e tirò fuori una busta bianca molto pesante.
‘’ Oh, vedo che hai portato anche… bene’’ Jim prese la busta e la nascose nella tasca del cappotto. Fece per andarsene, ma poi tornò indietro.
‘’ Un’ultima cosa: spiffera anche un solo dettaglio del nostro patto e io ti ucciderò!’’ sorrise Jim, andando via.
 
Sherlock era immerso nella più totale apatia. Era in attesa di una chiamata o di un messaggio da parte del suo nemico principale.
John invece stava leggendo il giornale ed elencava invano le notizie più strane all’amico. La totale indifferenza di Sherlock fu interrotta dal beep di un messaggio sul suo cellulare. Si alzò dal divano in cui era disteso e si precipitò sul tavolo, afferrando goffamente il cellulare.
 
| Prepara il tè. Dobbiamo festeggiare il mio ritorno. JM |
 
Sherlock esultò istintivamente sotto le occhiate dubbiose di John.
‘’ Buone notizie?’’ domandò John.
‘’ Mmmh… sì! Ho chiesto un favore a Gavin Lestrade…’’
‘’ Greg’’
‘’Come scusa?’’
‘’ Greg Lestrade’’
‘’ Oh, sì. Greg. Comunque, saresti così gentile da andare a prendere un fascicolo…’’.
‘’ Un fascicolo?’’
‘’ Sì, non mi hai sentito? Sei sordo, per caso?’’
‘’ Ma a che ti serve un fascicolo?’’
‘’ E’ per un caso’’
‘’ Quale caso? Non abbiamo casi in corso’’
In quell’istante entrò la signora Hudson con il consueto vassoio del tè. Sherlock guardò l’orologio: mancavano dieci minuti alle cinque. Tolse maldestramente il vassoio dalle mani della signora Hudson e lo posò con forza sul tavolino.
‘’ Le mie tazze di porcellana! Sherlock, cosa le prende?’’ chiese agitata la signora Hudson.
‘’ Nulla’’ sorrise Sherlock.
‘’ Vada a comprare i biscotti’’ aggiunse.
‘’ Ma li ho comprati stamattina’’ disse la signora Hudson.
‘’ Non sono buoni’’
‘’ Ma se non li ha nemmeno assaggiati!’’
‘’ Ho detto: vada a comprare i biscotti! John, accompagnala!’’ sbottò nervosamente Sherlock.
‘’ Cosa? E il mio tè?’’ disse John contrariato.
‘’ Fuori!’’ urlò Sherlock. John lo fissò male e uscì assieme alla signora Hudson.
 
I rintocchi dell’orologio a pendolo suonarono le cinque e la porta di Baker Street si aprì. Jim Moriarty entrò cautamente, si guardò attorno e salì le scale velocemente. Trovò Sherlock seduto sulla poltrona di John, assorto nei suoi pensieri.
‘’ Siamo soli?’’ chiese Jim deluso.
Sherlock aprì gli occhi e rimase per qualche secondo a fissare il suo nemico. Sentì una vampata e cercò di regolare il proprio respiro. Aveva di fronte Jim Moriarty in carne e ossa.
Jim si accomodò di fronte a lui e incrociò le gambe.
‘’ Non mi chiedi come sto?’’ domandò Jim infastidito dal silenzio dell’altro.
‘’ Come stai?’’ chiese allora Sherlock.
‘’ Magnificamente bene. Grazie!’’ rispose pavoneggiandosi, mentre si accingeva a bere il tè e ad assaggiare i biscotti.
‘’ Buoni’’ disse indicandoli.
‘’ Lo riferirò alla signora Hudson’’ rispose Sherlock sorridendo.
‘’ Dov’è John?’’ domandò Jim.
Sherlock rimase spiazzato dalla domanda e aggrottò la fronte.
‘’ Volevo vedere la sua reazione…peccato. Mi sono perso molte cose in questi anni. Mi hanno detto che ha reagito male quando ha scoperto della tua falsa morte. Oh, poverino’’ continuò Jim.
‘’ Chi te lo ha detto?’’ domandò Sherlock.
‘’ Non ha importanza. Hai dimenticato che ho molti informatori?’’.
‘’ Ovvio’’ disse Sherlock. Seguì quindi un lunghissimo silenzio.
‘’ Su, Sherlock! Non startene lì a pensare… come sei noioso! Fammi quella dannata domanda!’’ sbottò Jim perdendo la pazienza.
‘’ Anzi no! Sono curioso di sentire le tue teorie’’ aggiunse.
Sherlock lo fissò e nella mente ritornò la scena sul tetto del Bart’s: rivide il momento in cui Jim si sparò in bocca e il momento dopo in cui lui si buttò dal tetto, sotto lo sguardo incredulo di John.
‘’Avrei dovuto immaginare che non ti saresti mai ucciso… Hai finto anche tu… Ti ho sottovalutato’’ disse Sherlock, mentre Jim annuiva.
‘’ Sono io il genio, non tu. Hai anche rischiato la vita per la seconda volta. Ah, povero John. Prima il finto suicidio del suo migliore amico e poi sposare una donna e scoprire che in realtà ha mentito sulla propria identità. Ed è anche una bugiarda e un’assassina. Stavi per morire, Sherlock. Per colpa sua’’ rispose Jim, scuotendo la testa.
‘’ Mary…E’ stata lei a dirti tutto, non è vero?’’ domandò Sherlock ma Jim non rispose.
‘’ Dimmelo!’’ ribadì Sherlock.
‘’ Mai fidarsi delle persone che ti stanno accanto’’ rispose Jim, sorridendo.
‘’ Perché hai fatto mandato quel messaggio a mio fratello?’’.
‘’ Saresti morto vedendo il mio nome sullo schermo del cellulare. Ed io non voglio che questo accada. Voglio godermi lo spettacolo. Non ho più voglia di scherzare, Sherlock. Stavolta salterai in aria, per davvero. BOOM!’’
‘’ Cosa vuoi ancora? Non ti è bastato farmi saltare nel vuoto?’’.
‘’ No, quella era una sciocchezza. Questa volta punto più in alto. Voglio il potere, Sherlock!’’
‘’ Hai già il potere. Sei il criminale più pericoloso di tutta Londra!’’.
‘’ Ma a me non interessa Londra. Io voglio l’Inghilterra! BOOM, Sherlock!’’ concluse Jim, alzandosi. Fissò Sherlock, ripeté ancora una volta la famosa parola ‘boom’ poi andò via.
 
John arrivò ansimante alla centrale di polizia e si recò subito nell’ufficio di Lestrade.
‘’ Oh, ciao John!’’ lo salutò Greg, mentre beveva un caffè.
‘’ Sherlock mi ha detto di venire a prendere quel fascicolo…’’ disse John.
‘’ Quale fascicolo?’’ domandò Greg, spalancando gli occhi.
‘’Come? Sherlock ha ricevuto un tuo messaggio.’’
‘’ John, mi dispiace. Ma non sento Sherlock da giorni’’
‘’ Oddio, no… non è possibile… Moriarty è da Sherlock, allora.’’
‘’ Moriarty? Ma non era morto?’’
‘’ No, Greg. Lui è ancora vivo. Scusa, ma devo andare’’ esclamò John. Uscì dal palazzo fermò il primo taxi.
‘’ 221B di Baker Street. E’ un’emergenza!’’ gridò al conducente.
 
Entrò a casa, la signora Hudson non era ancora rientrata e salì di corsa le scale.
‘’ Sherlock!’’ gridò, ma si fermò appena vide l’amico disteso sul divano.
‘’ Che hai John?’’ chiese Sherlock.
‘’ Che cosa ho?! Dov’è?’’ sbottò John, impazzito.
‘’ Chi?’’
‘’ Jim Moriarty!’’
‘’ Chi, scusa? John, sei sicuro di stare bene?’’
‘’ Va bene… Greg non sapeva nulla di un certo fascicolo…’’.
‘’ Mi sarò sbagliato, allora’’
‘’ Sherlock, ti sei precipitato per rispondere a quel messaggio’’.
‘’ Non ho risposto a nessun messaggio’’
‘’ Okay, ma lo hai ricevuto. Chi era?’’
‘’ Nessuno’’
‘’ Sherlock, dammi quel cellulare’’
‘’ Okay, era Jim Moriarty’’
‘’ E’ stato qui, quindi?’’
‘’ No’’ rise Sherlock.
‘’ Sherlock, non puoi competere da solo contro di lui! Non un’altra volta… finirà male questa volta ed io… io non voglio che…’’.
‘’ Sono stato tutto il tempo da solo. Dovevo pensare. Sai com’è, il mio palazzo mentale…’’
‘’ Giuralo!’’
‘’ Dai John…non mi credi?’’
‘’ Giuralo su Redbeard!’’
‘’…lo giuro. Non ho visto Jim Moriarty’’
‘’ Mi prometti che non farai di testa tua, questa volta?’’.
‘’ Sì, John’’
 
Il Big Ben suonò le sette di sera. Mycroft prese il cappotto e l’ombrello e si accinse ad uscire dal Diogenes Club, quando entrò Sherlock senza bussare.
‘’ Ciao, fratellone’’ lo salutò Sherlock.
‘’ Cosa ci fai qua? Questo non è un luogo che ti si addice’’ disse Mycroft.
‘’ E’ un’emergenza’’
‘’ Si è fatto vivo?’’ domandò Mycroft. Sherlock annuì.
‘’ Ha saputo tutto quello che è successo in questi anni. Ogni minimo particolare’’
‘’ C’era da aspettarselo’’
‘’ Non vuoi sapere chi è la sua fonte?’’
‘’ Chi?’’
‘’ Mary’’
‘’ Mary… Watson?’’
‘’ Sì, proprio lei’’
‘’ John, sa…’’
‘’ No. Non voglio coinvolgerlo. Ha già sofferto per quella volta. Si sono riconciliati da poco.’’
‘’ Ti ha detto altro Moriarty?’’
‘’ E’ interessato all’intera nazione e al potere. Stavolta farà saltare tutto in aria’’
‘’ L’intera nazione? Il potere dell’Inghilterra risiede nelle mani della…’’.
‘’ Regina. E qual è l’edificio dove risiede?’’
‘’ Buckingham Palace’’ rispose Mycroft impallidendo. Si versò un pò di whiskey e lo mandò giù tutto d’un fiato.
‘’ Farà saltare Buckingham Palace, allora. Ma quando?’’ aggiunse.
‘’ Sai benissimo che non perde mai la voglia di giocare’’.
‘’ Cosa facciamo? John è al corrente di tutta questa faccenda?’’.
‘’ Sa solo che Jim Moriarty si è messo in contatto con me’’.
‘’ Ma perché far saltare in aria un palazzo? Non sarebbe più sensato tenere in ostaggio qualcuno della famiglia reale?’’.
‘’ No, lui è più astuto. Quel luogo è sorvegliato tutto il tempo, ci sono guardie dappertutto e nessuno può sfuggire ai controlli. Forse è riuscito a far infiltrare delle spie, magari tra la servitù o tra il corpo di guardia. La faccenda è molto complicata. C’è di mezzo la sicurezza della famiglia reale, di Londra, di tutta la popolazione.’’
‘’ Pensi sia meglio avvertire la polizia?’’.
‘’ E’ una questione tra me e lui, ancora una volta. Ma adesso usa la famiglia reale come scusa. Se la voce arrivasse a Buckingham Palace, nulla sarà più al sicuro’’.
‘’ Sherlock, non tirare troppo la corda. Stiamo parlando della famiglia più influente d’Inghilterra’’.
‘’ Appena avremo qualche dettaglio in più, metteremo al corrente anche Lestrade’’ concluse Sherlock, andando via.
Uscì dal Diogenes Club e si accinse a tornare a casa, ma ricevette un messaggio.
 
| Verresti a cenare da me e Mary? Sono più tranquillo se accetti il mio invito. JW|
 
Sherlock rimase a riflettere, poi decise di accettare l’invito di John.
‘’Ciao, Sherlock!’’ lo salutò sorridente Mary, facendolo entrare in casa.
‘’ Mary, tutto apposto?’’
‘’ Oh, sì, grazie. Come te la passi?’’
‘’ Sai, solita vita.’’
‘’ E le indagini?’’
‘’ Quali indagini?’’ domandò cauto Sherlock.
‘’ Moriarty è tornato in città’’ rispose Mary, facendo spallucce.
‘’ Come fai a saperlo?’’
‘’ Gliel’ho detto io, Sherlock. Noi due siamo preoccupati per te. Ah, ho anche avvertito Greg’’ disse John, entrando nella stanza.
‘’ Non ho bisogno del vostro aiuto. E chi ti ha detto di avvertire la polizia?’’ rispose scontroso Sherlock.
‘’ Sherlock, ne avevamo parlato… vuoi di nuovo… vuoi finire su un tetto e…’’ balbettò John.
‘’ John, hai superato il limite! Adesso scusate, ma tolgo il disturbo’’ concluse Sherlock, uscendo fuori.
John rimase a fissarlo preoccupato.
‘’ Ci penso io, John. Cercherò di convincerlo a rimanere’’ disse Mary, uscendo.
‘’ Grazie Mary’’ rispose John.
‘’ John è molto preoccupato per te. Da quando ha saputo di Moriarty non dorme più…Sherlock, vieni dentro. Così ne parliamo con calma’’
‘’ Parlare di cosa? Non parlerò certo con te di Moriarty! Ammettilo! Non è stato John a dirti del ritorno di Moriarty’’.
‘’ Cosa stai dicendo? Certo che è stato lui!’’
‘’ Non è stata un’idea di John invitarmi a cena, ma tua. Hai appena detto che la notte non dorme, vuol dire quindi che è sconvolto, preoccupato e non molto lucido per prendere tale decisione. Balbetta al solo pensiero di Moriarty e del mio finto suicidio. E continua a fare incubi sulla guerra. Sei stata tu a mandare il messaggio dal cellulare di John e solo dopo l’hai avvertito. Ecco perché non è venuto ad aprirmi. Mary, ormai ti conosco. Ma questa volta non ingannerai né me e nemmeno John. Adesso è meglio che vada’’ concluse Sherlock, tornando a Baker Street.
  
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