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Autore: coldplayshug    31/10/2014    0 recensioni
“Si mise a sedere davanti alla scrivania, sulla quale vi erano un foglio ed una penna. Sapeva bene ciò che doveva fare lì, nella sua camera: cercare di scrivere, scrivere tutto ciò che poteva. Prese la penna tra le mani, ci giocò per un po' e poi accennò un sorriso malinconico, che le illuminò leggermente il viso colmo di lacrime. 'Hai visto Karen? La uso la penna che mi hai regalato' sussurrò guardando fuori dalla finestra”
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The last letter

Si mise a sedere davanti alla scrivania, sulla quale vi erano un foglio ed una penna. Sapeva bene ciò che doveva fare lì, nella sua camera: cercare di scrivere, scrivere tutto ciò che poteva. Prese la penna tra le mani, ci giocò per un po' e poi accennò un sorriso malinconico, che le illuminò leggermente il viso colmo di lacrime. 'Hai visto Karen? La uso la penna che mi hai regalato' sussurrò guardando fuori dalla finestra. Poi, trovato il coraggio, aprì la penna ed osservò quel foglio terribilmente bianco. Avrebbe scritto tutte le sue emozioni su quel foglio. Lo avrebbe riempito tutto, ogni centimetro ed ogni millimetro, con la sua calligrafia e le sue parole. Prese un respiro profondo e cominciò a scrivere.

Ciao Karen,
come stai? Bé, spero bene. Sai, in questi giorni ho pianto tanto. Troppo. Non ho mai pianto così per qualcuno, ad eccezione di te, la mia migliore amica. Perché continuo a ricordare, e ricordare mi fa troppo male. Ma oggi, voglio ricordare ancora un'ultima volta per te. Voglio ricordare tutto quello che abbiamo fatto.
Che ne dici di iniziare dai ricordi d'infanzia, di quando eravamo piccole piccole? Mi sembra che avevamo tre anni. Tu eri a casa mia, giocavi con le bambole ed io ero lì con te. Era così bello giocare con te, mi piaceva così tanto. Tu eri brava perché ti inventavi sempre delle belle storie. Era come se tu avessi un copione in testa da far recitare alle Barbie. Io, invece, io ricordo che adoravo Ken. Lo volevo inserire in tutti i dialoghi e le situazioni.
Però, adesso andiamo un po' più avanti. Il tuo compleanno, il tuo quinto compleanno. Eravamo a casa tua, mi avevi invitato a dormire. Eri la prima persona che mi invitava a dormire a casa sua. Ed io ero così felice. Sai, quel giorno avevo saltato di qua e di là per casa mia, da quanto ero felice. Giocammo fino alle undici – che a quell'età, per noi, era davvero tardi – e poi andammo a letto. Insieme.
Comunque, andiamo avanti. Ricordi l'estate, quando avevamo sette anni, che passai con te al mare? Quella sì che fu una bella estate. Solo noi due e la tua famiglia al mare. Tutti i bagni, le nuotate e i tuffi. Tutti quei castelli di sabbia, che un giorno ricostruiremo. Te lo prometto. Verrò a trovarti e costruirò un castello di sabbia con te, proprio come quando eravamo piccole.
Ora proseguiamo. Dieci anni. Avevamo dieci anni ed eravamo a casa mia per il mio compleanno. Ricordi quando Johnatan prese il mio diario segreto ed iniziò a leggerlo a tutti i presenti? Tu lo minacciasti di tirargli un bel calcio se non avesse smesso, seduta astante. Poi ricordo i nostri capodanni, con tutti i nostri amici. Ricordo i sorrisi che ti scambiavi con Mike. Ricordo che dicevamo 'chi è bella l'ultimo dell'anno, è bella tutto l'anno!'. E ricordo anche i baci tra te e Mike. Ti invidiavo così tanto. Perché avrei tanto voluto che Jake ricambiasse il mio amore, come Mike ricambiava il tuo. La parte migliore del rapporto tra te e Mike, fu quando ti lasciò e tu lo facesti piangere al telefono. In quel momento capii che voi due eravate perfetti insieme, anche se non ve ne rendevate conto. Io continuavo a ripetertelo, ma nulla da fare: tu non la pensavi così.
Comunque adesso mettiamo da parte Mike e Jake. Parliamo di noi e solamente di noi. Parliamo di quando mi regalasti questa penna. Era il mio tredicesimo compleanno, giusto? Fui così felice, soprattutto quando vidi che su un fianco vi erano scritte le nostre iniziali. Avevo così paura di finire la penna che non la usai mai, così tu pensasti che non mi piacesse. Ma la voglio finire oggi questa penna. Voglio finire tutto il suo inchiostro scrivendo per te, Karen Berry. È una bella promessa, non credi? Ma ormai abbiamo entrambe diciassette anni ed è inutile fare promesse come queste. Non siamo più piccole, non litighiamo più per delle cavolate. Ma nonostante tutto mi mancano un po' quei tempi, però non importa. Il tempo scorre, tutto scorre. Panta rei, proprio come dicevi sempre tu. Ed avevi ragione. Tutto passa troppo velocemente e bisogna vivere ogni momento come se fosse l'ultimo.

Sai, ho ancora appesa in camera quella lettera che mi scrivesti in greco, il primo anno di liceo. Dicevi che il greco sarebbe stato il nostro linguaggio segreto, perché solo noi due avremmo saputo leggerlo. Ogni tanto leggo quel piccolo pezzo di carta e piango. Piango tutto il giorno finché non arriva la notte, poi piango tutta la notte finché non mi addormento. Mi piacerebbe così tanto rivivere tutto questo da capo con te. Ma non posso, non possiamo.
Ricordi cosa mi dicevi un anno fa? Non facevi altro che ripetermi di fare la psicologa. Perché dicevi che ero brava a capire gli altri. Io ogni volta scuotevo la testa, dicendoti che il mio sogno era diventare un chirurgo e tu facevi le spallucce, ma continuavi ad avere quella stessa opinione. Comunque ora ho deciso di seguire il tuo consiglio. Non voglio fare il chirurgo. Non voglio avere a che fare con la morte. Perché da quando sei morta, io ne ho paura. Tutti noi ne abbiamo paura da quando ti sei suicidata tre mesi fa. Tu sapevi benissimo che non avresti dovuto farlo. Sapevi molto bene che tutti quelli che ti prendevano in giro erano degli idioti. Sapevi che i tuoi genitori avrebbero continuato ad amarsi, anche se tuo padre se ne era andato via da casa perché tua madre l'aveva tradito. Sapevi benissimo che Mike avrebbe fatto ciò che ha fatto. Sapevi benissimo che anche lui avrebbe scelto il suicidio, perché ti amava e si è sentito in colpa quando sei morta. Comunque non è colpa tua. Né per la morte di Mike né per tutto questo nostro dolore. La colpa è di chi ti ha fatto soffrire. La colpa è di tutti quelli che ti hanno fatto del male proprio nel momento in cui stavi peggio. Ma forse la colpa non è di nessuno e nessuno può fare niente quando una persona sta come stavi tu. Perché tu sentivi quel vuoto dentro, quello che ho sentito pure io quando sei morta. Karen, tu non meritavi di morire. Tu eri speciale ed io ti volevo un bene dell'anima. Tutti ti amavano.
Comunque adesso ho finito tutto lo spazio bianco, l'ho riempito. Visto? Direi che sono stata abbastanza brava. Però, prima di andarmene, voglio ricordarti che tu rimarrai sempre dentro di me. Perché tu eri un pezzo di me e tutt'ora lo sei. E se abbandonassi quel pezzo di me, non sarei più me stessa.
Ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per me. Ti ringrazio per questa penna, che non butterò mai. Ti ringrazio per esserci stata. Ti ringrazio per i tuoi sorrisi e i tuoi pianti. Ti ringrazio di tutto.
Ti ringrazio di essere esistita e di avermi incluso in una piccola parte della tua vita.
Ti voglio bene, Karen. E te ne vorrò sempre.
La tua Pheobe.”

La ragazza chiuse la penna. Piegò attentamente il foglio e lo ripose nella busta, che infilò nella tasca del giubbotto. Si asciugò le lacrime, nere per colpa del mascara, che le rigavano le guance. Aveva un piccolo sorriso sul volto, come se scrivere tutte quelle righe le avesse fatto bene. Come se l'avesse aiutata a superare tutta l'ansia che aveva sentito quando era entrata in quella stanza, quella stessa stanza dove, fino a tre mesi prima, aveva vissuto la sua migliore amica. Quella stessa stanza dove Karen si era suicidata per il troppo peso della vita. 


My space
Buonsalve :-) Eccomi qui con la mia prima storia (a dir la verità questa oneshot l'avevo pubblicata nel mio vecchio account, che poi sono stata costretta a cancellare, quindi non è proprio la prima ew). Paradossalmente questa è una os che non ha niente a che fare con me, ma che allo stesso tempo mi riguarda in prima persona. Forse ci ho messo troppo di me o forse ci ho messo troppo poco, non saprei dirlo esattamente. 

Non so quanto vi possa aver entusiasmato questo brevissimo racconto, comunque - che vi sia piaciuto o meno - vi ringrazio di averlo letto. Magari se avete dei consigli per aiutarmi a migliorare, fatemelo sapere in una breve recensione :*
-Cla-




 

   
 
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