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Autore: SusanTheGentle    01/11/2014    13 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

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Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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8. Rischiare o tirarsi indietro
 
Vorrei solo capire cosa devo fare…
 
 
 
Il mattino seguente, Ben non si presentò al locale.
Claire si comportò normalmente, cercando di nascondere la delusione. Appariva di buon umore, come sempre, ma dentro di lei albergava un senso di malessere, un miscuglio di amarezza, tristezza, preoccupazione.
Perché non era venuto?
Ok, ok, non doveva farne un dramma. Poteva non essere riuscito a passare. Dopotutto, non era obbligato a farlo, non aveva mica firmato un contratto a vita con quel luogo, né tantomeno con lei.
Ma quando fu chiaro che non sarebbe comparso neppure nel pomeriggio, Claire iniziò seriamente a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato senza accorgersene.
Era per qualcosa che aveva detto?
Non mi pare…
Qualcosa che aveva fatto?
Può essere, ma cosa?
Ambedue, magari? Un gesto e una parola di troppo?
Forse.
Oppure…
Poteva essere stata…la vicinanza?
L’ultima immagine che aveva di lui, era un Ben agitato, che se ne andava di corsa, abbozzando la scusa di un impegno urgente.
Claire non aveva saputo se crederci o no. La reazione di lui era stata troppo strana.
Era stato il ritrovarsi troppo vicini, stretti in quella sorta di abbraccio, a spingere Ben a cambiare atteggiamento nel giro di un nanosecondo?
No, impensabile...
Una reazione del genere – un fuga, all’incirca – poteva essere da lei, non da Ben. Non era assolutamente possibile che anche lui si fosse sentito…
Come? Nel modo in cui si era sentita lei? Tanto bene da voler scappare, per paura di provare sensazioni già sperimentate in passato ma che non volevano si ripetessero nel presente?
Non l’aveva fatto di proposito. Non si lasciava mai andare quando era con lui, e non gli si sarebbe mai avvicinata tanto se non fosse stata male. Solo che, in quel momento, si era sentita così bene, così…protetta, che…
Niente, le era venuto spontaneo cercare un contatto. Non era stato voluto, era capitato. A ben vedere, poi, era stato lui ad abbracciarla per primo, e non a casa, ma in cucina, nel bar. In più, le era parso che a Ben non dispiacesse averla accanto.
Evidentemente si era sbagliata, vista la successiva reazione di lui.
Se n’era andato perché aveva capito che tra loro era nato qualcosa, e che quel qualcosa stava crescendo, giorno dopo giorno, più di quanto si fossero aspettati?
Basta con tutte queste domande, finirai con l’impazzire…
No, pensandoci bene, era completamente fuori strada.
Lui si era allontanato per farle capirle, educatamente, che si era presa una confidenza di troppo. Aveva sbagliato lei
Sì, doveva essere così.
Ragiona, rifletti, pensa, medita prima di tirare le tue conclusioni strambe!
Doveva smetterla di immaginare.
Doveva smetterla di comportarsi con Ben come se esistesse un ‘noi’.
Ben era stato gentile con lei, tutti qui. Premuroso, certo, perché quello era il suo carattere, lo faceva con tutti, non solo con lei. Le si era affezionato, le voleva bene…e basta.
Non erano una coppia. Il fatto che li avessero scambiati per ragazzo e ragazza non contava. Non lo erano nel modo più totale.
Non che lei non lo avesse voluto, certo…
Perché se fosse stata catapultata d’improvviso in un universo parallelo, dove Ben avrebbe potuto essere l’uomo della sua vita…e chi sarebbe più tornato a casa?!
Stanca sia mentalmente che fisicamente, seduta sulla poltrona sotto la finestra, in camera sua, un libro in mano di cui non aveva neppure letto una parola, lo sguardo fisso sempre sulla stessa frase, Claire alzò la testa per lanciare un’occhiata alla sveglia sul comodino.
Le 6:45 di sera.
Anche se fosse andata al locale, non lo avrebbe trovato.
E il pensiero di non vederlo, anche solo per un giorno, le faceva provare una strana morsa allo stomaco.
Voleva vederlo.
Parlargli, ridere.
Lui le mancava.
E non era nemmeno sicura che sarebbe tornato.
 
 
 
***
 
 
 
Ben si svegliò tardi e poco mancò che arrivasse in ritardo sul set.
Non gli succedeva quasi mai, eccetto quando dormiva male per una qualche ragione.
Quella volta, la ragione era una fastidiosissima sensazione di malumore chiamata ‘senso di colpa’. Era venuto a fargli visita la sera precedente, e se l’era portato a letto, in bagno al mattino, in macchina, sul set, a pranzo…ovunque. Era quasi come se avesse avuto una bestiolina sulla spalla che lo punzecchiava, con una vocina che gli sussurrava cose che non voleva ascoltare.
Si era comportato male con Claire, avrebbe dovuto chiederle scusa per averla mollata così, con una scusa banale, oltretutto nemmeno vera.
Col senno di poi, si era reso conto che il suo era stato un atteggiamento davvero molto sciocco. Dopotutto, non era successo nulla tra loro.
Ma quando si entra troppo in confidenza con qualcuno, quando si crea una certa intimità, inevitabilmente cambia qualcosa.
Aveva ignorato le avvisaglie per giorni e giorni, dicendosi che non era niente, che non lo voleva, che gli sarebbe passata.
Peccato solo che, invece di attenuarsi, le sensazioni crescevano ogni volta di più. Sapeva di essere arrivato a un punto in cui doveva decidere se lasciar perdere o rischiare.
Per ora, aveva preferito lasciar perdere.
Un abbraccio poteva voler dire tutto e niente, a seconda delle situazioni o di quello che una persona provava per un’altra. Sapeva cosa provava Claire, ma lui? Lui cosa provava per lei? E, soprattutto, cosa voleva?
Ancora, continuamente, costantemente, questa era la domanda che gli arrovellava il cervello: cosa-diavolo-doveva-fare?
Finché non avesse trovato una risposta sensata e soddisfacente, non poteva rivedere Claire. Perché, se l’avesse vista, avrebbe sbagliato tutto, facendo qualcosa di cui poi avrebbe potuto pentirsi, rovinando il loro rapporto.
E non lo voleva.
Almeno di questo era certo: non voleva perderla, perdere la sua amicizia, il bel rapporto che avevano costruito.
Di sicuro, però, se si fosse reso conto che per lui non era cambiato niente, che quello che provava per lei era una cosa passeggera, avrebbe dovuto iniziare a comportarsi diversamente da come faceva ora, mantenendo le giuste distanze.
Ecco perché non si era recato all’All the Perks, quel mattino: per riflettere e capire.
Ed aveva anche una mezza idea di non andarvi nemmeno nel pomeriggio.
Quando le riprese terminarono, Ben si fermò a bere una birra in un pub non troppo lontano dagli studi, con l’intenzione di tornare subito al suo appartamento.
Non sto scappando da lei. Non ho paura di vederla, perché dovrei? Devo solo rifletterci un pò...un altro pò...
Ma si riflette su queste cose?
Sedette al bancone, chiedendosi cosa stesse facendo Claire in quel momento, se lo stesse aspettando, cosa avrebbe pensato non vedendolo arrivare.
La tentazione di andare al locale era tanta ma, forse, un giorno lontano da lei lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee, a capire a che livello era giunto il suo bisogno di starle vicino.
Alto.
Il livello era decisamente alto.
Vederla stava diventando quasi un bisogno, non faceva che preoccuparsi per lei. Ci provava, eppure non riusciva a non pensarla. E quando aveva in testa qualcosa anche mentre recitava, voleva dire che la faccenda era davvero seria.
D’un tratto, una tipa molto carina gli si avvicinò, sedendogli accanto senza chiedere se il posto fosse libero, iniziando a conversare con lui con la sfacciataggine che solo le donne molto sicure di sé hanno.
«Ciao. Ti ho visto qui da solo e ho pensato: cavolo, quant’è carino, speriamo non stia aspettando la sua ragazza»
«Non aspetto nessuno» rispose Ben, lanciandole uno sguardo da sopra il bicchiere.
«Oh, meglio così»
Ben la studiò attentamente mentre accavallava le lunghe gambe fasciate in un paio di jeans attillatissimi. Era molto bella, nulla da dire.
Una volta si era domandato se, uscendo con altre ragazze, si fosse sentito bene come quando era insieme a Claire...Era il momento di scoprirlo.
Restò seduto con quella sconosciuta a chiacchierare per almeno mezz’ora.
Spigliata, esuberante, anche sfacciata se doveva proprio ammetterlo, era il tipo con cui sarebbe benissimo potuto uscire senza poi doversi aspettare una chiamata il giorno dopo.
Sì, stava bene con lei.
Iniziò a scherzare, a fare qualche battuta.
Facile.
Avrebbe anche potuto invitarla fuori quella sera, perché no?
Già, perché no?
Quella ragazza era decisamente il suo tipo, e ci stava chiaramente provando con lui. Perché non glielo chiedeva, allora? Bastava dirle ‘vuoi uscire con me stasera’, niente di complicato.
Fallo!
No…
No, non voleva affatto uscire con quella ragazza.
La fastidiosa bestiolina gli stava di nuovo sussurrando nell’orecchio, e stavolta rischiò, dandole ascolto.
Era inutile negare l'evidenza, inutile sforzarsi: quella tipa non suscitava in lui nessuna delle bellissime sensazioni che sentiva in presenza di Claire. Anzi, non provava proprio niente. Sì, forse avrebbe dovuto conoscerla un po’ meglio prima di tritare le conclusioni, ma…Al massimo, avrebbe potuto dire che aveva un bel fondoschiena, delle belle gambe, però...al di là di quello...
A quella ragazza mancava qualcosa.
Le mancava quel sorriso dolcissimo, quella risata aperta e spontanea, quello sguardo luminoso.
E non c’era chimica.
Non era scattato niente.
Semplicemente, non era lei.
Non gli era mai capitato di pensare così tanto ad una persona subito dopo averla conosciuta. Una settimana non poteva essere sufficiente per…
Per cosa?
Per innamorarsi?
Sto andando fuori di testa…
«Ti va di andare da qualche altra parte?».
Ben sbatté le palpebre, girandosi verso la ragazza. Lei aveva continuato a parlare, ma lui non le aveva prestato molto ascolto negli ultimi minuti.
«Scusami?»
L’altra corrugò le sopracciglia, indispettita. «Mi ascolti o pensi ai fatti tuoi?»
«No, ti sto ascoltando»
«Ti ho chiesto se ti va di andare da qualche parte»
Ben scostò la manica del maglione, osservando l’orologio: le 7:00. Poteva farcela ad arrivare all’All the Perks prima della chiusura.
«No, mi spiace. Ho da fare»
E stavolta non era una scusa.
La ragazza lo guardò perplessa mentre si alzava. «Mi stai mollando qui?»
«Mi spiace» ripeté lui, non sapendo cosa dire per non sembrare troppo scortese.
Lei fece un verso sprezzante, incredula, mentre Ben usciva dal pub.  
 
 
***
 
 
 
Claire e Maddy erano sdraiate sul tappeto del salotto, occupate a sfogliare uno di quei libri elettronici che servono ai bambini per imparare i versi e i nomi degli animali.
Maddy era uno spasso quando prendeva in mano quel libricino, i cui suoni avevano spaventato a morte il gatto, che ora se ne stava in un angolo della stanza, gli occhi fissi sullo strano oggetto.
Quando il campanello suonò, Claire si alzò svelta da terra.
«Stai qui buona, vado a vedere chi è» disse alla bimba.
Camminò verso l’atrio. Rhett la seguì. La ragazza lo prese in braccio, per evitare che uscisse in strada, aprendo la porta con una certa fatica.
Come le accadeva sempre, il cuore iniziò a batterle all’impazzata non appena lo vide.
Lui alzò gli occhi su di lei, serio in viso, le mani nelle tasche dei jeans.
Il volto di Claire s’illuminò, aprendosi in un sorriso così grande che Ben non poté non esserne contagiato.
«Ciao»
«Ben!»
Se non avesse avuto Rhett tra le braccia, Claire gliele avrebbe gettate al collo.
Rimasero pochi istanti a guardarsi.
«Come sapevi che ero a casa?» chiese poi lei, rompendo il silenzio.
«Sono andato al locale: Lory e Joseph mi hanno detto che oggi non sei andata al lavoro» rispose lui, avvicinandosi per fare una carezza al gatto.
«Sì, io…Vieni, entra» lo invitò Claire, facendo un passo indietro per lasciarlo passare. «Maddy, guarda chi c’è?» esclamò, tornando in salotto.
Non appena la bambina vide Ben, si alzò dal tappeto tutta contenta, mostrandogli il libricino elettronico. Poi lo prese per mano, portandolo verso il divano, picchiettando sulla poltrona.
«Su! Qui!»
Lui non protestò e la prese sulle ginocchia per un attimo.
«Come va la mano?» chiese a Claire.
«Tanto male» rispose Maddy per lei.
La ragazza fece una carezza alla bambina, notando l’espressione preoccupata e dispiaciuta sul viso di Ben.
«Ieri sera, dopo che te ne sei andato, il taglio si è riaperto. Lory mi ha accompagnata al pronto soccorso e mi hanno dato tre punti»
Ben fissò la mano fasciata di lei, lasciando andare Maddy, che ritornò sul tappeto.
«Claire, mi dispiace»
«Non è nulla. Tra qualche giorno sarò guarita»
«No, non per la mano…sì, anche, ma…mi dispiace per essermene andato in quel modo, ieri»
Lei fece per dire qualcosa ma ci ripensò.
«Non fa niente» mormorò. «Avevi un impegno e posso immaginare tu sia stato molto preso anche oggi»
Ben strofinò le mani sui jeans, a disagio.
«Ieri non me ne sono andato perché avevo un impegno» confessò in fretta.
Si fissarono alcuni istanti, in silenzio.
Lui fece un sospiro. «Non dovevo fare niente. La chiamata di ieri era di mio fratello, non del mio agente»
Claire aggrottò piano la fronte. «Allora perché sei scappato via?»
Ben aprì la bocca, la richiuse e abbassò la testa. «Non lo so. Mi dispiace di averti lasciata sola»
«Non ero sola. Ho chiamato Lory»
No, non era stata sola, ma si era sentita sola.
Senza di lui.
Un pensiero incoerente ma vero.
«Dovevo esserci io, con te»
«Non avrei voluto che mi accompagnassi tu al pronto soccorso» disse lei.
«Perché?»
«Perché…ero in condizioni pessime»
«Hai rischiato di svenire di nuovo?»
«Qualcosa del genere»
Lui si mosse sul divano. «Claire, io…»
«Sto bene, ora»
Lui dovette trattenersi dallo scostare la ciocca di capelli che le finì davanti agli occhi, quando lei voltò la testa.
Claire guardò Maddy e Rhett giocare insieme sul tappeto, mentre una familiare stretta di dolore le attanagliò lo stomaco.
«Stamattina ti ho aspettato» ammise senza vergogna. «Anche se non ho lavorato, sono andata ugualmente giù al locale perché volevo vederti. Quando non sei arrivato, mi sono detta: non sarà riuscito a passare…Ma non è così, vero?»
Ben appoggiò gli avambracci alle ginocchia, piegandosi leggermente in avanti. «Non sono venuto di proposito»
Non avrebbe voluto dirlo così, ma era la spiegazione più vicina alla verità che poteva darle in quel momento.
«Perché?» domandò ancora lei, a voce più bassa del normale.
«Perché pensavo che, per un po’, fosse meglio non vederci. Ma mi sbagliavo»
Un attimo dopo aver pronunciato quelle parole, lui l’abbracciò.
Claire sussultò, presa completamente alla sprovvista. Si ritrovò stretta al suo corpo e, esattamente come era già successo, trovò naturale appoggiare il capo alla sua spalla.
Il profumo di Ben, del suo dopobarba, della sua pelle, le riempì la testa e polmoni.
Era meraviglioso.
«Credo sia stato l’averti troppo vicina a spaventarmi» disse Ben dopo un lungo momento di silenzio.
«Io ti spavento?» chiese lei, incredula.
Lo sentì sorridere. «In un certo senso»
«E’ stato davvero per questo che sei andato via?» mormorò Claire, la voce un poco soffocata dai suoi abiti.
«Sì»
Impossibile...avevo ragione?, pensò lei.
«Le persone si abbracciano quando si vogliono bene»
«Lo so»
«E allora che c’è di tanto sconvolgente?»
«Me lo sto chiedendo». Lui chiuse un momento gli occhi. «Fingiamo per un attimo che ieri sera non me ne sia andato».
«Non mi hai risposto»
«La risposta è in questo»
«Ben, non riesco a capire dove vuoi…»
Lui la scostò piano.
Claire sollevo la testa e si ritrovò con il viso a pochi centimetri dal suo. A quel punto, credette sul serio di avere un martello pneumatico nel petto al posto del cuore.
Ben la guardava fisso negli occhi.
Oddio, ora muoio...
«Devo solo capire una cosa» mormorò lui, riavviandole quella piccola ciocca di capelli che, ribelle, non voleva stare proprio al suo posto.
Ecco dove voleva arrivare: a quello. A ricreare esattamente la stessa situazione per capire cosa avrebbe ipoteticamente fatto se fosse rimasto su quel divano insieme a Claire, per capire cosa stava provando in quel momento, lì con lei.
Di nuovo: rischiare o tirarsi indietro?
Ancora non lo sapeva.
«Dopo che avrai capito questa cosa, scapperai di nuovo?» chiese Claire, respirando appena.
«No, non scapperò, promesso»
«E me lo dirai?»
«Non lo so»
Claire gli fece scorrere inconsapevolmente una mano sul petto. «Ben, sono state tante le menzogne che ho dovuto sopportare, in passato, e il pensiero che anche tu…»
«Non volevo mentirti»
«Lo so, però…»
Lei aveva faticato molto per risollevare la propria autostima dopo la storia con Alex. Lui l’aveva ferita profondamente, più di quanto avesse immaginato potesse essere possibile, intaccando la sua fiducia in sé stessa.
Non voleva credere che anche Ben fosse quel tipo di uomo.
«Una volta, c’era una persona che mi faceva sentire bene, come mi fai sentire bene tu» riprese lei, fissando le proprie dita che, lievissime, tracciavano il contorno del disegno sul maglione di lui. «In seguito, scoprii che mi raccontava un sacco di bugie. Da quel momento in poi, mi è stato difficile fidarmi ancora di qualcuno. Con te pensavo di poterlo fare»
«Claire…»
«Ben, ti prego, non ferirmi»
«Non ho nessuna intenzione di farlo»
Lei rialzò lo sguardo sul suo viso. Era sincero.
«Davvero pensi che sia meglio se non ci vediamo per un po’?».
«No» rispose lui, lisciandole i capelli sulla spalla. «Ma che faresti se per un per qualche giorno non venissi al locale?»
«Mi mancheresti»
Ben abbozzò un sorriso e la strinse ancora. «Anche tu mi sei mancata, oggi»
«Allora dovevi venire». Claire allungò le braccia e gliele passò attorno al collo.
Rimase immobile. Lui anche.
«Non ci siamo abbracciati così, ieri sera» mormorò Ben tra i capelli morbidi di lei.
«No, è vero»
«Ti da fastidio se lo faccio?»
«No»        
Claire lo strinse appena di più.
Per niente…continua a farlo, non lasciarmi andare. Mai.
«Sto bene con te, Claire»
«Anch’io. E guai a te se domani non ti presenti a colazione!»
Udì la breve risata di lui all’orecchio. Le fece il solletico e la spinse a sorridere a sua volta.
«Anch’io posso abbracciare?» disse poi la vocina di Maddy.
I due ragazzi si voltarono nella sua direzione. Poveretta, si erano quasi dimenticati di lei.
Claire allargò le braccia e la bambina si arrampicò sul divano, sedendo in mezzo a loro.
Maddy scoccò ai due occhiate perplesse: che cos’avevano? Sembravano tutti agitati, vergognosi, lì in silenzio a guardarsi. Gli adulti erano davvero molto strani...
«Di chi parlavi prima?» le chiese Ben poco dopo.
Claire gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Hai detto che conoscevi una persona che ti ha mentito tante volte, che per colpa sua non riesci più a fidarti degli altri»
Un lampo di sofferenza passò negli occhi di lei, scomparendo un istante dopo.
«Oh, sì…parlavo del mio ex. Molto ex. E di un’amica. Ex anche lei»
Ben provò un’intensa fitta di irritazione. «Che cosa accadde?»
«Diceva che per lui ero tutto. Lo amavo con tutto il cuore, finché non ho saputo che, mentre stava con me, era fidanzato anche con un’altra ragazza»
«La tua amica?»
«No. Lei era quella con cui tradiva entrambe»
Ben la fissò sbalordito. «Che cosa?!»
«Incredibile, vero? Eppure è così» Claire fece un sorrisetto sarcastico. «Sono stata doppiamente tradita, da lui e dalla mia amica: lei sapeva benissimo che stavamo insieme ma non si è fatta scrupoli a pugnalarmi alle spalle. L’altra ragazza non la conoscevo, ma mi è dispiaciuto ugualmente per lei: lui la stava usando come stava usando me. Mi hanno completamente distrutta. Dopo quella volta, non sono più uscita molto spesso con qualcuno, e non mi sono più fidata di nessuno, se non della mia famiglia e di quei pochi, veri, amici che conosco da anni. Mi sentivo una nullità. Tu sei stato il primo con cui mi sono aperta dopo tantissimo tempo. Tu mi tratti come una persona e non come una cosa»
Ben le fece una carezza sul viso, guardandola come se non potesse credere a quello che aveva sentito.
«Mi dispiace, non ne avevo idea»
«Non mi piace parlarne, ma a te posso dirlo, perché forse puoi capirmi»
Lui si limitò ad annuire, ma Claire non gli chiese altro, capendo che non era pronto a parlare della sua delusione d’amore.
Poteva essere stata peggiore della sua?
«Non ti meriti di essere trattata così. Sei la ragazza più dolce del mondo»
Gli occhi di lei si illuminarono di gratitudine. «Grazie. Sei gentile a preoccuparti per me, ma non devi farlo: l’ho superata. E’ passato tanto tempo. Solo che, a volte, ricordare è doloroso»
«Sì, lo so» disse lui, facendo scorrere le dita sulla sua guancia. «E aprirsi di nuovo fa paura»
«Già. Lo sai, credo che io e te abbiamo molto in comune, almeno in questo»
«Lo credo anch’io. Purtroppo, l’amore può essere un gran bastardo, e noi lo sappiamo» disse lui, strappandole un altro piccolo sorriso.
«Mi racconterai anche tu la tua storia, prima o poi?» gli chiese lei.
«Prima o poi»
Claire fece un profondo respiro, scrollandosi di dosso la fragilità che l’aveva avvolta parlando di Alex, tornando quella di sempre.
Ma adesso, lui sapeva che dietro i suoi bellissimi sorrisi, si nascondeva un cuore lacerato che non sarebbe mai guarito. Come il suo.
«E allora, Benjamin?» fece poi lei.
Lui inarcò un sopracciglio. «Benjamin?»
«Tu mi chiami bimba e io non posso chiamarti con il tuo nome di battesimo?»
Lui fece una smorfia. «Giusto»
«Hai capito quello che dovevi capire?»
«Credo di sì». Ben la guardò, serio in viso. «Non voglio starti lontano per più di un giorno»
Lei sorrise ancora, mal celando l’emozione. «Bene, nemmeno io»
«E ho capito anche un’altra cosa»
«Cosa?»
«Che mi piaci davvero, Claire»

 
 
 
 
 
 
Buonasera cari lettori!!! Questa settimana sono riuscita ad aggiornare, sempre con un piccolo ritardo rispetto alle mie previsioni, però. Credo di dover smettere di darmi una scadenza, perché non riesco a rispettarne mezza…sono una pessima autrice, lo so…flagellatemi!!! XD
Aspetto i vostri commenti su questo capitolo scritto di getto, senza pensare, lasciando Ben e Claire agire per conto loro. Cosa ne dite, vi piace? Ha senso, soprattutto? Io ho un dubbio….mha….

 
 Ringraziamenti:
 
Per le seguite:
AmeliaRose, ChibiRoby, Fra_STSF, Halfblood_Slytherin, HarryPotter11, jess chan, JLullaby, Nadie, nuria elena, Queen_Leslie, Shadowfax, soffsnix, SweetSmile _joy,  _likeacannonball, _LoveNeverDies_
 
Per le ricordate: Fra_STSF, Halfbood_Slytherin,  Suomalainen
 

Per le preferite: Fra_STSF, Medea91h, _likeacannonball
 
Per le recensioni dello scorso capitolo: AmeliaRose, _Fedra_, Fra_STSF, Nadie, Shadowfax, _joy
 
In ultimo, vi ricordo a tutti voi che trovate gli aggiornamenti di questa storia su entrambi i miei account facebbok: Susan TheGentle Clara e Chronicles of Queen

Un grazie di cuore a tutti voi!!!
Susan♥
   
 
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