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Autore: MorsoDelCuore    01/11/2014    0 recensioni
Quando mia nonna mi portò per la prima volta in elicottero con lei, ero proprio una bimbetta, avevo sei anni. Fu un'esperienza incredibile, una rivelazione. Da allora ho capito che quello che volevo era librarmi in aria, guardare il mondo dall'alto.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Quando i miei piedi si staccano da terra, lancio un urlo. Un urlo di gioia, di trionfo, il cuore mi batte all'impazzata mentre tengo saldamente tra le mani il trapezio del mio deltaplano. Intorno a me vortica un'aria meravigliosa, che respiro avidamente mentre sposto il mio peso per muovermi. Spingo in avanti la barra di controllo, arretrando il mio peso, e poi la tiro a me, per picchiare leggermente. il cielo azzurro è di una dilagante bellezza e il sole un'esplosione di luce ed energia. Nuvole sparse si chiudono come fiori e il mio deltaplano, creatura alata, flessibile, figlia dell'aria, pulsa come un cuore, respira con me in un silenzio sospeso e vibrante. Volo lieve sul verde cupo dei boschi, ondeggio pian piano su scoscesi avvalamenti, su rocce e campi verdeggianti. Nel fresco del pomeriggio, mi soffia in viso il fiato dell'autunno. Quell'ampiezza, quella vastità di orizzonti... è tutto come lo immaginavo, indicibile, incredibile a chi non lo abbia mai provato. Stanotte non ho dormito per l'emozione, ma mi sento sveglia, attiva, mi sembra quasi di sentire il sangue scorrere nelle mie vene. Non mi sono mai sentita così viva come in questo momento. La fissa del volo è una cosa di famiglia, anzi, delle donne della mia famiglia. Mia madre ha iniziato come hostess e adesso pilota aerei di linea. È sempre in giro per il mondo. Mia nonna, la mia cara, adorata nonnetta, ha passato la vita in elicottero, ha messo su una scuola di volo che ancora dirige, ma ormai è troppo anziana per insegnare. Fin da quando ero bambina, ho saputo chi ero, che volevo essere come le donne della mia famiglia. Quando mia nonna mi portò per la prima volta in elicottero con lei, ero proprio una bimbetta, avevo sei anni. Fu un'esperienza incredibile, una rivelazione. Da allora ho capito che quello che volevo era librarmi in aria, guardare il mondo dall'alto. Il mio primo volo non dura molto e così, dopo un tempo che mi sembra passare in un lampo, mi dirigo di nuovo verso la "base" dove mi aspetta mio padre, che mi ha accompagnato qui. È buffo mio padre, io e mio fratello lo chiamiamo il nostro "mammo". È alto e allampanato, con pochi capelli, degli occhiali a fondo di bottiglia e la pipa sempre in bocca. Con mia madre continuamente in giro, lui fa il casalingo (oltre che il commercialista), è un cuoco eccezionale. Mentre mi tolgo l'imbracatura, lui mi si avvicina con quel suo sorriso sornione. "Brava la mia cucciolotta" mi dice, "hai fatto onore alla tua dinastia di Amazzoni volanti! Vestiti, che c'è la pizza che sta lievitando a casa". Mio padre ama fare tutto in casa, dalla marmellata alla conserva di pomodoro fino a pane e pizza. Sul grande terrazzo della nostra casa c'è un orto che lui cura con grande impegno. Io e mio fratello lo prendiamo un po' in giro, ma dobbiamo ammettere che le cose che mangiamo a casa sono mille volte più buone della roba industriale che si mangia all mensa a scuola o quando ci capita di andare a pranzo a casa di un amico. E quindi, evviva il mammo casalingo! Tornata a casa, il calo di adrenalina e la notte in bianco che mi sono fatta ieri cominciano a farsi sentire. Mangio la pizza fatta in casa da papà e mi trascino verso la mia stanza che non sono neanche le dieci. Mi sento sfinita ma felice, felice come non sono mai stata. Mi infilo il mio pigiama con i coniglietti e mi butto a letto. Rigirandomi tra le lenzuola, le sensazioni della giornata sono ancora vivide, chiudo gli occhi e assaporo ancora una volta quella sensazione indescrivibile di staccarsi da terra e volare, volare... "Cecilia! Psss! Cecilia, svegliati!"
   
 
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