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Autore: Eponine99    01/11/2014    2 recensioni
Percy stava dormendo profondamente. Sognava di trovarsi in un giardino di statue.
“Oh no...ti prego, ancora zia Em no eh” pensò subito, ma ben presto si rese conto che non poteva essere zia Em, a quanto gli risultasse non faceva consegne anche nei cimiteri. Il paesaggio era tetro, velato da una leggera bruma, il terreno molliccio gli si attaccava alle suole delle scarpe e lo attraeva verso le profondità recondite della terra. Sentì una risata agghiacciante e fredda come un sibilo di un serpente.
“Aspettami! Io non mancherò D'incontrarti nel profondo”.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Rachel Elizabeth Dare
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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~~Estia tornò a fissare il fuoco e continuò a ravvivarlo, finchè le fiamme si alzarono e avvolsero tutta la stanza. Hazel si strinse sotto la giacca il prezioso legnetto che racchiudeva la fonte di vita di Frank e si raggomitolò su se stessa, come un cucciolo in cerca di protezione. Fu un movimento istintivo, ma non ne comprese a fondo il motivo.
Poi, improvvisamente, tutto si spense e non rimase altro che l'oscurità. I ragazzi erano sconvolti, Ron tentò di dire qualcosa, ma Estia lo fermò.
“Vi fu un tempo in cui da Ecate, la dea della magia, nascevano figli diversi dagli altri semidei, eroi con poteri altrettanto sensazionali come quelli delle divinità olimpiche, ma più potenti. Di fatti questi poteri non erano racchiusi in un'unica sfera come quelli delle altre divinità. Ad esempio i figli di Zeus avevano potere sul cielo, le tempeste e l'aria, quelli di Poseidone sul mare e tutte le acque, quelli di Demetra sulla terra e via dicendo. I semidei nati da Ecate invece avevano un dono molto più speciale e misterioso: la magia. Avevano il controllo su più elementi e su cose che nemmeno gli dei più potenti potevano tramandare ai loro nati. Molti impararono l'arte delle pozioni e della stregoneria, posso farvi degli esempi che di certo conoscerete: la Maga Circe, Medea..”
Ai quei nomi Percy, Annabeth, Leo, Jason e Piper sbiancarono.
“Così alcuni figli di Ecate decisero di staccarsi dagli altri semidei e di seguire una propria strada, gli altri eroi non ne furono felici e per evitare di scatenare una guerra gli Dei  tolsero il ricordo a ognuno di loro delle due fazioni e ai figli di Ecate il ricordo del loro ramo divino”
“Un po' come con i Romani” pensò Jason.
“I figli di Ecate da una parte, gli altri semidei dall'altra. Successe, tuttavia, che avvennero molti matrimoni tre consanguinei, in quanto essi non sapevano minimamente da chi fossero nati, salvo il proprio genitore mortale, e, siccome erano spesso esclusi da quest'ultimi per le voci che giravano sul loro conto (stregoneria, malefici, incantesimi..) fu naturale che ritrovassero aiuto e supporto reciproco tra loro. Si ebbe quindi un ulteriore rafforzamento del potere magico e nel corso del tempo nacquero sempre più semidei con poteri straordinari, ormai non avevano più molto di divino, così vennero chiamati in altro modo: maghi.
Iniziarono a studiare da sé, a vivere in comunità molto ristrette e isolate fra loro, impegnati a tramandare l'insegnamento dei vari incantesimi.
Tuttavia, quando un mago si univa a una divinità olimpica molto potente nasceva un figlio con doti straordinarie. Ce ne sono alcuni molto famosi, ma preferirei citarvi i quattro che, di sicuro, i nostri giovani maghi conoscono: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde”
Harry, Ron e Hermione tacquero ammutoliti.
“Godric era figlio di Zeus, Tosca di Demetra, Priscilla di Atena e Salazar di Afrodite. Questi quattro potenti maghi fondarono nell'anno mille la più prestigiosa e famosa scuola di magia e stregoneria di tutto il mondo: Hogwarts. Nel corso del tempo ne nacquero altrettanti famosi, ad esempio l'ex preside Albus Silente, figlio di Atena, tuttavia smistato in Grifondoro.
E anche voi, miei giovani maghi avete un ramo divino”
“Cosa??” Hermione era sgomenta. Harry fissava la Dea così intensamente che pensava avrebbe potuto farle male, Ron iniziò a sudare freddo e a contorcersi le mani spasmodicamente.
I sette della profezia guardavano la scena stupefatti e incuriositi allo stesso tempo.
“Diciamo che è presente in quasi tutti i maghi, ma in alcuni è più sviluppato. Penso che stia ad ognuno di voi capire da che stirpe discenda, vi aiuteranno i vostri sette nuovi amici.
Estia tornò a guardare il focolare e un'ombra di preoccupazione le passò sul volto, in quel secondo a Percy sembrò di scorgere nella Dea non più la bambina dal viso dolce e maturo, ma una vecchia piena di rughe che contempla le fiamme come fossero i ricordi del suo passato che lambiscono con la loro luce le pieghe del tempo ormai irrecuperabile.
“Gea si sta rafforzando e ora più che mai bisogna superare le barriere che ci dividono” guardò intensamente i ragazzi e continuò “ è tempo di unire due mondi lontani e che la storia continui il suo corso, solo le Parche sanno che cosa il Fato ci riserverà, a voi, ragazzi, sarà dato fra le mani il destino di ogni semidio, mago, uomo su questa Terra e di tutte le creature che vi abitano. Ora devo andare, ma ricordatevi le mie parole: arricchiamoci delle nostre reciproche differenze”.
Detto questo in una vampata di fiamme, com'era venuta, se ne andò.
La stanza rimase silenziosa, si sentiva solo un leggero cigolio prodotto da una vite e una graffetta che Leo stava abilmente maneggiando per costruire chissà cosa, lo faceva sempre quando era teso.
Annabeth prese in mano la situazione:”Bene..quindi sembra che alla fine abbiate qualcosa di divino in voi!”
“A quanto pare, ma sembra davvero assurdo” rispose Ron.
“Ehi, ti capiamo benissimo, non è mai facile per nessuno la prima volta” gli disse Frank accennandogli un sorriso di conforto.
“Penso che per prima cosa dovremmo farvi sistemare, ne parleremo meglio una volta riposati e freschi domani mattina” propose Percy. Gli altri annuirono e Leo condusse i tre ragazzi nelle camere degli ospiti che, fortunatamente, aveva preparato per qualsiasi evenienza.
“Grazie per averci accolti, vuol dire molto per noi, abbiamo già perso molti amici, non possiamo perdere tutto ora” Harry sospirò.
“Non c'è problema, d'altra parte...siamo tutti sulla stessa barca, no?” Leo gli fece l'occhiolino.
Harry non capì se era una battuta o se stava proprio parlando della situazione, nell'indecisione accennò allora un sorriso.
“Beh buonanotte allora” disse Leo” Ah, e se sentite delle urla nella camera a fianco stanotte, non preoccupatevi, Hedge resta alzato fino a tardi per vedere i suoi film preferiti sulle arti marziali”
“Chi è Hedge?” domandò Hermione.
“La nostra..guardia del corpo possiamo dire”
“Avete una guardia del corpo?” chiese Ron stupefatto.
“Una specie” sorrise Leo” a domani allora”
“A domani” risposero in coro i tre ragazzi.
Leo tornò sui suoi passi rimuginando tra sé e sé:”Figli di Ecate divisi per sempre dagli altri semidei..ma allora Perché al Campo Mezzosangue abbiamo una capanna per la Dea della Magia ed è piena di suoi figli? Bah..si vedrà”.


Hazel era sul ponte, il vento freddo della sera le scompigliava i capelli, indossava una maglia a maniche corte e lasciava che l'aria le sferzasse la pelle. Sentì dei passi dietro di lei, ma non si voltò.
Un braccio le avvolse la vita e la portò verso di sé, si girò e si ritrovò a guardare il volto, semicoperto dall'oscurità, di Frank. Sentì il suo respiro sulle sue guance, ma per quanto fosse felice della sua presenza non riusciva a esternare il suo amore. Sì allontanò da lui e si volse versò l'orizzonte. A Frank non disturbò più di tanto, sapeva quanto fosse timida e quanto  fosse difficile per lei relazionarsi nel suo stesso modo.
“Allora, come stai?” le chiese.
“Meglio”
“Cosa c'è che non va?”
“Niente”
“Hazel..ti conosco bene e so che c'è qualcosa che non va in te”
“Ti ho detto che sto meglio”
“Meglio non significa bene”
Hazel sospirò. Era vero, non stava per nulla bene, ma voleva assolutamente chiudere la questione, non voleva raccontare di suo padre e del loro incontro con nessuno.
Frank era però deciso a non mollare.
“Oggi mi sono molto preoccupato, ho temuto di perderti e, insomma, volevo..volevo”
“Non parliamo di oggi, ti prego”
“Ok, solo, ho avuto paura”
Hazel tacque. Che le stava accadendo? Perché era così dura? Avrebbe voluto semplicemente sfogarsi, piangere, abbracciarlo e stare con lui, eppure non riusciva a provare nulla.
Decise allora di andarsene.
Frank fu preso alla sprovvista e fece l'unica cosa che gli veniva in mente, la superò, le si mise davanti e, senza aspettare una sua reazione, le prese quel suo delicato viso fra le mani e la baciò.
“Sei bellissima” le disse.
Hazel rimase impietrita a guardare i contorni del viso di Frank, abbassò lo sguardo e sussurrò:”Scusa”
E scappò via.
Frank rimase lì in piedi come un sasso a guardare quell'esile ombra che svaniva nel buio del ponte e dentro di sé credette che il legnetto che racchiudeva la sua anima stesse lentamente bruciando e che lo stesse piano piano prosciugando delle sue forze e della sua vita.
Si accasciò a terra con la schiena appoggiata alla parete della trireme guardando le stelle e si ritrovò a cantare nella sua mente:”
Stars
In your multitudes
Scarce to be counted
Filling the darkness
With order and light

...”
“Ti amo Hazel Levesque e giuro sulle stelle che d'ora in poi, se sarà necessario, darò la mia vita per te”.
Chiuse gli occhi e una bellissima civetta spiccò il volo verso l'immensità della via Lattea.




ANGOLO AUTORE:

Ragazzi dopo un bel po' di tempo sono tornata, scusate il ritardo, ma sono stati giorni molto pesanti a scuola e non ho avuto neanche un momento libero per scrivere!
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi prego di recensire il più possibile, so che è noioso, ma questa storia sta crescendo e andando avanti anche grazie al vostro supporto che mi sprona a non gettare la spugna! Buona serata e alla prossima! :)

   
 
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