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Autore: goovdgirls    01/11/2014    2 recensioni
Infinity Bowes è la nipote della regina d'Inghilterra, erede del trono, appartenente alla classe sociale più alta, ma a lei non ne potrebbe fregar di meno di tutte queste cazzate.
Non è una principessina, è solo una ragazza ribelle, libera, a volte un po' viziata.
Studia da privatista, va a tutte le feste più divertenti di Londra e passa pomeriggi interi al negozio di dischi e da H&M. Ma la sua vita apparentemente perfetta, viene scossa da sua madre che, in preda ad un attacco di follia improvvisa, la iscrive al St. Peter's college, un collegio per ragazzi indisciplinati.
Lì, fra libri di scuola, saggi su personaggi storici di cui non gliene frega nulla e soldi spesi in sigarette, conosce un ragazzo.
Non è una storia d'amore qualsiasi, non è un amore proibito o cazzi vari. È un amore maledetto da settant'anni, che è nato solo per una profezia fatta dalla “scema del villaggio”.
[Accenni Larry adatti anche a non larry shippers].
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Josh Devine, Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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22th august.

Era il 22 agosto quando i miei genitori, o meglio mia madre, decisero che continuare a studiare da privatista non mi avrebbe fatto bene. Ero indisciplinata, ribelle, disobbediente e, soprattutto, sola. Tutte cose pessime per la nipote della Regina Elizabeth, non che erede al trono d'Inghilterra. Così, mi iscrissero a un college per indisciplinati ricconi che avrebbe dovuto avere lo scopo di insegnarci ad essere più obbedienti ed educati, ma che invece ci faceva essere ancor più ribelli.
Ero sempre stata la pecora nera della famiglia, l'unica che era riuscita a raggirare ogni volta che voleva le guardie per scappare dal Buckingham Palace, l'unica persona non falsa. Semplicemente, tutta la mia famiglia era falsa, a partire da nasi e labbra rifatte a sorrisi finti. Solo per questo ero la pecora nera del gregge.
Onestamente, l'idea di andare al college non mi piaceva affatto. Svegliarmi presto alla mattina per non far tardi alle lezioni, avere una compagna di stanza e tornare a palazzo nel week-end non erano proprio in cima alla mia lista dei desideri. Per di più, le feste più belle si svolgevano quasi tutte il venerdì sera, giorno in cui, da quanto avevo letto su Wikipedia, si restava in quel carcere fino al sabato mattina. Sbuffai, ricordandomi le rigide regole che quella scuola imponeva, tra le quali la regola del non poter fumare, non poter bere, non poter entrare nella stanza dei ragazzi passate le sette, non poter fare feste o cose simili. Praticamente era un inferno.
«Ricordati che ci vai per il wi-fi, Infinity. Diobono, pensa al wi-fi» mi ripetei, per poi buttarmi sul letto e leggere quel libro che ormai per me era un'ossessione: Noi Siamo Infinito.
La gente mi definiva insensibile, ma in verità bastava poco per farmi commuovere. Un bel libro, un “ti voglio bene”, il wi-fi del vicino senza la password.
Avrei tanto voluto trovare un ragazzo come Charlie, il protagonista di quel libro. Amante delle bellezze non convenzionali, delle ragazze coi maglioni e che amano la cioccolata. Un ragazzo capace di distruggere quel muro di mattoni che avevo creato attorno a me. Ma, si sa, la vita vera non è una favola. Anche se di principesco, almeno avevo la corona.

 

13th september.

Quella mattina, sarebbe iniziato l'inferno. Indossai la divisa della scuola – un'orribile gonna nera lunga fino a sopra il ginocchio, una camicia bianca, una cravatta nera e una giacca con lo stemma del college – e mi diressi al piano di sotto, dove i miei genitori mi aspettavano per accompagnarmi al mio primo giorno per poi non vedermi fino a sabato.
«Non è che posso andarci da sola? Mi accompagna uno degli autisti...» li pregai, mentre infilavo le mie Vans nere.
«Nossignore, è il tuo primo giorno e noi vogliamo essere presenti!» ribatté mio padre, inflessibile.
«E poi marineresti la scuola se non ti accompagnassimo» aggiunse velocemente mia madre.
«Chi vi dice che non marinerò le lezioni per andare a fumare una sigaretta con qualche altro trasgressivo occasionale?» borbottai a bassa voce, per poi salire in macchina.
Il St. Peter's college non distava molto dal Buckingham Palace – giusto quattrocento chilometri e passa, pochissimo – e arrivammo in circa due ore.
Sbuffando e sistemandomi la gonna, scesi dall'auto, mettendomi il cellulare in tasca, interrompendo tutte le conversazioni che avevo in corso su Whatsapp e gli indiretti che stavo facendo su Twitter.
«Pronta a ricominciare?» mi sorrisero i miei genitori, ed io borbottai un sarcastico “certo, come no”, per poi dirigermi all'interno dell'edificio.
«Scusi,» mi rivolsi alla segretaria «sono nuova, i miei genitori mi hanno iscritta ad agosto. Mi chiamo Infinity Bowes, nipote della Regina Elizabeth.»
«Oh, quindi lei è la reale. Non si aspetti un trattamento di favore, signorina» chiarì, per poi sfogliare il registro. «Bene, lei è nella stanza 300, assieme alla signorina Blue Sky, anche lei del primo anno» disse, per poi congedarmi con un segno della mano.
La segretaria già mi stava antipatica.
Salutai i miei genitori e li mandai via, per poi andare nella mia stanza a sistemare la mia roba. Le lezioni sarebbero iniziate un'ora dopo, quindi avevo ancora tempo.
La stanza era ancora abbastanza spoglia – giusto un letto a castello col materasso di sopra più largo rispetto all'altro, una scala dietro ai due letti per arrivare a quello in cima, uno scaffale messo a circa mezzo metro dal materasso in alto, un comodino vicino al letto più piccolo, due scrivanie, due armadi e un mini-frigo nell'angolo destro – così sistemai le mie cose nell'armadio vicino alla porta, di fronte ai letti, e buttai i miei libri preferiti, i miei oggetti personali e un piccolo quaderno che utilizzavo come un diario occasionale sul letto di sopra, per poi sedermi su uno degli scalini bianchi dietro ad esso. Scoprii in seguito che l'ultimo scalino in cima era un cassetto, così ci buttai dentro i libri di testo e i quaderni che quel giorno non mi sarebbero serviti, assieme ad una piccola scatola dove tenevo le cose che per me erano più preziose. Sistemai i miei vari libri sullo scaffale, assieme al quaderno, accuratamente nascosto dietro a un paio di libri, e ai pacchetti delle sigarette, anche loro ben nascosti dietro ai libri. Poi, presi la mia migliore amica – la mia fiaschetta – e la buttai nella federa del cuscino, assieme ad un accendino.
Mi stesi sul letto e guardai il cellulare, erano ancora solo le sette e mezza. E le lezioni sarebbero iniziate alle otto e un quarto.
Mentre mi annoiavo a morte, entrò una ragazza. Anche abbastanza carina devo dire. Aveva due grandi occhi color nocciola, i capelli lunghi e mossi sul biondo scuro quasi castano, un po' bassina, magra e con un bellissimo piercing al naso. Direi che praticamente era il mio contrario. Anche lei era vestita con la divisa scolastica, ma a lei stava decisamente meglio. Sembrava fosse fatta apposta per le ragazze piccole, io invece ero troppo alta.
«Piacere, io mi chiamo Blue Sky, per gli amici... beh, o Blue o Skyler» disse sorridendo, per poi venire davanti a me e porgermi la mano, che prontamente strinsi, con un sorriso che sarebbe dovuto essere gentile, ma che in verità sembrava da maniaca.
«Io mi chiamo Infinity Bowes, sono la...»
«Sì, so chi sei,» mi interruppe, ridacchiando «sei la nipote della Regina, futura sovrana dell'Inghilterra. Devo chiamarti “vostra altezza”?» chiese, scoppiando in una fragorosa risata.
«No,» risi «non importa, Blue.»
«Cos'hai alla prima ora?» Prese una sigaretta e iniziò a fumare. Okay, saremo grandi amiche, pensai.
«Quella palla di algebra. Diobono, ma chi la capisce quella roba?» sbuffai. «Comunque, sai che fumare è contro il regolamento?» scherzai.
«E tu sai che non me ne frega nulla?» rise. «Ne vuoi una?» Mi porse il pacchetto e l'accendino, per poi assistere alla scena di una me che fumava come una turca poco prima dell'inizio delle lezioni. «Beh, io ho una palla ancora più grossa: latino. Cristo, ma i nostri lo sanno che rinchiudendoci qui non otterranno nulla? Io non diventerò una “brava ragazza” solo perché mi hanno messa in questo college del cazzo.»
«Esatto,» approvai «non spereranno mica di cambiare il nostro modo di essere così!»
«Mi sei simpatica, principessina. Facciamo la prima ora e poi ci vediamo in bagno a fumare? Dico il bagno davanti alla classe di algebra, così non ti perdi» mi fece la linguaccia, ridendo.
«E tu non ti perderai, piccola Blue?»
«Mio fratello ha frequentato questa scuola per ben cinque anni e mi ha fatto da guida tante volte. Conosco tanti posti segreti che gli alunni usano come luogo per fumare, bere, o guardarsi un buon porno, o peggio» spiegò, per poi uscire dalla stanza. «Vieni, andiamo a lezione assieme, così ti spruzzo anche un po' del mio profumo anti-odore-di-fumo. Dovrei trovare un nome migliore, lo so» disse, per poi farmi cenno di seguirla.

 

15th september.

«Quante volte devo dirtelo, principessina? Qui non fanno cose fritte o dolci. Solo frutta e verdura e, una volta al mese, un po' di polpettone. Secondo te perché ho la mia scorta personale di cibi sotto al letto?» mi disse Blue, fumando una sigaretta, dopo che fummo entrate in camera.
«Ma diobono, vogliono che dimagriamo?» sbuffai. «Perché poi ci sono anche le proteine e cazzi vari che non ci sono nella frutta e nella verdura. E menomale che era un college di lusso, questa merda qui.»
«Dopo un po' non è così male. Insomma, io ogni tanto passavo giornate intere qui dentro, devi solo farci l'abitudine. Anche io ero abituata alla servitù e tutto, ma, cristo, qua devi arrangiarti come puoi» rispose, sedendosi sul suo letto.
«Chiudiamola qui che mi sto stancando di questo argomento» sentenziai «e parliamo di qualcosa di più interessante.» Lei annuì. «Sei fidanzata?»
«Tesoro, essere fidanzata è un eufemismo. Sono più che solamente fidanzata, sono innamorata persa, cosa che penso sia più importante, visto che ci sono persone che si fidanzano senza amarsi davvero.» Finì la sua sigaretta. «E tu lo sei?»
«Sono libera da ogni impegno. Insomma, essere fidanzati per me è una scocciatura. Non devi far altro che essere fedele, aspettare ed essere fedele. È una rottura di coglioni. O di ovaie, visto che io i coglioni non ce li ho» risposi, finendo anche io la mia sigaretta.
«Non hai ancora trovato quello giusto.»
«E chi ti dice che non sia lesbica?» risi.
«Riconosco una ragazza della sponda opposta, quando ne vedo una. Perché io sono una di loro. E posso assicurarti che sei etero al cento per cento, al momento» dichiarò, iniziando a leggere un libro.
«Cosa si prova ad essere lesbica?» chiesi, non sapendo cos'altro dire.
Blue rispose con un grugnito, susseguito da una semplice frase: «È come se ti chiedessi che cosa si prova ad essere etero.»
In fondo ha ragione, pensai.

 

Heeya!
Bene ragazze, questa è la mia nuova fan fiction!
Come vedete, il personaggio di Infinity è rimasto lo stesso, l'unica cosa è che, al posto di Kathy, ho chiamato la sua (futura) migliore amica Blue.
Bene, premetto una cosa: ogni capitolo sarà formato da circa tre giorni differenti. A meno che uno di essi non sia particolarmente lungo, ovvio.
OK, spero che come inizio vi sia piaciuto, anche se i ragazzi non sono ancora comparsi.
Le coppie in questa fan fiction non saranno tutte etero. Come ho detto nell'introduzione, ci saranno anche coppie omosessuali. Quindi, se avete qualcosa in contrario, evaporate. ☺
A virtual hug,
Krystal, goovdgirls.

Emily Rudd as Infinity Bowes:
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Beatrice Miller as Blue Sky:
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