Con
molta
lentezza, il piccolo Ruki si sedette sul tetto di una casa dietro al
camino,
dietro il lui il suo compagno di missione. L’altro uomo si
avvicinò a lui
accovacciandosi accanto.
− Sei stanco? −
− No, ho solo dormito poco durante il giorno. –
Rispose il ragazzino guardando
dalla parte opposta, verso l’orizzonte. Quell’uomo
gli dava fastidio, lo
infastidiva. Gli dava ordini in continuazione. Quella mettila
là, nascondila
bene, non fare troppo rumore, sbrigati, muoviti, dai andiamo. Non ne
poteva
più, però tra i due era il più esperto
nel nascondere bombe e trappole, quindi doveva
stare alle sue regole. Aveva due shuriken, avrebbe potuto usarne uno
per
recidergli la gola da parte a pare; ma non è ancora il
momento per permettersi
certi lussi.
− Bene, adesso andiamo a mettere l’ultima bomba.
Dobbiamo andare alla scuola
ninja. Andiamo. – L’uomo si alzò e, con
un una spinta energica delle gambe,
spiccò un salto fino al tetto successivo, non molto distante
ma comunque
lontano. Una volta atterrato sull’altro tetto, si
voltò verso il piccolo ninja
che era ancora seduto all’ombra del camino. –
Sbrigati, manca poco all’alba, non
c’è poi molto tempo. – Aveva sempre un
tono autoritario, da capo. Peccato che
nel gruppo era solo un sottoposto.
− Sì arrivo. – Disse acido il ragazzino,
che alzandosi, spiccò un salto verso
il tetto, dove quell’uomo odioso lo stava aspettando con
impazienza,
arrivandoci per un pelo. Arrivò sul bordo del tetto
rischiando di cadere di
sotto. Fece qualche passo avanti arrivandogli vicino.
− Bene, e ora andiamo, il tempo stringe. – Il
piccolo annuì seguendo l’altro
verso la scuola ninja, dovevano mettere la “loro
trappola” all’interno della
scuola.
Le sue esili dita aprirono la finestra del bagno delle ragazze. Una volta entrato, la puzza del gabinetto gli riempì le narici, si tappò il naso e uscì velocemente da lì. Percorse i corridoi fino alla stanza del preside e vi entrò, notò l’arredamento da ufficio e la sedia imbottita rossa dietro alla scrivania. Andò a sedersi su di essa, constatò la sua comodità e l’estrema morbidezza. Scivolò sotto la scrivania accovacciandosi al centro di essa. Prese un bomba dalla sacca che aveva a tracolla e la posizionò in un angolo, quello che gli sembrava più nascosto. Poi sgusciò fuori da lì e uscì da quella stanza. Mise altre bombe in giro per la scuola, le attivò e poi uscì da dove era entrato richiudendo il vetro della finestra.
Non importava se dentro c’era qualcuno, l’importante era distruggere la scuola.
I
due ninja vestiti di nero fuggirono usando i tetti, corsero verso la
foresta
dove gli altri li stavano aspettando. All’orizzonte, il sole
stava iniziando a
sorgere.
____
Alle 07:30 era già sveglio. Era andato a letto prestissimo e
ora era pronto per
la faticosa giornata che lo attendeva. Aveva appena finito di fare
colazione
quando la madre entrò in cucina guardando il figlio con
un’espressione
sconvolta.
– Cosa ci fai tu qui? Non dovresti essere a letto a dormire?
Come mai sei già
in piedi? –
– Comincio un corso di specializzazione per diventare un
ninja esperto, ecco
perché mi sono alzato presto. Devo arrivare in orario il
primo giorno. – La
madre rimase a bocca aperta, era sempre più sconvolta.
– Torni per pranzo? –
– No. –
– Ti lascio il pranzo vicino ai fornelli, lo mangerai
stasera. – Senza dare il
tempo al figlio di rispondere, si voltò e sparì
dietro la porta della cucina
dirigendosi verso la camera da letto. Il ragazzo continuò a
prepararsi
ignorando lo sgomento della madre.
Uscì di casa quasi correndo, corse a prendere Uruha al negozio della madre per poi correre con l’amico verso la scuola. Arrivarono con il fiatone davanti all'edificio. C’era una volta in cui non arrivassero a scuola correndo?
Si diressero sul retro della scuola entrando dal cancello sul retro. Sempre correndo arrivarono alla porta in ferro verde dell’edificio, la aprirono e vi entrarono. I loro compagni erano seduti contro la parete del corridoio, i quali si girarono a fissarli quando entrarono.
–
Ehi ciao, siete in ritardo lo sapete? – Li salutò
allegramente Amaya alzandosi
e correndo a salutarli.
– Come in ritardo? – Chiese Uruha triste
– Sto scherzando, non è ancora arrivato nessun
professore. State tranquilli. –
Si misero a ridere quando lo
sguardo di
Uruha cade al centro del corridoio; Aoi e Kai stavano felicemente
discutendo
fra di loro ignorandoli. Salutarono l’allegra ragazza e si
avvicinarono ai due
amici. Il castano quasi corse e andò a davanti a loro.
– Ehi voi due, pensavate di ignorarci così
facilmente per tutto il giorno?
Avete sbagliato ninja! – Uruha gonfiò il petto e
assunse uno sguardo e una
postura fiera, i due a terra lo fissavano impietriti.
– Certo che no amore mio, solo che io
e
Kai siamo arrivati presto e vi abbiamo tenuto il posto. – Aoi
parlò con lo
sguardo fisso sulle cosche del ragazzo che gli
stavano ad altezza viso. Reita andò a sedersi
accanto a Kai, Uruha cercò
di sedersi ma Noboru era troppo vicino ad Aoi e gli impediva di
sedersi, anche
vicino a Reita era occupato da Kaori.
– Ma non c’è spazio per me! –
Esclamò sconsolato.
– Ma certo che c’è, ti ho tenuto un
posto caldo fra le mie gambe non sei
contento? Dovresti sentirti onorato. – Si trattenne dallo
sbavare al pensiero
di averlo seduto sulle gambe, cosa che infatti non successe. Il
potentissimo
pugno destro di Uruha colpì in pieno la testa del moro che andò a sbattere
contro al muro. Il pugno di
Uruha fumava.
– Uruha ma cosa hai fatto?! – Disse allarmato Kai
mentre soccorreva il povero
Aoi. Era sdraiato sul pavimento e mugugnava frasi incomprensibili.
– La prossima volta impara a guardarmi le cosce, oh.
–Mise il broncio mentre
gli altri soccorrevano il moro.
–
Aoi tutto bene? –
– Ahhhh ~ – Spostò il suo sguardo su
quello di Noboru che lo guardava
preoccupato, per passarlo su quello di Kai che lo guardava severo – Sono
morto? – Chiese il povero disteso sul pavimento.
– No scemo, ma la prossima volta potrebbe ucciderti sul
serio. – Il moro si
portò una mano sulla testa toccandosi il bernoccolo per poi
urlare di dolore.
La porta di legno si aprì, il professore comparve sulla soglia della porta. – Buongiorno ragazzi, dal casino che si sente direi che ci siete tutti. Su, venire di la che vi mostro la vostra nuova aula. – I ragazzi lo seguirono al di là della porta in fila. – Sono sicuro che vi piacerà. –
La
stanza era enorme, parquette e pareti di legno, attrezzi per gli
esercizi erano
in un angolo dell’enorme stanza, pesi e attrezzi per
potenziare i muscoli erano
in un altro. Dieci scaffali con varie armi erano appoggiati contro il
muro in
una stanzetta a parte. Gli spogliatoi con docce e stanza relax, erano
dietro
una porta di legno di pino vicino ai pesi.
– WHAUUUU!!!! Questo posto è fighissimo!!!
– Urlò Reita ammirando i pesi quasi
sbavando.
– Rei non voglio pulire la tua bava, vieni piuttosto a vedere
la stanza relax!
– Gli squittì contro Uruha. Ci misero
un’ora per finire il giro di
perlustrazione.
– Bene signorinelle, è il momento di cominciare
l’addestramento speciale. –
___
L’aria gli scompigliava appena i capelli, l’ombra
dell’enorme albero gli faceva
sentire freddo. Erano arrivati quando il sole era appena sorto, gli
altri
stavano ancora dormendo.
– Hai freddo? –
La voce femminile della
sua compagna di missione gli riempì le orecchie.
– No, voglio solo tornare a casa. – Disse Ruki
acido, aveva freddo ma non
voleva dar segno di debolezza. Avrebbe potuto alzarsi e andare sotto il
sole,
ma preferì restare lì.
– Ci torneremo una volta ultimata la missione, fra quanto
esploderanno le
bombe? –
– Fra un po’, credo. –
___
Il pugno di Kai finì dritto nella guancia di Reita facendolo
cadere a terra. Il
professore si precipitò in soccorso del biondo, gli altri
ragazzi mossero
qualche passo incerto verso di loro.
– Sto bene, sto bene. – Disse il biondo mentre si
massaggiava la guancia. Kai
gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi.
– Facciamo cambio, Noboru e Kaori. –
Ordinò il professore urlando. Kai e Reita
corsero a sedersi mentre gli
altri due
andavano a posizionarsi sul tatami.
– Kai, dove la nascondi tutta quella forza? – Si
massaggiava ancora la
guancia.
– Io? Ho le riserve nascoste, avevi dubbi? – Le sue
fossette meravigliose
emergono non appena le sue labbra si piegarono in un sorriso. Risero per poi concentrarsi
sul combattimento.
– Kaori non voglio farti male quindi mi lascerò
battere. – Noboru sorrise
malizioso ma la ragazza davanti a lui rimase seria.
– T-Tranquillo, non riuscirai a muovere un muscolo.
– Balbettò timidamente lei
facendosi ancora più seria.
– Yoi, hajimè! –
Urlò il professore
facendo iniziare i ragazzi a combattere.
Kaori scattò subito in avanti prendendo di sorpresa il
ragazzo che sgranò gli
occhi rimanendo immobile. Fece una finta con il pugno verso il suo
stomaco per
poi andare al suo mento. Lo prese in pieno mento. La testa del ragazzo
andò
all’indietro mentre il pugno si levava ancora verso
l’alto. Cadde all’indietro
mente la ragazza ritirava il pugno contro il petto. I presenti erano a
bocca
aperta, compreso il professore, poi si riprese. – Uh.. yame.
– Si avvicinò a
Noboru per constatarne le condizioni. Respirava a occhi chiusi.
– Bene,
facciamo una pausa, andate nella stanza relax. Amaya,vai a chiamare
l’infermiera.
–
– Si. – La ragazza corse verso
l’infermieria avvertendo che c’era bisogno
d’aiuto.
Gli altri ragazzi andarono nella stanza relax.
– Dite che Noboru si riprenderà? –
Chiese Uruha mentre si appollaiava sul
divano accanto a Reita.
– Certo è uno tosto. – Lo
rassicurò il biondo sorridendogli, per poi guardare
Kaori seduta sul divanetto in disparte. – Tu comunque hai una
forza sovraumana,
sei al pari con quella di Uruha. Impressionante. –
– M-Ma cosa dici? Ho solo anticipato la mossa. –
Balbettò lei arrossendo.
– Sul serio, è rimasto sorpreso anche il
professore, ci è riuscito solo Uruha
fino adesso. – Disse Aoi mentre di buttava di peso sulla
poltrona rossa
imbottita.
– La smettete di nominarmi ogni volta?! –
Squittì il castano alzandosi in piedi
di scatto.
– HAHAHA! Stai calmo, non è un segreto che hai una
forza sovraumana. – Scherzò
Kai seduto su una sedia di vimini accanto ad Aoi.
– No Kai anche tu! – Si lamentò ancora
il castano. Tutti si misero a ridere.
Nella scuola, la forza di Uruha era molto famosa. Non erano pochi i
banchi che
aveva rotto con potenti pugni per minacciare Aoi, o le porte dei bagni,
i
gessetti, le altalene, le canne da pesca etc. Una vip in gonnella, ma
non era
fiero di questa popolarità.
– Dai ragazzi rilassiamoci, fra poco arriverà
quello la per richiamarci
all’ordine. –
– Reita ha ragione, rilassiamoci un po’.
– Concordò Aoi mentre appoggiava i
piedi sul tavolino davanti alla
poltrona
___
– Tra un po’ quanto? Non è un tempo ben
definito? – La sua voce lo disturbava
ancora.
– Fra qualche ora, forse due, forse tre, non lo so. Forse
anche domani, chissà.
– Lo sguardo del piccolino si posò sulle nuvole in
cielo. La ragazza iniziò a
innervosirsi.
– Cosa vuol dire quello che hai appena detto? Quelle bombe
hanno un timer,
quanto hai messo? – Ringhiò lei andandogli vicino.
Lui ci pensò un attimo.
– Non lo so, il tempo l’ha impostato Takayuki.
– Subito, gli occhi della
ragazza si posarono sulla figura dell’uomo che aveva
accompagnato Ruki nella
missione delle bombe, era seduto accanto al tronco
dell’albero, intento a parlare con gli altri compagni. Si
alzò e camminò a passo svelto nella
direzione dell’uomo.
– Quanto tempo hai impostato alle bombe? – Lui si
girò verso di lei a
guardarla, era molto nervosa.
–
Stanotte, non voglio mica uccidere dei ragazzi innocenti. –
– STASERA?! Lo sai anche tu che non abbiamo molto tempo per
questa missione!
Dobbiamo far crollare questo paese non averne cura! –
Ringhiò rabbiosa lei,
alcuni uccelli presero il volo spaventati dalle sue urla.
– Lo so anch’io, – continuò
lui ignorando le sue urla isteriche – ma se ci
fosse tuo fratello la dentro faresti esplodere una bomba velenosa?
– La
discussione andava avanti, ma Ruki smise di ascoltarla, non gli
importava. Ogni
cosa che facevano non gli importava, come
agivano non gli importava.
L’aria fresca lo stava facendo rabbrividire.
Non vedeva l’ora che quell’assurda
missione finisse.
Ho voluto far parlare Ruki, era giusto che anche lui prendesse parte alla storia, e mi sembrava ingiusto farlo parlare a storia quasi finita quindi, ho deciso di dargli la parola. Ho cercato di far capire che situazione c'è all'interno del gruppo del Buio, ma non so se ci sono riuscita.
Infine l'allenamento nella nuova palestra. Ero indecisa su come farla, cosa metterci all'interno, poi ho deciso di metterci le solite cose che ci sono nelle palestre, ninja.
Spero che la storia vi piaccia! Mi ha fatto piacere leggere i commenti che avete scritto nei capito precedenti, e mi fa piacere che qualcuno segua questa stroria, perchè la davo già spacciata.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vanno bene anche critiche e suggeriementi. :) Non ho mai scritto così tanto prima d'ora.. bho..
Al prossimo capitolo!