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Autore: H A N A K O    02/11/2014    1 recensioni
Da anni, il paese del fuoco e quello del buio sono in guerra. La seconda grande guerra non era bastata a placare il loro odio. Ladri del paese del buio saccheggiavano i villaggi al confine del paese del fuoco, era così da sempre. I quattro ragazzi non sapevano il motivo del trasferimento del loro amico, ma speravano di rivederlo.
Genere: Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con molta lentezza, il piccolo Ruki si sedette sul tetto di una casa dietro al camino, dietro il lui il suo compagno di missione. L’altro uomo si avvicinò a lui accovacciandosi accanto.
− Sei stanco? −
− No, ho solo dormito poco durante il giorno. – Rispose il ragazzino guardando dalla parte opposta, verso l’orizzonte. Quell’uomo gli dava fastidio, lo infastidiva. Gli dava ordini in continuazione. Quella mettila là, nascondila bene, non fare troppo rumore, sbrigati, muoviti, dai andiamo. Non ne poteva più, però tra i due era il più esperto nel nascondere bombe e trappole, quindi doveva stare alle sue regole. Aveva due shuriken, avrebbe potuto usarne uno per recidergli la gola da parte a pare; ma non è ancora il momento per permettersi certi lussi.
− Bene, adesso andiamo a mettere l’ultima bomba. Dobbiamo andare alla scuola ninja. Andiamo. – L’uomo si alzò e, con un una spinta energica delle gambe, spiccò un salto fino al tetto successivo, non molto distante ma comunque lontano. Una volta atterrato sull’altro tetto, si voltò verso il piccolo ninja che era ancora seduto all’ombra del camino. – Sbrigati, manca poco all’alba, non c’è poi molto tempo. – Aveva sempre un tono autoritario, da capo. Peccato che nel gruppo era solo un sottoposto.
− Sì arrivo. – Disse acido il ragazzino, che alzandosi, spiccò un salto verso il tetto, dove quell’uomo odioso lo stava aspettando con impazienza, arrivandoci per un pelo. Arrivò sul bordo del tetto rischiando di cadere di sotto. Fece qualche passo avanti arrivandogli vicino.
− Bene, e ora andiamo, il tempo stringe. – Il piccolo annuì seguendo l’altro verso la scuola ninja, dovevano mettere la “loro trappola” all’interno della scuola.

 

Le sue esili dita aprirono la finestra del bagno delle ragazze. Una volta entrato, la puzza del gabinetto gli riempì le narici, si tappò il naso e uscì velocemente da lì. Percorse i corridoi fino alla stanza del preside e vi entrò, notò l’arredamento da ufficio e la sedia imbottita rossa dietro alla scrivania. Andò a sedersi su di essa, constatò la sua comodità e l’estrema morbidezza. Scivolò sotto la scrivania accovacciandosi al centro di essa. Prese un bomba dalla sacca che aveva a tracolla e la posizionò in un angolo, quello che gli sembrava più nascosto. Poi sgusciò fuori da lì e uscì da quella stanza. Mise altre bombe in giro per la scuola, le attivò e poi uscì da dove era entrato richiudendo il vetro della finestra.

Non importava se dentro c’era qualcuno, l’importante era distruggere la scuola.

I due ninja vestiti di nero fuggirono usando i tetti, corsero verso la foresta dove gli altri li stavano aspettando. All’orizzonte, il sole stava iniziando a sorgere.

____

Alle 07:30 era già sveglio. Era andato a letto prestissimo e ora era pronto per la faticosa giornata che lo attendeva. Aveva appena finito di fare colazione quando la madre entrò in cucina guardando il figlio con un’espressione sconvolta.
– Cosa ci fai tu qui? Non dovresti essere a letto a dormire? Come mai sei già in piedi? –
– Comincio un corso di specializzazione per diventare un ninja esperto, ecco perché mi sono alzato presto. Devo arrivare in orario il primo giorno. – La madre rimase a bocca aperta, era sempre più sconvolta.
– Torni per pranzo? –
– No. –
– Ti lascio il pranzo vicino ai fornelli, lo mangerai stasera. – Senza dare il tempo al figlio di rispondere, si voltò e sparì dietro la porta della cucina dirigendosi verso la camera da letto. Il ragazzo continuò a prepararsi ignorando lo sgomento della madre.

Uscì di casa quasi correndo, corse a prendere Uruha al negozio della madre per poi correre con l’amico verso la scuola. Arrivarono con il fiatone davanti all'edificio. C’era una volta in cui non arrivassero a scuola correndo?

Si diressero sul retro della scuola entrando dal cancello sul retro. Sempre correndo arrivarono alla porta in ferro verde dell’edificio, la aprirono e vi entrarono.  I loro compagni erano seduti contro la parete del corridoio, i  quali si girarono a fissarli quando entrarono.

– Ehi ciao, siete in ritardo lo sapete? – Li salutò allegramente Amaya alzandosi e correndo a salutarli.
– Come in ritardo? – Chiese Uruha triste
– Sto scherzando, non è ancora arrivato nessun professore. State tranquilli. – Si misero a ridere quando  lo sguardo di Uruha cade al centro del corridoio; Aoi e Kai stavano felicemente discutendo fra di loro ignorandoli. Salutarono l’allegra ragazza e si avvicinarono ai due amici. Il castano quasi corse e andò a davanti a loro.
– Ehi voi due, pensavate di ignorarci così facilmente per tutto il giorno? Avete sbagliato ninja! – Uruha gonfiò il petto e assunse uno sguardo e una postura fiera, i due a terra lo fissavano impietriti.
– Certo che no amore mio, solo che io  e Kai siamo arrivati presto e vi abbiamo tenuto il posto. – Aoi parlò con lo sguardo fisso sulle cosche del ragazzo che gli  stavano ad altezza viso. Reita andò a sedersi accanto a Kai, Uruha cercò di sedersi ma Noboru era troppo vicino ad Aoi e gli impediva di sedersi, anche vicino a Reita era occupato da Kaori.
– Ma non c’è spazio per me! – Esclamò sconsolato.
– Ma certo che c’è, ti ho tenuto un posto caldo fra le mie gambe non sei contento? Dovresti sentirti onorato. – Si trattenne dallo sbavare al pensiero di averlo seduto sulle gambe, cosa che infatti non successe. Il potentissimo pugno destro di Uruha colpì in pieno la testa del moro che  andò a sbattere contro al muro. Il pugno di Uruha fumava.
– Uruha ma cosa hai fatto?! – Disse allarmato Kai mentre soccorreva il povero Aoi. Era sdraiato sul pavimento e mugugnava frasi incomprensibili.
– La prossima volta impara a guardarmi le cosce, oh. –Mise il broncio mentre gli altri soccorrevano il moro.

 

– Aoi tutto bene? –
– Ahhhh ~ – Spostò il suo sguardo su quello di Noboru che lo guardava preoccupato, per passarlo su quello di Kai che lo guardava severo    Sono morto? – Chiese il povero disteso sul pavimento.
– No scemo, ma la prossima volta potrebbe ucciderti sul serio. – Il moro si portò una mano sulla testa toccandosi il bernoccolo per poi urlare di dolore.

La porta di legno si aprì, il professore comparve sulla soglia della porta.  – Buongiorno ragazzi, dal casino che si sente direi che ci siete tutti. Su, venire di la che vi mostro la vostra nuova aula. – I ragazzi lo seguirono al di là della porta in fila.  – Sono sicuro che vi piacerà. –

La stanza era enorme, parquette e pareti di legno, attrezzi per gli esercizi erano in un angolo dell’enorme stanza, pesi e attrezzi per potenziare i muscoli erano in un altro. Dieci scaffali con varie armi erano appoggiati contro il muro in una stanzetta a parte. Gli spogliatoi con docce e stanza relax, erano dietro una porta di legno di pino vicino ai pesi.
– WHAUUUU!!!! Questo posto è fighissimo!!! – Urlò Reita ammirando i pesi quasi sbavando.
– Rei non voglio pulire la tua bava, vieni piuttosto a vedere la stanza relax! – Gli squittì contro Uruha. Ci misero un’ora per finire il giro di perlustrazione.
– Bene signorinelle, è il momento di cominciare l’addestramento speciale. –

___

L’aria gli scompigliava appena i capelli, l’ombra dell’enorme albero gli faceva sentire freddo. Erano arrivati quando il sole era appena sorto, gli altri stavano ancora dormendo.
– Hai freddo? –  La voce femminile della sua compagna di missione gli riempì le orecchie.
– No, voglio solo tornare a casa. – Disse Ruki acido, aveva freddo ma non voleva dar segno di debolezza. Avrebbe potuto alzarsi e andare sotto il sole, ma preferì restare lì.
– Ci torneremo una volta ultimata la missione, fra quanto esploderanno le bombe? –
– Fra un po’, credo. –

___

Il pugno di Kai finì dritto nella guancia di Reita facendolo cadere a terra. Il professore si precipitò in soccorso del biondo, gli altri ragazzi mossero qualche passo incerto verso di loro.
– Sto bene, sto bene. – Disse il biondo mentre si massaggiava la guancia. Kai gli tese la mano per aiutarlo a rialzarsi.
– Facciamo cambio, Noboru e Kaori. – Ordinò il professore urlando. Kai e Reita corsero a sedersi mentre  gli altri due andavano a posizionarsi sul tatami.
– Kai, dove la nascondi tutta quella forza? – Si massaggiava ancora la guancia.
– Io? Ho le riserve nascoste, avevi dubbi? – Le sue fossette meravigliose emergono non appena le sue labbra si piegarono in un sorriso.  Risero per poi concentrarsi sul combattimento.
– Kaori non voglio farti male quindi mi lascerò battere. – Noboru sorrise malizioso ma la ragazza davanti a lui rimase seria.
– T-Tranquillo, non riuscirai a muovere un muscolo. – Balbettò timidamente lei facendosi ancora più seria.
– Yoi, hajimè! –  Urlò il professore facendo iniziare i ragazzi a combattere.
Kaori scattò subito in avanti prendendo di sorpresa il ragazzo che sgranò gli occhi rimanendo immobile. Fece una finta con il pugno verso il suo stomaco per poi andare al suo mento. Lo prese in pieno mento. La testa del ragazzo andò all’indietro mentre il pugno si levava ancora verso l’alto. Cadde all’indietro mente la ragazza ritirava il pugno contro il petto. I presenti erano a bocca aperta, compreso il professore, poi si riprese. – Uh.. yame. – Si avvicinò a Noboru per constatarne le condizioni. Respirava a occhi chiusi. – Bene, facciamo una pausa, andate nella stanza relax. Amaya,vai a chiamare l’infermiera. –
– Si. – La ragazza corse verso l’infermieria avvertendo che c’era bisogno d’aiuto. Gli altri ragazzi andarono nella stanza relax.

– Dite che Noboru si riprenderà? – Chiese Uruha mentre si appollaiava sul divano accanto a Reita.
– Certo è uno tosto. – Lo rassicurò il biondo sorridendogli, per poi guardare Kaori seduta sul divanetto in disparte. – Tu comunque hai una forza sovraumana, sei al pari con quella di Uruha. Impressionante. –
– M-Ma cosa dici? Ho solo anticipato la mossa. – Balbettò lei arrossendo.
– Sul serio, è rimasto sorpreso anche il professore, ci è riuscito solo Uruha fino adesso. – Disse Aoi mentre di buttava di peso sulla poltrona rossa imbottita.
– La smettete di nominarmi ogni volta?! – Squittì il castano alzandosi in piedi di scatto.
– HAHAHA! Stai calmo, non è un segreto che hai una forza sovraumana. – Scherzò Kai seduto su una sedia di vimini accanto ad Aoi.
– No Kai anche tu! – Si lamentò ancora il castano. Tutti si misero a ridere.
Nella scuola, la forza di Uruha era molto famosa. Non erano pochi i banchi che aveva rotto con potenti pugni per minacciare Aoi, o le porte dei bagni, i gessetti, le altalene, le canne da pesca etc. Una vip in gonnella, ma non era fiero di questa popolarità.
– Dai ragazzi rilassiamoci, fra poco arriverà quello la per richiamarci all’ordine. –
– Reita ha ragione, rilassiamoci un po’.  – Concordò Aoi mentre appoggiava i piedi sul tavolino davanti alla poltrona
___

– Tra un po’ quanto? Non è un tempo ben definito? – La sua voce lo disturbava ancora.
– Fra qualche ora, forse due, forse tre, non lo so. Forse anche domani, chissà. – Lo sguardo del piccolino si posò sulle nuvole in cielo. La ragazza iniziò a innervosirsi.
– Cosa vuol dire quello che hai appena detto? Quelle bombe hanno un timer, quanto hai messo? – Ringhiò lei andandogli vicino. Lui ci pensò un attimo.
– Non lo so, il tempo l’ha impostato Takayuki. – Subito, gli occhi della ragazza si posarono sulla figura dell’uomo che aveva accompagnato Ruki nella missione delle bombe, era seduto accanto al tronco dell’albero, intento a parlare con gli altri compagni.  Si alzò e camminò a passo svelto nella direzione dell’uomo.
– Quanto tempo hai impostato alle bombe? – Lui si girò verso di lei a guardarla, era molto nervosa.

– Stanotte, non voglio mica uccidere dei ragazzi innocenti. –
– STASERA?! Lo sai anche tu che non abbiamo molto tempo per questa missione! Dobbiamo far crollare questo paese non averne cura! – Ringhiò rabbiosa lei, alcuni uccelli presero il volo spaventati dalle sue urla.
– Lo so anch’io, – continuò lui ignorando le sue urla isteriche – ma se ci fosse tuo fratello la dentro faresti esplodere una bomba velenosa? – La discussione andava avanti, ma Ruki smise di ascoltarla, non gli importava.  Ogni cosa che facevano non gli importava, come agivano non gli importava.
L’aria fresca lo stava facendo rabbrividire.  Non vedeva l’ora che quell’assurda missione finisse.

NOTE: Sono tornata con il seguito della storia. So che lo aspettavate (mi sto illudendo da sola), spero possa piacervi.
Ho voluto far parlare Ruki, era giusto che anche lui prendesse parte alla storia, e mi sembrava ingiusto farlo parlare a storia quasi finita quindi, ho deciso di dargli la parola. Ho cercato di far capire che situazione c'è all'interno del gruppo del Buio, ma non so se ci sono riuscita.
Infine l'allenamento nella nuova palestra. Ero indecisa su come farla, cosa metterci all'interno, poi ho deciso di metterci le solite cose che ci sono nelle palestre, ninja.

Spero che la storia vi piaccia! Mi ha fatto piacere leggere i commenti che avete scritto nei capito precedenti, e mi fa piacere che qualcuno segua questa stroria, perchè la davo già spacciata.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vanno bene anche critiche e suggeriementi. :)  Non ho mai scritto così tanto prima d'ora.. bho..

Al prossimo capitolo! 
   
 
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