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Autore: Romanova    02/11/2014    1 recensioni
[Orlando: A Biography]
Orlando e il tradimento, Orlando e il dolore.
Orlando che tenta di aggrapparsi a uno scoglio mentre il fiume del tempo, imponente e inevitabilmente, lo trascina nel futuro.
Cosa è, il rosso? Colore di morte, di passione, d'amore e di dolore.
E rosso è la vita di Orlando, come quella di tutti noi.
La storia avrebbe dovuto partecipare al contest a pacchetti sul Fanfiction Challengers II col pacchetto: prompt+ citazione+immagine.
Si ringrazia l'omonima, io ho scelto il prompt rosso.
E sì, vado sempre a beccare gli ultra-sfigafandom, io posso u_u.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Orlando sospirò e chiuse gli occhi beandosi dell’aria gelida che gli arrossa le guance mentre pattina di fianco a Sascia.
Il Tamigi congelato fa bella mostra dei personaggi che hanno popolato la storia quotidiana, rappresentanti di un tempo destinato a sparire e congelarsi.
La conversazione è ripresa dalla principessa che lo distoglie dal ricordare una candela rosa che profuma nella borsa di una fruttivendola dimenticata dal mondo.
Sorride alla compagna di amore e pattinaggio nei cui occhi ametista brilla un piacere sincero.
Nonostante tutto lo sguardo di Orlando cade su un ceppo secco e dimenticato su cui si posa una farfalla dimenticata dalla mano della neve.
Nulla è eterno quando i fiumi si sciolgono…
Lo sguardo del giovane nobile si incupisce profondamente e le sue graziose labbra si piegano in una smorfia traditrice, come tutte le donne (si noti, parliamo d’uomini), di angoscia profonda e fragilità.
“Cosa ti turba, amico mio?”
Il giovane studia la banda rossa che attraversa il petto di Sascia a segnalare la sua ambasceria cercando di dar voce al suo tormento.
“Vedo rosso, Sascia.”
Ho paura che tu mi morda come fece qualcuno prima di te.
“Cosa vuol dire? Non essere sciocco, siamo stati tanto bene…”
Il tronco spaccato che rimanda alle lacrime di un bambino, la farfalla dalle ali purpuree che svolazza lontano come la sua cieca fiducia nell’Universo così tipica dell’infanzia…
E’ ferito e ammetterlo gli fa male.
“Non sarà sempre inverno” mormora il moro proseguendo nella loro gita con far meditabondo.
Purtroppo l’umore di Orlando è sempre stato instabile e facilmente guastabile dagli eventi, seppur minimi, come un presentimento o una farfalla che si leva in volo.
Un giorno qualcuno disse che c’è una differenza fra un’anima e una giornata: una si può riparare, l’altra, quando viene lesionata –che sia da un morso o da un sorriso poco conta-, no.
Il vagare porta il nobiluomo e la principessa ad essere oggetto di chiacchiere.
Uno vi è  abituato e le ignora, guidato dalla sincerità, che è il peggior vizio del fanatico ma è anche la miglior arma dell’uomo equo, l’altra crede di essere superiore al mondo che la circonda.
*
Ha di nuovo provato l’orrida sensazione d’essere stato raggirato,  tradito e abbandonato.
Chiude gli occhi respirando forte.
Si è detto che Natascia non lo avrebbe tradito mai: è troppo bella, troppo dolce e poi parla francese con quel duro accento che tanto contrasta col viso fine…
Si è illuso di poter essere amato a dispetto delle sue origini, del suo comportamento, del suo atteggiamento, della sua cultura.
E ha sbagliato.
E’ la fuga che lo spinge sino a sentire bruciare i muscoli offesi delle gambe, scappa lontano, fugge e non si volta indietro.
Come se al posto del suo cuore si fosse infranto uno specchio che si potesse riparare con il semplice allontanarsi dai cocci.
Illusione, pura illusione.
Dolore, forse persino sangue, sangue simile a quello degli stessi plebei che scorrono sotto il suo sguardo disattento e di cui si dimenticherà presto, perché i fiumi scorrono implacabili e inevitabilmente ti conducono lontano.
Ti spingono a ricominciare, invariabilmente, a fare le stesse scelte.
L’uomo non impara mai, Orlando! Ma tu cosa sei, in realtà? Ed è poi così importante saperlo?
No, lo sappiamo entrambi.
Fuggi veloce verso un nuovo porto, amico mio.
Il ghiaccio si scioglie, il tempo fugge e tu devi ripartire per la tua avventura spaventosa e fantastica nel contempo, in cui ti è consentito di illuderti di poter decidere cosa è giusto e cosa sbagliato cambiando punto di vista.
E’ il giro del mondo quel che ti attende.
Salpa, ordunque ! Il vento chiama te e me, non possiamo tirarci indietro davanti alla sua eco.
Sali sul ponte della nave non ti volti indietro nemmeno un minuto mentre l’aria fredda ti scompiglia i capelli e il disgelo prosegue il suo cammino.
Magari un giorno lontano avresti visto la bellezza di quanto ti è capitato, superando il dolore per la partenza e la delusione del tradimento.
Un giorno ti volterai, Orlando, a guardare l’infinito scorrere del tempo dietro e davanti a te, capendo quanto in realtà hai fatto per te stesso, chiunque tu sia, e per il tuo futuro, ovunque sia.
E sfrecciando su un viale della Londra novecentesca con i panni appena acquistati in merceria, noterai che non hai ancora dismesso il vizio di portare le scarpe rosse come il sangue e la fascia di tanto tempo prima con la gonna bianca della messa, linda come la neve fresca.
E le calze grigie, come l’acqua del Tamigi, ti ripeteranno che non resta nulla tranne quello che decidi di trattenere portandolo sulla riva del fiume, ribellandoti al tempo.
Hai scelto il primo amore, Orlando, ma cosa importa?
Oggi sorridi anche se la vita non ti sorride.
Basta colorarla con un po’ di rosso per andare avanti.

 
   
 
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