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Autore: DanzaNelFuoco    02/11/2014    5 recensioni
Questa storia partecipa al "Like Frankenstein... Junior!" parody contest indetto da TheHeartIsALonelyHunter sul forum di efp.
- Intro:
Avevamo davvero pensato che Harry fosse morto quel giorno, avevamo davvero pensato che tutte le nostre speranze fossero crollate, ma grazie al cielo così non è stato. Certo nessuno di noi aveva pensato che il "potere sconosciuto" di Harry fosse... beh, quello. Non dopo che Silente aveva continuato ad insistere con tutta la faccenda dell'amore.
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Fu scagliato una, due, tre volte in aria: i suoi occhiali volarono via e sentì la bacchetta scivolare un po' sotto gli abiti, ma restò molle e inanimato, e quando cadde giù per l'ultima volta per la radura risuonarono risate di scherno.
"Ora" proclamò Voldemort "andremo al castello e mostreremo a tutti che fine ha fatto il loro eroe. Chi di voi trascina il corpo? No... un momento..."
Una nuova esplosione di risate e dopo qualche istante Harry sentì il suolo vibrare accanto a sé.
"Lo porterai tu" disse Voldemort. "Lo si vedrà bene tra le tue braccia, no? Raccogli il tuo piccolo amico, Hagrid. E gli occhiali... mettetegli gli occhiali... devono riconoscerlo."
Harry Potter e i Doni della Morte
 
 
Avevamo davvero pensato che Harry fosse morto quel giorno, avevamo davvero pensato che tutte le nostre speranze fossero crollate, ma grazie al cielo così non è stato. Certo nessuno di noi aveva pensato che il "potere sconosciuto" di Harry fosse... beh, quello. Non dopo che Silente aveva continuato ad insistere con tutta la faccenda dell'amore. Anche se non ho ancora capito se "quello" sia stato la sua miopia o la sua fortuna incredibile. A conti fatti, suppongo la seconda.
Comunque sono qui per raccontarvi di come Harry Potter fece sì che l'Oscuro Signore perisse per mano di un esponente della nobile casata dei Tassorosso.
L'avevamo visto morto, o almeno così credevamo, tra le braccia di Hagrid, ma tra la confusione che era seguita - Neville che aveva ucciso Nagini, i centauri che avevano attaccato, lo scontro tra i giganti - lo avevamo perso di vista. Dopotutto era un cadavere e noi eravamo vivi e ci sarebbe tanto piaciuto continuare a esserlo. Eravamo stati spinti dalla foga verso la Sala Grande, o almeno quello che ne rimaneva, solo due pareti erano ancora in piedi, mentre gli altri due lati si affacciavano sull'esterno e fu questo che ci regalò la vittoria.  
Ora, io non so quanto voi siate esperti di ottica, ma è un dato di fatto che una mezza talpa come Harry, senza occhiali, non veda a un palmo dal naso. Figurarsi prendere la mira su un bersaglio semi-mobile che sta cercando di ucciderti. Perciò torniamo alla fortuna sfacciata.
Harry aveva fatto un discorso avvincente, davvero, una schermaglia con Voldemort era l'ultima cosa che volevamo. Dateci pure dei cinici, ma eravamo stanchi, feriti, sanguinanti, in fase di elaborazione di lutti appena avvenuti e l'unica cosa che volevamo era che Harry uccidesse Voldemort per poter andare a casa, seppellire la testa in un cuscino e non svegliarci per i prossimi sei mesi. Perdere tempo a raccontare al tuo nemico come lo stai per sconfiggere non era la cosa più intelligente da fare, ma dopotutto era lui che doveva fare il lavoro sporco, perciò alla fine non è che ci lamentammo più di tanto.
Discussero un po', manie di protagonismo da prime donne in stile "io sono meglio di te- no, io lo sono" e tutti noi stavamo davvero pregando che Harry non stesse bluffando e avesse davvero in mano le carte per farci vincere. Silente non poteva aver preventivato che quel imbecille di Draco Malfoy lo disarmasse e diventasse il proprietario della Bacchetta di Sambuco, meno che mai che Harry avrebbe avuto l'occasione di disarmare il Furetto, era qualcosa di talmente arzigogolato e improbabile che non poteva essere stato pianificato. Hermione dice che una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta,  per quanto improbabile, deve essere la verità (ci tiene a farvi sapere che non è farina del suo sacco), anche se io propenderei più verso l'esagerata fortuna di Harry. Comunque la Bacchetta di Sambuco era davvero di Harry, alla fine. O così o non si spiega come Voldemort abbia fatto cilecca, spedendo l'Anatema che Uccide alle sue spalle e perdendo la bacchetta nel farlo.
Forse perché, dopo che Harry gli aveva rivelato tutto il complicatissimo piano di Silente, questo non era particolarmente contento, quindi potrebbe essersi fatto prendere un po' troppo la mano nella foga. Dieci centimetri più a destra e avrebbe colpito Harry che cercava di non cadere.
Ah, ecco un altro po' di quella fortuna madornale. Ora se uno, così a caso, diciamo un potente Signore Oscuro, volesse uccidervi a tutti i costi e vi si parasse davanti con un Avada Kedavra sulla punta della lingua, sapendo che uno non può vivere se l'altro sopravvive, cosa fareste? Sono abbastanza certo che non gli lascereste contro un Expelliarmus. Beh, Harry lo ha fatto. E non so se ricordate che Harry è una talpa senza occhiali - ah, non vi ho detto che Harry aveva gli occhiali rotti quel giorno? E mai che in sette anni si fosse dato la pena di imparare un incantesimo per raggiustarli - o che l'Expelliarmus per essere eseguito bene comporta uno spostamento del peso da una gamba all'altra (e quindi posizionarsi su una pozza di sangue potrebbe essere deleterio per il vostro equilibrio). Comunque Harry fece tutte queste cose e sopravvisse per raccontarle. Ditemi voi se quest'uomo non è un contenitore di Felix Felicis ambulante!
Scivolò sulla pozza di sangue - inutile dire che l'incantesimo non raggiunse mai Voldemort, in compenso la McGrannit non fu contenta di dover andare a recuperare la sua bacchetta dispersa chissà dove - cercò di mantenere l'equilibrio, riuscendo miracolosamente a evitare l'Anatema che Uccide, e questo fu il suo grande contributo alla definitiva e finale morte di Voldemort (oltre alla distruzione dell'ultimo Horcrux nella sua testa).
L'Anatema che Uccide fece una vittima e fu proprio quella vittima a scatenare la furia omicida repressa della più insospettabile. Mai morte portò più vantaggi di quella del Platano Picchiatore. Con mia grande soddisfazione l'albero malefico che aveva deciso di distruggere la Ford Anglia di mio padre era stato abbattuto. Peccato che non tutti la pensassero come me. Certo, perché mai gioire della distruzione di un albero il cui unico scopo nella vita è annientare qualunque cosa si aggiri nei suoi dintorni? La McGrannit lanciò un urlo agghiacciante - manco fosse stata lei a piantarlo -,  Neville si gettò con foga su Voldemort - che stava ancora fissando sconvolto Harry per essergli sopravvissuto - brandendo la spada di Grifondoro al grido di "non toccare le mie piantine!", ma la cosa più inquietante fu lei. La professoressa Sprite.
Ancora una volta non ci accorgemmo di nulla, sul momento. Le era sfuggito un piccolo singhiozzo dalle labbra, così mi hanno raccontato quelli che erano accanto a lei, ma poi la loro attenzione era stata calamitata da Neville e nessuno si era accorto che si fosse allontanata. Tutti gli occhi erano concentrati su Neville che cercava di infilzare Voldemort con poco successo. Insomma, un conto è decapitare un serpente prendendolo di sorpresa, ma il nuovo obbiettivo schivava, saltava e parava i colpi con l'attizzatoio del caminetto (Hermione tiene a farvi presente che sembrava Zorro, chiunque egli sia) e non era proprio disposto a farsi uccidere così in fretta. Stava già mettendo in difficoltà Neville, quando Harry... ah sì, Harry stava ancora cercando di capire cosa fosse successo, guardandosi intorno per cercare di capire cosa avesse scatenato tutto quel trambusto, quindi no, Harry non c'entra niente. Stavo dicendo? Ah, sì, ci sono. Voldemort stava già mettendo in difficoltà Neville, la spada di Grifondoro gli era appena volata dalle mani, quando la professoressa Sprite tornò. Ce ne accorgemmo perché lanciò addosso a Voldemort qualcosa di marrone rossiccio.
Parola mia, non aveva mai visto niente di più spaventoso di quella donna. Aveva gli occhi iniettati di sangue, un cipiglio da far invidia a Severus Piton, i capelli arruffati dalla battaglia. Forse sarà stata la suggestione, ma mi sembrò che ringhiasse.
L'oggetto che la Sprite aveva gettato si ruppe contro la schiena di Voldemort, rivelandosi essere un vaso di terracotta.
"Engorgio!" strillò lei e il contenuto del vaso cominciò a crescere esponenzialmente, avviluppandosi attorno alla nera figura. Colto di sorpresa Voldemort cominciò a dimenarsi come una donnicciola che cerchi di scrollarsi un insetto dalla schiena (e no, non come me con un ragno, proprio no, grazie), incitando inconsciamente la pianta a protrudere le spire sul suo corpo.
La bocca di Neville assunse una forma di "O" ben definita, mentre gli saltava alla mente lo stesso nome a cui avevamo appena pensato tutti. Tranello del Diavolo.
La Sprite aveva lanciato addosso a Voldemort del Tranello del Diavolo.
Se ne rese conto anche lui perché improvvisamente smise di muoversi e la pianta reagì di conseguenza, allentando la presa dei suoi rami.
"Oh, no, no, no, no, no! Non te la caverai così facilmente!" Era indemoniata. "Per il Platano Picchiatore! Tarantallegra!"
Il corpo di Voldemort fu scosso da spasmi, le gambe che non riuscivano a stare ferme si muovevano come in preda ad una danza frenetica. Sarebbe stato spassoso se i tralci di Tranello del Diavolo non avessero ripreso immediatamente vita, avvolgendolo completamente, strisciando fino a soffocarlo.
"Finite Incantate!" gridò un Mangiamorte con po' di buon senso nel tentativo di salvare il suo signore, ma era troppo tardi. La pianta ritornò il vilucchio che era stata e il corpo del mostro che avevamo cercato di sconfiggere in tutti i modi si accasciò a terra, le labbra bluastre per la mancanza di aria.
E quindi questa è la storia di come il Platano Picchiatore, riposi in pace, si immolò per salvarci tutti da Lord Voldemort. Non lo chiamiamo più Tu-Sai-Chi da diciannove anni.
E tanti saluti a Harry. 
  
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