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Autore: _Rainy_    02/11/2014    0 recensioni
Era l’anno Beta-072, l’anno nel quale, secondo le stime scientifiche, l’umanità aveva fatto i maggiori passi avanti nel campo della tecnologia, della scienza o della biologia degli ultimi 130 anni.
In un futuro non troppo lontano, i cyborg sono creature disprezzate e oppresse. Solo una leggendaria e misteriosa creatura può riportare un equilibrio in un mondo accecato dall'odio e dall'egoismo; una persona che non esiste più da molto tempo; una persona che saprà unificare la razza umana e la razza cyborg per la costruzione di un mondo migliore.
A due eroi la ricerca di questa creatura, per fermare la guerra che lentamente sta distruggendo il loro mondo.
Un universo iper-tecnologico e un governo giusto da un lato; la brama umana di supremazia dall'altro.
Genere: Fantasy, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Anno Beta-072


01.
 Ghiaccio


- Signore, è venuto il momento.
- Si, Ber-7. Fai strada.

Rilah si alzò dalla scrivania alla quale era elegantemente seduto per seguire la serva, guardandosi un’ultima volta al grande specchio che ornava la parete vicino a lui.

La liscia parete di bio-vetro gli restituì l’immagine di un uomo sui trentacinque anni, alto e di bell’aspetto, con una liscia carnagione olivastra. Aveva due incredibili occhi viola frutto di una costosa mutazione genetica, indossava dei vestiti dal pomposo stile ottocentesco e pesanti anelli dorati.
Sospirò: amava il suo aspetto e aveva un debole per l’aria retrò dei castelli, dei panciotti e del broccato. Tutto doveva essere a tema nella sua magnifica dimora: servitori, cameriere e persino le occasionali amanti che vi sostavano qualche giorno.

La serva aspettò impaziente vicino a lui, scrutandolo con i suoi occhi bionici.
Il suo aspetto era stato definito a tavolino da Rilah stesso, che desiderava una serva alta e formosa, con lisci capelli sintetici azzurrini e una pelle metallica lucida, pronta a soddisfare qualsiasi suo bisogno. Rilah aveva espressamente richiesto, oltretutto, un cyborg con un carattere docile e arrendevole e in pochi giorni gli era stato recapitato Ber-7.

- Andiamo, Berry. – La cyborg, nonostante gli dovesse obbedienza, odiava quel soprannome e fremeva di irritazione ogni volta che Rilah la chiamava così.

Gettò un ultimo guardo alla stanza, arredata in un superbo stile retrò, e spalancò il portone, reggendolo durante il passaggio del signore.
Attraversarono il palazzo e le sue numerose sale a tema, fino all’uscita sull’ampio terrazzo al terzo piano, dove una modernissima navicella spaziale aspettava il suo padrone con il motore acceso, che diffondeva un leggero ronzio nell’aria circostante.

Un cyborg con un’assurda parrucca settecentesca francese gracchiò:
- Signore, saremo pronti alla partenza tra qualche secondo. Stiamo finendo di fare rifornimento.

Rilah annuì e osservò distrattamente il motore della navicella, collocato sotto la cabina di pilotaggio, che si illuminava di azzurro mentre assorbiva l’anidride carbonica presente nell’atmosfera.
Era un autentico prodigio della tecnologia e Rilah si era assicurato di averne l’ultimo modello. Il liscio metallo scuro di cui era fatta e gli inserti azzurri che le permettevano di ricaricarsi durante il volo non solo la rendevano funzionale e moderna, ma anche un vero gioiellino dal design accattivante.

Salì a bordo e si accomodò, rilassato, godendosi il panorama.
La sua villa sorgeva parecchio in alto e poteva godere delle punte dei luccicanti grattacieli che spuntavano dalla cappa di smog che da anni paralizzava la vita ai piani bassi degli edifici.
Una rigida scala gerarchica regolava la distribuzione della popolazione in quei mostri di almeno 2000m di altezza, e poi c’erano quelli come lui: favolosamente ricchi da permettersi una villa esclusiva fuori città.
Rise al pensiero dell’immensa fortuna accumulata negli anni e si preparò al decollo.

Il jet si alzò in volo silenziosamente, mentre il cyborg che lo guidava si collegava ai comandi del velivolo e impartiva soluzioni all’intelligenza artificiale della navicella.
In pochi secondi si lasciarono alle spalle il caos della città per sorvolare le zone desertiche di Forgensberg, ampie lande rocciose desolate quasi perennemente coperte di neve o sferzate dalla pioggia e dal vento. Una violenta pioggia, che poi si trasformò in grandine, si abbatté sulla navicella, che proseguì imperterrita il suo percorso, attraversando in qualche secondo i 5.000km che mancavano alla loro destinazione.

I propulsori della navicella rallentarono gradualmente fino all’atterraggio sulla cima di un monte.
Bre-7 porse una giacca a Rilah, che si guardò intorno con un ghigno: il paesaggio che gli si presentava dagli ampi finestrini del jet privato era mozzafiato; una catena montuosa coperta di candida neve bianca nel bel mezzo di una tormenta. L’ululare del vento si udiva anche dall’interno del velivolo e sembrava l’urlo straziante di qualche creatura.

Quando scesero dalla navetta Rilah notò la cava dentro alla quale sarebbero dovuti entrare e le centinaia di pellegrini accampati davanti alla grotta, al gelo. Con disgusto vide anche qualche cadavere congelato, ormai diventato duro per il freddo.

Ber-7 si fece strada attraverso la folla di accampati avvolti come potevano nelle coperte, che al suo passaggio la guardava con un mito di circospezione e ammirazione. Erano tutti poveracci che probabilmente avevano affrontato un lungo viaggio per giungere fino lì.

Rilah non li degnò neanche di uno sguardo, consapevole che essi provavano per lui un misto di gelosia, odio e ammirazione e che lo stavano seguendo con gli occhi. Un bambino provò ad avvicinarsi, ma la madre lo fermò subito, sussurrandogli parole severe all’orecchio. Il silenzio era irreale, a parte i persistenti ululati del vento.

Ber-7 e Rilah entrarono scorati dalle guardie nella grotta, dove i poveracci si erano disposti in una disordinata fila, che si addentrava nelle profondità della caverna. Molti avevano acceso un fuoco, provando a riscaldarsi.
Nessuno osò opporsi, anche se Rilah stava effettivamente superando tutti. Ber-7 lo guidò fino alla zona più profonda del labirinto, protetta da un pesante portone di pietra davanti al quale erano accampati i primi pellegrini.

- Siamo arrivati, signore. – Disse Ber-7 e aprì la porta con decisione.

La grotta riluceva di luce candida. Stalattiti, stalagmiti e colonne si alternavano in un panorama suggestivo, creando giochi di luce e sporgenze dalle strane forme e la temperatura era mite e piacevole. Un torrente attraversava la caverna e lo scroscio dell’acqua non cessava mai. Ma Rilah non era certo lì per ammirare il paesaggio.

Su un trono di ghiaccio sedeva una donna bellissima. Aveva la pelle chiara, lisci capelli biondi lunghi fino ai piedi, occhi completamente azzurri e orecchie a punta. Indossava un succinto vestito rosso lungo fino ai piedi con intarsi metallici.

- Rilah, tesoro! – Sussurrò la creatura con una voce acuta e ammaliante.
- Come andiamo Schitah? – Sorrise l’uomo, falsamente amabile.
- Ci sono stati tempi migliori su questo mondo… Di cosa hai bisogno? – Si fece improvvisamente seria Schitah.
- Lo sai. Non devi creare la Pozione. – Affermò improvvisamente severo Rilah.
- Quale pozione? – Chiese ingenuamente la creatura.
- Lo sai. La pozione per far resuscitare Thora. Lei non deve rinascere.

La creatura si alzò e camminò fino a Rilah ondeggiando i fianchi, poi gli posò una candida mano su una guancia:
- Non ti crucciare Rilah. Io non posso fare nulla. Le guardie reali sono già venute a chiedermi una cosa del genere, ma non è possibile. Le uniche creature che possono resuscitare Thora sono gli Shiriani che abitano sulle montagne di ghiaccio. O forse farei meglio a dire “abitavano” visto che sono estinti! – Poi proruppe in una risata stridula e seducente.

Rilah, visibilmente sollevato, le accarezzò una guancia con un pollice, mentre Ber-7 si girava dall’altra parte, disgustata da un gesto che non comprendeva.

- Sono felice di sentirlo Schitah. – Sorrise Rilah. – Però ho bisogno di sapere che sei assolutamente sicura di quello che dici, Oracolo.

Gli occhi di Schitah divennero più scuri e delle venature azzurre cominciarono a disegnarsi rapide intorno ai suoi occhi, fino a creare complicati disegni sull’intero volto della creatura. Quando parlò una moltitudine di voci si sovrapponevano alla sua, rendendo molto difficile capire cosa stessero recitando in coro:
- Rilah, figlio di Asup, lo confermo. Per resuscitare Thora serve il potere di uno Shiriano e non esistono più Shiriani sulla terra dalle tre guerre di sterminio condotte contro di loro negli anni Alfa-2799, Alfa-2820 e Alfa-2834.

Le linee blu sparirono e Schitah si accasciò a terra. Lo sguardo di Rilah tornò freddo e indifferente e fece cenno a Ber-7 di andarsene.
- Verrai pagata alla solita maniera. – Sibilò Rilah prima di uscire e andarsene.

-

Quando furono di nuovo sulla navicella Rilah chiese senza indugio a Ber-7:
- Ehi stronzetta, aggiornami sugli Shiriani al giorno d’oggi.

Ber-7 emise qualche ticchettio e avviò la modalità ricerca. In pochi secondi si mise a recitare:
- Gli Shiriani, chiamati così dallo scienziato Albert Shirian nell’anno Alfa-009, sono una specie aliena proveniente da una dimensione o da un pianeta ignoti che entrarono in contatto con la terra nel 2993dC, secondo la numerazione degli anni applicata in quel tempo. Atterrarono il 21 Dicembre nella città di New York e si dichiararono pacifici fin da subito. Sono creature alte circa due metri, con la pelle azzurra o verde e con caratteristici occhi privi di iride o pupilla, completamente bianchi. Si vestono con tuniche di stoffa grezza fatte con materiali sconosciuti e possiedono una capacità cerebrale maggiore del 405,78% di quella umana. Le loro conoscenze tecniche, filosofiche, militari, scientifiche o umanistiche sono immense e molti pensano che il sapere degli Shiriani racchiuda la risposta a tutte le grandi domande di questo universo. Le loro origini sono misteriose, così come il loro obiettivo. Nell’anno 3001, ossia anno Alfa-001, l’umanità venne decimata da un morbo di origini misteriose che venne fatto risalire agli Shiriani, dato che non si riuscì a capire alcunché sulla malattia. Tutt’oggi quel morbo rimane sconosciuto e incurabile ed è stato chiamato MorboSX. Gli Shiriani vennero cacciati dal nostro pianeta a causa dell’accusa mai dimostrata di aver portato la morte nel nostro mondo e vennero condotte tre guerre contro di essi, che alla fine se ne andarono sul nostro pianeta o si rifugiarono sulle montagne di ghiaccio, dove vennero definitivamente sterminati il 2 Novembre dell’anno alfa-2890. Al giorno d’oggi non è più stata rilevata alcuna attività Shiriana sul nostro pianeta, nonostante molti governi usufruiscano ancora dei loro insegnamenti.

Poi Ber-7 tacque, in attesa di nuove istruzioni.

Rilah ghignò:
- Molto bene, allora Schitah diceva la verità. Direi che possiamo tornare a casa. Ho una prigioniera da interrogare…

 


- ANGOLO DELL’AUTRICE –
Benvenuti al secondo capitolo di questa entusiasmante (?) storia c:
Anche questo fungeva un po’ da Prologo, quindi non ho niente da dire, perché non c’è ancora niente di particolare su cui soffermarsi “>.<
In ogni caso grazie per essere arrivati fino qui :3,
_Rainy_
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