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Autore: Marzio C    03/11/2014    1 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 23
 
 
 
Seduti sul dondolo in uno dei porticati della casa bianca i due innamorati stavano scambiandosi delle innocenti effusioni, quando di punto in bianco lei disse: “Zach, vorrei raccontarti una cosa, posso?”
 
“E me lo chiedi? Certo che sì”
 
“Qualche anno fa, ho preso una cotta per un ragazzo più grande di età, i primi tempi andava tutto bene, poi cambiò. Divenne insistente, voleva “La grande prova d’amore” Io non ero pronta. Una sera tornati da una festa, tentò di violentarmi, riuscii a fuggire prima che accadesse. Il mondo mi crollò addosso, ero disperata e senza accorgermi caddi in depressione. Poi pochi giorni fa sei comparso tu.
 
Amore mio grazie per avermi salvata, grazie per avermi rispettata anche se quella sera a Camp David mi sarei concessa, grazie perché mi ami sebbene io sia strana, grazie per essere qui stasera.”
 
“Pamela, io non sono in grado di cancellare le brutte cose del tuo passato, posso solo prometterti di cercare di rendere felici il tuo presente ed il tuo futuro e… grazie a te per amarmi”.
 
Finalmente il collegamento con la CB.
Chuck salutò il presidente che, dopo essersi accertato delle loro condizioni, volle subito un rapporto.
 
“Signor presidente, ritengo opportuno che lo faccia il mio secondo, praticamente è lui che ha portato avanti la missione dopo il mio ferimento. Tenente tocca a lei”.
 
“Direttore Bartowski è pronto anche suo il collegamento privato col direttore Walker”
 
“Grazie comandante.  Sarah, tesoro sei bellissima nonostante quel faccino stanco”.
 
“Charles, quelle zone del tuo corpo ancora senza ferite non saranno risparmiate dalla mia furia.  Ho una voglia tremenda di adoperarti come un sacco da boxe, mi hai fatto perdere 10 anni di vita. Chuck non ho più voglia di spaventi, non sono più adatta per questo tipo di vita. Promettimi, mai più operativi.  I ragazzi hanno detto che se non ci limitiamo ad un lavoro di intelligence faranno lo sciopero degli affetti.”
 
“Sarah posso solo prometterti che risolto il problema Anchors se vuoi potremo anche ritirarci.
Tesoro avrei tanta voglia di fare l’amore con te ma sono conciato da buttar via non saprei come fare.”
 
“Scemissimo, anche rovinato hai di queste velleità? Comunque non ti preoccupare il modo per farlo lo troveremo.  Adesso smettila che c’è Vonnie. Ti amo testone. Ti passo tua figlia.
 
“Papà, grazie a Dio sei vivo, anche a nome di Zach ti invito a smetterla di fare come se  nella vita tu fossi solo. A casa hai delle persone che ti amano esageratamente e che pretendono che tu rispetta i loro sentimenti quindi mantieni le promesse”.
 
“Come se non mi bastassero i pistolotti di tua madre, anche tu ti ci metti ora?
Non ti preoccupare, ho ricevuto il messaggio e farò il possibile per farlo. Zach dov’è?”
 
“Papà secondo te dove vuoi che sia? Da Pamela, naturalmente, ormai sta diventando un desaparecido per il resto della famiglia Bartowski”.
 
“Vonnie, per caso sei gelosa di tuo fratello? Mi domando da chi tu abbia preso….
George ha finito il suo rapporto, ora te lo passo. Ti abbraccio e ti bacio”.
 
Chuck chiese di essere spostato, non voleva che la sua presenza intimidisse i due ragazzi.
 
Mentre sua figlia e George stavano tubando, Dick gli stava svelando la parte del piano di Anchors di sua conoscenza. Di una cosa era certo, i mercenari avevano una buona scorta di gas nervino e di antrace.
 
Improvvisamente si udì un esplosione, l’aereo scivolò d’ala ed iniziò a perdere quota vertiginosamente.
 
A Washington udirono perfettamente la deflagrazione e la voce del comandante pilota che con freddezza chiamava il mayday dando le coordinate della loro posizione, si trovavano 75 miglia oltre le Azzorre e che avrebbero tentato un ammaraggio di fortuna. Riuscì ad avvisare che si trattava di un sabotaggio. In seguito solo un fruscio di sottofondo e basta.
 
Dalla Casa Bianca partirono immediatamente gli ordini alla flotta del Mediterraneo di far levare in volo i ricognitori a lungo raggio e che almeno tre navi appoggio raggiungessero la zona.
 
Sempre a Washington due donne si guardarono negli occhi, si abbracciarono piangendo disperatamente. Sarah, asciugò le lacrime alla figlia dicendole di non preoccuparsi, era sicura che tutti si sarebbero salvati, anche se in cuor suo ne dubitava tantissimo, poi scappò in bagno a vomitare.
 
Ripresasi chiamo il suo ufficio, ordinò che i generali Casey e Beckman fossero convocati con estrema urgenza all’intelligence e che mandassero una macchina scortata a prenderla. Doveva, assolutamente scoprire il bastardo che aveva tradito. Lo avrebbe torchiato lei, sì, ci avrebbe pensato lei. Non avrebbe avuto pietà.
 
Nella sala delle riunioni erano presenti tutti, compreso il presidente che la investì di pieni poteri.
 
Sarah prese la parola, era estremamente calma, il viso impassibile da giocatore di poker, guardò negli occhi tutti gli alti papaveri, qualcuno non resse quello sguardo da iceberg.
 
Signori, voglio che tutti i vostri uomini fidati analizzino telefonate, mail, sms di ognuno dei vostri collaboratori, passate al setaccio ogni tipo di comunicazione che possa essere stata inviata ai terroristi. Si levò un brusio, iniziarono le contestazioni. Sarah sbattè un pugno sul tavolo, ammutolirono. Senza alzare la voce sibilò “Mi sembra di avervi dato delle direttive, siete ancora qui?”.  Uscirono tutti con la coda fra le gambe, il presidente in silenzio salutò Sarah dandole un bacio sulla fronte.
 
Rimasta sola tornò nel suo ufficio, si sedette sulla poltrona, spense la luce chiuse gli occhi per qualche secondo… si alzò e di corsa tornò in bagno a vomitare, lo stress la stava uccidendo. 
 
Dall’Atlantico meridionale si stava muovendo verso ovest un fronte di perturbazioni che non lasciava presagire nulla di buono. 
 
 
   Continua….                                                                       Marzio C.

   
 
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