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Autore: Lost dreamer    21/10/2008    0 recensioni
Questa è una semplice riflessione, scritta in un momento difficile, un tributo a dei miei amici..
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è un semplice insieme di pensieri.. l'ho scritta l'altro giorno, dopo aver assistito al funerale della madre di una mia amica =(

Spero sia di vostro gradimento.. commenti sempre ben accetti ^^

E’ assurdo. Tutto questo è assurdo. Rasenta la pazzia.

Una Chiesa piena di gente che si accalca, gente che si alza sulle punte dei piedi per vedere, gente che piange senza ritegno.

Una folla enorme, in fondo alla folla l’altare e davanti all’altare qualcosa. Ha una forma strana, è color ebano ed è ricoperta da fiori e biglietti.

Una bara. Di solito lì dentro dovrebbe starci un vecchio, una persona anziana che ha già dato tutto quello che doveva dare, che ha vissuto ciò che doveva vivere e che è arrivato dove doveva arrivare. Ma non è così.

Lì non c’è un vecchio. Non c’è un malato.

C’è una donna. Una donna giovane, con una famiglia, con dei figli.

Già, dei figli. In prima fila, le camicie nere, il volto contratto in una smorfia di dolore, gli occhi persi e la mente confusa.

E tutto intorno la folla. Mi guardo intorno e mi chiedo cosa ci faccio lì e perché le mie guance sono bagnate.

Non la conoscevo, non conosco il figlio, conosco a malapena la figlia.

Eppure mi ritrovo qui a piangere, a fissare sgomenta quella maledettissima bara, a pensare a quanto può essere difficile la vita,

a quanto può essere tremendo perdere qualcuno di così importante.

Si fanno discorsi, si dicono parole che scorrono via velocemente, si sentono applausi, si può toccare il dolore con mano.

Finisce la Messa, inizia il corteo, si scende al Cimitero.

Uno dei posti che da piccola adoravo, lo trovavo silenzioso e tranquillo, un posto ideale dove nascondersi e stare un po’ da soli.

La bara viene messa dentro una tomba. Una foto, dei fiori, dei biglietti. Una benedizione.

Tutti tornano a casa, alcuni col naso chiuso per il troppo piangere, altri con le camicie inzuppate di sudore per il caldo della Chiesa.

Tutti tornano a casa e ricominciano la vita di prima. Tutti, tranne loro.

I famigliari. Guardo il marito, che ha perso l’amore.

Guardo la sorella, che ha perso un amica, guardo il figlio, che ha perso una madre.

Guardo la figlia, e mi viene di nuovo da piangere.

Perché devono soffrire così?

Mi dispiace. M dispiace da morire, davvero.

Non è la prima volta.

Perdere una madre..

non è la prima volta.

C’è qualcuno, qualcuno che sa cosa si prova, qualcuno che sa cosa vuol dire,

qualcuno che ha sofferto come un matto, e quel qualcuno è accanto a me.

E oltre al dolore per la perdita della persona che hanno appena seppellito, oltre al dolore nel vedere un lutto tanto grande, nel vedere una famiglia così distrutta, sento un dolore più vecchio, un dolore che ho dentro da più tempo.

Il dolore di qualcuno a cui vuoi bene, di qualcuno che adori e che vedi soffrire senza poter fare niente, senza poter dire niente.

Pensi a quanto è stato sfortunato e ti rodi dentro.

Farei di tutto per aiutarlo perché lo adoro, semplicemente lo adoro, e sapere ciò che ha dovuto passare mi fa letteralmente impazzire.

È assurdo, semplicemente assurdo.

Cazzo, sono disposta a dare la mia stessa vita, pur di vederlo felice. Felice, una volta sola. Giuro che darei la vita.

Dedicato a G. Mi dispiace da morire, davvero.

E a M. Ti adoro. Non smetterò mai di ripetertelo.  PER ME SEI IMPORTANTISSIMO!!! E la vita, per te, la darei veramente.

  
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