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Autore: fanniex    03/11/2014    2 recensioni
... -Perché? Come sarebbe uno come Jared?-
Sbuffai ignorando completamente in che modo avrei potuto rispondere a quella domanda. Contemporaneamente però, sul palco, Jay era salito in bilico su una cassa, tendendo le braccia verso l'alto fino all'inverosimile. La sua maglietta sgualcita si era alzata talmente tanto da mostrare quasi per intero gli addominali perfetti e l'eccitante bordo della biancheria intima. Ovviamente tutte le altre ragazze presenti erano prossime all'infarto. ... [ da cap. 6 ]
Esplorazione della psiche di una donna, all'apparenza normale, che ha avuto la sciagurata idea di imbarcarsi con un Leto in uno dei viaggi più traumatizzanti della vita: la famiglia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11: IL DIARIO DI UNA DIVAH! … capitolo uno

 

 

-JARED's pov-

 

Ricordo come se fosse successo solo ieri, il primo istante in cui i miei occhi si posarono su di te.

Vittima della mia ennesima follia avevo trascinato il povero Tomo e le nostre due chitarre in una stazione della metropolitana di New York. A Union Square, per la precisione. E ci eravamo ritrovati seduti per terra, sulle custodie degli strumenti, a suonare come due artisti di strada qualunque.

A Beautiful Lie era già uscito da qualche tempo e grazie al successo di The Kill il mondo stava finalmente cominciando ad accorgersi di noi. Ma io non ne avevo ancora abbastanza.

Volevo sfondare.

Era il mio unico pensiero fisso. E sapevo che per farlo avrei dovuto buttarmi. Spingermi ancora oltre. Ad ogni costo. La gente mi avrebbe considerato un eccentrico. Forse soltanto un pazzo vanitoso e arrogante. Ma me ne fregavo.

In fondo, è tutt'oggi un opinione che non si discosta troppo dalla realtà.

Era sera, potevano essere le otto o poco più tardi. Un sacco di gente che scendeva dai treni o si apprestava a salirci ci passava accanto. Qualcuno, non pochi ad essere sinceri, si fermava ad ascoltarci e a cantare con noi.

Io e Tomo stavamo improvvisando qualcosa sulle note della nostra hit più famosa quando notai una ragazza, alta e biondissima, oltrepassarci per tornare subito indietro, euforica. Mi colpì immediatamente.

Era davvero bella da far girare la testa. Gambe chilometriche e fisico da top model. Lunghissimi e perfetti boccoli color dell'oro. Un tubino griffato che lasciava quasi nulla all'immaginazione.

Mi sorrideva maliziosa. Ed era bastato quel sorriso a farmi percepire perfettamente le sue intenzioni.

 

-Maddie! Muoviti o faremo tardi!-

 

Furono queste le prime parole che ti sentii pronunciare.

Sempre continuando a suonare, scostai lo sguardo da quella bionda sexy verso di te. Eri rimasta leggermente indietro e cercavi di trascinarla via spazientita.

Un paio di comunissimi jeans a tubo neri, una giacca scura e una camicetta bianca, graziosa ma fin troppo insignificante. I capelli, castani e non molto lunghi, raccolti in uno strano chignon da cui spuntavano dei ciuffi disordinati. Pochissimo trucco e praticamente zero accessori.

Ricordo che pensai subito che la bionda potesse essere una modella o un'attricetta in cerca di fama e tu, al massimo, la sua anonima assistente.

Ad ogni modo la tua amica non aveva manifestato la minima intenzione di muoversi. Rimase lì a fissarmi per tutta la durata della nostra esibizione estemporanea mentre tu sbuffavi e imprecavi pestando i piedi, dietro le sue spalle.

Terminata la canzone, e il bis che ne era seguito, quando ormai la gente aveva cominciato a defluire, io e Tomo ci intrattenemmo a parlare un po' con la biondina. Ci aveva subito informati che avevate i biglietti per una mostra al Met, una serata ad invito che era stata lei a procurarvi grazie alle conoscenze del padre. Era un pezzo grosso in Georgia, se non sbaglio? Ma eravate già in fortissimo ritardo quindi, purtroppo per voi, era comunque saltata. Una mostra su Raffaello, molto esclusiva e decantata.

Tu adori Raffaello. Sei così orgogliosa di discendere dalle sue stesse terre. Dici sempre che le proporzioni del mio profilo ti rammentano tanto i tratti pittorici armoniosi del grande artista rinascimentale. Chissà se lo pensi ancora? O forse oggi mi paragoneresti più ad un ritratto di Picasso! Oscuro e spigoloso.

Quando infine per farmi perdonare vi invitai entrambe in un locale per bere qualcosa, la tua faccia era già tutto un programma. Avresti voluto uccidermi seduta stante. Probabilmente gettandomi sotto uno dei treni della metropolitana.

Ma la tua amica insistette parecchio per convincerti e, alla fine, cedesti.

Così raggiungemmo Shannon e gli altri in un club del centro. C'era anche Babu quella sera. Immagino che sia stato allora che abbiate stretto amicizia, voi due. Non ci badai troppo. Mi vergogno come un cane a ripensarci adesso ma la biondina assorbì completamente la mia attenzione quella notte.

Ci accorgemmo soltanto dopo parecchie ore che tu e lui ve ne eravate già andati.

 

All'epoca il cordone di sicurezza intorno alla band aveva maglie piuttosto larghe e c'erano sempre un sacco di ragazze e di amici che si avvicendavano senza controllo all'interno della crew. Emma aveva cominciato a lavorare come mia assistente personale da pochissimo tempo e forse era ancora troppo intimidita dal mio modo di fare arrogante per impormi delle regole più ferree. Con gli anni si è rifatta con gli interessi, lo sai anche tu. Le voglio bene, ma la gente in realtà non si rende conto di quanto sia stata per me una sorta di tata svizzera, inflessibile ed intransigente.

Comunque, tu e Maddie entraste di diritto nella lista dei desiderati sin da subito. Non so quanto a te la cosa facesse piacere. Anzi, pareva proprio che in realtà tu avresti fatto di tutto pur di evitarlo, ma in quel periodo voi due sembravate inseparabili. Dove era una c'era anche l'altra. E sì che non avevate nulla in comune. Ai miei occhi non sarebbero potute esistere due ragazze più diverse di così. Tanto la bionda era vivace ed espansiva, quanto tu eri irritante e sulle tue.

Frequentandovi scoprii che studiavate insieme alla Columbia University ed eravate persino compagne di stanza al campus. Vi sareste laureate a breve. Non per parlarne male ma Maddie era riuscita ad andare avanti unicamente grazie alle generose donazioni del paparino, al contrario di te che invece avevi potuto completare lì la tua specializzazione contando esclusivamente sulla borsa di studio per studenti esteri ottenuta grazie alle tue brillanti capacità. Studiavi storia dell'arte e la cosa mi impressionò molto favorevolmente, quando la tua amica me lo rivelò. Tu non eri molto loquace con me agli inizi e se mi rivolgevi la parola erano quasi sempre insulti mascherati da battutine sardoniche. E anche l'arte, argomento che appassionava entrambi, diventava facilmente terreno di scontro per noi.

Quante volte mi contraddicevi solo per il gusto di farlo, sii sincera? Bambina dispettosa!

 

A quei tempi ci stavamo preparando per il primo tour mondiale importante della band. Volevamo che tutto fosse perfetto, soprattutto io, pignolo ai limiti del patologico. Per questo ci eravamo imposti di fermarci a New York allo scopo di metterlo a punto al meglio.

Un pomeriggio in cui mi ritrovavo eccezionalmente senza far nulla, in quelle settimane di lavoro forsennato, fui preso dalla tentazione di fare un salto al vostro campus. Non ricordo neanche bene che cosa volessi di preciso. Se mi fossi messo in testa di farmi un secondo viaggetto sulla bionda o che altro. Non che in definitiva Maddie mi avesse conquistato un granché e lo sai bene. Era bella, sì! Ma credo anche che sia la ragazza più stupida con cui abbia mai avuto occasione di scambiare due parole. E io di oche ne ho conosciute parecchie.

Feci due moine delle mie alla ragazza che stava all'ingresso del dormitorio per farmi dare il vostro numero di stanza. La poverina non fece alcuna resistenza.

Un minuto dopo ero già lì, a bussare alla tua porta.

 

-Che cazzo ci fai tu qui?-

 

Fu così che mi accogliesti quel pomeriggio, ricordi?

Io riesco solo a pensare che quella fu la prima volta che mi ritrovai a tremare di fronte a te.

Indossavi una canotta nera attillata, con degli strani e ipnotici segni arancioni sopra, e un paio di cortissimi shorts in jeans, vecchi e un po' sformati. I capelli erano ancora raccolti alla meglio. Avevi gli occhiali quella sera. Un paio di occhialetti ovali con la montatura in bachelite nera che ti erano scivolati quasi fino alla punta del naso. Li metti sempre per leggere. Infatti il pavimento della tua stanza era cosparso di libri e fogli di ogni genere. Logicamente stavi studiando.

-Maddie non c'è!-  Mi ringhiasti contro indispettita.

E il tuo tono di voce non era l'unico dettaglio che mi dimostrasse chiaramente quanto non fossi felice di avermi lì tra le palle.

Avresti potuto polverizzarmi anche solo con lo sguardo!

-È tornata a casa per il week end. … Aveva un matrimonio o un battesimo … non ricordo.-

Io continuavo a fissarti inebetito, senza che il pensiero della tua amica mi sfiorasse minimamente in quel momento. Notai una matita sporgere dietro il tuo orecchio, mentre ti gingillavi con un'altra, stretta in mano. Era tutta mordicchiata.

E d'istinto ti guardai le labbra.

Sembravano disegnate. Di un rosa chiarissimo, con il contorno naturale e ben definito. Piccole ma piene. Formavano un delizioso cuoricino. Solo leggermente più secche, probabilmente a causa del gran caldo. Avrei saputo bene io come reidratartele.

Erano le labbra più belle che avessi mai visto. E lo sono ancora.

Eri quanto di più lontano dalle solite ragazze che stuzzicavano le mie fantasie, e non solo per le misure o per il colore dei capelli sbagliato.

Il tuo aspetto disordinato non era sexy, come quello delle modelle sulle riviste, ma solo disordinato.

La tua normalità non era maliziosamente acqua e sapone, ma semplicemente normale.

Eppure i miei occhi non ebbero mai occasione di ammirare qualcosa di più bello.

Mi innamorai di te in quel preciso istante.

 

-Stasera facciamo uno show di prova in un locale. Ci farebbe piacere un po' di tifo.-

Mi decisi finalmente a parlare, cercando di mascherare i palpiti stranamente accelerati del cuore con la mia abituale spavalderia.

-Hai sentito quello che ti ho detto? Maddie non c'è!-  Ribadisti tu, scocciata.

Cazzo, se eri dura, però!

-Infatti io lo sto chiedendo a te!-

Non volevo mica esserti da meno.

-Senti, Jared, sei molto gentile, davvero. Ma non mi sembra il caso. Sto studiando come vedi. Ho ancora l'ultimo esame prima della laurea e non posso tirare il freno proprio adesso …-

-Andiamo! È sabato sera. Staccare la spina per un po' non può farti che bene.-

In effetti sembravi piuttosto provata e sicuramente pensasti la stessa cosa anche tu in quel momento.

-Non ti piace proprio la nostra musica?-  Continuai a insistere, modulando la mia voce in modo da far crollare il tuo muro di diffidenza.

-No! … Ti sbagli. Siete bravi. … È solo che …-  Sbuffasti indecisa, ritirandoti su gli occhiali.  -… C'è anche Rob?-

Rob! Ti sei sempre rifiutata di chiamarlo Babu. Dici che è necessario che ci sia almeno uno che finga di fare l'adulto nella nostra famiglia.

Annuii sorpreso e al tempo stesso un po' deluso dalla tua domanda. Mi ferì non poco il fatto che sarebbe bastata la presenza del mio fratellastro a convincerti. E non la mia.

-Okay! Una birra forse è quello che mi serve. Dammi cinque minuti che mi metto qualcosa addosso!-

Quel riferimento mi costrinse a percorrere con lo sguardo il tuo corpo da capo a piedi.

Eri bellissima!

Come avevo potuto essere così stupidamente cieco da non essermene accorto prima? E perché adesso non riuscivo a pensare a niente altro che esulasse da te e dalla mia bruciante voglia di stringere il tuo corpo tra le braccia?

-Lo so che probabilmente per te è più che normale che una ragazza ti si spogli davanti senza problemi …-

Mi redarguisti un po' infastidita dal mio stato di inerzia ma ugualmente divertita.

-… Però non credo che ti dispiaccia troppo aspettarmi fuori, vero?-

Beh, non proprio! Anzi, a dire la verità mi dispiaceva eccome! Ma tu avevi già spalancato la porta e mi avevi gentilmente sbattuto fuori, ridendo allegramente.

E io ero rimasto ad aspettarti in corridoio. Ancora stordito ma felice come non ricordavo più di essere stato nella mia vita.

I tuoi cinque minuti durarono forse anche meno. Non sei mai stata una donna che si fa attendere ed è una fortuna dato che ci sono già io a fare la diva!

Uscisti dalla tua stanza praticamente come eri prima. Avevi solo sostituito gli shorts con dei jeans lunghi ed aderenti. Una sottile linea di matita nera aveva preso il posto degli occhiali. Stessa canotta. Che non potei fare a meno di fissare insistentemente, da bravo maniaco.

Ho sempre fantasticato sul tuo seno e ne sono follemente geloso, purtroppo tu non hai mai sentito più di tanto l'esigenza di nasconderlo.

Ma davvero sei convinta che nessuno ti noti? Illusa!

-Lo so che faccio schifo!-  Ti sentii affermare, lasciandomi di sasso.

Schifo? Se solo fosse dipeso da me ti avrei trascinata di nuovo nella tua stanza per rinchiuderci lì dentro per sempre!

-Tanto a fine serata sarei uno straccio in ogni caso. … Andiamo?-

 

 

 

-RICA's pov-

 

Se chiudo gli occhi mi sembra ancora di vederti, lì, in piedi sulla porta della mia stanza al campus. I capelli scuri, lunghi fin poco sopra le spalle, tra i quali spuntava qualche ciocca che doveva essere stata rosso fuoco ma che era quasi sbiadita ormai. Un centimetro di barba a nascondere il tuo profilo.

Certo che sei ancora bello come un dipinto di Raffaello, idiota!

In quel momento ero davvero convinta che stessi puntando Maddie come un cane da caccia e non avrei saputo darti torto. Era semplicemente bellissima. Il classico tipo per cui tu sbavavi sempre.

Invece, tu quella sera volevi me! Anche prima dell'alcol e della musica e di tutto il resto. Io questo non lo avevo realizzato.

Cazzo! Ti sto parlando come se tu potessi sentirmi. Ma in questo momento mi viene spontaneo. È come se la mia mente stesse rispondendo automaticamente alle tue parole.

Mi sento una ladra a leggere la tua lettera di nascosto. Ho sistemato i fogli tra le pagine dell'ultimo numero di BlackBook e sto fingendo di leggere la rivista mentre tengo d'occhio Alice, sdraiata sul tappeto del salotto a finire gli ultimi dettagli del suo paesaggio a carboncino.

Alla fine siamo uscite di corsa dal Lab senza aspettarti ma ho pregato Shannon di riferirti di venire tu a casa. Per cenare con noi. Ovviamente la serata con Vicki è saltata ma questo è decisamente più importante. Spero solo che tu non piombi qui prima che io abbia terminato di leggere.

Devo assolutamente sbrigarmi!

 

 

***

 

 

 

NOTE FINALI: 
- come avrete capito, questa seconda parte è un pov di Jared (sarà composto da più capitoli) e costituisce la "famosa" lettera che Rica ha trovato nello studio, cioè un lungo flashback che racconta come è nata e si è sviluppata la loro storia d'amore.
Avvertenze x i poco sensibili al sentimentalismo: sarà un Jared inverosimilmente romantico!
- l'episodio del concertino in metropolitana, a Union Square, è realmente accaduto ma non dopo ABL, bensì nel 2013 x l'uscita di LLF+D. E non c'era Tomo ad accompagnare Jared ma Jamie.
- il Met, ossia il Metropolitan Museum of Art, Manhattan, NYC.
- l'elogio di Raffaello, oltre che fortemente condiviso, è un omaggio alla provincia di Pesaro-Urbino che ormai mi ospita da troppi anni.
- la chiusura finale è a pov Rica e sarà la sua unica incursione in questa seconda parte. Mi serviva unicamente x chiarire meglio lo svolgersi della trama da qui in poi.
- Black Book è un magazine culturale americano, ma non sono sicura che venga ancora pubblicato.
- il titolo riprende la serie di gilm "Il diario di una schiappa". E sono costretta ad ammettere che questo è l'unico tra i film citati che non ho mai visto! Ma avevo bisogno di qualcosa che evocasse un racconto personale, il Diario di Bridget Jones l'ho già usato ... il Diario di Anna Frank è troppo triste, quindi ... beccatevi questo!  

NOTE FINALI: 

- come avrete capito, questa seconda parte è un pov di Jared (sarà composto da più capitoli) e costituisce la "famosa" lettera che Rica ha trovato nello studio, cioè un lungo flashback che racconta come è nata e si è sviluppata la loro storia d'amore.

Avvertenze x i poco sensibili al sentimentalismo: sarà un Jared inverosimilmente romantico!

- l'episodio del concertino in metropolitana, a Union Square, è realmente accaduto ma non dopo ABL, bensì nel 2013 x l'uscita di LLF+D. E non c'era Tomo ad accompagnare Jared ma Jamie.

- il Met, ossia il Metropolitan Museum of Art, Manhattan, NYC.

- l'elogio di Raffaello, oltre che fortemente condiviso dalla sottoscritta, è un omaggio alla provincia di Pesaro-Urbino che ormai mi ospita da troppi anni.

- la chiusura finale è a pov Rica e sarà la sua unica incursione in questa seconda parte. Mi serviva unicamente x chiarire meglio lo svolgersi della trama da qui in poi.

- Black Book è un magazine culturale americano, ma non sono sicura che venga ancora pubblicato.

- il titolo riprende la serie di film "Il diario di una schiappa". E sono costretta ad ammettere che questo è l'unico tra i film citati che non ho mai visto! Ma avevo bisogno di qualcosa che evocasse un racconto personale, il Diario di Bridget Jones l'ho già usato ... il Diario di Anna Frank è troppo triste, quindi ... beccatevi questo!  :D

 

 

   
 
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