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Autore: inevitable_vale    03/11/2014    3 recensioni
Alex Vause a 26 anni si ritrova a lavorare in un college come assistente. Non sa che quel luogo
e quell'annata, le cambieranno la vita. Così come cambierà la vita di Piper Chapman, finita nel college che i suoi genitori hanno voluto che lei scegliesse.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fahri l'accolse con un abbraccio. Come se si conoscessero da una vita. Alex ricambiò. Si accomodò e Fahri iniziò a chiederle di tutto, di sua madre, di suo padre, di quale fosse il suo attuale impiego e se fosse appagante. Alex fece spallucce, era il meglio che poteva avere. Aveva sempre cercato di ricavare il meglio da ciò che il mondo le offriva. Passarono minuti, a parlare. Sentiva quella persona così vicina, così paterna. Eppure lei, non aveva idea di come fosse avere un padre.

- “Tutto questo è strano, sai.” - disse Alex.
- “Cosa?” - rispose Fahri.
- “Il modo in cui ci siamo conosciuti.” - Alex sorrise - “Essere qui. A parlare come due vecchi amici. Amici, perché penso tu abbia capito che non sei esattamente il mio tipo. Nessun uomo lo è.” - disse sorridendo Alex.
- “L'ho capito subito. Così come ho capito che saresti perfetta per la mia 'impresa'.”
- “Impresa? Così lo chiami il tuo spacciare?” - disse Alex a bassa voce, ridendo.
- “Oh cara, è molto più di un semplice spacciare. Non immagini le quantità che spostiamo nel mondo. Il mio è un business internazionale.” - disse soddisfatto Fahri.
Alex continuò a guardarlo, affascinata dalla potenza che emanava quel ruolo.

- “Perché sarei perfetta per la tua 'impresa'?” - chiese Alex.
- “Sei discreta, razionale, hai il controllo di te stessa e sai ritrovarlo quando lo perdi.”
- “E tutte queste cose le avresti dedotte nei 20 minuti dell'incontro che ho avuto con mio padre?” - chiese Alex, divertita da quella descrizione che era tutt'altro che sbagliata.
- “Per fare quello che faccio, è importante capire chi hai di fronte nel minor tempo possibile. Ne sei capace anche tu. Lo so.”
- “Me la cavo a leggere le persone, effettivamente.” - rispose Alex, sollevandosi gli occhiali sulla testa.
- “Sarebbero soldi facili.” - disse Fahri, scrutando Alex.
- “Facili? Più che altro rischiosi.”
- “Fidati, ne varrebbe la pena.”
- “Non lo so, non so se sarei in grado.”
- “Lo sei. Altrimenti non ti avrei detto niente. E po ti aiuterò io all'inizio.” - fu la risposta di Fahri, al quale Alex rivolse uno sguardo dubbioso ma intrigata da quella proposta. Continuarono a chiacchierare, si promisero di rivedersi presto, per decidere, discutere meglio. Alex aveva paura di vedere in se una certa eccitazione per quell'offerta. Aveva paura che sarebbe stata perfetta per quel 'lavoro'. La spaventava vedere come non le importava dei rischi. Si diresse direttamente all'università, dove la lezione sarebbe iniziata in mezz'ora. Arrivata in aula, salutò il Prof che era già lì e con silenzio svolse i suoi compiti. Quei noiosi e ordinari compiti. L'unica cosa che le rendeva sopportabile recarsi a lavoro era cercare quegli occhi nell'aula, seguire quell'irresistibile figura nei movimenti. Ma oggi, Piper, non si era ancora vista in aula. Alex se ne accorse quando la maggior parte degli allievi stava prendendo posto. Continuò a guardare la porta dell'aula, ormai chiusa, nella speranza di vederla spuntare da un momento all'altro. Nulla. Quelle ore sembravano non passare mai. Quel momento le fece capire che forse la proposta di Fahri sarebbe stata una via d'uscita. La miglior via d'uscita. Non vedeva il suo attuale lavoro come terribile ma era così statico. Era il contrario di Alex. Infatti, non era nelle sue corde fare sempre le stesse cose. Era per questo che aveva cambiato un'infinità di lavori. E poi, avrebbe potuto avere Piper, in pubblico, senza problemi e avrebbe avuto tanti soldi. Trascurò il fatto che quella fosse un'attività pericolosa, ma forse non voleva vederne i pericoli, né la scarsa moralità. Pensò però, a come avrebbe potuto spiegare o mentire a sua madre sul suo nuovo lavoro. Non l'avrebbe mai accettato. Avrebbe potuto però comprarle una casa, comprarsi una casa. Vivere una vita economicamente stabile, smetterla di divincolarsi tra la precarietà. Ma chi le assicurava che sarebbe diventata abbastanza brava da fare tanti soldi? Chi le avrebbe assicurato che non sarebbe stata beccata? O peggio, che un suo errore non le sarebbe costato caro? E come avrebbe potuto nascondere una tale attività a chi le stava intorno, a chi le voleva bene? Era difficile. Finalmente la lezione finì, sembrava fosse passata una vita. Alla fine di essa, come di consueto, diversi studenti si avvicinarono al Prof per chiarimenti. Anche Piper di solito lo faceva. Ma non c'era. Non si era presentata. E questo era piuttosto strano, Piper non mancava mai. Rinunciava a stare con lei fino a tardi per poter seguire tutte le lezioni. Decise di scriverle un sms. 


11.14: “Pipes, stai bene? Non ti ho vista a lezione.”

Era ora di pranzo e Alex non aveva ancora ricevuto una risposta. Iniziava quasi a preoccuparsi. Provò a telefonarla ma non ebbe risposta. La giornata passò apatica, non vedeva Piper da due giorni e si accorse che le iniziava a mancare. Cavolo.


23.46: “Hai dimenticato che sono partita con i miei? Ritorno martedì!”

L'aveva dimenticato si. Completamente cancellato. Cercò di fare mente locale e ricordò che quando Piper iniziò a dirle di un week end programmato con i suoi, lei la stava sentendo ma non ascoltando; stava immaginando da dove avrebbe iniziato ad assaporarla, come fosse una torta. Adorava ascoltarla parlare, divagare su ogni piccola cosa. Ma quel giorno, non riusciva proprio a seguirla, era ipnotizzata da quella camicetta bianca quasi trasparente, divorata dal desiderio e così finì per interromperla mentre questa le stava dicendo che i suoi avevano programmato un week end al lago. Piper non riuscì a dire altro quando Alex iniziò a baciarla ovunque, a toccarla appassionatamente e senza freni. Ecco, si, le aveva accennato qualcosa, ricordò sorridendo. Con la certezza che non avrebbe visto Piper per altri 4 lunghissimi giorni, cercò di capire come avrebbe trascorso il resto della settimana. Mentre leggeva comodamente sul divano, con la tv a farle compagnia, una pubblicità colse la sua attenzione. C'era una bimba che chiedeva a sua madre di prepararle la merenda. Sorrise. Chiuse il libro, spense la tv e andò in camera sua. Preparò uno zaino con qualche vestito e le cose necessarie, lasciò un biglietto in cucina per avvisare Nicky e Lorna, uscì, mise in moto la macchina, fece il pieno e prese l'autostrada. Sarebbe andava a trovare sua madre, 6 ore di viaggio le dividevano.
Arrivata di fronte casa sua, nel suo quartiere, si accorse che nulla era cambiato. Telefonò a sua madre, ignara del fatto che Alex fosse lì.

- “Mamma?”
- “Alex? Come mai così mattiniera? Stai bene?”
- “Si, ho un po' freddo.”

- “Ti sei ammalata?”
- “No, sono fuori, sto aspettando.”
- “Cosa aspetti?”
- “Aspetto te, vieni ad aprirmi!”

Diane spalancò la porta con gli occhi pieni di gioia: Alex era lì. La abbracciò forte, la baciò affettuosamente e la trascinò dentro casa.

- “Che ci fai qui!?” - chiese Diane con entusiasmo.
- “Sono venuta a trovarti, come promesso.” - Alex sorrise, felice anche lei di rivedere sua madre.
- “Quasi non ci credo!” - Diane le diede un altro abbraccio.
- “Vuoi qualcosa di caldo?” - le chiese.
- “Oh, grazie! Qualsiasi cosa!” - rispose Alex.
Diane iniziò a preparare del caffé, guardando ogni tanto la sua Alex. Era così fiera di lei.
- “Allora, raccontami tutto! Come va il lavoro? C'è qualcuno di nuovo nella tua vita? Dimmi tutto!” - Diane era euforica.
- “Bene. Forse.” - rispose Alex, con fare misterioso.
- “Alexandra! Non parlare a monosillabe, lo sai che lo odio!” - Alex sorrise.
- “Cosa vuoi sapere? Vai diretta.”

- “Tutto. Il lavoro va bene? Non riesco ancora a crederci che tu sia finita al college!”
- “Va bene, è noioso ma almeno non è stressante. Va bene, si.”
- “E..c'è qualcuno?” - chiese Diane incuriosita.
- “Forse.”
- “Forse? Si o no. Alex, non essere misteriosa con me!” - la curiosità di Diane non faceva che aumentare.
- “Ok, ok. Può darsi di si, ma insomma, non so cosa siamo, se siamo qualcosa.”
- “Ma che significa che non lo sai? - disse Diane sorridendo, e ritornando al caffé che era quasi pronto. Alex le sorrise.
- “Non lo so. Non ne abbiamo esattamente parlato. Ci conosciamo da due mesi, forse. Non abbiamo esattamente fatto il gioco del 'chi sono io per te, chi sei tu per me'. Non lo so.” - Alex era genuinamente confusa e Diane ne fu stupita.
- “E' un passo in avanti. Non sai cos'è ma è più di niente.”
- “Si, ok. E tu invece? Non devo conoscere nessuno? Hai mollato qualche lavoro? O fai ancora la pazza qua e la?” - chiese Alex sviando il discorso. Parlare di Piper con sua madre la metteva terribilmente a disagio. Anzi, parlare di Piper la metteva a disagio. Non sapeva davvero come definire ciò che avevano. Non sapeva neanche cosa avessero.
- “Alex, lo sai che le bollette e il mutuo non finiranno mai. Non ho tempo di conoscere nessuno, e poi sono datata ormai.”
- “Mamma, lo sai che gli anni non hanno scalfito la tua bellezza.” - le disse Alex.
- “Oh, me la devi presentare questa ragazza. E' colpa sua se ti sei rammollita?”
- “Ah! Non cambiare discorso!” - sorrise Alex.
- “Sei tu che l'hai cambiato per prima! Dimmi solo il suo nome, poi mi farai sapere cosa siete in un altro momento.” - disse Diane ironica.
- “Piper. Segue il corso in cui sono assistente. Non dirò altro. Parliamo d'altro?”
- “Oh. Oh. Perché non ne vuoi parlare? Cos'è tutta questa riservatezza, Alex?”
- “Beviamo il caffé.” - Alex iniziò a sorseggiare la sua tazza senza aggiungere altro. Diane la guardò incuriosita. Alex non era mai stata riservata. Di poche parole si, ma le diceva tutto. Se stava in silenzio, i motivi erano due. O era davvero presa, o era in una situazione pericolosa. Diane posò la sua tazza, guardò seriamente Alex.
- “E' sposata? E' stata in prigione? Spaccia? Ha ucciso qualcuno? Oddio Alex, in che roba ti sei cacciata!” - chiese in preda al panico. Alex scoppiò a ridere. Doveva dire qualcosa per calmarla.
- “Ma che vai a pensare! No. No. Nulla di tutto ciò!”
- “E allora qual è il problema?” - incalzò Diane.
- “Il problema? Mi piace un sacco. Non riesco a pensare ad altro. Ogni cosa che faccio, penso a come sarebbe farla con lei. Ogni volta che dico qualcosa di divertente, penso se farebbe ridere anche lei. Mi ha completamente rincoglionita. Questo è il problema.” Diane la guardò sorpresa ma con un sorriso. Continuò a sorseggiare il caffé e poi annuì con la testa.
- “Bene.”
- “Non va per niente bene.” - Alex scosse la testa, ridendo. Il discorso si chiuse lì. Andò a sistemarsi nella sua vecchia stanza e sua madre, dispiaciuta, uscì per andare a lavorare. Ritornare a casa sua, fece riemergere un sacco di ricordi. Ritornare in quella stanza, ritrovare tutte le cose che si era lasciata alle spalle, le diede i brividi. Il suo letto era ancora lì, pronto per lei in ogni momento. Si sedette, si guardò intorno. Era tutto come l'aveva lasciato. Una parete catturò la sua attenzione, si alzò e la scrutò da vicino. Iniziò a strappare i poster delle rock band che tanto aveva amato, solo perché erano come suo padre. Andò poi a buttare tutto nella spazzatura. Rimase fuori a fumare una sigaretta. Si guardò intorno. Non era davvero cambiato nulla. Ogni cosa era al suo posto. Ogni vicino era ancora lì. Il telefono le vibrò in tasca. Lo prese. Apri quel messaggio.

20.16: “Pensavo a te e ti ho scritto. Che fai? Come stanno trascorrendo le ore senza di me? Mi inizi a mancare un po'.”. - Piper.

Alex sorrise. Si affrettò a rispondere.

20.17: “Solo un po'? Solo un po'? Comunque sono da mia madre, era il week-end giusto per farle visita!”
20.18: “Mi stai dicendo che ti manco anche io? ” - Piper.
20.18: “Forse.”
20.19: “Ok. I tuoi forse sono un si. Ora devo andare, ci sentiamo presto. Baci.”- Piper.
20.19: “Forse! Ah! Non vedo l'ora di risentirti. ”


Quando sollevò lo sguardo dallo schermo, vide una figura che le era familiare, avvicinarsi. Era proprio lei. Scrutò meglio. Oh si, era proprio lei: Julie.



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Ci ho messo più del solito a pubblicare, ero un po' incerta...non so dove sto andando, ve lo farò sapere nei prossimi capitoli! :D

   
 
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