Crossover
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Autore: Claudia Ponto    03/11/2014    1 recensioni
Un lungo viaggio, una fantastica avventura che rispecchia ciò di più bello e personale che si possa avere, la fantasia.
Attraverso mondi inesplorati, grandi città, strani personaggi, Claudia, una ragazzina di 12 anni ritroverà di fronte ad un misterioso segreto e a tante magie che troveranno una risposta solo proseguendo il lungo cammino irto di ostacoli che solo lei, con l’aiuto di una simpatica gang, potrà annientare.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Allarmati dal trambusto ci scambiammo degli sguardi preoccupati.
Non avevamo la più pallida idea di cosa stesse accadendo, solo che la stazione di polizia scintillava come le luci di natale che si appendono sugli abeti.
Ad un tratto il tetto esplose, due proiettili sorvolarono il cielo prima di precipitare dentro il furgone sfondando il tettuccio.
<< Sly! Bentley! Siete ancora interi?! >>
Soccorremmo i due dalla brutta caduta, sistemandoli il più comodamente possibile sui sedili, proprio in quel momento la macchina partì da sola sterzando a destra e a sinistra, sballottandola talmente tanto che mi venne la nausea… qualcosa di minuscolo si era aggrappato al volante manovrandolo a piacere.
<< Murray? >>
Quella che pareva una piccola pallina rosa si trasformò di colpo nel grosso ippopotamo, riprese le anormali dimensioni recuperò il controllo del veicolo e subito dopo accanto a lui anche Sakura comparve, incastrata tra le marce.
<< E voi due da dove uscite fuori?! >>
<< È stato fantastico! Prima siamo diventati piccoli come caramelle! Poi abbiamo saltato come canguri! E dopo siamo usciti senza che i piedipiatti ci vedessero! Non mi sono mai divertito così tanto! >>
Murray era tutto divertito, Sakura da parte sua si limitò a mettere in mostra le carte magiche usate nel racconto.
Sly riprese i sensi poco dopo, biascicando frasi sulla confessione sentita precedentemente.
Era ancora confuso dalla caduta, ci pensò Yui a farlo riprendere prendendolo a schiaffi con eccessiva foga. Recuperata la ragione il ladro iniziò ad insultarla, la ragazza lo zittì quando questa gli sbatté sul naso il walkie-talkie ripetendo per filo e per segno quanto avevano scoperto; lui si ammutolì e imbarazzato si appiattì in un angolo del furgone, ogni tanto che mi guardava con colpa.
<< Ebbene sì, lo ammetto! Io e quel capellone ci conosciamo da molto tempo prima che c’incontrassimo! Ha cominciato prima lui! Mi ha fatto arrabbiare e io lo volevo prendere a calci nel sedere! >> disse ad un certo punto.
<< Non c’è ne importa niente. >> rispose glaciale Yui.
<< Se fino adesso non vi ho detto nulla è stato solo per la vostra incolumità! Claudia, tu mi capisci, vero? >>
 << Sly… lascia perdere. >>
In quel momento dallo sportello posteriore si sentì bussare, aprendolo il risucchio dell’aria lo spalancò completamente, Yugi a cavallo di un drago azzurro che ci faceva segno di fargli posto dentro.
<< Dov’eri finito? Ci stavamo preoccupando! >>
<< La polizia è sul piede di guerra, non hanno preso bene la fuga di Sly. >>
<< Possiamo riportarglielo se ci tengono tanto. >>
<< Forse dopo, se ci resterà tempo. Ora abbiamo delle cose più importanti da sbrigare e non abbiamo tempo a disposizione. >>
<< Che intendi dire? >>
<< Stanotte ci sarà la resa dei conti con Ilyan. La nostra meta è la Torre Eiffel. >>
 
Qualche minuto più tardi arrivammo al simbolo di Parigi.
L’altissima torre di metallo anche durante la notte meraviglia, illuminata grazie a dei faretti posti lungo tutti i suoi 324 metri di altezza, solo la cima quella sera rimaneva al buio, dando l’impressione di rimanere nascosta tra le nuvole e di oscillare a causa del vento.
Tra scale e ascensori riuscimmo a raggiungere la sommità della Torre Eiffel; era occupata da antenne per le trasmissioni radio, ripetitori e strumenti per registrare le condizioni meteo…. tutta ridotta ad un ammasso di ferraglia. Il materiale elettronico giaceva sparpagliato nello spazio ristretto del balcone panoramico, alcuni pezzi pendevano oltre la ringhiera, da componenti elettronici fuoriuscivano scintille gialle che avrebbero potuto prendere fuoco da un momento all’altro.
<< Non ci hai ancora detto perché sei sicuro che Ilyan sia qui. >>
<< L’ha detto lui stesso. >>
<< Cosa?! >>
Alla centrale, spiegò il personaggio, la polizia li aveva scoperti proprio grazie al nostro nemico: camuffatosi come uno di loro li aveva fatti scoprire e aveva aperto il fuoco, in quell’attimo si era lasciato sfuggire apposta la locazione del suo nascondiglio.
<< È così ottimista che non gli importa di rischiare un’altra batosta. >>
<< Mi auguro che questo suo errore volga a nostro favore… la sua eccessiva sicurezza non prometteva bene. >>
Per alcune ore restammo a goderci il panorama, era tardi ormai e i parigini poco alla volta se ne andarono a dormire.
Ad un tratto un pesante sasso mi cadde in testa, vidi letteralmente le stelle, il dolore acuto che pulsava sulla cima.
Un coro di risate sgraziate si susseguì, esseri volanti dalle corte ali da pipistrello, le teste cornute e il corpo striminzito e rugoso, apparvero dall’oscurità reggendo rocce in gran quantità; assomigliavano ai gargoyles delle chiese o dei castelli, il grottesco aspetto che da vivi li rendeva ancora più brutti. Erano uno stormo incalcolabile, alcuni se ne scesero in città per far fuori le munizioni, riversandole addosso a chiunque come tante bombe, sghignazzando divertiti per lo scompiglio che stavano creando; gli altri già con le mani libere iniziarono a rosicchiarci, come ratti alle prese con il formaggio.
Mentre tentavano di scrollarceli di dosso ricominciò a nevicare, a ridosso della struttura apparve la sua gemella di ghiaccio, la quale rifletté la luce dei faretti che si sparpagliò in giro come i piccoli riflessi prodotti da una sfera da discoteca.
<< Che spettacolo affascinante. >> disse Ilyan.
Era sulla Torre di Ghiaccio, in bilico su un sottilissimo macigno, la voce diventata acuta grazie alla magia.
<< Ti devo ringraziare Sly, senza di te non sarei mai riuscito ad ultimare il progetto che mi è stato commissionato. >>
<< Di che vai blaterando?! >> A Sly bastò vederlo per fargli salire la rabbia, le mani strette nel manico del bastone.
Sollevò il braccio, in mano teneva l’Alimentatore, al posto della falsa pietra blu c’era un gioiello più grosso, nero con riflessi viola, la forma di un esagono imperfetto tappezzato di scheggiature.
<< Sei stata molto incauto e geniale, lo sai? Nessuno è mai stato capace di eguagliare il potere della pietra, tu invece ci sei riuscito e l’hai pure usato senza rischiare di finire in polvere.  >>
<< Cosa te ne fai? Tu non hai la benché minima idea di come funzioni! >>
<< Chi ha mai detto che io l’avrei utilizzato? Questo non è per me, bensì per il mio padrone. >>
Improvvisamente Sly saltò oltre il balcone, usando i gargoyles come piattaforme su cui poggiarsi si creò un percorso che gli permise di raggiungere il mercenario.
Con l’ultimo mostriciattolo compì il balzo più energico e si scagliò sul nemico, il bastone alzato sopra la testa. Ilyan lo schivò, Sly scivolò lungo la parete ghiacciata fino a quando non si fermò; Bentley e Murray lo seguirono poco dopo, io e gli altri personaggi subito dietro di loro.
Ma eravamo solo all’inizio dei guai: il guerriero schizzò volando verso la cima della sua costruzione, lì sopra posò l’avambraccio, azionandolo allo stesso momento.
 
Una leggera vibrazione fece vibrare il ghiaccio, leggere scosse elettriche di colpirono, susseguendosi sempre più frequentemente.
C’è ne andammo alla svelta prima di finire folgorati, dopo un poco la carica elettrica si fece visibile con una colorazione azzurra chiara ed attirò a sé la corrente che alimentava la metropoli che si fece buia.
La Torre di ghiaccio divenne un faro, con tutta quella energia che aveva assorbito era cosa ovvia.
La polizia sopraggiunse con uno spiegamento di forze che comprendeva persino i militari; attrezzati di fucili e bazooka fecero fuoco sia sulla struttura che sui demoni, niente che preoccupasse il mercenario che si rivolse al cielo urlando a squarciagola:
<< È tutto pronto mio signore! Tocca a lei entrare in scena! >>
Un puntino verde scuro comparì al centro della volta celeste nera, ingrandendosi si potè notare che girava su sé stesso creando un anello smeraldino che poco alla volta occupò la metà del cielo. Fulmini e saette esplosero improvvisamente dalla cima della torre, seguiti da un raggio viola che attraversò il centro dell’anello facendogli cambiare colore, un turbine di stelle fu risucchiato verso il basso… a mezz’aria si fermò e la massa stellata si modellò con forma umana, occhi rossi spuntarono di colpo insieme ad una corona di corna appuntite.
<< Finalmente libero! >>
Quella voce… io l’ho già sentita!
Non potei non sussultare, riconobbi subito la voce dell’entità senza nome sentita nel mondo di Yugi, così potente che mi faceva scoppiare la testa.
<< Avverto la paura delle misere vite di questo universo… il piacevole sentore del terrore primordiale! Si! Si! Da secoli non mi inebriavo con questa piacevole esperienza! >>
Ma chi diavolo è?!
L’entità scese verso di noi ringhiando, aveva sentito i miei pensieri e per tal motivo fu capace di rispondere alla mia domanda.
<< Vuoi davvero sapere chi sono? Io sono colui che sta al di sopra di spazio e tempo! Il supremo che decide chi vive e chi muore! Io sono Tenebros! Signore dell’Oblio!
<< Tu--- tu s-sei quello che-che mi da-dava la caccia?. >>
<< È esatto! Ma è la tua pietra che ho inseguito fino a questo momento, non te. Quel gioiello è capace di fare cose che neanche ti puoi immaginare! L’energia che tu usi per difendere queste figure animate è solo una briciola! Uno spreco ai miei occhi! >>
<< Sc-scommetto che sei u-uno di quei ca-cattivi con la fissa di co-conquistare l’universo…. >>
<< Sciocca! Davvero pensi che io uno di quegli idioti con cui hai avuto a che fare? Io non sono uno scarabocchio privo di cervello! >>
Quel tizio trasudava male allo stato puro, era così inquietante che tutti quanti tremavano al suo cospetto, persino l’alterego di Yugi che fra tutti sarebbe dovuto essere il più coraggioso.
Il vortice, che ricordava un poco il Varco Dimensionale, continuò ad espellere altro: delle cose grigie e filamentose fuoriuscirono come tanti serpentelli per disperdersi nell’aria, producendo una sorta di fischio soffocato abbastanza chiaro da far venire la pelle d’oca.
<< Che cosa sono quelle cose? >>
<< Incubi, il peggiore tormento dell’universo. Essi escono dal mio buco nero, il portale che mi serve a manifestare il terrore nella sua maestosità. Con questo strumento posso soggiogare qualsiasi civiltà e la paura che si scatena diventa fonte di energia e di vita per me, garantendomi immortalità. >>
<< è orribile! >>
<< Questo è solo l’inizio. La fine è la vera goduria: quando l’energia verrà prosciugata dagli esseri viventi, essi muoiono e il mondo li segue subito dopo… e ciò che rimane è il nulla. >>
<< Non puoi fare una cosa simile?! >>
<< La sto già facendo. >>
 
Le urla della gente impaurita cominciarono a farsi udire, un concerto tragico da ascoltare.
La paura aveva preso anche noi che non facevamo altro che tremare, non riuscivamo a reagire, di pietra eravamo diventati al cospetto del più terrificante piano malvagio che fosse stato presentato nella storia.
 
<< Vincete la paura! >>
Il minuscolo cristallo azzurro si illuminò come luce divina.
Ci avvolse in una bolla cristallina che ci ripulì dalla negatività della paura, subito ci sentimmo più leggeri e i nostri cuori non tremavano più; provavamo solo molta serenità.
<< Gabriel! Sei proprio tu?! >>
 << Proprio io. Sono arrivato appena in tempo a quanto pare. Tenebros stavolta ci sta andando davvero pesante. >>
I personaggi animati ascoltarono sorpresi la nuova voce, ma come me avvertirono la fiducia che esso trasmetteva e non si preoccuparono di parlargli e chiedergli chi fosse.
<< Tu sei quello che Claudia ha sempre menzionato! Ma cosa le è passato per la testa di affidare ad una ragazzina un’impresa suicida?! >>
<< Signorina, risponderò alla sua domanda in un altro momento, adesso dovete rimboccarvi le maniche e fermare il lavoro del mio “vecchio amico.” >>
<< E come? >>
<< La chiave è L’Alimentatore, dovete toglierli il cristallo nero che vi è stato messo dentro e poi sostituirlo con un frammento della pietra di Claudia. Vi assicuro che se lo farete tutto tornerà alla normalità. >>
<< Come la mettiamo con Mister Terrore? >>
<< Lo terrò impegnato io, non preoccupatevi. Sarà così “contento” di vedermi che non baderà a voi. Fate presto però! Ogni minuto è prezioso! >>
 La bolla si ruppe e il frammento accumulò l’energia per non disperderla, eseguì una trasformazione simile a quella che aveva permesso a Tenebros di manifestarsi, facendo apparire al suo posto un cavaliere in armatura che andò all’attacco verso il nemico.
 
Ora toccava a noi.
 
Unendo le nostre energie salimmo fino alla vetta dell’altissima costruzione.
Le forze del male come una valanga piombarono su di noi, senza farci intimorire li fronteggiammo ricacciandoli indietro, liberando Parigi dalla loro cupa presenza.
Raggiunta la cima una gabbia circondava la fonte del caos, le sbarre non la chiudevano completamente lì dove il raggio solcava il cielo, apparendo come l’unico punto in cui passare… Io, al contrario, ero abbastanza magra e piccola da riuscire a scivolare fra le fessure. I personaggi si arrampicarono sulle sbarre, il vuoto alle spalle li aspettava a braccia aperte se avessero avuto la sfortuna di cadere.
Quando furono in posizione mi avvicinai alla fonte. Vicino al raggio della pietra viola si avvertiva un leggero stordimento, per mia fortuna dovevo solo metterla fuori uso, perciò trasformarmi fu una scelta che non rimpiasi.
<< Perfetto. Vediamo di finire in fretta. >> dissi a me stessa, sollevando il mio bizzarro martello.
Ma prima di mettermi in moto, una spada mi sfiorò la testa per un soffio, tagliando via alcuni capelli mossi dal vento. L’arma fece una piroetta su sé stessa e tornò indietro come un boomerang, adagiandosi tra le mani di Ilyan, corrucciato, che fece roteare sopra la sua testa dimostrando di essere pronto ad usarla.
<< Mi sono spezzato la schiena per completare questo lavoro! Non permetterò a nessuno di voi di vanificare quanto ho realizzato! >>
<< Allora comincia a rimboccarti le maniche! Perché noi abbiamo intenzione di demolire tutto quanto! >>
Ilyan affrontò ferocemente i miei compagni di squadra… e per la prima volta fu messo in seria difficoltà. Nonostante le sue capacità non riuscì a prevalere, fu pestato pesantemente come meritava da tanto tempo, lasciandomi così campo libero per occuparmi dell’Alimentatore che colpì e colpì ripetutamente per rimuoverlo dal piedistallo.
Ad un certo punto era così messo male che sarebbe bastato tirarlo per rimuoverlo, il mercenario però non era ancora arrivato al punto di gettare la spugna e decise di giocarsi l’ultima carta per potersi garantire la vittoria: dopo un doppio giro della morte per schivare gli attacchi dei miei amici, zigzagò tra di loro e infine catturò la preda perfetta: Sly.
<< Lasciami subito! Altrimenti ti gonfio la faccia a suon di pugni! >> disse minaccioso il ladro.
<< Ho bisogno del tuo aiuto e non me lo negherai, sacco di pulci. >> gli rispose lui con un sorriso inquietante.
Prima che il procione potesse difendersi, Ilyan lo afferrò al collo e iniziò a stringere, un’aura bianca fuoriuscì dal suo corpo e impallidì, sempre più debole nei movimenti.
<< Cosa gli hai fatto?! >>
<< Gli ho solo prelevato un po’ di energia vitale, quel che basta per tenerlo buono. Sapete, è lo stesso metodo che ho usato per fornire l’energia alla mia preziosa Torre, per questo motivo ho rapito tutta quella gente. >>
<< Tu maledetto essere schifoso! >>
<< Chiudete il becco e ascoltate! Gettate le armi oppure questo ignobile essere ci rimetterà la pelle! >>
<< Mai! >>
<< Allora ditegli addio! >>
Volò via il guerriero portando con sé Sly.
Inutilmente gli urlai di tornare indietro, cercando di uscire dalla gabbia rimasi incastrata fra le sbarre e scalciai come un mulo tentando di liberarmi. Mandami al diavolo il piano, dovevo assolutamente salvare il mio amico, in un modo o nell’altro.
<< Non restate a fissarmi in quel modo come degli scemi! Datemi una mano piuttosto! >> dissi scocciata.
<< Ma dobbiamo interrompere quel raggio…! >>
<< Dobbiamo salvare Sly! Non voglio che muoia! Lui è nostro amico e si è fatto in quattro per aiutarci! Quindi adesso tiratemi via da qui! Vado a dare una lezione a Ilyan una volta per tutte! >>
Non osarono ribattere gli altri, capirono che non avrei cambiato idea.
Non ero mai stata così audace nel corso di quella avventura, ma per aiutare un amico avrei fatto di tutto e di più.
Insieme mi presero dalle braccia e tirarono fino a quando non riuscì a scivolare via dallo scomodo incastro, dopodiché Sakura usò i suoi poteri per farmi apparire un bel paio d’ali che mi permisero di spiccare il volo ed inseguire Ilyan.
<< Torna indietro solo quando riesci a salvare Sly, a quell’affare ci pensiamo noi. >>
<< Lo farò. >>
 
Mi lasciai guidare dall’istinto per rintracciare Ilyan e Sly.
Dopo un lungo volare sopra i tetti di Parigi li trovai diretti verso la costa, ancora insieme per fortuna. A quel punto misi il turbo e mi lanciai addosso al rapitore, lottando a mani nude mentre lui, colto di sorpresa, non capiva cosa stesse accadendo. Ilyan iniziò a volare più agitatamente, io ancorata sulla sua schiena che gli tiravo i capelli; in quel modo finì per avvicinarsi al vortice verde  e attirare gli incubi che continuavano a fuoriuscire da lì.
<< Resisti Sly! Ti salvo io! >> gli urlai.
<< E poi chi salva te?! Vattene via prima di farti male! >>
<< No! Non ti abbandono! >>
Ilyan con una gomitata mi fece mollare la presa; girai su me stessa come una trottola prima di riprendermi e trovarmelo davanti con la sua spada che si era incendiata, puntata contro di me come una lancia.
 
<< Sei una stupida! Non vedi che ormai non puoi più fare nulla? Continuare a lottare è solo una perdita di tempo! >>
<< Ti sbagli e te lo dimostrerò! Sono qui per questo! >>
<< Ti farò cambiare idea… >>
Io e il guerriero uno sguardo cagnesco.
Lasciò andare il ladro che atterrò incolume sul tetto di una casa non troppo lontana, incapace però di reggersi sulle proprie gambe per la mancanza di forze.
Subito dopo la lotta scattò.
Quello fu il primo, nonché l’unico, duello serio che ingaggiai contro Ilyan. Sapevo che sarei potuta morire ma l’idea di tirarmi indietro non mi passò lontanamente per la mente, era la resa dei conti e non avrei rimandato quel momento un’altra volta, sarebbe finito tutto quella notte. Non avevo una strategia, picchiavo quanto più potevo per far male e se l’altro ricambiava io non rallentavo, anzi, insistevo maggiormente.
Ci fu un momento in cui dovetti arretrare, l’aggressività di Ilyan gli diede la carica per sovrastarmi, ad una certa quota sfiorammo i tetti degli edifici e lì Sly mi tirò a sé afferrandomi con il proprio bastone e sostituirmi nella lotta. Il mercenario se la rise considerando la mossa molto stupida, il ladro di tutta risposta lo prese per i capelli e legò su di essi un pesante piccolo affare nero… e poi un altro sulla schiena… e un altro ancora sul petto.
<< Che accidenti stai facendo? >> gli urlai.
<< Una cosa che ci salverà la pelle! Adesso gambe in spalla e scappa! >>
Nonostante la stranezza di quel gesto seguì il consiglio e svolazzai via il più velocemente possibile, Sly dietro di me che saltava da un tetto all’altro.
<< Pagherete questo affronto voi…! >>
Non fece in tempo a finire di parlare Ilyan che una serie di esplosioni lo interruppero, scatenate dagli affari che il procione gli aveva applicato: le case si inclinarono per colpa dell’onda d’urto, i vetri delle finestre volarono veloci come proiettili e le antenne televisive sopra i tetti schizzarono via insieme. La potenza dell’esplosione mi perdere le ali, precipitai velocemente di sotto fino a raggiungere Sly che stava “volando” via quasi alla stessa velocità; mi aggrappai alla sua schiena pregando disperatamente il signore.
 
Chiusi gli occhi.
Non volevo vedere la mia stessa fine.
Ci misi un po’ ad avvertire la calma che mi circondava e trovare così il coraggio di dare una sbirciatina.
Sly aveva aperto il paracadute di emergenza, stavamo volteggiando tranquillamente tra i vicoli, sani e salvi. Sospirai stanca, l’avevamo scampata per un pelo.
 
Tornammo alla Torre Eiffel e interrompemmo il generatore di incubi levando il cristallo nero; senza bisogno di scalfirlo il cristallo dorato rimosse un suo piccolo frammento che potemmo inserire nell’Alimentatore.
Il raggio giallo proiettato produsse fiammelle bianche, il cielo prese fuoco per spazzare via ogni traccia di male sparsa fino  a quel momento; l’elettricità tornò a illuminare Parigi e la Torre di ghiaccio iniziò a sciogliersi a vista d’occhio, con sorpresa i pezzi di ghiaccio che si staccavano si trasformarono in persone, quelle precedentemente rapite da Ilyan.
A mano a mano che la normalità tornava il terribile Tenebros cominciava a sparire, egli perciò fece di tutto per non far sparire quello che aveva costruito.
 
<< Ho impiegato tutte le mie risorse per realizzare questo progetto! Non vi permetterò di rovinare tutto quanto! >>
<< Ormai l’abbiamo fatto illuso! La tua cosiddetta libertà è sfumata! >>
Tenebros e Gabriel avevano lottato fino a quel momento, aveva resistito fino allo stremo il nostro misterioso salvatore pur di realizzare il piano di salvezza ideato.
<< Non cantare vittoria Gabriel! Credi di avermi sconfitto, ma sono io il vero vincitore di questa battaglia! Grazie a questo giorno, ho ottenuto la chiave mancante di cui avevo bisogno per sovvertire l’universo! >>
Con quelle sibilline parole ci lasciò definitamente.
La sua scomparsa alleggerì l’aria, Parigi potè tornare a dar sfoggio della sua magnificenza.
 
Ma non c’era soddisfazione nell’aver salvato quel mondo.
Il vero nemico aveva finalmente mostrato il suo volto… e non era stato per nulla bello.
  
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