Inaspettatamente, Deidara, creduto morto per mano di Sasuke, ritrova Sasori, anch'esso creduto deceduto da tempo, in una città sconosciuta. entrambi sono scappati dal passato, ma c'è qualcosa di più strano del solito nel comportamento di Sasori...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akasuna no Sasori , Deidara
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Se non mi sbaglio, circa tre mesi fa mi recai in uno sperduto
fazzoletto di terra abbandonato dal mondo, dove un’anima
buona ha avuto il buon gusto di piantare un sasso col mio nome e la
data della mia apparente dipartita, registrata circa un mese prima
dalla mia visita.
Oggi, proprio oggi, sarebbe l’anniversario
della mia presunta morte, avvenuta ormai quattro mesi fa, senza che
nessuno, tranne il sottoscritto, si accorgesse che questa è,
in realtà una ricorrenza fasulla.
Visto che non ero per
nulla interessato a vedere chi piangesse sulla mia finta lapide,
né se vi portassero fiori freschi tutte le mattine, le sere,
i giovedì o non li portassero affatto, lasciai quelle
regioni con cui non avevo più nulla da spartire. Tornare
alla mia vecchia vita era impensabile, troppo tempo, mi ero
già dimenticato per cosa combattevo, chi erano i miei amici
e i miei nemici; venni reclutato da un gruppo a me sconosciuto che
consideravo un branco di folli, ma che poi vidi come chiara
opportunità per una crescita… personale diciamo.
L’unica cosa che ho trovato, invece, è stato un
parente folle di uno dei miei “alleati” che ha
cercato di eliminarmi e ha creduto di farlo; dopo quel momento, giorni
e giorni di solitudine a strisciare nel sottobosco per evitare che
qualche nemico mi trovasse e i nemici passarono, degli
“amici” neanche l’ombra.
Che altro avevo
da spartire con gente così, con un luogo come quello?
Mi spostai verso il Nord, dove si diceva vi fossero città
più moderne e lontane da antichi riti di combattimento,
città pacifiche sotto il punto di vista militare, ma con
altri problemi. Ma andava bene, a me bastava.
Ma la più lontana e astratta delle mie idee non avrebbe mai
potuto lontanamente prevedere quello che sarebbe successo una volta
arrivato in una delle “città del Nord”, una scelta a caso, ma ben lontana dai confini con i Regni che volevo
lasciare.
Stavo camminando lungo una di quelle grosse vie piene
d’alberi che piacciono molto da queste parti,
l’unica persona nel raggio di cinquecento metri tranne
qualche bambino lagnoso e un paio di anziani, quando, cercando di
riflettere contemporaneamente su cosa potevo mangiare, quanti soldi
avevo e che tipo di alberi fossero quelli che mi sovrastavano, a
momenti non mi scontravo con un giovane.
Evitammo di andarci addosso a
vicenda all’ultimo secondo, ma non feci in tempo ad evitare
di pestargli pesantemente un piede; urlò all’aria
un paio di imprecazioni molto composte, cosa che mi fece divertire non
poco, ma quando si voltò per inabissarmi di imprecazioni
meno delicate… incredibile!
Io conoscevo lui, lui conosceva
me. E ci conoscevamo assai bene, direi; mi bastò
un’occhiata per capire chi fosse, il nuovo taglio di capelli
e degli abiti diversi da come mi ricordavo non tradirono il mio
sguardo, che riconobbe immediatamente il suo sguardo, assonnato e
spento, quasi vuoto, svogliato, come l’avevo sempre definito.
E penso che anche lui mi abbia riconosciuto immediatamente.
Bè, grazie, io sono identico all’ultima volta che
ci siamo visti. Da vivi, intendo.
Ciao a tutti^^ grazie per aver letto il primo capitolo del racconto,
spero vi sia piaciuto e che leggerete anche gli altri XD