Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: softkitty    04/11/2014    1 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

In metro con amore

 

Capitolo 6

 

«Buongiorno Missy! Ciao Benny!». Le due rimasero ad osservarla a bocca spalancata, mentre Nicky entrava nel locale con un sorriso raggiante.

«Hai fumato?»

«Sei ubriaca?»

«Donne di poca fede, sono solo... felice».

Missy lanciò a Benny uno sguardo d'intesa. «Quella lì si deve essere fumata tutta l'erba del quartiere». Benny ridacchiò e annuì. «Si può sapere come mai sei così... euforica?».

Nicky scosse il capo, sorridendo. «Non sono euforica»

«Insomma – disse Benny dandole un pizzicotto – ci vuoi dire che succede? Ti sposi?»

«No!»

«Sei incinta? Oh, che bello! Un piccolo Noah in miniatura». Missy era già partita in quarta e andava assolutamente fermata.

«No! Non mi sposo e non sono incinta. Io e Noah ci siamo lasciati».

Le due sgranarono gli occhi: «Cooosa?»

«Sì, beh...». Raccontò loro cos'era accaduto (grazie anche al fatto che il locale fosse deserto) ed attese che le due commentassero.

Missy si lanciò in un'invettiva spietata contro Noah per primo e contro gli uomini in generale che preferivano ragionare con il loro uccello che non con il cervello.

«Io però non ho capito una cosa». Benny fissava la collega con scetticismo e proseguì. «Hai beccato il tuo ragazzo a scopare un'altra, vi siete mollati dopo più di tre anni di relazione... E hai un sorriso enorme stampato in faccia. Cosa ci nascondi?»

«Solo... Mi sento libera. Non devo più pensare alle beghe con i suoi genitori per il mio status, non dovrò più litigare per degli stupidi centrotavola o per gli orari del mio lavoro! Non dovrò più lottare contro gli sguardi carichi di disprezzo dei miei suoceri e con le occhiate scoraggiate di Noah».

Benny sgranò gli occhi, sorpresa: «Che stronzi snob di merda!»

«Puoi dirlo forte». Nicky si voltò per salutare il cliente che era appena entrato e si trovò davanti... «Daniel»

«Nicky». Le sorrise, cercando di intuire di che umore fosse. «Come stai?»

«Bene, grazie, tu?». Nicky si impose di non pensare alla scena pietosa che gli aveva offerto la sera prima al club.

«Bene, anche io. Ti trovo – la guardò con stupore – raggiante».

Suo malgrado, Nicky si ritrovò ad arrossire. «Grazie. Cosa ti porto?»

«Fammi un hamburger e una birra, tra poco dovrebbero arrivare un paio di amici e c'è la partita». Detto ciò, si andò ad accomodare ad un tavolo. E solo in quell'istante Nicky si accorse che Oneweek (era strano pensare che Daniel e Oneweek fossero la stessa persona) non indossava un completo, ma un normalissimo paio di jeans (ah, che fondoschiena fantastico!) ed una polo.

«Subito». Mentre tagliava un pomodoro per inserirlo nell'hamburger, una domanda si insinuò nella testa di Nicky, scuotendola come fosse uno shaker. Cosa ci faceva Daniel al club, domenica?

Benny la raggiunse al banco. «Nicky, ti sta uscendo il fumo dal cervello, perché sei così pensierosa? È per quel figo che è appena entrato? Ti mangia con gli occhi! Ed ha un culo da urlo».

La ragazza si finse scandalizzata. «Benny!». Poi ridacchiò. «Lo so, l'ho visto il suo fondoschiena!»

«Hai capito la santarellina!». Nicky le diede una gomitata giocosa, poi mise l'hamburger sul piatto e prese la birra, posizionò tutto sul vassoio e si diresse da Daniel.

«Ecco, tieni»

«Grazie! Stasera come torni a casa?».

Nicky si morse il labbro, non ci aveva pensato. Di solito la sera veniva Noah a prenderla in auto e si recavano al di lui appartamento, ma quella sera... O meglio da quella sera non sarebbe più venuto.

«Ahm, prenderò un taxi»

«Bugiarda, non lo farai»

«E allora?»

«Ti porterò a casa io, non ti lascio prendere la metro da sola a quell'ora»

«Non se ne parla! Potresti essere un serial killer, tu!»

«Nicky, sei sempre così gentile con le persone che vogliono darti una mano?»

«No, riservo tutta la mia gentilezza agli aiuti non richiesti!».

Daniel morse l'hamburger. «Mh, è ottimo».

Nicky assunse la sua miglior faccia da poker. «Ci ho sputato dentro».

Il giovane, anziché indignarsi, deglutì il boccone e si passò la lingua sulle labbra. «Devi essere squisita».

La ragazza divenne più rossa dei pomodori che aveva appena tagliato. «Sfacciato!». Sbuffò esasperata e si voltò, giusto in tempo per vedere Noah entrare con il borsone che Nicky gli aveva dato quel pomeriggio.

«Ecco». Glielo poggiò di malagrazia di fronte. «Questa è la tua roba»

«Grazie Noah».

Il giovane lanciò un'occhiata al tavolo di Oneweek. «Mi hai rimpiazzato in fretta».

La ragazza sgranò gli occhi, indignata. «Sei scemo?»

«E io che mi sentivo perfino in colpa! Invece tu hai voltato pagina in fretta. Stavi già flirtando con quello. Dimmi, è forse per questo che hai colto l'occasione di mollarmi?».

Nicky si sentì oltraggiata da quelle allusioni. «Questo è assurdo. Tu che hai scopato con la tua ex mentre eravamo ancora insieme mi rinfacci di aver parlato con un cliente?».

Noah alzò le mani in segno di resa e le voltò le spalle, per uscire dal locale. La ragazza rimase ad osservarlo e lo vide raggiungere Angie e passarle un braccio attorno alle spalle, prima di riprendere la loro passeggiata.

Un'orribile sensazione si fece largo nel petto di Nicky. Noah, il ragazzone che le aveva giurato amore eterno, il penitente che quella mattina era arrivato da lei implorandola di perdonarlo perché la amava e non poteva vivere senza di lei, se n'era appena andato via con quella zoccola. Davvero valeva così poco per lui quello che c'era stato tra di loro? Erano davvero state solo parole, le sue?

Nicky si sentì un'idiota per aver donato così tanto ad una persona così... Non trovava neppure aggettivi per descrivere Noah ed il suo comportamento. Sapeva solo che il cuore ora le doleva, come se Noah lo avesse preso in mano e stretto fino a farne uscire tutto il sangue e ciò che di buono c'era stato tra di loro.

Finita, nel peggiore dei modi.

«Nicky, tutto bene?».

La giovane si riscosse e guardò Missy che la scrutava attentamente. «Sì, no... Posso fare cinque minuti di pausa? Torno subito». La proprietaria del locale annuì e Nicky si diresse verso il retro del locale, ma urtò un ragazzo. «Scusa». Non lo guardò neppure in faccia e corse fuori.

Il ragazzo guardò il suo amico e si strinse nelle spalle, poi insieme raggiunsero Daniel.

«Hey Dan, si può sapere che hai fatto alla tua dolce metà? È appena corsa via sconvolta».

Daniel fissò Colin e Finn. «È appena stato qui il suo ex con quella troia».

I due sgranarono gli occhi e poi annuirono comprensivi. Colin guardò il suo amico: «Vai da lei».

Ma Finn stroncò sul nascere l'ipotesi. «Sta già tornando».

Daniel si voltò ad osservarla e si stupì di trovarla totalmente padrona di sé e non in lacrime o turbata come la sera precedente.

Infatti, quando poco dopo raggiunse il loro tavolo con il blocchetto delle ordinazioni, aveva un sorriso cordiale a illuminarle il viso. «Buonasera ragazzi, cosa vi porto?».

Finn le fece un mezzo sorriso: «Un hamburger ed una birra rossa»

«Per me – Daniel la guardò dritto negli occhi – delle patatine fritte».

Colin, senza staccare gli occhi dalla partita, disse: «Per me quello che hanno ordinato loro». Nicky aprì la bocca, ma fu preceduta da lui: «Sì, sia hamburger che patatine. E anche la birra». La ragazza si allontanò da loro, non prima di sentire Daniel dire: «Sei una fogna, Colin!».

La osservò per tutta la serata, senza prestare la minima attenzione alla partita che Colin e Finn invece seguivano senza perderne neppure un secondo. Era indubbiamente molto bella, ma era anche... Daniel non riusciva a spiegarsi a parole cos'avesse Nicky di tanto particolare da colpirlo. Sapeva solo che non riusciva a togliersela dalla testa.

***

Noah uscì da Missy's con una rabbia cieca in corpo. Nicky si lasciava corteggiare da quell'imbecille – quello del discopub – dopo poche ore dalla loro rottura, incredibile! Aveva pensato – sperato – di trovarla in lacrime e distrutta dal dolore, pronta a fare un passo indietro rispetto alla decisione di chiudere la loro storia, e invece l'aveva trovata rilassata e sorridente. Fino a 10 minuti prima era più che convinto di mollare Angie prima della cena con una qualsiasi scusa, ma in quel momento non era più tanto certo di voler passare la serata (e la notte) da solo. Ecco perché aveva sputato in faccia a Nicky la presenza di Angie. Voleva vederla soffrire, esattamente come lui si era sentito tradito vedendola ridere con l'imbecille del discopub.

***

Daniel si alzò per andare a pagare il conto e captò una parte del discorso tra lei e l'altra cameriera.

«Per quanto mi riguarda, non voglio più avere a che fare con nessun riccone! Sono tutti degli str...». Ma si interruppe quando vide Daniel. «Dimmi»

«Sono venuto a pagare il conto»

«Paghi per tutti e tre?».

Daniel si finse disperato: «Sì, oggi, ahimè, è il mio turno di pagare»

«Sono 26 e 70».

Mentre apriva il portafogli, il giovane approfittò per parlarle. «Allora, il nostro caffè?»

«Daniel...». Gli diede il resto. «Davvero, non mi sembra... opportuno».

Il giovane aprì la bocca per parlare, ma Missy, sbucata da chissà dove, lo anticipò. «Nicky, perché non ne parlate fuori? Puoi andare, per oggi hai finito».

Nicky sgranò gli occhi, mancava ancora mezz'ora. «Ma...»

«Niente ma! Settimana scorsa hai fatto 4 ore in più, quindi vattene!».

Senza diritto di replica, Nicky fu costretta a prendere le sue cose ed uscire dal locale, con Daniel sempre accanto. Senza i suoi amici, magicamente scomparsi.

«Ora posso sapere perché non vuoi prendere un caffè con me?».

Nicky si strinse nelle spalle. «Non voglio deludere le tue aspettative»

«Aspettative?». Daniel sembrava confuso. «Che aspettative credi che io abbia?»

«Non importa, le deluderei lo stesso. Sprecheresti solo tempo»

«Perché?»

«Perché – alzò il pollice per iniziare a contare – se vuoi una scopata e basta non ti conviene provarci con me, perché non la do al primo che capita. Se vuoi – e alzò l'indice – una trombamica, mi dispiace, ma non sono il tipo che intrattiene relazioni senza sentimenti. Se invece cerchi – ed alzò anche il dito medio – una relazione seria, io ne sono appena uscita e non ho le energie e la voglia di iniziarne un'altra tanto presto»

«E se volessi esserti amico?»

«Non vuoi, me lo hai già detto»

«Posso aspettare»

«No che non puoi. Io ora ti direi che non posso sapere quanto tempo impiegherò a riprendermi e tu mi risponderesti che non importa perché sei disposto ad aspettare. Così inizieremmo a frequentarci, tu con la certezza che prima o poi mi aprirò e io già sotto pressione perché saprei che tu ti aspetteresti qualcosa. Poi tu ti stuferesti di aspettare e inizieresti a recriminare sui miei tempi e andrebbe a finire che litigheremmo. Non funzionerebbe, davvero».

Daniel scoppiò a ridere di gusto. «Hai mai provato a scrivere la trama di un film catastrofico? Saresti in grado di arrivare alla fine del mondo partendo da un'unghia scheggiata».

Nicky gli lanciò uno sguardo di fuoco. «Simpatico»

«Mai quanto te, Nicky». Era di fronte a lei e non smetteva di fissarla. «Perché non proviamo a uscire ogni tanto? Senza impegni, aspettative o scadenze, ci conosciamo e vediamo come va».

La ragazza chinò il capo. «Ho bisogno di tempo». Fece un sospiro profondo. «Come avrai capito, la storia con il mio ex è finita... oggi. Non...». Lo guardò in viso. «Non sono pronta per nuove relazioni, di nessun tipo».

Daniel sgranò gli occhi. «Oggi?»

«Sì, non si era capito? Già domenica avresti dovuto intuire che...».

Certamente non poteva dirle che sapeva già tutto. «Ti ho vista piangere, ma non pensavo che...»

«Vederlo con un'altra non è esattamente il sogno di una vita». Fece un sorriso mesto. «Cosa ci facevi al club? Sei un socio?»

«Assolutamente no. Ho accompagnato un amico». Si sentiva un idiota fermo immobile davanti a lei. «Io non scappo. Ci vedremo comunque tutti i giorni, possiamo... iniziare così?»

«Io...»

«Quattro chiacchiere sulla metro, due battute mentre bevo il caffè, tutto qui»

«Va bene». Vide Daniel aprirsi in uno splendido sorriso. «Ma – e il sorriso si spense, quando vide lo sguardo minaccioso della giovane – prova a palparmi il culo ancora una volta senza il mio permesso e ti assicuro che non riuscirai a farlo una terza»

«Promesso!». Le strinse la mano. «Ora vieni, ti accompagno a casa»

«Cosa? No!»

«Nicole, non fare la bambina, dai!»

«Smettila di chiamarmi Nicole, non mi chiamo Nicole»

«E Nicky allora da dove verrebbe?»

«Te lo dico se mi lasci andare a casa in metro»

«Non se ne parla!»

«Allora rimarrai con questa curiosità per sempre».

Daniel rimase per un nanosecondo in silenzio, combattuto, poi trovò la soluzione. «Se ti lascio andare a casa con la metro, tu mi dirai il tuo nome?»

«Sì»

«Bene, andiamo!»

«Cosa? Dove?»

«A prendere la metro». Le lanciò il suo solito sorriso strafottente. «Non mi hai detto che non sarei potuto venire»

«Stronzo»

«Su, su! Coraggio, sputa il nome!».

La ragazza sbuffò contrariata e poi sussurrò: «Dominique».

Daniel sgranò gli occhi e spalancò poco elegantemente la bocca. «Dominique? Dominique? Davvero?»

«Sì»

«E tu ti fai chiamare Nicky?». Lei si strinse nelle spalle, ma non disse nulla. «Tu per me da oggi sei Dom»

«Dom?»

«Dom! Come Vin Diesel in Fast and Furious».

Nicky bloccò la sua camminata. «Mi stai paragonando ad un ammasso di muscoli pelato?»

«No, ti sto paragonando ad un genio della guida spericolata e delle gare clandestine»

«Ah beh – lo fissò con palese sarcasmo – detto così suona proprio meglio, eh!». Arrivarono alla fermata della metro ed attesero.

«E così hai beccato il tuo ragazzo con un'altra?».

Nicky inclinò il capo e lo fissò contrariata. «Non sono affari tuoi».

Daniel la fissò dritto negli occhi: «Di me ti puoi fidare»

«Ahm». Prese un respiro profondo. «In realtà è questo il problema: non so se posso fidarmi di te. Ho riposto la mia fiducia in un – ingoiò tutti gli insulti che le affollarono la mente – ragazzo che mi ha tradita e ora pensi che io abbia il coraggio e la voglia di riporla in una persona che neppure conosco?»

«Non posso dirti che so quello che provi, perché mentirei. Però posso dirti quello che so: so che mi piaci e che vorrei conoscerti meglio. Vorrei approfondire il nostro rapporto, ma non ti farò pressioni». La ragazza si strinse nelle spalle, quasi indifferente. «Perché non mi credi?»

«Sono solo parole, le possono dire chiunque. Se io ora ti dicessi...». Si schiarì la voce. «Il nostro incontrarci in questo momento è un segno del destino, ci siamo incontrati per un motivo preciso, perché siamo fatti l'uno per l'altra e non sono disposta a perdere questa occasione. Non sono disposta a perdere te per colpa delle mie insensate paure. Tu non sei lui». Daniel aprì la bocca per parlare, ma fu preceduto. «Mi crederesti? Sono solo parole, Daniel. Chiunque può mentire»

«Non mi scoraggi, così». Le sorrise, cedendole il passo per salire sulla metro. «Vorrà dire che sarà il tempo a parlare per me»

«Non...».

Il giovane la ammonì con lo sguardo. «No. Non smontare anche questa battuta. Altrimenti ho finito le frasi da film da usare!». Nicky, suo malgrado, scoppiò a ridere. «Finalmente una risata! Credevo di non sentirla più»

«Eccola, questa è un'altra frase da film. Fammi indovinare, hai un libricino dove le annoti tutte?»

«Libricino?». Daniel si finse indignato. «Ormai siamo nell'era digitale! Ho un documento sul mio smartphone. Lo tengo aggiornato». Vederla ridacchiare gli fece risollevare il cuore. Finalmente, dopo le lacrime, la rabbia e il cinismo, ricompariva la Nicky – o meglio Dom – che lo aveva colpito.

«Hey? Tutto a posto?»

«Sì, certo!». Non si era neppure reso conto di essersi incantato ad osservarla. «Tra quante fermate dobbiamo scendere?»

«La prossima, genio! È la tua stessa identica fermata»

«Oh, giusto». Ritornarono in superficie e una fresca brezza li accolse, facendo stringere Nicky nella sua giacchetta. «Hai freddo?»

«Daniel, sei un cliché vivente!». Il ragazzo la fissò senza capire. «Andiamo – gli lancio uno sguardo eloquente – Hai freddo?».

Solo in quell'istante ricollegò tutto. «Ma io dicevo sul serio!». Si discolpò con il sorriso sulle labbra. «Ti ho vista rabbrividire! Per una volta non era voluto!»

«Bene». Si fermò. «Non ti ringrazierò per avermi accompagnata, perché mi hai fregata con la storia del nome, perciò... Buonanotte».

Daniel le si avvicinò, ma, non appena la vide irrigidirsi, si bloccò. «Buonanotte Dom. A domani».

A discapito di quanto Daniel le aveva augurato, quella di Nicky non fu una buona notte. A tormentare il suo sonno ci furono parecchi incubi nei quali, a farla da padroni, c'erano Noah ed Angie.

 

 

Il mio angolo.

Buonasera, cari sparuti lettori, tutto a posto?

In questo capitolo abbiamo un tenacissimo Daniel che riesce a strappare la promessa di qualche chiacchiera a Nicky (finalmente scopriamo come si chiama XD)

Un grazie a tutti gli irriducibili che resistono e continuano a leggere i miei capitoli, i misericordiosi che trovano qualche minuto per lasciare un commento (se ci saranno) e gli impavidi che inseriscono la storia tra le Preferite/ricordate/seguite.

Abraçada,

Softkitty

ps Spero non ci siano errori!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: softkitty