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Autore: corrienonfermarti    04/11/2014    1 recensioni
«E se fosse per sempre?» chiesi lasciando che dalle mie parole trasparisse la speranza che tutto ciò durasse davvero per sempre, Diego sorrise e incominciò a canticchiare: «"E se fosse per sempre, mi stupirei. E se fosse per sempre, ne gioirei. Perché quando mi rubi e mi stacchi dal mondo sale forte l’umore e l’amore va in sole"».
Gli lasciai un bacio sulla guancia e mi strinsi a lui, appoggiando l’orecchio sul suo cuore che batteva con ritmo regolare, lui mi circondò con le braccia facendomi sentire piccola e protetta e, dopo avermi donato un piccolo bacio sui capelli, disse: «Lo prometto: sarà per sempre, amore».
[Citazione dal capitolo 4]
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 6

[Chiara]
Rientrai in casa sorridendo come una scema, ripensando agli ultimi momenti con Diego. «Ciao, sono tornata!» esclamai per avvisare i miei genitori, sicuramente rimasti svegli ad aspettarmi, del mio rientro.
Stranamente, però, non mi rispose nessuno: dallo studio di papà si vedeva chiaramente il chiarore del pc, probabilmente stava guardando una delle sue serie tv in streaming, ma la cosa più strana era la luce soffusa nella mia camera. E il silenzio.
Andai dritta in camera mia e vi trovai mia mamma seduta sul letto, accanto a sé la valigia vuota, tra le mani teneva un biglietto che riconobbi all’istante: era quello che Diego mi aveva scritto la sera che ci eravamo baciati, lasciandomelo sul cuscino la mattina quando era partito, per non svegliarmi.
«Mamma…» sussurrai avvicinandomi lentamente a lei, senza sapere bene cosa fare o cosa dire, era la prima volta che mi trovavo in una situazione simile, «E questo cos’è?» mi chiese bruscamente, sollevando il pezzo di carta. Abbassai lo sguardo, colpevole. Cos’avrei dovuto fare, mentirle?
«I-Io…» incominciai con voce tremante, senza nemmeno sapere dove sarei andata a parare, ma mia mamma mi interruppe: «Stavo sistemando la valigia quando è caduto questo. Pensavo fosse un tuo appunto, uno dei tuoi soliti scarabocchi su un post-it per non dimenticarti di fare qualcosa. Invece no» «Mamma, mi dispiace…» mormorai, sentendo le lacrime che salivano rapidamente ai miei occhi, pizzicandoli e rendendoli terribilmente lucidi. «Quindi tu e Diego state insieme, non è così?» disse, alzandosi dal letto e incominciando a camminare nervosamente per la stanza, mentre io rimanevo immobile, con le braccia strette al petto per non crollare. Annuii impercettibilmente, senza sapere cosa sarebbe successo, senza immaginare quello che sarebbe potuto succedere, «E quando pensavi di dirmelo? O forse pensavi di non dirmelo?» «Mamma io volevo dirtelo, te lo giuro, ma io e Diego volevamo farlo insieme e…» «E dirmelo quando sarebbe stato troppo tardi e avrei dovuto accettare la cosa?». Guardai mia mamma senza capire e lei continuò, imperterrita: «Senti, io capisco che a te Diego possa piacere, ma devi capire che una ragazzina di quindici anni non può stare con uno di venticinque! Sai quanti anni sono di differenza? Dieci. Sono troppi anni di differenza Chiara, troppi. Tu sei una bambina, lui è un uomo. E un uomo ha certe esigenze che di certo tu non puoi soddisfare, quantomeno non a quest’età».
«La mia unica esigenza sei tu» esclamò nella mia testa la voce di Diego, dandomi la forza di ribattere: «Cosa credi mamma, che non lo sappia? Che non ci abbia pensato mille volte prima di dirgli di sì, di voler essere la sua ragazza? Beh, notizia dell’ultim’ora: ci ho pensato, eccome. Ho pensato al fatto che abbiamo esigenze diverse, che lui ha più libertà e responsabilità, ho pensato al fatto che lui per gran parte del tempo sarà in giro per l’Italia. E devi anche sapere che ogni volta che mi telefonavi mi sentivo uno schifo perché volevo dirtelo ma avevo promesso a Diego che ve l’avremmo detto insieme. Lo so che ho sbagliato e che dovevo dirtelo subito, però…» «Però cosa, Chiara? Ti rendi conto di quello che stai dicendo?! Perché a me sembra proprio di no. Una ragazzina di quindici anni non può stare con un cantante con dieci anni di più!» esclamò, iniziando ad alterarsi.
Inspirai, tentando di trattenere le lacrime, nonostante la mia voce suonasse ferma: «Ma mamma, io lo amo!».
La mia esclamazione, dettata dall’impulsività e pronunciata a voce un po’ troppo alta, fece calare il silenzio nella stanza, mentre in corridoio si udivano chiaramente i passi affrettati di papà che accorrevano. Mio papà si fermò sulla porta, guardandoci stralunato, senza capire cosa stesse succedendo e quale fosse il motivo di tanto chiasso. «Che succede qui?» chiese, facendo scorrere lo sguardo tra me e mamma, «Stefano non ti preoccupare, ci penso io qui, poi ti dico» lo liquidò mia mamma senza staccare lo sguardo da me.
Mio papà alzò le spalle e se ne andò, tornando nel suo studio, mentre mamma si avvicinò e mi strinse un polso per attirare la mia attenzione: «Chiara o lo lasci tu, o io non te lo faccio più vedere. Ti do il tempo per pensarci fino a domani, a te la scelta. E sappi che lo sto facendo per te». Detto ciò mi lasciò il polso e mi consegnò il biglietto di Diego, uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé, lasciandomi sola con i miei dubbi, le mie insicurezze, le mie lacrime, le mie paure, i miei pensieri. E, soprattutto, con una decisione da prendere.

***

11 Luglio 2012

[Chiara]
Aprii gli occhi e sbattei le palpebre per mettere a fuoco, per quanto possibile vista la miopia, la mia stanza.
Subito la tristezza e il dolore, al ricordo della sera precedente, mi colmarono, alimentando il senso di vuoto che dilagava nel mio cuore.
Afferrai il biglietto, che avevo appoggiato sul comodino, e lo osservai: era stropicciato e alcune lacrime avevano circondato con un alone trasparente alcune parole, rendendole sfocate. Lo lessi ancora, per imprimermi quelle parole nella mente, per aggiungere un altro – forse l’ultimo – ricordo di Lui al database della mia memoria.

Ciao piccoletta.
So che probabilmente mi vorrai uccidere quando leggerai questo biglietto, perché sono partito senza svegliarti, ma eri talmente bella mentre dormivi che non ho avuto la forza per destarti.
Se non fossi dovuto partire sarei rimasto ad osservarti tutta la notte dormire accoccolata al mio petto. Comunque sappi che tornerò presto e poi ci sentiremo.
Ti bacio (ancora),
Diego.

Scoppiai a piangere senza riuscire a trattenermi, lasciai che le lacrime salissero ai miei occhi e li colmassero, che rotolassero come rugiada lungo le mie guance. Lasciai che il dolore che provavo si riversasse fuori, pensando che probabilmente sarei scoppiata.
Mi morsi le labbra alzandomi dal letto e camminando nervosamente per la stanza, credendo d’impazzire nel vedere tutti i poster in cui era impresso il volto di Lui. Come potevo mettere davvero fine a tutto questo? Come avrei fatto senza di Lui? Come potevo distruggere in un attimo tutti i miei sogni, la mia felicità?
Guardai la mia città fuori dalla finestra, grigia come me in quel giorno nuvoloso, quasi che il cielo volesse compatirmi: si preannunciava un giorno di pioggia, quelle nuvole scure e quell’afa non preannunciavano niente di buono.
Tutta la notte mi ero girata e rigirata nel letto, chiedendomi se stessi facendo la cosa giusta: era ovvio che mamma volesse spingermi a lasciarlo per mia scelta, sapevo che credeva di fare il mio bene e sapevo che non avrebbe voluto scegliere una soluzione così drastica, tanto meno avrebbe voluto impedirmi di vederlo di nuovo se avessi deciso di rimanere assieme a Diego.
Ormai avevo preso una decisione, non ero nemmeno sicura che fosse quella giusta, ma cosa avrei potuto fare? Mi asciugai le lacrime, afferrai un paio di pantaloncini in jeans e una canottiera grigia e li indossai.
Andai in bagno ed evitai di guardare il mio riflesso allo specchio, non volevo vedere la mia espressione, i miei occhi spenti e la maschera della tristezza sul mio volto. Mi lavai i denti e il viso, poi raccolsi frettolosamente i capelli in una treccia alla francese che mi scendeva lungo la spalla destra.
Tornai in camera per prendere le converse e il cellulare, poi andai in cucina per annunciare a mia mamma la mia decisione a riguardo. Mamma era di spalle, stava cucinando, ignara della mia decisione e del mio conflitto interiore.
«Mamma… Ho deciso» dissi, senza nemmeno schiarirmi la voce o annunciarmi, ma andando dritta al punto.
«Ah sì? E cos’hai deciso?» mi chiese voltandosi, ma io non riuscivo a pronunciare quelle parole, avevo un groppo in gola che quasi mi impediva di respirare. Abbassai lo sguardo, certa che la risposta fosse palese, quando portai nuovamente lo sguardo su mia mamma, questa annuì, dicendomi di aver fatto la scelta giusta.
Annuii, «Posso… Posso andare al Castel Vecchio per… sì insomma, per…» «Chiara» mi ammonì mamma, ma assunsi un tono supplicante: «Mamma almeno glielo devo, non posso… Farlo per messaggio. Sarà l’ultima volta che lo vedrò, ti prego». Mia mamma annuì, accordandomi il permesso: la ringraziai a bassa voce e uscii di casa di corsa, sperando che se fossi corsa direttamente al nostro posto senza indugiare nei miei passi avrei diminuito il dolore della scelta. Accesi il cellulare, che subito venne invaso dai molteplici messaggi di Diego risalenti alla sera prima e a quella mattina che io avevo ignorato.
Gli mandai un messaggio, chiedendogli di venire subito al Giardino Pensile di Castelvecchio, spiegandogli che era urgente, sapevo che avrebbe capito.
I miei piedi camminavano velocemente, nonostante la distanza fra casa mia e il luogo prescelto non ci misi molto ad arrivare: salii la scala a chiocciola in fretta, rischiando di inciampare e di cadere, di farmi male, ma non mi importava. Quando arrivai in cima e vidi il luogo speciale di Diego, che ormai era diventato nostro, mi si spezzò definitivamente il cuore, mentre le lacrime si affacciavano nuovamente sui miei occhi.
Mi aggrappai disperatamente al parapetto di pietra, chiudendo gli occhi, mentre le prime gocce di pioggia incominciavano a cadere.

Questa è una storia
Che finisce così,
Sopra una pietra
Che la pioggia bagnò


Canzoni citate: 
Nomadi, Ho difeso il mio amore 

 
Ed eccoci alla fine di questa FanFiction! Spero che sia piaciuta e sarei grata se magari lasciaste anche solo un piccolo commento, giusto per sapere la vostra opinione e dove devo migliorare ;) Un bacio, 
corrienonfermarti.
   
 
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