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Autore: Tinkerbell92    04/11/2014    2 recensioni
Il mio racconto narrerà le vicende di Annie e Darcy Storm, due sorelle nate nella fazione degli Eruditi.
La Cerimonia della Scelta non è che il primo passo verso i più grandi cambiamenti della loro vita.
L'Iniziazione non servirà soltanto a confermare l'appartenenza delle due alla fazione prescelta, ma anche a farle crescere, maturare, forse anche a prepararsi ai terribili eventi che colpiranno la città a distanza di poco tempo.
La guerra metterà a rischio ogni cosa e le ragazze dovranno lottare e stringere i denti il più possibile per non venir spazzate via insieme a ciò che più amano.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Capisco che stiamo per arrivare quando gli iniziati interni cominciano ad alzarsi da terra, creando un gran trambusto.
Facendo attenzione a non venir risucchiata all’esterno, mi aggrappo ad una maniglia e sporgo appena la testa in fuori. Ci stiamo dirigendo verso il tetto di un grande edificio a sette piani.
- Che succede?- domanda Irina, massaggiandosi il collo dolorante – Siamo arrivati?
- Sì – rispondo, tremando appena per l’emozione – Quella dev’essere la base degli Intrepidi.
- Il treno non accenna a fermarsi – osserva Annie, venendo colta da un’illuminazione improvvisa – Oh, no…
Le rivolgo un sorriso tirato, mentre i nostri compagni di scompartimento – per la maggior parte Intrepidi dalla nascita – ci osservano con un’espressione divertita.
- Temo proprio di sì, Annie… dovremmo saltare di nuovo.
Mia sorella alza gli occhi al cielo esasperata, i pugni serrati per il nervoso: - Oh, certo! E io che pensavo fosse da pazzi lanciarsi dentro un treno in corsa da terra!
- Ma sì, che può andare storto, dopotutto? – boccheggia Irina, cercando di mostrarsi allegra – Al massimo rischiamo di cadere di sotto e sfracellarci… che sarà mai?
Mi sporgo di nuovo per controllare la situazione: i ragazzi dei primi scompartimenti si stanno già preparando a saltare. Il tetto del palazzo si avvicina pericolosamente.
- Dite che è meglio tenersi per mano oppure saltare singolarmente? – domanda Irina, spalancando gli occhi al massimo.
- In tre sarà più difficile, credo – rispondo, tenendo d’occhio il palazzo in avvicinamento – Al massimo due possono provare in coppia e una da sola…
- D’accordo, io salterò per conto mio – sospira Annie, serrando le dita tremanti attorno ad una delle maniglie interne – Voi due lo farete insieme.
- Annie…
Cerco di protestare, ma ormai gli altri iniziati hanno incominciato a saltare. Senza pensarci due volte, afferro la mano di Irina, grido “Ora!” e mi lancio con lei fuori dalla carrozza.
Per qualche secondo ci troviamo sospese nel vuoto, la gonna di Irina si apre a ombrello, offrendo a tutti una bella visuale delle sue gambette magre e dei suoi sandali in pelle.
Atterriamo bruscamente sul cemento e, per ammortizzare il colpo, rotolo di lato per qualche metro, lasciando involontariamente la mano della mia compagna.
Mi alzo in piedi quasi di scatto, spazzando via la polvere dai capelli e dai jeans. Irina, stesa di pancia sull’asfalto grigio, volta la testa verso di me ed alza il pollice per farmi capire che sta bene.
Un groppo alla gola comincia a tormentarmi non appena faccio scorrere lo sguardo sugli altri iniziati, in cerca di mia sorella. Fortunatamente, Annie si trova a pochi metri da me: è in ginocchio e sta osservando la sbucciatura al gomito che si è appena procurata.
Un urlo improvviso mi fa gelare il sangue nelle vene: un Intrepido mingherlino ha evidentemente calcolato male i tempi ed ora sta penzolando come un salame dal cornicione, aggrappato soltanto con la mano sinistra.
Alcuni degli altri iniziati corrono per aiutarlo, ma il più veloce di tutti è Dough, il mio ex compagno Erudito. Proprio mentre il ragazzino sta per mollare la presa, Dough lo afferra al volo per il polso e, con l’aiuto di altri due ragazzi, riesce a trarlo in salvo.
Questa volta è andata bene, ma sono sicura che qui non sia raro vedere qualcuno finire di sotto.
Aiuto Annie a rialzarsi mentre Irina ci raggiunge, un po’ zoppicante ma col sorriso stampato sulle labbra.
Qualcuno si schiarisce la voce e, voltandomi, vedo un uomo alto dalla pelle scura che ci fissa a braccia conserte. I capelli ingrigiti mi fanno pensare che possa essere almeno sulla cinquantina.
- Salve, io sono Max e faccio parte dei leader della fazione. Avvicinatevi, forza, non state lì impalati! Volete entrare nella vostra nuova residenza o no?
Obbediamo senza fiatare, formando un semicerchio attorno a lui. Noi trasfazione ci troviamo nella zona più interna.
- Dov’è l’entrata? – domanda una Candida dai capelli castani – C’è qualche ascensore, scivolo, o qualcosa del genere?
Max si lascia sfuggire un sorrisetto sadico: - Non esattamente. Vedete, qui vi trovate di fronte ad un’altra delle tante prove di coraggio che vi aspettano: se vorrete raggiungere l’entrata, dovrete saltare dal tetto.
L’attimo di silenzio che si crea all’improvviso viene presto sostituito da un mormorio stizzito. Mi volto verso Annie, che ricambia lo sguardo con aria nervosa. Accanto a me, Irina emette un flebile squittio.
- E’ uno scherzo? – abbaia Richard, il figlio di Jonathan, con un tono insolitamente aggressivo per un Rigido – Volete farci rompere l’osso del collo o cosa?
- Ci sarà sicuramente qualcosa lì sotto – suggerisce una Candida bionda, volgendo poi uno sguardo incerto a Max – O no?
Il capofazione alza le spalle: - Sta a voi scoprirlo. Forza, chi vuole essere il primo? Fatevi avanti, giovani iniziati, l’onore di entrare per primi nella sede spetta a voi!
Ci scambiamo tutti un’occhiata nervosa, poi, mentre sto per offrirmi volontaria, la Candida dai capelli rossi, quella altissima e robusta che aveva aiutato il ragazzino Pacifico a salire sul treno, si fa avanti con aria decisa. Credo si chiami Siobhan, o qualcosa del genere.
Scambia una rapida occhiata con Max, poi, drizzando la schiena, sale in piedi sul cornicione, gettando lo sguardo di sotto. La vedo corrugare la fronte, ma solo per un attimo. Le sue ginocchia si piegano e lei salta nel vuoto.
Alcuni di noi trattengono il respiro, mentre Max si sporge appena per controllare la situazione. Appare piuttosto divertito.
- Chissà dove sarà finita la vostra compagna?- domanda con fare leggermente stronzo.  
Una degli iniziati Interni si lascia sfuggire una risatina: è un po’ più bassa di me, ma più alta di Annie, ha la pelle ambrata, gli occhi a mandorla, il viso carino ed i capelli scuri. La cosa che però mi colpisce all’istante è il lungo bastone bianco che tiene stretto nella mano destra.
Un bastone per Non Vedenti.
- Chi è il prossimo?
Questa volta non intendo farmi sorpassare da nessuno. Noto con la coda dell’occhio un altro membro dei Candidi – il ragazzo al quale Richard aveva impedito di sfracellarsi sulle rotaie – fare un passo in avanti, così mi fiondo verso Max gridando: - Io!
Il capofazione si sposta per lasciarmi passare e mi osserva mentre poso i piedi sul cornicione.
- A quanto pare le ragazze sono più coraggiose, eh? – commenta ironico con un mezzo sorriso.
Mi volto con aria trionfante verso il Candido, che mi sta letteralmente fulminando con lo sguardo, poi getto un’occhiata di sotto, per capire cosa ci sia ad aspettarmi.
Tutto ciò che vedo è una specie di enorme voragine oscura, pare quasi che la mia caduta sia destinata a terminare all’interno di un buco nero.
Alle mie spalle, Annie emette un gemito.
Senza pensarci un secondo di più, mi do lo slancio e balzo in avanti, cominciando a precipitare verso il basso. Potrebbe esserci una vasca piena d’acqua ad attendermi, così raddrizzo le gambe e punto i piedi, in modo da evitare una spanciata da brivido.
La velocità che ho assunto ormai è tale da procurarmi una fastidiosa sensazione allo stomaco, come se qualcuno me lo stesse rivoltando dall’interno come un calzino. Spero con tutto il cuore di non vomitare in picchiata, sarebbe una catastrofe.
I miei piedi, finalmente, toccano qualcosa, qualcosa che però non è acqua ma una specie di rete elastica. Non faccio in tempo a piegare le ginocchia, così il contraccolpo mi fa rimbalzare di nuovo verso l’alto. Atterro malamente di faccia sulle maglie morbide ma resistenti della rete e mi lascio sfuggire un’imprecazione. Poco distante dal punto in cui mi trovo, qualcuno emette una leggera risatina.
Alzo la testa, leggermente indispettita, e vedo una mano femminile tendersi verso di me. La afferro, rendendomi conto di avere il braccio tremante, e scivolo oltre il bordo della rete, dove rischio di travolgere la ragazza che mi sta aiutando.
-Piano! – esclama lei, soffocando una risata. E’ alta come me, un metro e settanta circa, ha i capelli corti e neri ed il sopracciglio destro decorato con tre piercing d’argento.
Mi guardo attorno sbalordita: un gruppo ben nutrito di giovani Intrepidi mi osserva con aria compiaciuta. In mezzo a loro, Siobhan si sta lisciando i capelli rossi quasi con noncuranza.
Un ragazzo sui diciassette anni, atletico e dai lineamenti un po’ duri, si avvicina sorridendo e mi posa una mano sulla spalla: - Benvenuta. Io sono Quattro e lei è Lauren – dice, indicando con un cenno la ragazza che mi ha aiutata a scendere dalla rete – Qual è il tuo nome?
- Darcy – rispondo, drizzando la schiena e cercando di assumere un’aria orgogliosa.
Quattro annuisce, i suoi occhi sono infossati e di un singolare colore blu scuro. Si volta verso i suoi compagni e annuncia ad alta voce: - Salutate la seconda arrivata: Darcy!
Un coro esaltato si leva dal gruppo degli Intrepidi ed è così forte da coprire le grida del Candido appena atterrato sulla rete elastica.
Le orecchie mi fischiano un po’, ma non sono infastidita, anzi. Sento di amare profondamente questo gran baccano.

Una gigantesca caverna scavata sotto il palazzo e rinominata “Il Pozzo”.
Antri infossati nelle pareti e collegati da strettissimi canali.
Uno strapiombo con tanto di fiume sotterraneo.
Non ho idea di come sia riuscita a contenere il mio entusiasmo mentre Quattro ci mostrava la base degli Intrepidi. E’ tutto così… eccitante, adrenalinico, affascinante…
Ogni minuto che passa mi sento sempre più elettrizzata. Perfino la mensa mi sembra fantastica, nonostante non sia molto diversa rispetto a quella della scuola.
Prendo posto ad un tavolino centrale, insieme ad Annie e Irina. Dalla mia postazione riesco a scorgere una lunga tavola scura un po’ scostata rispetto alle altre, alla quale non si è ancora seduto nessuno.
- Ma avete visto tutti quei canali senza ringhiera? – esclama Irina, prendendo un hamburger da dentro una terrina – Insomma, possibile che non sia mai caduto nessuno da lì?
- Io scommetto che è successo più di qualche volta – commenta Annie con un brivido – Stessa cosa per lo Strapiombo.
- Che vi aspettate? Siamo nel mondo degli Intrepidi ora! – rispondo con voce un po’ tremante per l’emozione – I rischi sono all’ordine del giorno!
- Ben detto – s’intromette un iniziato interno con un sorriso, passando accanto al nostro tavolo – Di sicuro qui non ci si annoia mai.
E’ un ragazzo piuttosto alto e atletico, dalla carnagione olivastra e dai lineamenti molto gradevoli. I suoi capelli sono neri e lucidi, pettinati a spazzola davanti e legati in un sottile codino dietro; i suoi occhi sono scuri e vivaci ed i suoi denti bianchissimi e regolari. Da bravo Intrepido, è abbigliato con abiti neri ed il suo orecchio sinistro ha almeno quattro piercing. Scommetto che ci sarà più di un tatuaggio impresso sulla sua pelle.
- Vi spiace se mi unisco a voi? – domanda con fare allegro – Mi piace conoscere i nuovi arrivati. Quest’anno voi esterni siete in maggioranza rispetto a noi interni, quindi potreste avere più probabilità di restare!
- Oh, lo spero! – cinguetta Irina, facendogli poi un cenno con la mano – Prego, siediti.
- Ehi, Dough! – chiama Annie, notando il nostro compagno che si sta aggirando distrattamente per i tavoli con aria assente – Ti unisci anche tu a noi?
- Sì, Dough, vieni con noi! – esclama l’interno, rivolgendoci poi un altro sorriso – A proposito, io sono Jake Wright.
Gli stringo la mano energicamente e getto un’occhiata a Dough, che sta prendendo posto davanti a me in maniera un po’ flemmatica.
Sembra parecchio più vecchio della sua età: è molto alto, un metro e novanta circa, ha il fisico asciutto, il viso duro ma bello e la mascella un po’ squadrata, ricoperta da uno strato di barbetta incolta. I suoi capelli sono lunghi e castani, legati in una coda un po’ disordinata, ed i suoi occhi sono azzurri e profondi, forse un po’ malinconici. Rappresenta alla perfezione lo stereotipo dell’intellettuale trasandato.
Sono sicura che in questo momento gli manchi molto Sera, che è rimasta con gli Eruditi.
- Allora, anche tu qui, dunque… – gli sorrido, afferrando un tubetto di salsa a caso per poi spremerlo sulla carne del mio hamburger – Stufo di studiare?
- A dir la verità mi hanno sempre affascinato gli Intrepidi – risponde lui, abbassando lo sguardo sul proprio piatto vuoto – E’ stata una decisione sofferta.
- Sì, immagino… - mormoro un po’ impacciata, appoggiando il tubetto a destra. Annie mi lancia un’occhiata sconvolta e apre la bocca per dire qualcosa, ma Irina la interrompe indicando il tavolo vuoto: - Chi si siede là?
Jake si volta, rischiando di macchiarsi i jeans con la salsa barbecue, poi si lascia sfuggire una smorfia: - Oh-oh,  il signor Barry ci farà una visitina a quanto pare. Forse ne avrete sentito parlare, è il capofazione più severo che si conosca. Di solito non mangia con noi: si fa vivo ogni tanto per controllare la situazione.
- Aurus Barry? – ripete stupita Annie – Sì, lo conosciamo. Sua moglie dirige i pattugliamenti lungo i confini. Oh, Darcy…
- E’ quel tizio che sta entrando adesso? – domando, dando un morso al panino.
Jake si volta e annuisce: - In persona. Con tanto di colleghi e allegra famigliola allegata.
Un gusto un po’ insolito mi pervade la bocca, ma non ci faccio caso. Sono abbastanza colpita dall’aspetto del signor Barry: è un uomo alto e robusto sulla sessantina, dalla carnagione secca e olivastra e lo sguardo un po’ truce.
E’ piuttosto raro trovare una persona anziana tra gli Intrepidi: di solito, chi non è più in grado di muoversi lungo i pericolosi canali sospesi, o non riesce a tirare un gancio come si deve, viene spedito immediatamente tra gli Esclusi, come un giocattolo rotto. Se il signor Barry bazzica ancora per la base, significa che l’età non è ancora riuscita a frenarlo.
Prende posto al centro della tavola riservata: alla sua destra si siede Max, alla sua sinistra un altro uomo un po’ più giovane. I posti restanti vengono occupati da: una quarantenne mulatta, probabilmente un’altra capofazione; una donna attraente sulla trentina, con i capelli castani e indossante una giacca nera in pelle; un ragazzo sui venti, muscoloso e molto carino, dal taglio a spazzola e molto somigliante alla trentenne mora, ed infine una ragazza dai lunghi capelli color rame, che si siede un po’ a fatica, sostenendo con la mano un pancione piuttosto evidente.
- Quelli a sinistra del signor Barry sono altri due leader – spiega Jake, indicando l’uomo e la donna sui quaranta – Octavian e Clelia. La tipa vicino a Max è la figlia del signor Barry, Blade. Lei è un Istruttore Specializzato, insegna Scherma.
- Blade? – ripete Irina – Che nome strano…
- Il suo vero nome è Cassidy – sorride Jake, poggiando il proprio panino sul piatto – La chiamiamo Blade perché maneggia impeccabilmente molti tipi di spade. Si è guadagnata il soprannome una ventina d’anni fa e ormai è abituata a presentarsi così. Ah, il ragazzo con i capelli a spazzola è suo fratello, Kyran. Anche lui è un Istruttore Specializzato, insegna Tiro con l’Arco, mentre Abbey, sua moglie, lavora al Reparto Tatuaggi – conclude, indicando con un cenno la rossa incinta.
- Credevo che i capifazione Intrepidi fossero sempre dispari – osserva Dough, socchiudendo appena gli occhi celesti – Ne conto solo quattro…
Jake gli strizza l’occhio sorridendo: - Arguta osservazione. In effetti abbiamo un altro capofazione: sta entrando in mensa proprio in questo momento.
Il gusto del mio panino è decisamente strano, ma sono troppo impegnata a fissare sbalordita il tizio che Jake ha indicato per darci peso.
Il quinto capofazione è un ragazzo dall’aria arrogante, pompato di muscoli e pieno di piercing e tatuaggi. Avrà un anno al massimo più di noi, i suoi capelli sono corti, castani e unti, mentre i suoi occhi sono grigi e freddi, quasi minacciosi.
Con fare altezzoso squadra rapidamente ognuno di noi, dopodiché prende posto al tavolo dei capifazione, non prima però di aver rivolto uno strano sorrisetto alla donna di nome Blade.
D’un tratto, un’illuminazione improvvisa mi colpisce più violenta di un pugno in faccia: conosco quel ragazzo.
- Eric? – sussurra Annie in un sibilo strozzato – E’ lui il nuovo capofazione?
- Oh, giusto – esclama Jake, gettandogli un’occhiata divertita – Lui era un Erudito come voi.
- Sembra che il salto di carriera l’abbia fatto diventare ancora più arrogante di quanto non fosse – osservo, facendo scorrere lo sguardo sui tubetti di salse aperti – Se la tirava un sacco a scuola e… ma che cavolo di condimenti avete qui, per i panini?
- Darcy - mi interrompe Annie con un sospiro – E’ da mezz’ora che cerco di dirtelo… quello che hai versato sulla carne è sciroppo al cioccolato…
Per qualche istante, un silenzio tombale cala sul nostro tavolo. Alzo lentamente il pane dell’hamburger, impregnato di una sostanza marrone e cremosa dal dolce profumo. Cioccolato.
- Gli Intrepidi mettono anche sciroppi per dolci sui panini? – domando con una smorfia rivolta a Jake. Il ragazzo resta in silenzio per qualche secondo, dopodiché si schiarisce la voce: - No, ehm… quello è per il dessert che porteranno dopo…
A questo punto vorrei sprofondare. Sono qui da neanche due ore ed ho già fatto la mia bella figura da idiota. La tentazione di alzarmi da tavola e picchiare qualcuno a caso per sfogarmi è forte, ma Irina scoppia improvvisamente a ridere, coinvolgendo anche Jake, Dough ed infine Annie. Il mio orgoglio suggerisce di prenderla male, ma il pensiero di quanto è appena accaduto, purtroppo per me, è decisamente ridicolo, così finisco per unirmi alle risate.
- Se vuoi, il cesto dei rifiuti è là in fondo – m’informa Jake non appena riesce a prendere il respiro – Vado a buttare via quella schifezza?
Osservo il mio hamburger pensierosa, dopodiché scuoto la testa: - No, lascia stare. In fondo, non è poi tanto male.
In realtà fa schifo, ma il solo pensiero di essere qui rende migliore qualsiasi cosa.
Sono tra gli Intrepidi. Diventerò un’Intrepida.

***
Angolo dell’Autrice: Aggiorno oggi perché una decina di giorni fa è stato il compleanno della nostra Darcy (sì, io do sempre un compleanno a tutti i miei personaggi) e quindi, un po’ in ritardo, la festeggio così.
E colgo l'occasione per fare anche gli auguri a Marina94, che li compie oggi ^_^ *chiude la parentesi "Compleanni"*
Allora, qui siamo entrati all’interno della base degli Intrepidi. Naturalmente, non sarà tutto uguale a quello che ha visto Tris, visto che la storia precede “Divergent” di un anno.
E’ comparso il nostro caro Four e pure Eric (sì, mi piace immaginarlo di più con i capelli corti), insieme a dei nuovi personaggi.
Spero che questa parte vi sia piaciuta o perlomeno che non vi abbia fatto schifo.
Alla prossima!
  
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