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Autore: Anmami    05/11/2014    2 recensioni
Dopo l'arrivo a Terminus il gruppo si trova rinchiuso in un vagone. Questa storia è la mia versione della quinta stagione vista con gli occhi di Daryl. Tra amicizia, battaglie per la sopravvivenza ed un amore difficile da ammettere anche a se stesso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Step by step'
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Eccomi qua! Capitolo nuovo! Tutto molto *_* occhietti a cuoricino ecc ecc... manca poco alla fine, perciò continuate a seguirmi!!! A prestoo!
 


Capitolo 17
 
L'amavo? Non lo sapevo. Non sapevo cosa fosse amare, non sapevo cosa fosse essere amato, non sapevo un cazzo di tutte quelle stronzate romantiche. Sapevo seguire tracce per chilometri, sapevo colpire un bersaglio a diversi metri di distanza, sapevo orientarmi in mezzo ai boschi anche di notte, ma ero un fottuto ignorante in materia di sentimenti.
Se ricevi solo calci in culo, imparerai che i calci in culo sono l'unico modo per interagire con le persone.
Forse non avrei dovuto essere così duro con lei, ma trattarla male era il solo modo che conoscevo per dimostrarle il mio interesse nei suoi confronti.
Non mi andava giù che lei potesse anche solo pensare che fossi arrabbiato perché aveva messo a repentaglio la mia vita. Come faceva a non capire che ero incazzato perché aveva messo a rischio la sua? Se fosse servito per salvarla avrei sacrificato volentieri la mia pelle senza pensarci neanche un attimo e lei se n'era uscita con quella frase e con quelle scuse che avevano avuto, su di me, l'effetto della benzina sul fuoco.
Mi importava di quella fastidiosa e avventata ragazzina, forse più di quanto fosse lecito, più di quanto riuscissi ad ammettere. 
Quella mattina, in macchina accanto a Rick, non feci altro che pensare a lei, alla nostra fuga dalla prigione, a quella casa, alla sua canzone. Quale sortilegio mi aveva fatto? Come aveva fatto ad entrarmi nella testa in quel modo?
A metà giornata, ci fermammo in uno spiazzo a lato della strada, per mangiare e controllare che tutti stessero bene e potessero continuare a viaggiare.
Dopo la mia risposta, Rick non toccò più l'argomento Beth e gliene fui tremendamente grato.
Una volta sceso dalla macchina, presi la mia razione di cibo, dell'acqua e mi sedetti su un muretto a lato dello spiazzo, lontano da tutti. Avevo necessità di stare da solo. 
Ad un certo punto Carol sembrò intenzionata a venire a parlarmi, ma fortunatamente Rick la bloccò, comprendendo il mio bisogno di isolarmi. Mi voltai verso di lui facendogli un gesto per ringraziarlo.
Dall'altro lato dello spiazzo, altrettanto sola, c'era una ragazzina bionda che mangiava la sua razione di cibo con sguardo triste.
Un nodo mi si formò in gola vedendola in quello stato e soprattutto la cosa peggiore fu la consapevolezza che la colpa del suo stato d'animo fosse la mia.
Distolsi lo sguardo, voltandomi verso la boscaglia e mi persi ad osservare le foglie degli alberi mosse dal vento, ma quando tornai nella posizione iniziale, trovai Beth in piedi a pochi passi da me intenta a fissarsi le scarpe.
Respirò profondamente e poi alzò gli occhi posandoli nei miei.
"Facciamo... due passi?" chiese titubante.
Io non risposi, mi alzai, la affiancai ed iniziammo a camminare.
Ci dirigemmo verso il bosco, con l'intenzione di non allontanarci troppo.
Restammo in silenzio continuando a camminare vicini, tanto che le nostre mani finivano spesso per sfiorarsi.
Arrivati in una piccola radura, non distante dallo spiazzo, mi sedetti su un tronco d'albero ricoperto di muschio e lei fece lo stesso continuando a rimanere in silenzio.
"Sai... credo di aver capito." disse giocando con un legnetto.
"Che cosa?" chiesi io quasi annoiato.
"Ho capito perché ti sei tanto arrabbiato quando sono entrata in quel palazzo." 
"Davvero? Illuminami." dissi facendo un gesto con la mano.
"Eri preoccupato." affermò felice come se avesse risolto chissà quale enigma.
Restai in silenzio limitandomi a scuotere la testa.
"Eri preoccupato perché stava arrivando quella mandria e tu, invece di metterti in salvo, sei stato costretto a venire a cercarmi perché sono stata avventata e mi sono comportata da stupida. E poi c'era Rick con te, quindi era un'ulteriore preoccupazione perché Carl e Judith sarebbero rimasti senza un padre nel caso lui..."
"Hai finito?" chiesi scocciato.
Come'era possibile che continuasse a non capire? L'avevo sempre considerata una ragazza intelligente, ma forse anche lei era una fottuta ignorante quando si trattava di stronzate romantiche.
"Si." disse lei.
Mi inginocchia davanti a lei, portando il mio volto pericolosamente vicino al suo, tanto da sentire il suo respiro sulle mie labbra.
"Bene, noto che per l'ennesima volta non hai capito un cazzo!" soffiai sul suo viso.
"Ma io..." disse lei incapace di ribattere.
"Basta cazzate Beth! Ieri ti ho trattato male, e forse penserai che abbia esagerato, però te lo sei meritata! Ti sei comportata da stupida. Avresti potuto morire in quel dannato palazzo. Però su una cosa hai ragione, ero preoccupato." le spiegai mantenendo la mia posizione.
Lei continuava a non riuscire a ribattere in nessun modo, forse intimorita dalla vicinanza tra di noi. Senza spostarmi di un millimetro, continuai la mia spiegazione, fissandola intensamente negli occhi.
"Ero preoccupato, non per me o per Rick o tutte le stronzate che ti sei immaginata tu. Ero preoccupato per te. Ero convinto che non ti avrei più rivista."
Dopo avermi ascoltato e aver ben ponderato sulle mie parole, prese coraggio e parlò.
"Ma quando mi hai trovata mi hai insultata. Mi hai detto che eri arrabbiato perché tu e Rick avevate messo a repentaglio la vostra vita per salvarmi..."
A quel punto mi spostai prima che la rabbia prendesse il sopravvento e alzando la voce, le dissi:
"Come fai a non capire? Ero incazzato, è vero, ma non per la mia vita o per quella di Rick! Ero incazzato perché avevi messo a rischio la tua!" sbottai passandomi entrambe le mani tra i capelli nervosamente.
"Io credevo che..." rispose lei.
"Già... immagino..." dissi seccato.
"Daryl Dixon, tu tieni a me! Per te sono importante allora!" affermò lei ridendo compiaciuta.
"Finiscila." le risposi con un ghigno.
"Quindi non mi consideri una ragazzina fastidiosa!" constatò lei sicura delle sue parole.
"Non ho detto questo, sei una ragazzina e lo sarai sempre." dissi dandole un leggero colpetto sul naso con l'indice.
Lei mi rispose con uno spintone, forse per spingere via più l'imbarazzo della situazione che me e tornammo insieme dagli altri.
Quando fu il momento di ripartire, la vidi dirigersi verso l'auto guidata da Glenn e ciò mi fece provare un certo fastidio. Mi aspettavo che tornasse a viaggiare con noi, credevo che dopo la nostra conversazione le cose fossero chiarite, ma i fatti dimostravano altro. Mi decisi a salire in macchina un po' deluso. Data l'insistenza di Carl, dovetti tornare ad accomodarmi sul sedile posteriore vicino alla piccola Spaccaculi.
Mentre stavo per aprire la portiera però qualcuno mi fermò.
"Mi siedo io vicino a Judith, Signor Dixon." disse Beth sorridendo.
Riportò il suo zaino nella nostra auto, tra il disappunto di Maggie e lo sguardo divertito di Rick e finalmente ricominciammo il viaggio.

  
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