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Autore: Francine    05/11/2014    3 recensioni
Frammenti di vita quotidiana, sparsi nello spazio e nel tempo, all'ombra del Grande Tempio di Athena.
(Personaggi serie classica e Lost Canvas)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Caleidoscopio'
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#18 Briciole di zenzero e cannella





Prompt: Regali di Natale
Titolo: Briciole di zenzero e cannella
Autore: Francine
Fandom: Saint Seiya – Serie Classica
Personaggi: Saori Kido – Ophiuchus Shaina
Genere: Introspettivo 
Rating: Verde
Avvertimenti: -
Lunghezza: (conteggio parole e numero pagine) 1946/4
Eventuali note dell’autore (o alla fine se contengono spoiler):
 Partecipa alla Challenge Slice of Life 
 
 
 
 
 

Gli uomini portano una maschera – le donne due.
(Iginio Ugo Tarchetti, Pensieri, 1869)
 




«Pensavo di dare una festa, per Natale. Per i ragazzi. Una bella festa, con l’albero addobbato, i regali, le candele, e tutto il resto.» Pausa. «E se non dovessero svegliarsi in tempo per Natale, pazienza. Avremo la nostra festa quando si sveglieranno.»

La tua festa, vorrai dire. Sbatti le ciglia nere e folte – e quel mascara fa davvero miracoli! – perché tu sul serio non hai capito quello che ti ha detto Saori. E ti viene il dubbio che il suo discorso non fosse rivolto a te, quanto a se stessa. Che ci fossi tu o un qualsiasi altro essere umano – a partire da Tatsumi per terminare con l’addetto alle pulizie di questo reparto – poco le sarebbe importato; sarebbe stato qualcuno più vivo e presente dell’estintore alle vostre spalle o del distributore automatico del caffè, in fondo al corridoio. E tu non hai fatto tutte quelle ore di volo per sentire certe sciocchezze. Tu sei venuta a trovare Seiya. A vedere coi tuoi occhi che no, da quella sera disgraziata non ci sono stati progressi. E a portargli il suo regalo di compleanno. Perché è oggi il compleanno di Seiya. Te l’ha detto Marin. E sapevi che anche oggi Saori sarebbe stata presente. Oggi più che mai.

Saori sta ancora fissando il proprio riflesso – sta ancora fissando Seiya, pensi – quando riprende a parlare: «Non pensi anche tu che sia una buona idea, Shaina?», e ti sorride, dal vetro spesso tre dita, mentre ti chiedi quale sia la risposta giusta.

«No», ti verrebbe da dire. Perché il bello dell’anno – il bello della vita – è accogliere le occasioni giorno per giorno. E se si salta un Natale o un compleanno, pazienza. Si festeggerà due volte il successivo. E festeggiare una ricorrenza fuori tempo massimo altro non è che rigirare un dito in una piaga che deve essere lasciata a cicatrizzare pian piano. Senza farla suppurare inutilmente. Ma quello che ti fa tentennare è Saori stessa. Perché quella che hai di fronte non è Athena, ma la rampolla dei Kido. E ti aspetti da un momento all’altro che batta a terra le sue scarpe di vernice rosso ciliegia perché tu le risponda quello che vuole sentirsi dire. Come una bambina che fa i capricci.

Saori si volta. E dall’occhiata che ti rivolge capisci che è più pericolosa adesso, che con il chitone addosso e lo scettro di Nike tra le dita. Perché il suo aspetto dolce, ingenuo, fragile, nasconde in realtà una bomba da un milione di megatoni. Athena. Che se ne resta in disparte  sul fondo della coscienza di Saori, ma con le orecchie ben tese. Sia mai che un essere umano ci caschi ancora e pecchi di ubris, ti dici.

«Athena… io…», prendi tempo, mentre pensi che non è giusto leggere nella mente del prossimo, anche se hai tirato la corda troppo forte.

«Il tuo viso non sa mentire, Shaina. Parla pure apertamente», ti dice – ti concede – Saori. E tu decidi di accontentarla. L’ha chiesto – ordinato –  Athena dopo tutto, no?

Prendi fiato e ti lanci. «Io non credo sia una buona idea….»

«Perché?»

«I ragazzi potrebbero svegliarsi in qualsiasi momento», come non svegliarsi mai più, ma riesci a ricacciare indietro, nei recessi della mente, questo pensiero viscido e terribile prima ancora di rendertene conto. «Oggi. Come domani. Come tra sei mesi.»

«Ci sarà sempre una festa di Natale ad attenderli.»

«Ma non sarà più Natale!» e adesso sei tu che per poco non pesti a terra i piedi.

Saori ti guarda come se ti fosse spuntata una seconda testa. «Certo che non sarà più Natale», ti dice. «Ma sarà un modo per…»

E poi, all’improvviso, Saori trema. Senza alcun perché. Trema così forte che pensi si spaccherà da un momento all’altro. Serra le labbra, si stringe le braccia al busto e si allontana dal vetro. Come se il vostro chiacchiericcio potesse disturbare il riposo dei ragazzi. Fai un passo avanti, per aiutarla, e magari passarle un braccio attorno alle spalle, ma lei te lo impedisce. Ti oltrepassa, dirigendosi verso il finestrone che si affaccia sul retro dell’ospedale, su quel parco adesso spruzzato di neve dove tu hai rincorso Seiya e dove Aiolia ha scaricato il suo fulmine addosso a lei.

«La realtà è che mi sento impotente», ammette in un soffio Saori. «E responsabile», aggiunge. Calando quella maschera di fredda regalità che ben conosci. «Per cui, se anche solo potessi dare loro qualcosa in cambio…»

«Ma sarebbe quello che loro vorrebbero?», ti ritrovi a chiederle. Perché non è per i ragazzi che Saori preparerà la festa di Natale perfetta, ma per se stessa. Per avere un po’ di pace e normalità, fossero anche solo delle briciole. Profumate di zenzero e cannella, ma pur sempre briciole, pensi.

Saori si stringe nelle spalle. «Non lo so», ammette, in un sussurro pesante quanto il piombo. «Ma è quello che io adesso posso fare per loro.»

Ti dici di no. Ti dici che Athena potrebbe fare molto di più. Che potrebbe affrancarli dalle lotte future. Dispensarli dallo scendere in battaglia. Rinchiudere i loro cosmi nel profondo delle loro anime. Ma sai già che non servirebbe. Sai già che se anche Athena decidesse di privarsi dei suoi pezzi più preziosi, quegli stessi pezzi si ammutinerebbero e scenderebbero in campo a prescindere dal suo volere. Anche senza un cosmo a sorreggerli. Perché sono fatti così. Perché Seiya è fatto così, ti dici. Avvicinandoti al vetro e posando una mano a contatto con la superficie trasparente. Com’è freddo, pensi, mentre la pompa del respiratore si alza e si abbassa, si alza e si abbassa, si alza e si…

«Mi farebbe piacere che ci fossi anche tu, a quella festa», ti dice. E stavolta no, non ti senti come se ti avessero messo di precetto. È sincera, stavolta. Come se volesse ricucire uno strappo, un orlo scucito che vi portate dietro da troppo tempo e che minaccia di sfilacciarsi sempre di più. Un colpo di forbici e via, questo vuol dare Saori. Tentando di non perdere l’orlo – di non perdere te. Come guerriera, perché tu e lei non sarete mai amiche. Avreste potuto esserlo, se non vi fosse stato Seiya di mezzo. Ma il destino sa essere capriccioso. E Saori –Athena – ha bisogno di tutti voi. Anche a costo di perdere Seiya. «E penso che farebbe piacere anche a Seiya.»

Questo è giocare sporco, Athena. «Allora, dovrà invitarmi lui», dici. Voltandoti verso Saori.

Sai già che non sarà una battaglia ad armi pari, e sai già che lei non mollerà mai e poi mai l’osso. Non fintantoché avrà un alito di vita nei polmoni, pensi. Ma vuoi lo stesso combattere. Perché non sei una che si tira indietro, tu. Così come non lo è lei. E siete troppo simili, troppo dannatamente vicine, per non intuire quali saranno le mosse dell’altra, o cosa vi passi nella testa con un solo, semplice sguardo.

Saori non lo lascerà andare. Mai. Perché lui è Pegaso. Perché Seiya le ha salvato la vita tante, troppe volte, mentre tu hai passato più tempo a minacciare di cavargli gli occhi che ad accarezzargli il viso. Ma, soprattutto, perché Seiya è Seiya. E sai che devi benedire Athena se tu, adesso, puoi stare davanti a quel vetro; perché se quella davanti a te fosse stata solo Saori Kido, non ti avrebbe permesso di avvicinarti nemmeno al perimetro dell’ospedale. E forse lo avresti preferito. Perché sarebbe stata una lotta ad armi pari, quella. Che cosa può fare un essere umano – una donna – contro un divinità – una dea?

Tutto. E il contrario di tutto, ti dici. Ritrovando un po’ di coraggio. Qualche briciola. Ma è sempre meglio che niente.

«Giusto», dice Saori, dopo un’impercettibile pausa. Accennando un gesto con la testa. Come a dire che sì, ha capito davvero. Che sia Seiya a scegliere tra voi due. Che sia lui a decidere il proprio destino. Perché lei ha le mani legate. Perché se lei davvero potesse… «È un regalo per Seiya, quello?»

La tua mano destra corre al tuo fianco, al quel pacchetto che fa capolino dalla borsa a tracolla. Un angolo di carta azzurra. Come il suo cosmo. Tu l’hai visto, laggiù in quel parco, sotto le fronde di un platano, dopo che il colpo di Aiolia ti aveva lasciata più morta che viva. Carta azzurra e nastri bianchi e rossi. Come la sua armatura.

Annuisci. «Oggi è il suo compleanno», le dici, come se tu fossi a conoscenza di qualcosa che lei, forse, non sa. Per prenderti una piccola rivincita. Per dimostrarle che tu non perdi terreno. E che non deve sottovalutarti, solo perché sei un essere umano – una donna.

E ti dai della sciocca vedendo il suo sorriso. Un sorriso dolce, comprensivo, paziente, come quello di una madre davanti ad un figlio testardo e lento di comprendonio. Ha occhi grandi, Saori. Grandi e lucenti, come quelli di un bambino. Ciglia folte e nere, senza bisogno di ricorrere ad alcun mascara allungante. È bella, Saori. L’epitome della principessa da salvare, con le mani curate ed un velo appena di smalto rosato sulle unghie. E ti ritrovi a sperare che Seiya voglia avere accanto una compagna, e non una statuina di cristallo da venerare da lontano.

Annuisce. Non dice «Lo so», e gliene sei grata.

«È un libro», confessi. «Me lo leggeva mia nonna prima di… prima che io arrivassi al Santuario.»

«Una bella idea», ti senti dire. «Magari, potrei leggergliene qualche brano, così…»

«È in italiano» e il sorriso di Saori si crepa. Mi credi così stupida, Athena? «E poi, vorrei che lo scartasse lui. Anche se non sarò qui per quando si sveglierà.»

«Potrebbe svegliarsi mentre sei qui.»

«Sarebbe un miracolo...»

«Sono gli uomini a compiere i miracoli, Shaina. Non gli dei », ti dice. Raccogliendo una mantella di lana grigia e posandosela sulle spalle. «Quando parti?»

Hai così tanta fretta di togliermiti dai piedi, Athena?, pensi. «Domani, dopodomani al massimo», rispondi. «C’è bisogno di me, al Santuario.»

Restate in silenzio, il suono dei respiratori che pompano l’ossigeno nei polmoni dei ragazzi. «Sono sicura che Seiya apprezzerà il tuo regalo. Tornerò tra mezz’ora. La sedia dentro la stanza non è comodissima, purtroppo.» Poi raccoglie qualcosa dalla sedia, qualcosa che era nascosto sotto la mantella. Come le radici degli alberi sotto la neve, pensi. È una scatola. Una bella scatola. Viola scuro con un nastro dorato.

«Buon Natale, Shaina», ti dice porgendoti – piazzandoti – quella scatola tra le dita. E prima che tu possa anche solo dire «ah» Saori è uscita, sgattaiolata oltre la porta d’accesso al reparto, lasciandoti da sola e senza parole.

Seiya dorme. E decidi di dare una sbirciatina al tuo regalo. Tanto non lo saprà nessuno. Solo tu, Saori e le telecamere di sorveglianza del reparto. Sposti il nastro dorato e sollevi il coperchio della scatola. C’è una maschera, all’interno. Talmente lucida che puoi specchiartici sopra e vedere il tuo viso stanco e sciupato, tra l’indaco che scorre ad esaltare la linea delle guance e il taglio degli occhi. È la tua maschera rituale. Quella dell’armatura dell’Ofiuco. Quella che va in mille pezzi ogni singola volta che scendi in battaglia.

È stupenda, pensi. E se in un primo momento vorresti spaccare in due quella maschera d’argento, dentro di te sei felice. Perché non è stata Saori a farti quel dono. È stata Athena. Per dirti grazie. Per dirti di restare con lei. E per chiederti una tregua. Almeno fino a quando Seiya non si sarà svegliato.

Perché ne hai bisogno anche tu. Perché aspettare stanca. Logora. Dal di dentro. E non aveva un’espressione provata anche Saori, che ha il lusso di poter vegliare Seiya ogni giorno?

Buon Natale, Athena, ti dici. Mentre Seiya dorme – riposa – e la neve ricomincia a cadere.
 
 
Note: siamo dopo la battaglia al Santuario, quando le Facce di Bronzo passano svariati mesi in coma (da ottobre al 21 Marzo, il compleanno di Julian Solo). Ho immaginato che in questo intervallo di tempo potesse esserci stato un faccia a faccia tra Saori e Shaina, complice il compleanno di Seiya, il 1 Dicembre. Che a voler tagliare a testa al toro sarebbe non più un Sagittario, ma un Ofiuco, ma è un altro discorso...
Ovviamente, questa storia è tutta colpa di avalon9. E il trapezista sta arrivando. Promesso!
   
 
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