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Autore: KintanaChloe    05/11/2014    1 recensioni
"Doctor None sapeva che avrebbe potuto mettere semplicemente da parte sua figlia, o quello che ne restava, e provare con un'altra cavia umana, andare avanti, come aveva fatto con i topi e con le scimmie, finchè il gene modificato non avesse attecchito nel sangue.
Ma non voleva rassegnarsi."

Una storia di esperimenti, ragazzi, di dolore, e di un folle e delirante scienziato con un solo obbiettivo: Creare esseri superiori.
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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«Non possiamo continuare a sfidare la sorte, è già stato difficile!»
«Cosa succede, Denton, ti sono cresciute, le palle tutte in una volta?»

Doctor e Denton litigavano più spesso, ultimamente. Denton si era rifiutato di iniettare il siero sul ragazzo del pub, che più tardi avevano scoperto chiamarsi Allen Birch, e aveva preferito non assistere mentre Doctor stesso si improvvisava medico e sotto le direttive datogli da Denton iniettava il siero nella sua “preda”.
Così l’aveva chiamata, come fosse il re della giungla, e tutti gli altri dovessero obbedirgli.
Suo malgrado, il siero aveva attecchito sul povero Allen, nonostante il salto nel passaggio di prova sui primati, e in pochissimo tempo aveva sviluppato una forza inaudita agli arti superiori. Inoltre avevano compreso un nuovo mistero dei sieri creati da loro stessi: nei casi in cui le capacità celebrali erano state compromesse, erano in grado di curare i danni ritenuti irreparabili. La dipendenza da droghe, infatti, aveva inibito una parte consistente dei neuroni del giovane Allen, e il siero aveva riportato la sua mente al suo stato originale.
Essendo il primo esperimento e avendo avuto subito successo, inoltre, la corteccia prefrontale rimaneva intatta, un grandioso risultato rispetto a Arianne, la figlia di Doctor, che ancora non dava segni di recupero, sebbene minacciasse inquietanti sogni.
Allen non sembrava aver perso la memoria, il che avrebbe potuto essere un problema per Doctor, che lo teneva in una stanza non poco distante da quella di Arianne. Tuttavia il ragazzo sembrava mostrare gratitudine al suo carnefice, e sebbene Denton non riuscisse a capacitarsene, aveva accettato di buon grado la sua “prigionia”, almeno per il momento.
Questo aveva dato a Doctor None una nuova sicurezza, e i possibili dubbi che aveva sul fare o meno la cosa giusta si erano totalmente dissolti davanti alla gratitudine negli occhi del giovane Allen.
E ancora una volta aveva preso da parte Denton per una confessione, una nuova, brillante idea.
«Ho intenzione di creare quanti più Eletti possibile.» Quelle che prima chiamava “creature” ora erano diventati “Eletti”, come se scalassero una gerarchia di perfezione, partendo già da un altissimo gradino.
«E in seguito, voglio creare un luogo dove poterli educare.»
L’espressione sbigottita di Denton fu talmente palese che Doctor ghignò.
«Tranquillo, Denton, non guardarmi con quella faccia. Non ho intenzione di addossarmi la perdita di tempo che sarebbe educarli da solo. No, voglio creare un istituto. Diciamo una specie di Università. Non voglio marmocchi tra i piedi. Voglio che crescano intellettualmente, che diventino potenti sotto ogni aspetto. E più di ogni altra cosa, non voglio che Arianne rimanga da sola
Denton inarcò un sopracciglio, ma non trovò nessuno modo per controbattere l’idea. In effetti pensò che forse un angolo della pazzia di Doctor lo avesse contagiato, perché iniziò a pensare che fosse una grande idea. Non avendo il potere di fermare la follia di Doctor None nel voler creare una specie superiore, ritenne giusto almeno avere un luogo dove educarla, e magari renderla migliore del suo creatore.
«Non dici nulla?»
Doctor insistette con la domanda. Non sapeva per quale motivo, ma per un attimo aveva desiderato l’approvazione di Denton. Gratificato com’era dalla gioia causata nel giovane Allen, aveva desiderato che l’assistente condividesse la sua gioia, in primis per avere una conferma che fosse la giusta cosa, ma soprattutto per smettere di giudicarlo un inetto, e iniziare a pensarlo come socio.
Nella distorta mente di Doctor, un socio poteva essere tale solo se condivideva le sue idee. TUTTE le sue idee.
«è davvero una buona idea.» Denton lo pensava davvero, su questo non c’erano dubbi, ma preferì non dare a quella frase più gioia di quanta ne meritasse. Erano comunque giovani ragazzi strappati alle loro famiglie e alle loro vite, rinchiusi in un istituto. Come avrebbero fatto a renderlo praticamente invisibile alle ricerche, come avrebbero fatto a rendere il mondo cieco, fino al momento in cui avrebbero rivelato i loro intenti?
«Solo, non saprei come attuarla.»
«A questo penseremo dopo, prima voglio averne molti.»

Aveva ricominciato a parlare come un dio onnipotente, e Denton ricominciò a non sopportarlo.
Ma sospirò e lo guardò negli occhi, chiedendogli rassegnato «Da cosa dovremo iniziare?».
Doctor None digrignò i denti all’utilizzo di quel plurale, ma si limitò a inspirare con enfasi. Per un istante si sentì derubato della sua scoperta, come se qualcuno avesse rubato gli appunti di Darwin, del suo persorso, e li avesse spacciati per suoi. Si sentì, per un istante, come un novello Nikola Tesla.
Ma fu un istante, e come era arrivato, passò, dandogli il tempo di pentirsi di aver dato valore al giudizio di quell’idiota.
«Dal secondo siero della forza.»

 
Rispose, deciso. Omise, ovviamente, il suo desiderio di saltare qualsiasi tipo di sperimentazione.
 
  
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