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Autore: M4RT1    05/11/2014    7 recensioni
E so che dovrei ridare la mazza da baseball a mia madre, ma non ci riesco. Sarebbe come chiudere il cerchio. Come dirti addio.
E se Stiles fosse morto? Se, quella notte della 3x24, si fosse davvero ucciso con la katana?
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Quarta classificata al Contest "Ti scriverò d'amicizia, di quanto sia devastante" indetto da GioTanner.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Beacon Hills, 25 Febbraio 2013
 

Caro Stiles,

non è facile scrivere questa lettera.

Vorrei dirti tante cose (tante, puoi crederci). Vorrei davvero spiegarti, scusarmi con te, parlarti. Ma, in definitiva, vorrei solo che tu fossi qui. Che fossi qui accanto a me a prendermi in giro (perché andiamo, chi scrive più lettere al giorno d’oggi?) o ad architettare quegli stupidi piani B che non funzionavano mai.

Ma tu non sei qui, non ci sarai mai più. Allison dice che devo accettare questa cosa, Derek lo dice, tutti lo dicono. Ma io non ci riesco, Stiles. Non ci riesco.

Certe volte, quando sono in classe (sono tornato a scuola, nonostante tutto), mi giro per dirti che il coach ha di nuovo sputato sul banco di Greenberg – e tu non ci sei. Non sei seduto alla mia destra (ah, ora c’è Kira, spero non ti dispiaccia), né a sinistra e neppure davanti o dietro. Non sei in classe, non sei a casa. E poi penso che non ci sei più e basta, che potrei cercarti ovunque e non ti troverei.

Ed è difficile, Stiles. Fottutamente, terribilmente difficile.

Ricordi quando dovevo imparare a controllare la trasformazione? Quando mi aiutasti nello spogliatoio? Ecco, è più o meno così. Sento lo stesso dolore mentre facciamo riscaldamento in campo e nessuno è più lento di me. Quando il coach mi mette in difesa con qualcun altro – perché tu non giocherai più a Lacrosse.

Ti ho detto che vorrei dirti tante cose, ma la verità è che non riuscirò a dirti nulla. La verità e che non riuscirò a farlo nemmeno domani. Già, domani ci sarà il tuo funerale. L’hanno posticipato per le indagini, per l’autopsia (ricordi quel giorno, quando cercavamo mezzo cadavere nel bosco?). E tutti si aspettino che io dica qualcosa. E sai? Al tuo funerale vorrei parlare a cuore aperto, ma mi ritroverò a leggere una lettera, ne sono certo. Una lettera piena di “quanto era bravo, intelligente, armonioso” chi usa più la parola armonioso, dai! Così te ne scriverò un’altra. Un’altra lettera che metterò sopra la tua tomba. Una lettera piena di cose non dette, di rammarico e dispiacere.

E, con questa, fanno tre.

Tre lettere piene di rammarico e dispiacere perché sì, è colpa mia se sei morto. Perché se non fosse stato per me, non saremmo mai venuti a conoscenza di quel mondo. E tuo padre non avrebbe rischiato di essere un sacrificio umano e nemmeno mia madre, e allora forse non avresti dovuto immergerti in quella tinozza di ghiaccio e aprire la porta al
Nogitzune.

Stiles, perfino Derek non è più sarcastico come un tempo. Credo che sia una specie di forma di rispetto, perché fare il sarcastico sarebbe un po’ come prendere il tuo posto. E nessuno potrà prenderlo, invece. Nessuno, te lo giuro.

Lydia dice che mi passerà (che passerà a tutti), ma intanto piange. Non di nascosto, non ce n’è bisogno. Tutti hanno pianto, in realtà. Perfino Isaac. Perfino il coach.

E so che non dovremmo essere tristi (dopotutto, sei tu a essere morto), ma ci viene naturale. Mi viene naturale anche prendere il cellulare e mandarti un messaggio. Mi viene naturale agire d’impulso perché ci sei tu a guardarmi le spalle (mi sono già rotto un ginocchio e il gomito, per questo). E so anche che dovrei ridare la mazza da baseball a mia madre, ma non ci riesco. Sarebbe come chiudere il cerchio, come se tutto fosse finito. Sarebbe come dirti addio.

E io non voglio dirti addio, non sono pronto.

Una volta mi dicesti che la parte più difficile di un addio è non guardarsi indietro. Perché “addio” è solo una parola, mentre proseguire è un fatto. Io non riesco a proseguire, Stiles. Non questa volta.

E so che è un brutto modo per concludere una lettera, ma volevo solo dirti che mi manchi.

Il tuo migliore amico, nonché fratello,

Scott.


N.d.A.: come avrete capito, in questa storia Allison non è morta (andiamo, sarebbe stata una tragedia D:)
  
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