Angolo
autrice: Ragazzi, perdonatemi io… NON SO Più SCRIVERE!! D: non so più
costruire
una frase di senso compiuto! T__T perdonatemi se ho scritto qualche
cretinata,
è così tanto tempo che non scrivo… che non so più scrivere! Devo
riprendere….
Quanto mi vergogno! *và nell’angolo a coltivare funghi*
Che
sarà mai
Devo solo dirgli che dobbiamo
smetterla di vederci all’infuori del “lavoro”… Che sarà
mai…
Ciò che Beast Boy continuava a
ripetersi non serviva a convincere nemmeno se stesso… figuriamoci il
suo futuro
interlocutore!
Camminava con passo indeciso e
teso per il corridoio. Passò un paio di volte di fronte alla camera del
suo
recente amante Robin, quasi terrorizzato dal dover bussare alla porta
della sua
camera.
L’ennesima volta si decise a
bussare, ma il fato volle che Robin uscisse di propria iniziativa.
- Oh, Robin! – sussultò l’omino
verde.
- Bibi! Proprio te volevo! Che
tempismo! – sorrise all’amico.
- Cos…?
- Dovevo parlarti di una questione
di vitale importanza!
-Anche io avrei bisogno di
parlarti – spiegò Bibi con timidezza.
- Di cosa si tratta? – Robin
stranamente era tranquillo e felice, chissà cosa gli era successo…
- Robin! – una vocetta
squillante ed emozionata proveniva dalla
camera del moro. Era Stella… che fece capolino dicendo qualcosa che il
verde
non capì, non sentì.
Oh… Ecco… Era appagamento quello che vedeva in
Robin! Ora
era tutto chiaro…
- Stella, fa prima parlare me! –
si rivolse alla ragazza dietro di lui, e poi tornò a parlare col suo
amico –
Vedi… - ma non gli fù permesso di continuare.
- Come hai potuto?! – gli inveì
contro Bibi, che subito scappò correndo.
- Bibi! – lo chiamò sorpreso Robin,
che cominciò a rincorrerlo – Aspetta!
L’omino verde corse il più veloce
che poté, mentre le lacrime gli scendevano incontrollate.
Doveva aspettarselo d’altronde! Prima o poi
sarebbe
successo! Che sarà mai…
Ma non riusciva proprio ad
accettarlo! E corse ancora. Finché non arrivò ad uno stanzino stretto e
buio.
Robin non l’avrebbe visto.
Vi si chiuse dentro. Si appoggiò
alla parete riprendendo fiato, e pian piano si accasciò a terra
singhiozzando.
Era davvero deluso. Sconvolto. Solo.
-Bibi! – sentì la voce dell’amico
che lo cercava – Bibi! – continuò ad urlare, senza ricevere alcuna
risposta.
Quando sentì i passi vicini allo
sgabuzzino in cui era rinchiuso, cercò di trattenere il respiro. Non
voleva
essere scoperto, non voleva parlargli, non
voleva più vederlo.
È finita! Pensò.
Non sentì più passi, e riprese a
singhiozzare piano… perché non riusciva a trattenersi.
Dopo un minuto o poco più, si udì
un piccolo sussurro da dietro alla porta: - Bibi… non piangere.
Era lui. Non
si era
allontanato e l’aveva sentito da dietro la porta. Il ragazzo nello
sgabuzzino
sussultò appena, e si chiese se era il caso aprirgli… o semplicemente
cacciarlo.
- Non sto piangendo… Tornatene
dalla tua Stella – rispose.
- Tua Stella? Bibi, ma cosa
hai capito? – si sorprese il moro.
- State insieme, no? Io ormai sono
di troppo! Vattene via… - sussurrò l’ultima frase, in preda alle
lacrime.
- Che stai dicendo? Non stiamo
insieme. Hai frainteso.
- E di cosa volevate parlarmi
allora? – ora era confuso, si era davvero sbagliato?
- La festa a sorpresa per Corvina -
sussurrò il moro per non farsi sentire da altri se non dal ragazzo.
Era stato talmente preso dal suo
discorso, dai suoi sentimenti, dai suoi pensieri… da
Robin… che si era completamente dimenticato del compleanno della
sua amica. Come si fa a dimenticare tutto
il mondo… per una singola persona?
- Maledizione…
- Aprimi – sussurrò il moro.
Calmandosi finalmente, Bibi si rialzò da terra, fece scattare la chiave
ed aprì
la porta. Aveva il viso rigato dalle lacrime che aveva versato poco
prima, ma
Robin non parve sorpreso e lo fissò con uno sguardo intenso, che forse
avrebbe
parlato più di altre parole.
- Scusami.
-Di cosa? Sono io che ho frainteso
– il ragazzo verde adesso sorrideva piano.
- Ti ho messo in condizioni di
fraintendere.
- Ahah, che dici! – un finto e
leggero pugno sfiorò il petto di Robin – Mi hai spaventato… - concluse.
- Scusami – il moro gli prese una
mano.
- Non fa niente… da quando sei
così gentile con me? – cercò di ammorbidire quella situazione
imbarazzante che
si era inevitabilmente creata tra loro, ridendo.
Robin accennò un sorriso, e piano
fece rientrare Bibi nello sgabuzzino, ma sta volta assieme a lui. Si
guardò le
spalle, non vide nessuno e chiuse di nuovo la porta a chiave. Si
rivolse verso
il proprio amico che intanto non aveva capito cosa stava per succedere…
Il moro intrappolò l’amico contro
la parete più vuota e all’orecchio gli disse:- Non devi essere così
preoccupato. Tu sei solo mio… -
E tu sei mio? Voleva chiederglielo, ma non ebbe molto
coraggio. E poi…
ormai era tra le sue braccia. Il mondo era sparito di nuovo, come per
magia. Quella
paura e delusione che l’avevano attanagliato, come se non fossero mai
esistite.
Come si poteva cambiare così?
Lo baciò profondamente. Fu stranamente
delicato, lo strinse a se. Non era mai stato così dolce, e Bibi non si
era mai
sentito meglio. Gli strinse le braccia attorno al capo, avvolgendolo ed
avvicinandolo
ancora, e Robin gli stringeva i fianchi. L’omino era appoggiato
dolcemente al
muro. Fu lui il primo ad approfondire il contatto. Voleva sentirsi suo.
Robin seguì i movimenti della
lingua dell’amante, approfondendo ancora il contatto fisico
accarezzandogli il
minuto bacino e la schiena. Si staccarono per un attimo guardandosi
negli occhi,
e subito dopo presero a baciarsi con più foga e passione, le sue mani
scesero
sul sedere dell’altro, tastandoglielo con leggero desiderio.
Bibi, si sentì come se non lo
avesse baciato per secoli, come se non avessero fatto l’amore da un
millennio
ed impetuoso, aggrappò le gambe al bacino dell’amante, che le mantenne
con
prontezza. Lo schiacciò ancora di più contro il muro, affamato delle
sue
labbra, gliele morse e succhiò per poi scendere sul collo, per lasciare
una
scia di baci e morsi rossi. Intanto l’omino aveva infilato le mani nei
bellissimi capelli ingelatinati dell’altro,
e aveva già cominciato ad ansimare, prospettando ciò che avrebbero
fatto.
Robin fu dolce e passionale allo
stesso tempo, e incredibilmente pensò, che il suo amante ansimante
contro il
muro, mentre gli pregava di dargli di più, fosse ancora più bello, sexy, e se possibile, erotico delle
volte scorse. Ogni spinta era un brivido di piacere e quando vennero,
fu
costretto a tappargli la bocca per non urlare, tant’era eccitato.
Bibi pensò che quello era stato l’amplesso
più bello che avessero avuto, il più significativo forse. Quello che
diceva “Non ci separeremo”. Il più
romantico… questo gli balenò in
testa, e subito il suo cuore aveva perso un battito. Sarebbe rimasto in
quello
sgabuzzino per l’eternità.
Autrice:
Che posso fare…. Li adoro. Spero di
cuore che questo capitoletto vi sia piaciuto (: Come sempre, e voi lo
sapete,
ci metto anima e cuore in tutto ciò che scrivo, e siccome li amo, oggi
ho
aggiunto tanta dolcezza, che di solito trovo sdolcinata (: a presto
lettori
bellini! <3
La ragazza con
la sciarpa verde