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Autore: blackmiranda    06/11/2014    12 recensioni
Cinque mesi dopo la sonora sconfitta, Ade riesce finalmente ad uscire dal fiume infernale in cui Ercole l'ha scaraventato. Purtroppo per lui, i progetti di vendetta dovranno attendere: una nuova minaccia si profila all'orizzonte, preannunciata da una profezia delle Parche, unita a quella che ha tutta l'aria di essere una proposta di matrimonio...
“E' molto semplice, fiorellino. Vedi, sono in giro da un bel po', e, anche a seguito di recenti avvenimenti non molto piacevoli, mi sono ritrovato, come dire, un po' solo. E così ho pensato, ehi, perché non cercare moglie?”
Persefone rimase interdetta. La situazione si faceva sempre più surreale, minuto dopo minuto.
“Tu... vorresti sposarmi?” balbettò incredula.

Questa è la storia di Ade e Persefone, ovvero di un matrimonio complicato. Molto complicato.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Ercole, Megara, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silver linings



 

Zeus ed Hera si erano accomodati su un paio di sedie di fronte al tavolo da pranzo in noce, mentre il resto degli dei dell'Olimpo se ne stava raggruppato in un angolo della sala.

Alcmena e Anfitrione, anch'essi seduti, li occhieggiavano dall'altra parte del tavolo. L'anziano contadino non riusciva a capacitarsi di ciò che si trovava di fronte. In tutta la sua vita aveva creduto negli dei e li aveva pregati assiduamente, ma non avrebbe mai immaginato che un giorno li avrebbe incontrati faccia a faccia...certo, dato che Ercole era per metà un dio, forse avrebbe dovuto aspettarselo.

Di sicuro la sua vita non era stata priva di sorprese.

“Credo che un ringraziamento sia d'obbligo.” esordì Alcmena, sorridendo imbarazzata.

Zeus ed Hera le lanciarono un'occhiata perplessa.

L'anziana donna posò una mano rugosa su quella del marito. “Abbiamo pregato per anni di avere un figlio, ma non è mai successo. E poi, beh, abbiamo trovato Ercole. Averlo come figlio è stata la gioia più grande della nostra vita...”

Hera si accigliò, seppur impercettibilmente, mentre Zeus corrugò la fronte.

“Volevamo solo ringraziarvi per aver risposto alle nostre preghiere.” concluse Alcmena. “La vostra benevolenza e la vostra generosità sono infinite.”

Zeus si dimenò sulla sedia, facendola scricchiolare in modo preoccupante. “Beh, ecco...noi...” balbettò, lo sguardo che saettava dalla coppia di vecchietti alla moglie.

“Non siamo stati noi a decidere che Ercole diventasse mortale.” disse Hera cupamente. “Né sapevamo dove fosse finito prima che voi lo trovaste.”

La notizia parve spiazzare Alcmena. “Oh...capisco.” fece la donna, una nota di delusione nella voce.

Anfitrione si schiarì la voce. “Cara, te l'avevo detto. Gli dei non fanno caso ai poveretti come noi, hanno ben altro di cui occuparsi...” disse con voce roca sorridendo mestamente. “Perdonateci se abbiamo avuto la sfacciataggine di pensare che...”

In quel momento, Ercole fece il suo ingresso in sala da pranzo e tutti gli occhi dei presenti si puntarono su di lui. Megara lo seguiva a breve distanza, a braccia conserte.

Il ragazzo corrugò la fronte alla vista dei genitori biologici, un'espressione di smarrimento negli occhi azzurri. “Allora è vero. Siete davvero qui.” mormorò prendendo la mano sottile della madre tra le sue. “Padre, madre, che cosa vi è successo?”

“Figlio mio...” lo salutò Hera passandogli le braccia intorno al collo.

Zeus, alzatosi in piedi, gli mollò una pacca sulla spalla che però non lo smosse di un millimetro. “Figliolo, dobbiamo parlare.”

“Forse prima dovreste riposare e rifocillarvi.” intervenne Megara. “Sembrate esausti.”

Zeus sospirò pesantemente. “Temo che la tua graziosa consorte abbia ragione. Anche un bel bagno caldo sarebbe ben accetto.”

“Ma certo, padre.” acconsentì Ercole, facendo scorrere lo sguardo sul resto delle ex-divinità che si reggevano a stento in piedi. Si irrigidì nel riconoscere Ade. “Che ci fa lui qui?” ringhiò minacciosamente.

“È quello che ci stiamo chiedendo un po' tutti, credo.” disse Megara alzando un sopracciglio.

Ade li guardò in cagnesco senza fiatare.

“È una storia lunga.” intervenne Atena, raddrizzandosi l'elmo ammaccato in testa. Nonostante le sue condizioni, emanava ancora un'aria di superiorità e di profonda saggezza. “Ragioneremo tutti molto meglio dopo un buon riposo e a stomaco pieno.”

Ercole parve rifletterci su. Si vedeva benissimo che l'idea di fornire vitto e alloggio al dio che aveva attentato alla sua vita più di una volta e che aveva schiavizzato sua moglie non gli andava per niente a genio. Suo malgrado, infine annuì lentamente e Megara annunciò che avrebbe avvertito i servi di preparare un bagno caldo per gli ospiti e di iniziare a cucinare.

Ercole invitò gli ex-dei ad accomodarsi nel cortile interno. “Mamma, papà”, disse poi rivolto ad Anfitrione e Alcmena, “posso accompagnarvi in giardino se volete.”

“Oh, no, figliolo...stiamo bene qui, ti ringrazio.” rifiutò con fermezza Anfitrione.

“Tuo padre deve fare il suo pisolino.” aggiunse Alcmena sforzandosi di sorridere.

Il giovane le accarezzò con estrema delicatezza i capelli grigio ferro. “Se avete bisogno non esitate a chiamarmi.” disse congedandosi.

Anfitrione osservò il possente figlio uscire dalla sala da pranzo al seguito degli dei. Una fastidiosa sensazione di malinconia lo opprimeva e sapeva che Alcmena stava provando la stessa cosa. Le strinse la mano. “Ci ha chiamati mamma e papà, nonostante tutto.” osservò.

“Che sciocca che sono. Credevo davvero che avessero risposto alle nostre preghiere...che fosse destino che lui fosse nostro figlio. Invece è stato solo un caso.” mormorò Alcmena abbassando lo sguardo.

“Anche gli dei sono sottoposti al volere del fato.” le ricordò lui. “Sono convinto che non si sia trattato di un caso. E lui sarà sempre nostro figlio.”

 

***

 

Ercole intercettò Ade lungo il corridoio che conduceva al cortile interno della villa: era rimasto un po' indietro rispetto agli altri, probabilmente perché nemmeno loro volevano avere niente a che fare con lui. La cosa non sorprese affatto l'eroe.

“Prova solo a fare il furbo, Ade,” esordì d'un tratto, bloccandolo il nemico contro il muro affrescato, “e giuro che non ti rimarrà neanche una di quelle zanne che ti ritrovi in bocca, perché te le farò cadere tutte a suon di pugni.”

L'ex-dio dei morti non riuscì a trattenere una risatina. “Devi lavorare un po' sul carisma, Megafusto. Le frasi ad effetto non sono il tuo forte.”

“Io non abbindolo la gente con le parole come fai tu, Ade. Sono le azioni che parlano per me.” replicò il ragazzo spingendo il braccio destro sulla gola del dio.

Ade annaspò. “Non preoccuparti, non sono certo qui per rubarti la tua dolce metà. Sono un uomo sposato, adesso.” sibilò cercando senza successo di togliersi di dosso il giovane.

Ercole fece del suo meglio per non farsi distrarre da quella sorprendente novità. Si chiese distrattamente chi fosse la poveretta in questione, sempre ammesso che Ade dicesse sul serio.

Si accigliò ancora di più. “Tu dammi solo un pretesto e ti farò uscire da casa mia a calci. Tienilo bene a mente.” Si scostò, interrompendo la pressione sulla trachea di Ade, e riprese a camminare senza degnarlo di un'altra occhiata.

 

***

 

Ore dopo, con il tramonto che dipingeva il cielo di rosa e arancione, l'umore generale nella villa dell'eroe era decisamente migliorato. Raccolti attorno alla tavola, illuminata languidamente da candele, gli ex-dei dell'Olimpo banchettavano come mai prima di allora, chi seduto sulle sedie e chi adagiato sui soffici divanetti. Ognuno di loro aveva sperimentato lo spettro della fame e ai loro nuovi occhi umani il cibo terrestre appariva improvvisamente molto più allettante dell'ambrosia. E non si trattava certo di cibo qualunque, lo sapevano bene: Ercole si poteva permettere le più squisite leccornie, e in effetti ciascuna divinità decaduta sentiva di meritarsi solo il meglio. Dopotutto avevano affrontato una terribile minaccia e, come se non bastasse, avevano subito tre settimane di marcia non-stop e di atroci privazioni!

Ercole aveva fornito loro vestiti nuovi e puliti, che Bacco aveva già provveduto a macchiare di vino. Tutti gli dei, in realtà, si erano tuffati nel vino senza remore, chi per ingordigia, chi per annebbiare il dolore e la paura. Poseidone rimpiangeva di non essere stato al fianco della moglie nel momento fatidico: non aveva idea di come stesse, né se fosse ancora una ninfa o se si fosse trasformata in un'umana a sua volta.

Demetra, Hestia e Hera si erano riunite attorno a Ercole e lo stavano tempestando di domande e di leziosi complimenti; Afrodite se la spassava con Phil, al settimo cielo perché riceveva le attenzioni di una dea in preda ad una crisi di autostima e quindi con standard improvvisamente bassi; Persefone sbadigliava apertamente, la guancia poggiata sulla mano destra. Aveva bevuto appena un bicchiere e mezzo, ma già sentiva la testa girare in preda ad una deliziosa quanto curiosa leggerezza. Non sapeva come avrebbero fatto a risolvere quella spiacevole situazione, né se ne sarebbero stati in grado, ma in quel momento le sue preoccupazioni le sembravano lontane, lontane...

“Ho saputo che sei la nuova sposa di Ade.” le fece una voce di donna alla sua destra.

Persefone si girò, piccata, trovandosi faccia a faccia con la moglie del loro ospite. Era senz'altro molto affascinante, per essere una mortale, rifletté Persefone con una punta di inspiegabile gelosia. I lunghi e ondulati capelli castani le incorniciavano il volto dagli zigomi alti e il mento appuntito; gli occhi, di un singolare blu tendente al viola e dalle ciglia assurdamente lunghe, erano fissi su di lei e manifestavano un vivido interesse.

“Per mia immensa sfortuna, sì.” biascicò l'ex-dea, allungando una mano verso la brocca del vino. “Sei qui per prendermi in giro?”

La giovane donna sollevò un sopracciglio. “Niente affatto. Volevo solo esprimere la mia solidarietà nei tuoi confronti.”

Fu il turno di Persefone di sollevare un sopracciglio. “Nessuno te l'ha chiesto.” disse versandosi un altro bicchiere di vino rosso. “Che ne sai tu di cosa si prova...”

“Forse più di quanto tu non creda.” replicò la donna prendendo da bere a sua volta. “Sono stata legata ad Ade da un patto per oltre un anno, il più lungo e difficile della mia vita.”

Persefone rimase a fissarla a bocca aperta. Quella donna, la moglie di Ercole, quella che lui aveva tratto in salvo dal vortice della morte...aveva una relazione pregressa con Ade? Non ne aveva idea! Perché nessuno l'aveva informata?

“Che genere di patto?” le chiese socchiudendo gli occhi.

La giovane bevve un sorso di vino. “Quello più terribile di tutti. Gli vendetti la mia anima per salvare la vita di un uomo. Anche se definirlo uomo è un complimento, per un verme come lui.” ammise con una smorfia.

Persefone corrugò la fronte. “Perché l'hai fatto?”

“Beh, all'epoca lo amavo. Ero giovane e stupida.”

L'ex-dea abbassò lo sguardo, rimuginando su quelle parole. Quella donna aveva sacrificato la sua vita per amore di un uomo. Si chiese se avrebbe mai avuto l'occasione per sperimentare in prima persona cosa si provasse, ad amare qualcuno. Le tornò in mente Cupido e la proposta che le aveva fatto. Non aveva idea di che fine avesse fatto: anche lui era dato per disperso, come Amphitrite e tanti altri.

“Comunque, io ero completamente in suo potere, all'epoca. Almeno tu hai la possibilità di opporti al suo volere.” le disse l'altra prima di sorbire un altro sorso.

Persefone si lasciò sfuggire un gemito. “Già, è davvero una fortuna. In compenso sono legata a lui per tutta l'eternità...a meno di non restare mortale per il resto della vita, in tal caso la mia pena sarà drasticamente ridotta. Heh, a quanto pare si può trovare il lato positivo di ogni disgrazia, quando si è abbastanza ubriachi!” esclamò ridacchiando. “Vediamo se riesco a trovare altri lati positivi.” aggiunse trangugiando l'intero contenuto del bicchiere.

“Lungi da me vietarti di bere ancora, vista la tua situazione, ma ti assicuro che più starai bene adesso, peggio starai domattina.”

Persefone sbuffò rumorosamente. “La condizione umana fa davvero schifo. Insomma...com'è che ti chiami, tu?” borbottò indicandola.

“Megara. Meg per gli amici.” rispose lei abbozzando un sorriso.

“Megara. Che nome strano...io sono Persefone. Che immagino sia un nome altrettanto strano.” Si mise a ridere di nuovo.

“Insomma, Megara, non avete davvero un attimo di pace, voi mortali. Appena siete sazi diventate sonnolenti, poi c'è la sete, poi il bisogno di urinare, poi di nuovo la fame, poi il dolore fisico...cioè, è uno schifo continuo! Davvero, come fate a vivere così? È uno strazio! È mille volte peggio dell'Oltretomba, te lo dico io che ci sono stata...cioè, davvero, perché non vi suicidate e la fate finita e basta...cioè...”

Megara le lanciò un'occhiata divertita. “Ok, penso che per stasera il vino possa bastare.” mormorò allontanando la caraffa con un gesto deciso.

“Ehi, ma chi ti credi di essere...ridammelo...guarda che sono una dea, io!” protestò debolmente Persefone, che teneva a stento gli occhi aperti.

“Certo che lo sei.”

“Sono...la regina dell'Oltretomba...sono molto importante, me l'hanno detto Pena e Panico...”

“Ah beh, se te l'hanno detto loro...” commentò Meg, ma il suo sarcasmo passò del tutto inosservato alla fanciulla accasciatasi a faccia in giù sul tavolo in noce.

 

 

 




E rieccoci qui, gentili telespettatori... :D
Lo so, lo so, sono in ritardo, ma questa volta ho una buona scusa ragione: avevo la tesi da finire. E adesso sono ufficialmente laureata in Conservazione e gestione dei beni culturali! Cum laude! E quindi vedete bene che ne è valsa la pena. :3
Ma a parte questo, che ne dite del capitolo? Seph ubriaca è o non è stupenda? xD E che ne dite della breve conversazione di Alcmena e Anfitrione con Zeus e Hera? Questa è una cosa che mi ha sempre dato fastidio, anche da bambina: Alcmena crede che gli dei abbiano mandato Ercole sulla terra in risposta alle loro preghiere, ma in realtà agli dei non gliene frega una cippa delle loro preghiere. Se c'è da ringraziare qualcuno, bisognerebbe ringraziare Ade e soprattutto Pena e Panico per essere precipitati a terra mentre portavano il bambino (a mo' di cicogna ubriaca...).
Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto. ;) Alla prossima: se non rispondo alle vostre recensioni è perché tra poco mi trasferisco e non avrò internet per i primi giorni. Un bacione a tutti! ^3^

 

   
 
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