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Autore: Jomaima    06/11/2014    2 recensioni
Mi sono innamorata di una superstar.
Sono innamorata di un ragazzo che non sapra mai che esisto, non saprà mai che io sono qui, che lo aspetto.. sono innamorata di un ragazzo che non incontrerò mai..
Piango ogni notte, sperando di avere la possibilità di abbracciarlo. Di ringraziarlo.. per tutto quello fa per me, per tutto quello che mi ha dato.
Piango fino ad addormentarmi, e la mattina mi alzo, faccio finta di non aver pianto, che non sia successo niente, e vado a scuola, camminando con la testa alta, proprio come lui mi ha insegnato.
Sono Charlot, ho diciassette anni e la mia vita è noiosa.
Non è vero, scherzavo.
La mia vita è uno sballo.
Essere una Belieber è uno sballo.
TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=kGFCKNGPpmY&feature=youtu.be
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Mi fai stare bene, come fai stare bene tutte le ragazze al mondo" dissi
"Di niente" disse "E' il mio lavoro questo" 

Cosa potevo chiedere adesso?
Potevo chiedergli se mi voleva sposare?
Se voleva darmelo?
Se potevo mangiarlo?

"Cosa stai facendo?" chiesi
"Niente, sono nel letto che parlo con te e navigo su twitter" disse
"Stai facendo dei tweet?"
"Ma va?" chiese lui con tono divertito
"Che burlone" dissi ironicamente "Comucnque non hai scritto niente"
"E come lo sai?" chiese divertito
"Perchè ho le tue notifiche di twitter e vedo tutto quello che scrivi in tempo reale" dissi
"Che stalker" disse lui 
"Fatto sta che non hai scritto niente, e chissà cosa scriverai o farai stasera" dissi con una nota di eccitazione

Chissa che casini avrebbe combinato oggi. Se sarebbe andato in qualche discoteca o a dipingere qualche altro muro.
Chissà.

"Ma se sto parlando con te" disse
"Giusto" dissi.

Mi ero quasi dimeticata che stavo parlando con Justin Bieber.
E in quel momento il panico mi assalì.
Oddio, cosa dovevo fare o dire?
Ommioddio.

"Scusa!" dissi subito
"Ma di cosa?" chiese Justin sorpreso
"Non lo so!" urlai
"Calmati" sbotto lui
"Scusa" ripetei.

Ecco, stavo andando in tilt.
Ma come poteva pensare Justin che il parlare con lui mi avrebbe calmato o non fatto agitare?
Come? COME?

"Odio le persone che si scusano sempre" disse Justin
"Scusa" dissi alzando gli occhi al cielo "Non lo dico più"
Gli scappò una risata.
"Dove sei?" chiesi
"Nell'hotel" disse Justin.

Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.

Basta. Adesso sarei andata da lui, me lo sarei scopata e lo constringerò a sposarmi.

"Vengo da te" sbottai.
"Ok" disse lui tranquillamente.
"Oddio, sto per svenire" dissi istericamente
"Oddio" mi fece il verso Justin
"Ehm, no." dissi
"Scusa" disse Justin ironicamente
"No, odio chi dice sempre scusa" dissi ironicamente anchio
"Idiota" disse lui ridendo "Dai, ti aspetto"
"Arrivo" dissi alzandomi dal water "dammi il tempo di sistemarmi"
"Ma sei perfetta così" si lamentò lui
"Shh" lo zittì "E rimani in linea" 
"Ok, starò su twitter" disse

Mi alzai e uscii dal bagno, e notai che non c'era traccia di Marie in giro, nemmeno mia madre. Perfetto, potevo sgaiattolare via tranquillamente.
Mi infilai in camera mia e chiusi la porta a chiave, in modo che nessuno potesse entrare.

Aprii l'armadio e lo buttai tutto fuori, nel vero senso della parola. Lo buttai tutto fuori. I vestiti tutti per terra.
E come al solito non avevo niente di decente.
"Faculo" sibilai buttando all'aria Jeans e felpe "Tutto orribile!"
"Con chi parli?" disse Justin, che intanto avevo messo il vivavoce
"Con il mio armadio. Non ho un cazzo da mettermi" mi lamentai
"Cos'hai addosso?" chiese
"Quello che avevo stamattina" dissi
"Va pur bene" 
"No" sbottai "Fa schifo" e rinfilai il naso tra i vestiti.

Non era possibile, solo ora ci facevo caso di quanto poco curassi il mio look.
Tutti i miei vestiti erano infantili o troppo sportivi.
Tute su tute, felpe, Jeas larghi, altre felpe, canottiere bianche, canottiere nere, Jeas scoloriti e bucati e altre felpe.
Lo schifo.

"Mi arrendo" dissi alzandomi e prendendo la mucchia di vestiti per poi ributtarla dentro l'armadio "Fa tutto schifo"
In quel momento notai con la coda dell'occhio un paio tacchi con la zip sotto l'armadio.
Perfetti. I tacchi rendono sexy.
Charlot sexy, a Justin piace. Mlmlm

Mi infilai degli shorts e una felpa. I tacchi (Anche se non alti) me li presi in mano, così potevo scavalcare facilmente la finestra e uscire.

"Adesso arrivo" dissi prendendo il telefono e portandomelo all'orecchio
"Va bene" disse Justin
Riattaccai.
Avere Justin che mi parlava mentre scavalcavo una finestra non era affatto bene, sia per me che per tutti.

Fa un po freddo per gli shorts, pensai mentre mi dirigevo verso il mio motorino.
Ma al pensiero che c'era Justin, in un Hotel, che mi aspettava.. beh, a sto punto potevo anche correre nuda in Siberia che tanto il feddo non l'avrei sentito per tutto il calore che provavo.
Accesi il motorino cercando di fare il meno rumore possibile, ma in quel momento si aprii la porta di casa, e ne uscii Marie e mia madre.

"Mi dispiace che Charlot si comporti in quel modo" disse mia madre
"Fa lo stesso, domani mi sente, e appena esce dal bagno digli di chiamarmi" le disse
"Va bene" disse mia madre, ma prima chechiudesse il portone, i nostri occhi si incrociarono.

Oh merda.

"Signorina Charlot, dove pensa di andare?" lanciò un urlo mia madre
Vaffanculo.
Mi infilai il casco e feci partire il motore.
Intanto mia made si dirigeva a grandi passi verso di me "Dove pensi di andare? E non hai freddo?"
"Scusa mamma, poi ti spiego" e feci partire il mototino, senza degnarmi delle urla di mia madre
"Torna subito qui!"

No. Justin non aspetta.

"Scusa!" urlai, prima di imboccando la strada principale, verso l'hotel.
Percorsi la strada principale. Errore.
Piena di taxi, soprattutto alle sette e mezzo di sera.
Arrivai dopo quasi mezz'ora. Merda. Tempo sottratto all' stare con Justin.

Parcheggiai e chiusi il motorino frettolosamente, e mi precipitai dentro, senza badare a nessuno, senza badare alle poche ragazzine che erano davanti ll'hotel, senza badare alla tipina bionda della receprio, senza badare alle guardie di sicurezza. 

Come ho detto, Justin non aspetta.
Non presi nemmeno l'ascensore, corsi le scale, e vi giuro, non ci ho mai messo così poco a percorrere un tragitto così lungo. Davvero!
Arrivai davanti alla porta di Justin, me la ricordavo bene, ossì che me la ricordavo.

Mi sistemai prima di entrare, e aspttai che mi passasse il fiatone.
In quel momento mi squillo il telefono.

Mia madre. 
Merda.
Presi un lungo respiro e risposi
"Mam-"
"Dove cazzo sei scappata?" sbraitò. No. Mia mamma è raro che dice parolacce.
"Mamma, poi ti spiego" dissi a bassa voce
"No, mi spieghi subito! Anzi, torni a casa!" sbraitò
"No. Sono da Justin" sbottai.
Ci fu un momento di silenzio, che a me sembrò interminabile.
Merda.
Dio.
Muoviti che Justin non aspetta!

"Ah" disse
"Sei ancora arrabbiata?" chiesi
"Ovvio" sbottò lei "Ma so che se la cosa riguarda Justin è inutile che mi sgoli, tanto tu non mi darai retta. Quindi torna presto, non fare stronzate e a dopo i conti"

Uao.

"Grazie mamma" dissi con un sorriso "Ti voglio bene"
"Sisi, anche io, ma non fare tardi" disse e poi riattaccò.
L'adoro mia mamma.
Lei mi capisce.
Lei è una delle poche madri che è stata veramente giovane. Non una di quelle che non sanno cosa vuol dire divertirsi o lasciare andare.
Mia mamma mi capisce.

Alzai la mano per bussare, ma di nuovo mi squillò il telefono.
"Che palle!" dissi rispondendo "Chi è?"
"Calmati" disse Justin 
"Ah, sei tu" dissi
"E chi se no?" chiese
"Boh" dissi
"Ma vaa. Dove sei?" chiese
"Davanti alla tua porta" risposi alzando gli occhi al cielo.

Pochi secondi e la porta si aprii, e mi comparve davanti Justin, Justin Bieber, coi capelli scompigliati e i vestiti più larghi di lui.
Il mio Justin. Misi via il telefono e lo baciai. 


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