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Autore: Spensieratezza    06/11/2014    6 recensioni
Questa è una raccolta di capitoli per la maggior parte ispirati da me per merito delle puntate che sono andate in onda..reazioni o conseguenze che non abbiamo mai visto a quello che è successo nel telefilm.
-alcuni capitoli sono stati revisionati.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moment di Supernatural'
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Sam è riuscito a catturare Dean e l’ha riportato al bunker per curarlo, finalmente.

Dean però non accetta passivamente la cura senza parlare, senza controbattere.

E le parole che dice, sono per ferire Sam.

Mentre Sam ascolta, vari ricordi, tra i più tristi e struggenti, gli si affacciano alla mente.



“Quindi è questo che vuoi? Che ti lasci andare?”

Sam gliel’aveva chiesto quando mancava poco, prima che Dean finisse all’inferno per causa sua.

Questa volta era stato proprio Dean a scriverglielo in un biglietto.

Sammy, lasciami andare.”
 


“Ho preferito il re dell’inferno, a te!”


Quelle parole ferirono molto Sam.

“Non pensare che ci sia una sola cosa passata o presente che metta davanti a te. Ho bisogno che tu lo capisca!”
 
 

“Forse mi sono solo stancato di farti da babysitter.”

“Non avercela con me, dovevo farlo, è il mio compito!”
 

“O forse mi sono solo stancato di tirare fuori quel tuo culo dalle fiamme, da…uff…sempre!”
 
“O forse è il fatto che mia madre sarebbe ancora viva, se non fosse stato per te…”

“Sono disposto a lasciar andare tutti questi demoni figli di puttana, che hanno ucciso la mamma, per TE!”
 


“O forse è il fatto che la tua intera esistenza, ha risucchiato tutta la mia vita!!”

“Non posso farlo senza di te!”

“Io non esisto, se non ci sei anche tu!”
 

“Io mollo.”

“Tu non molli. Noi non molliamo in questa famiglia. Questa famiglia è TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO!”

“Allora non abbiamo niente!
 

“Diresti questo a papà??”

“Papà?? Oh, una vera sorpresa! L’uomo che ci ha fatto il lavaggio del cervello, per sprecare le nostre vite a combattere le sue battaglie perse!”
 
 

“Questo non è mio fratello che parla.”

“Tu non hai mai avuto un fratello. Era solo una scusa per non comportarti da uomo.”
 
 

Quelle ultime frasi erano state dure per Sam, ma non mollò. Dean aveva salvato lui un milione di volte, da sempre, e se si fosse lasciato prendere dall’orgoglio, e suo fratello si fosse definitivamente perso per colpa del suo orgoglio, Sam pensava che avrebbe meritato di perdere di nuovo l’anima.
 
 
 
*


Sam sapeva cosa pensava lui, quali sentimenti l’avevano attraversato quando Dean aveva detto quelle parole, ma che cosa davvero aveva provato l’anima di Dean?

Se avesse potuto parlare…se avesse potuto esprimere che cosa pensava di quello che stava dicendo il Dean demone, che cosa avrebbe pensato?? Che cosa avrebbe provato? Sarebbe stata triste? Avrebbe sofferto?


“Ho preferito il re dell’inferno, a te!”

Dean sapeva che non aveva mai messo niente davanti a Sam…aveva ucciso Benny per salvarlo…era andato all’inferno per lui, aveva lasciato Adam nella gabbia per riavere Sam…aveva lasciato Lisa…aveva accettato di farlo  possedere da un angelo…era stato disposto a lasciar andare i demoni pur di non vederlo morire…”
 

“O forse mi sono solo stancato di tirare fuori quel tuo culo dalle fiamme, da…uff…sempre..”

Quante volte l’aveva fatto? Quante volte l’aveva salvato dal fuoco? Da bambino, quando aveva sei mesi, ancora quando ne aveva 23, e la sua fidanzata Jessica mori sul soffitto…quando suo padre diceva che sarebbe diventato un mostro, quando di fatto lo stava diventando perché beveva sangue di demone…



Quando Dean disse a Sam quella frase, parte della sua anima tremò. Fiamme, fiamme. Quella parte della sua anima, si ricordò di quando Sam aveva solo sei mesi e lui l’aveva portato fuori da una casa in fiamme. L’aveva portato in salvo.

Il suo povero fratellino. Aveva solo sei mesi. Tremò al pensiero di cosa gli sarebbe successo se non fosse riuscito a portarlo in salvo per tempo.


Parte della sua anima si ricordò anche di quando tornò indietro a riportarlo fuori salvandolo dalle fiamme una seconda volta, quella volta che Jessica bruciò sul soffitto.

Un altro incubo che riportò a lui e a Sam altri ricordi.

E l’aveva salvato ancora dalle fiamme!


“O forse mi sono solo stancato di tirare via quel tuo culo dalle fiamme da…uff…sempre.”

Quella frase nascondeva una grande sofferenza. Nascondeva il dolore che aveva colpito Dean, quando vide quelle due volte Sam in mezzo al fuoco. L’idea di vederlo bruciare, di vederlo soffrire, di vederlo morire, di perderlo… l’aveva scosso nel profondo.

Quando Dean gli disse quella frase, evitò di dirgli anche come si era sentito.
 
 

“O forse è il fatto che mia madre sarebbe ancora viva, se non fosse stato per te.”

Dean non aveva mai rinfacciato a Sam questo, e non l’aveva mai pensato. Non lo pensava neanche mentre lo stava dicendo, voleva solo dirlo per ferire Sam.


“Sono disposto a lasciar andare tutti questi demoni figli di puttana, che hanno ucciso la mamma, per TE!”



“O forse è il fatto che la tua intera esistenza ha risucchiato tutta la mia vita!”


Questo era vero. Sam aveva preso tutto da Dean. Non aveva più niente da prendere. Dean si era lasciato risucchiare l’anima, il cuore, gli aveva offerto tutto.

Tutto l’amore possibile. Perché voleva farlo. Perché aveva bisogno di lui.

E ora gli stava rinfacciando quell’amore. Era arrabbiato. Era arrabbiato di quell’attaccamento e se la prendeva con Sam perché indirettamente era colpa sua.



Dean vedeva solo questo. Non riusciva quasi più a ricordare che tutto quello che aveva fatto, era perché gli aveva voluto un bene dell’anima, e che se avesse riavuto indietro quell’anima, l’avrebbe rifatto!
 
 
Questa famiglia è tutto quello che abbiamo!”

“Allora non abbiamo niente!”



Non era proprio cosi. L’anima di Dean pensava che era vero che non avevano mai avuto niente. La loro madre gli era stata portata via troppo presto, da bambini. e poi avevano perso anche loro padre, Bobby…

Avevano perso tutto e gli restava solo la famiglia. L’unico affetto, l’unica gioia. L’unica cosa preziosa, l’unica luce.
 

Papà? Oh, una vera sorpresa! L’uomo che ci ha fatto il lavaggio del cervello per sprecare le nostre vite e combattere le sue battaglie perse!”

Papà…perché Sam l’aveva tirato in mezzo? Ora l’anima di Dean era macchiata, non poteva provare dolore, ma se non fosse stata macchiata, probabilmente proverebbe dolore.

Ripenserebbe alla sua morte e a quando l’hanno visto tornare su dall’inferno per andare in paradiso, e penserebbe che prima di vederlo scomparire per sempre, ha pianto, e ha trovato la forza di sorridergli.



Ed era straziante e struggente in una maniera assurda. E Dean si sarebbe sentito spezzare il cuore in due all’idea di averlo deluso, all’idea che ora dov’era, lo stava guardando e lo aveva deluso per cos’era diventato, per quello che aveva fatto, e anche per aver detto che le loro erano battaglie perse.

Lui era un uomo d’onore, che non si era mai spezzato. Aveva sopportato cento anni di dolore all’inferno. Aveva combattuto con valore ed era morto con coraggio, da eroe.

Li aveva amati fino all’ultimo, fino all’ultimo sacrificio. Per lui.

E ora lui l’aveva deluso.
 
 




“Tu non hai mai avuto un fratello. Era solo una scusa per non comportarti da uomo.”

Tutte quelle volte che Dean l’aveva consolato, protetto.

L’aveva dissuaso dal chiudere i cancelli dell’inferno, l’aveva salvato quando voleva concedersi a Morte, lasciandosi morire.

Non gli interessava che Sam volesse sempre abbandonare tutto. Il suo unico pensiero era solo quello di non lasciarlo andar via. Non poteva perderlo. Era solo contento quando Sam tornava da lui, sempre.

Voleva solo questo. Voleva solo che Sam stesse con lui. Che non l’abbandonasse.

Finchè non l’avesse fatto, andava tutto bene.
 
 
 
 





*

Ora Dean era nella sua stanza, e non visto da nessuno, lontano da occhi indiscreti, poteva lasciar sfogo alle lacrime che gli solcavano il viso.

Potè ripensare alle parole orribili che aveva detto a Sam.

Non senti niente sul momento, ma ora, da umano, era come se la sua anima le avesse memorizzate, e con sadicità gliele ricordasse.
 
Ripensò a quando gli aveva detto che era stufo di tirare fuori il suo culo dalle fiamme da sempre.

La sofferenza che riportava a quei ricordi, per un attimo lo soffocò.

Non sopportava l’idea di veder morire Sam o di vederlo avvolto dalle fiamme. Il suo povero fratellino non meritava questo.

Non meritava…l’Inferno…in tutti i sensi. Lui lo meritava.
 
Papà…. Quanto aveva sofferto per la sua morte! Ricordava ancora quando sorrise a loro in quel modo, pianse, con quell’aria cosi fiera e orgogliosa, e serena…e poi svani.

Svani per sempre dalle loro vite.

Dean razionalizzò in quel momento, che non l’avrebbe mai più rivisto.

Soffri della perdita. Lui e Sam erano tutto per lui….

Papà? Oh, una vera sorpresa! L’uomo che ci ha fatto il lavaggio del cervello per sprecare le nostre vite e combattere le sue battaglie perse!” 

Come aveva potuto dire quelle cose? Come aveva potuto dire che avevano combattuto le sue battaglie perse?

Battaglie perse…perché lui era morto…che cosa penserebbe ora suo padre di lui?
Come aveva potuto dirlo?

E in silenzio, piangeva.
 
Come aveva potuto parlare cosi a Sam, dicendo che aveva preferito Crowley a lui, quando Sam era tutto per lui?

Come aveva potuto dirgli che non si comportava da uomo, qunado in realtà era solo grato al cielo e agli angeli, che Sam lo volesse ancora con lui?

E più rumorosamente, piangeva.






Lascia che ti abbracci



Dopo che Dean fu tornato umano e Sam tornò al bunker con i rifornimenti, portò il tutto in camera di Dean.

Patatine, crostata..dolciumi…tutte cose per cui sapeva che il suo fratellone andava matto.

Gli aveva detto delle cose terribili, certo…ma Sam era contento che ora Dean fosse guarito.



Quand’era un demone, Sam non aveva smesso un attimo di pensare a quanto il corpo di Dean si stesse corrodendo di male e cattiveria, e a quanto questo gli facesse del male.

Non era colpa sua se era diventato un demone. Qualsiasi cosa gli fosse capitata, Sam non smise per un attimo di pensare che quella cosa che aveva trasformato Dean , gli stesse facendo del male.

Molto.

Questo ha fatto si che venisse in ultimo piano tutto il resto. Non aveva importanza il suo orgoglio, e neanche l’odio di Dean verso di lui.

Non si immaginava certo che da demone, Dean avrebbe cosparso di petali di rose il suolo dove camminava.
 


Bevve un po’ di birra, ma non riuscì ad ubriacarsi come promesso, perché quando tornò in camera a controllare Dean, vide che il fratello non aveva toccato assolutamente niente. Neppure la crostata, e era ancora girato su un fianco.



 “Dean? Sei sveglio?” gli chiese.

Senti un piccolo singhiozzo.
 


Sam sapeva che non sarebbe stato facile, ma non immaginava che Dean avrebbe rifiutato il cibo.



Si sedette sul letto, e gli toccò una spalla.

“Lasciami solo, Sam.” disse Dean con voce rotta.

“Devi mangiare qualcosa.” disse Sam preoccupato. Il suo fisico era debilitato a causa di tutto il trattamento subito per tornare umano, e Dean aveva bisogno ora di ricaricare le energie, altrimenti l’agonia sarebbe durata più a lungo…almeno cosi poteva provare un seppur minimo sollievo.
 
“Non ce l’ho con te, Dean.” disse Sam, intuendo cosa tormentava il fratello.

“E allora sei uno sciocco…come puoi ancora parlarmi? Come puoi anche solo guardarmi?” chiese Dean sempre con voce rotta.

“Sei tu che non mi stai guardando.” disse Sam, provando una pena immensa.

Dean, ostinato, non si voltò.



“Sicuro di non voler toccare niente? Neanche la crostata?”

“Ho la nausea, Sam.”
 


Sam era contento di sentir pronunciare il suo nome da Dean in quel modo. Era molto meglio che sentirlo pronunciare “Sammy” con quel tono cosi crudele e derisorio.

Non lo disse a Dean, naturalmente. Lo avrebbe solo fatto sentire peggio.
 

Sam restò a lungo a guardarlo, mentre Dean ostinato, non si voltava dalla posizione in cui era messo, poi, come se avesse preso coraggio tutto insieme, si sdraiò nel letto al suo fianco, abbracciandolo.



Non aveva mai fatto una cosa simile. Neanche quando Dean soffriva per gli incubi sull’inferno, eppure stavolta aveva voluto farlo.


Stavolta aveva visto il fratello veramente  spezzato, e non poteva lasciarlo da solo a torturarsi.
 
Dean si irrigidì al gesto e ne fu sorpreso, era evidente, ma non lo mandò via.

Probabilmente ne aveva bisogno.
 





Grazie per non esserti arreso con me, Sammy







 Sam era stato cosi male a scoprire che Dean era diventato un demone.

Ancora peggio a scoprire che lo odiava e che voleva scappare da lui.

Ancora peggio a scoprire che non voleva essere trovato.

“Ti è forse sfuggito il fatto che ho fatto di tutto per starti il più lontano possibile?”

Quelle parole facevano male, ma erano vere?

Il Dean che conosceva non l’avrebbe mai voluto. Non l’avrebbe mai abbandonato in quel modo e non avrebbe mai voluto stargli lontano.

Ancora di più, non avrebbe messo un demone davanti a lui.

Non avrebbe voluto essere un demone.

Avrebbe pregato a più riprese di essere salvato da lui.

E invece quando l’aveva curato non gli aveva detto neanche grazie.
 


Mentre Sam pensava a tutte queste cose, frustrato al massimo, nel suo letto, cercando di dormire, gli sembrò di vedere una sagoma bianca, rilucente di luce.

“Dean??” chiese sorpreso e stupito, nel buio.

“Grazie per non esserti arreso con me, Sammy.” Disse Dean, prima di scomparire.
 
 


Aveva sognato o era accaduto davvero?

Tornò in camera di Dean, ma Dean era li.

Dormiva.

Lo senti solo gemere un po’.

Gli fece tenerezza.
 
 


Tornò nella sua stanza realizzando con sgomento che forse se è vero che durante il sonno, le anime abbandonano il proprio corpo per viaggiare nel mondo astrale, forse l’anima di Dean aveva voluto dirgli grazie.

E si senti subito meglio. Si senti commosso e felice. 





Dean prova rimorso per Cole


“Sam…” disse Dean mentre guidava.

“Sì?” chiese Sam, notando il tono del maggiore.

“Provo rimorso per Cole.”

“Dean, ne abbiamo già parlato…il padre era un mostro e hai dovuto farlo, altrimenti forse avrebbe ucciso anche il figlio e la moglie.”

“No no…non provo rimorso per averlo ucciso, ma per quello che ti dissi…”

“Ma cosa?”

“Ricordi? Ti dissi di provare a immaginare di cercare l’assassino di tuo padre per anni e anni e poi quando finalmente l’avresti trovato, di prenderle di santa ragione…”

“Ok, adesso basta cosi.” Disse Sam, che aveva capito dove Dean stava andando a parare.

“Ho passato la stessa cosa, Sam! L’abbiamo passata! Prima con la mamma e poi con papà, e proprio perché ci ero passato anch’io come Cole….come ho potuto…dire quelle cose…” disse Dean, lasciando che delle lacrime gli solcassero il viso.



Anche Sam aveva pensato questo, quando aveva sentito dire quelle cose dalla bocca di Dean. Era rimasto sconvolto come lui, ma non aveva detto niente, perché capiva che se il fratello fosse stato in sé stesso, avrebbe tremato davanti a quelle parole.

E forse avrebbe anche pianto. Come stava facendo ora.


“Le hai dette e ora vorresti non averlo fatto. È capibile. Succede a tutti. Non è il meglio che offriamo, ma è quello che rende le persone umane, Dean.” Disse Sam

Dean scosse la testa. Non riusciva ad accettarlo.

Sam gli appoggiò una mano sulla spalla e gliela accarezzò leggermente con il pollice, per donargli un po’ di conforto, per fargli capire che lui c’era.

Dean gliene fu grato e continuò a guidare. 






















Note dell'autrice: 

rimando alla 2 x 1 quando dean dice a sammy la frase che ho scritto nel titolo ^^

Video che mi ha ispirato :

https://www.youtube.com/watch?v=N8JOzaWOttU

Aggiunta del 27/ 07/2020 amo tantissimo questo capitolo, lo amavo già quando lo pubblicai, ma ora che ho aggiunto anche gli altri capitoli che parlavano della cura di Dean lo amo ancora di più! Adesso è proprio COMPLETO!
   
 
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