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Autore: MrRaider    06/11/2014    1 recensioni
La storia di questa fanfiction si colloca tra l'allontananza di Taiga da Ryuuji e il suo ritorno alla fine dell'anno scolastico. Durante questo lasso di tempo la storia sarà principalmente incentrata sul fratello della Tigre, tennista professionista che decide di prendersi una pausa dal suo lavoro per circa un paio di mesi, con lo scopo di finire gli studi. Perciò si trasferirà nella città di Taiga, dove farà conoscenza con gli amici della sorella, tra cui Ryuuji.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minori Kushieda, Nuovo personaggio, Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Passò diverse ore a fare la spesa, comprando oltre a tutto ciò che gli serviva per la scuola anche roba da mangiare, e la maggior parte era a base di frutta e verdura: essendo un tennista professionista, doveva tenere il suo fisico perfetto.
Si fece pomeriggio e decise di tornare a casa, ma prima diede un occhiata al circolo tennis che gli aveva accennato la cameriera del bar. Vide uno spazio enorme completamente recintato dove si trovavano quattro campi da tennis, due in cemento colorati di un blu cielo e due in terra battuta. Vicino a quei campi c’erano due edifici chiusi: il primo era più grande e aveva una forma semicircolare, a giudicare dalle dimensioni doveva essere un campo al coperto; il secondo era più piccolo, doveva essere la club house.

“Sono più di una settimana che non mi alleno!” si disse.

Così guardò l’orario: le 17.
“Ce la faccio!”

Tornò a casa e mise tutto a posto. Poi prese il suo borsone, dove mise dentro due racchette, un asciugamano e un polsino. Si cambiò optando per uno dei suoi completi preferiti: maglietta bianca e gialla, pantaloncini corti dello stesso colore e calze lunghe bianche . Il tutto di marca dell’azienda che lo sponsorizzava, la Head. Ad eccezione delle scarpe, delle Adidas bianche. Finito di cambiarsi, uscì di casa col borsone sulle spalle e si diresse al circolo.

Appena entrò vide tre campi occupati da persone che stavano giocando. A parte il rumore delle palline che rimbalzavano e delle racchette che le colpivano, c’era un silenzio di tomba. Quel silenzio di tomba che solo il tennis sa dare.

“Scusate! Qualcuno è disponibile per giocare ora con me?” disse appena entrò nella club house.

Tutte le persone che erano nell’edificio si girarono e lo videro. Essendo amanti del tennis sapevano chi era.
“Roku Aisaka?!”
“E’ proprio lui!”

Subito un sacco di gente si avvicinarono a lui. Non ci volevano credere. Tra adulti, ragazzi dai dieci ai circa 15 anni, Roku era ormai circondato da una miriade di gente,

“Gioco io con lui! Felice di conoscerti Aisaka! Sono il presidente del circolo.”
Si avvicinò un uomo quarantina, capelli neri ed era già vestito per giocare.

“Con piacere! Oh, e tutti quanti! Per favore, chiamatemi Roku!”

Andarono nel campo libero e iniziarono a palleggiare. Gli altri che giocavano negli altri campi si erano fermati e si diressero verso il campo dove c’era Roku.
Giocò per almeno un oretta e mezza col presidente. Gli era mancato giocare a tennis. E ancora di più vedere qualcuno che lo guardava giocare. Molti di loro non potevano permettersi di andare in un altro paese e vedere una delle sue partite, ma ora avevano l’opportunità per farlo.

Finita la partita salutò tutti, ma prima di andare vide alcuni ragazzini che gli avevano chiesto qualche autografo e una foto. Non fece a meno di accettare, così per qualche minuto firmò e fece foto con quei bambini. Dire che erano felici era quasi un offesa! Prima di andarsene disse che sarebbe tornato anche domani.

Tornò a casa completamente sudato, ma con un enorme sorriso stampato in faccia. Andò in bagno e si fece una bella doccia per circa una mezzoretta. Appena finì si cambiò e andò nel divano per guardarsi un po’ di tv. Ad un tratto suonò il campanello, così si diresse all’entrata e vide Takasu.

“Hey! Ciao Takasu!”

“Ciao Aisaka. Senti, ho parlato a mia madre di te e lei è molto affezionata a Taiga per cui vorrebbe conoscerti. Che ne dici di venire a cena?”

“Beh, con piacere Takasu. Verso che ora?”

“Alle otto”

“Perfetto! Sarò da te fra poco!”

***


Verso le 19.55 bussò alla porta della casetta vicino al palazzo. Takasu aprì la porta e lo fece entrare. Conobbe la madre, una donna sui trent’anni di nome Yasuko.

“Per favore! Chiamami Yacchan!”
Capelli lunghi biondi e aveva un enorme seno. Indossava un vestito da sera.

La casa era piccola. Piccola ma accogliente. Si sedette in salotto e la cena fu servita da Takasu.
Quella che entrò in bocca era una delle prelibatezze più buone che aveva mai mangiato.

“Oddio! Ho viaggiato per il mondo intero, ho provato un sacco di piatti diversi, ma questo! Questo è uno dei migliori che abbia mai mangiato! I miei complimenti Takasu!” disse complimentandosi con lui.

“Grazie. Taiga ha sempre adorato i miei pasti. Non c’è stata una volta che non gli sia piaciuto qualcosa.”

“Ci credo. Scommetto che mia sorella prima di incontrarti mangiava fuori! Gli hai salvato la vita Takasu”

Durante la cena lui parlò della sua scelta di farsi qualche mese di vacanza dai tornei internazionali, con lo scopo di riposare e di finire gli studi prima di tornare. Affermò che si sarebbe trasferito nel liceo Oashi, dove andava Takasu. Yasuko invece raccontò a Roku di come Taiga veniva ogni giorno a casa sua, passando del tempo con suo figlio, e di come erano molto affezionati. Poi fu Ryuuji a parlare: parlò della sua storia con Taiga, di quando si erano dichiarati, di quando erano andati dai suoi nonni e infine di come lei lasciò nel suo appartamento un biglietto con su scritto che se ne sarebbe andata e che sarebbe tornata presto. Ryuuji era distrutto da quando lesse quella lettera, non ha mai capito perché l’avesse fatto senza prima parlarne con lui.

Roku mentre mangiava provò una bella sensazione: non era per il cibo, ma era per la compagnia di Yacchan e di Takasu. Aveva provato una simile atmosfera quando aveva passato la settimana scorsa con Taiga e la sua famiglia. Ma qui era un'altra storia. Era contento che in quell’anno Taiga aveva passato molto tempo con loro. Prima, quando lei e lui vivevano coi loro genitori non avevano mai avuto questo. C’era sempre conflitto. I genitori litigavano molte volte, sempre a causa del padre. La sorella odiava quando lo facevano e piangeva sempre. Ma lui era sempre lì, pronto a consolarla e a supportarla. Andò avanti così per molto tempo, fino a quando Taiga non se ne andò di casa. Da allora non tornò più. E non vide più suo fratello fino alla nascita di Aki.

“Sapete, vi devo ringraziare” disse Roku appena finì di mangiare.
“Siete una famiglia fantastica. Quando vivevo con Taiga e con i miei genitori non abbiamo mai avuto un rapporto di unione. E questo ha lacerato talmente tanto mia sorella che se ne andò. Ha vissuto da sola, fino a quando non ha incontrato voi. E vi ringrazio per aver badato a lei, per averla fatta sentire a casa”.

Dopo aver detto questo Yacchan si mise a piangere ed abbracciò Roku.

***


“Oh è tardi, devo andare al lavoro altrimenti farò tardi. E’ stato bello conoscerti Roku! Vieni a mangiare qui quando vuoi. Ryuuji non andare a letto tardi!” disse Yasuko mentre uscì di casa.

“Hey Takasu. Andiamo a prendere una boccata d’aria.”

“Oh. Ok.”

Così andarono fuori. I due si appoggiarono nella recinzione di legno davanti alla porta. Ci fu un lungo silenzio che fu interrotto da Roku.

“Senti, ormai possiamo già considerarci amici no? Sei il ragazzo di Taiga e io sono suo fratello, perciò credo che dovremmo avere più confidenza, ti va bene, Ryuuji? Da ora, chiamami Roku!”

“Mhh… E va bene. Roku.” Disse sorridendo.

Si fecero le 23 ed era ora che il tennista tornasse a casa. Il giorno dopo avrebbe riiniziato la scuola. Prima di andare però disse un ultima cosa.
“Se io conosco bene mia sorella, e fidati la conosco bene, sono certo tornerà da te. Gli ci vorrà un po’ di tempo ma non ti abbandonerà ok? Bene io vado, ci vediamo domani Ryuuji.”

“Oh, a domani Roku”
   
 
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