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Autore: Black Deer    06/11/2014    1 recensioni
Si avvicinò lentamente verso il mio collo: prima inspirò profondamente il mio profumo e passò la lingua su di esso, potevo sentire la sua frenesia e la smania di sangue. Invece di mordere subito, si avvicinò al mio orecchio "Non ti preoccupare, piccola Abigayle, sarò il più delicato possibile..." lo sentii sorridere, intanto mi accarezzava dolcemente la testa.
Genere: Dark, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Era iniziato tutto una fredda mattina autunnale. Quel giorno un forte vento soffiava da nord. Stavo percorrendo la strada nel bosco per arrivare a scuola. Ero persa a guardare le foglie autunnali cadere, quando vidi un giovane ragazzo, avrà avuto al massimo 20 anni, che camminava anche lui nella mia stessa direzione. Un'improvvisa folata di vento spostò un ramo di pino che prendendolo alla sprovvista gli fece cadere i libri che aveva in mano. Si accovacciò a terra per raccoglierli, lentamente mi avvicinati "Hai bisogno di una mano ?" "No, grazie non c'è bisogno …" ma mi ero già avvicinata per aiutarlo. Quando gli passai l'ultimo libro, i nostri sguardi si incontrarono: aveva gli occhi così scuri da sembrare neri, i capelli biondo scuro scompigliati, le labbra erano serrate e mi fissava intensamente. Senza staccarmi gli occhi di dosso si alzò. Poi mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi. Mi appoggiai: era fredda e rigida come il marmo, cercai di non fargli notare il mio stupore. Lui mi fece un sorriso ed avvicinò la mia mano alle sue labbra: non mi diede un bacio, come mi sarei aspettata, ma inspirò profondamente. Poi mi lasciò la mano, si girò e continuò a camminare.
 
Arrivata a scuola iniziai a fantasticare sul ragazzo che avevo incontrato, quando l'insegnante fece un annuncio "Ragazzi oggi ci sarà un nuovo studente nel vostro corso" la porta si aprì ed entrò: era lui, il ragazzo del bosco. Lentamente si avvicinò al mio banco "Posso ?" disse quasi sottovoce. Arrossii di colpo senza riuscire a rispondergli, spostai la mia borsa per fargli spazio. Passammo tutta la lezione in silenzio. Appena suonò la campana ci alzammo e sistemammo gli zaini. "Tu fai la stessa strada per tornare a casa ?" "Si, perché?" gli chiesi senza guardarlo negli occhi "Potremmo tornare insieme". Mi venne un colpo al cuore ed arrossii ancora più di prima "Mmm…va bene".
Lo aspettai fuori da scuola, quando uscì nel cortile molte ragazze si girarono verso di lui e iniziarono a bisbigliare. Alcune tra le ragazze più belle della scuola gli tirarono qualche occhiata provocante, ma lui fece finta di non notarle venendo dritto verso di me. "Ciao" mi disse col suo sorriso perfetto, gli sorrisi a mia volta come risposta. "Sai non ti ho chiesto come ti chiami…" "Abigayle, e tu ?" "Edward. Sai… Abigayle è un bel nome" pronunciò il mio nome con una tale enfasi che mi fece rabbrividire.
Ci incamminammo verso la strada che passava nel bosco, c'era un forte profumo di pino e di umidità. Le foglie scricchiolavano sotto i nostri piedi, riempiendo il silenzio imbarazzante che c'era tra di noi. Arrivata all'entrata del sentiero che mi avrebbe  portata verso casa, mi fermai. "Io devo svoltare di qua..." "Bene, allora ci vediamo domani ?" "Domani !?" dissi sorpresa "Certo… a scuola" disse sorridendo. Cominciavo a preoccuparmi...che sciocca. "Ok, a domani allora" e ripresi a camminare per la mia strada.
 
Il giorno dopo vidi Edward solo durante la pausa pranzo. Presi il mio vassoio e mi sedetti nel suo stesso tavolo. Molta gente ci fissava, o meglio fissavano lui, come al solito. Io iniziai a mangiare, solo dopo diversi minuti mi accorsi che lui non aveva ancora mangiato nulla. "Non mangi tu ?" "Oggi non ho molta fame" infatti sul suo vassoio era presente solo qualche foglia di insalata ed una lucida mela rossa. Passammo il pranzo parlando di argomenti vari, senza mai entrare nel personale. Poi il suo atteggiamento cambiò all'improvviso. Mi prese il mento con la mano e mi fece girare verso di lui "Dopo devi andare subito in classe ?" mi sussurrò "Devo mostrarti una cosa...".
Come da sue istruzioni, lo aspettai nel retro della palestra. Arrivò con passo affrettato, mi prese con forza per il braccio e mi portò verso la boscaglia che circondava la scuola. Quando fummo abbastanza lontani, mi lasciò il braccio e si parò davanti a me. Indietreggiai guardandomi nervosamente intorno. E se fosse successo qualcosa, nessuno sarebbe corso ad aiutarmi, e anche se mi fossi messa ad urlare, nessuno mi avrebbe sentito... "Cosa vuoi?" dissi con voce tremante e chiaramente terrorizzata. Lui sorrise beffardo avvicinandosi a me. Io iniziai ad indietreggiare, finché non potei più muovermi: alle mie spalle si trovava un albero e di fronte avevo Edward, che mi fissava con i suoi intensi occhi neri. Allungò una mano e la appoggiò sulla mia spalla: sussultai a quel contatto. La sua mano era ancora più fredda di quanto ricordassi. Abbassai lo sguardo, non riuscivo a sostenerlo. Sembrava magnetico e spaventoso allo stesso tempo. In lui c'era qualcosa di dolce e protettivo, ma anche di pericoloso e oscuro. Poi fece scivolare la sua mano sul mio petto, fermandosi sopra il cuore, lo sentivo pulsare velocemente e sicuramente anche lui lo sentiva. Senza toglierla si avvicinò e poso delicatamente le sue labbra sulle mie. Sentii che inspirò profondamente il mio profumo. Poi mi prese il labbro inferiore tra i denti e sentii il sapore ferroso del sangue in bocca. Subito lui iniziò a passare delicatamente la lingua sulla ferita del mio labbro, poi iniziò a succhiare il sangue. Cercai di allontanarlo, ma lui mi avvicinò ancora di più a lui trattenendomi con le sue forti braccia. Quando misi le mani tra i suoi capelli per ricambiare il bacio, lui di colpo si allontanò. E anche di parecchio: in una frazione di secondo era ad una decina di metri da me. Come ha fatto ad arrivare fin là così velocemente ?!  Ero sbalordita e spaventata allo stesso tempo: "Che cosa sei ?!" gli urlai nascondendomi dietro l'albero. Poi, in una frazione di secondo capii subito.
Pelle fredda, velocità, forza, occhi che cambiano colore... Quando il labbro aveva iniziato a sanguinarmi lui aveva iniziato a succhiarlo...
Tutto fu chiaro. Mi girai e cominciai a correre.
Inutile dire che non servì a niente... Ero riuscita a percorrere solo un paio di metri, quando me lo ritrovai nuovamente di fronte. Mentre indietreggiavo inciampai su un ramo e caddi. Ora Edward incombeva su di me. Lui si inginocchio lentamente e si avvicinò. Io cercai di rialzarmi, ma le gambe non riuscivano a reggermi, così rimasi seduta. "Perché fai questo ?" gli dissi sottovoce. Edward si inginocchiò davanti a me. Poggiò una mano sulla mia spalla e con l'altra mi sollevò il volto, costringendomi a guardarlo "Cosa intendi ?" "Perché prima mi avvicini, fai il carino e poi..." "Decido di ucciderti...?" rispose concludendo la mia frase "Sono un vampiro, non un maleducato... E poi è nella mia natura, piccola Abigayle". Gli afferrai i polsi e cercai di allontanarlo da me, ma lui subito mi bloccò. Mi spinse a terra tenendomi ferma con un braccio, con l'altra mi afferrò per i capelli facendomi girare la testa, per avere il collo scoperto. "No ! Lasciami andare !!" si avvicinò lentamente verso il mio collo: prima inspirò profondamente il mio profumo e passò la lingua su di esso, potevo sentire la sua frenesia e la smania di sangue. Invece di mordere subito, si avvicinò al mio orecchio "Non ti preoccupare, piccola Abigayle, sarò il più delicato possibile..." lo sentii sorridere, intanto mi accarezzava dolcemente la testa. Sentii un forte ed acuto dolore seguito da un bruciore intenso. Edward cominciò con prepotenza a succhiarmi il sangue, lo sentii fare un ringhio di soddisfazione. Più beveva, più sentivo mancarmi le forze. Provai lo stesso di allontanarlo, senza risultato. Le cime degli alberi che vedevo stagliarsi contro il cielo, diventavano sempre più sfocate. Riuscivo ad avere brevi momenti di lucidità solo quando le forti vampate di calore mi raggiungevano la testa. Mi sembrava che da un momento all'altro sarebbe andata in fiamme. Edward sembrava essere preso da una frenesia incontrollabile. Oramai non avevo più la forza per contrastarlo, e smisi di lottare. Poi quando tutto stava per diventare nero, quando il dolore e l'agonia che provavo sembrarono raggiungere l'apice, tutto si fermò.
Niente più dolore.
Niente più paura.
Niente più alberi.
E niente più Edward. 
   
 
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