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Autore: Chiarina_mala    06/11/2014    1 recensioni
Questa è una delle mie primissime storie iniziate ma mai concluse. Adesso mi sono decisa a volerla continuare e quindi finire. Spero vi possa piacere. La storia è ambientata a Venezia ed è un genere fantasy/romantico. Ci saranno streghe, magie, misteri, amicizia e amori. Se iniziate a leggere questa storia ricordate questo: LA MAGIA HA SEMPRE UN PREZZO. Buona lettura.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COME TUTTO EBBE INIZIO.
La pioggia cadeva forte sulle strade di Venezia.
I ponti erano umidi e scivolosi, i vicoli deserti e bui, una nebbia fitta oscurava il paesaggio, i lampioni erano accesi e la loro debole luce illuminava solo per un piccolo tratto la strada. L’acqua si muoveva lenta sotto i ponti, le piccole onde s’infrangevano contro i muri delle case che si affacciavano sui canali, le finestre erano completamente sbarrate, dall’interno non filtrava alcuna luce. Le porte erano chiuse e costruite con un legno marcio e lurido che con il passare del tempo rischiava di rompersi.
Non c’era nessuno per la città.
Era la fine di ottobre.
Solitamente Venezia era tranquilla e priva di bambini chiassosi ma quella notte la città era buia e tenebrosa, incuteva paura, terrore. Nessuno voleva uscire di casa e perfino i negozi erano chiusi. Improvvisamente in lontananza, s’intravidero delle luci. Erano fiaccole accese e con il fuoco caldo che scoppiettava e bruciava lentamente il bastone sotto di esso.
Le fiaccole erano tenute da decine di uomini, tra loro anche donne e bambini, che correvano tutti verso la piazza S. Marco, lì avrebbero assistito alla fine delle due streghe che per anni avevano creato solo morte e distruzione.
Tra la folla venivano tenute in catene due ragazze, i loro occhi erano bendati e le loro mani legate. I due uomini che le tenevano le strattonavano e a volte le facevano cadere, soprattutto quando salivano i ponti. Le due ragazze erano sporche di polvere e i loro vestiti strappati, i capelli ricadevano sulle spalle di entrambe e qualvolta una lacrima scendeva e rigava una guancia impolverata delle ragazze.
Una volta arrivati in piazza gli uomini si diressero verso un palco con due pali in legno ben issati e del fieno ai loro piedi. Le ragazze furono legate, mani e piedi in modo che non potessero scappare, poi furono tolte le bende in modo che entrambe potessero vedere cosa stava succedendo.
Un uomo alto e robusto salì sul palco, guardò con disprezzo le due ragazze, si voltò verso la folla e urlò:
“Signori! Questa notte siamo qui per punire due ragazze streghe, che hanno causato morte e distruzione nelle nostre case e per questo saranno punite.” Fece una pausa, poi si voltò verso un altro uomo che stava preparando le fiaccole da accendere e gli disse:
“Vai a chiamare Morgart.”
L’uomo chinò il capo e sparì tra la folla, nel mentre l’uomo robusto e alto continuò a intrattenere il pubblico con la presentazione delle due malcapitate:
“Come potete vedere, alla mia destra c’è Lorin” disse indicando una ragazza dai capelli scuri come le piume di un corvo e gli occhi marroni. La ragazza indossava un medaglione con una mezza luna, era scalza come la sua compagna e guardava con odio l’uomo che parlava:
“Lorin è stata sorpresa nella casa del nostro sovrano mentre cercava di avvelenarlo” continuò l’uomo. Lorin scosse la testa ma non disse nulla perchè ormai niente poteva salvare lei e la sua amica. Subito dopo l’uomo si voltò verso l’altra ragazza, anche lei portava un medaglione con un sole, i suoi capelli erano dorati e i suoi occhi verdi come l’erba appena tagliata.
“Questa ragazza alla mia sinistra invece, si chiama Resyn e anche lei è stata incolpata di stregoneria, sorpresa sopra al ponte mentre faceva intrugli con delle strane erbe.” La folla urlò concitata, alcuni lanciarono sassi che però si fermarono ai piedi delle due ragazze, altri si limitarono a guardarle con disprezzo e a urlare parole incomprensibili.
Improvvisamente tutti si zittirono, la folla si aprì per fare passare un uomo alto, magro, dai capelli castani e gli occhi neri come un pozzo senza fine. A vederlo non incuteva terrore, ma conoscendolo, si poteva scoprire che faceva parte di una congrega di maghi e streghe nere, che faceva di tutto per eliminare le streghe bianche e mantenere ben nascosto il suo segreto. Lorin e Resyn lo guardarono con disprezzo e sguardo accusatore. Era colpa di quell’uomo se ora loro si trovavano in procinto della morte. 
Morgart salì lentamente gli scalini e sul palco si parò davanti alle due ragazze con un sorriso soddisfatto sul suo volto:
“Bene ragazze, finalmente vi vedo nell’unico posto in cui mi piace vedervi.” Disse Morgart, incurante di tutti coloro che lo stavano ascoltando. Resyn cercò di divincolarsi e tra i denti disse: “Sei un pazzo se credi di riuscire a farla franca.”
“Oh, cara ragazzina, io l’ho già fatta franca!”
“No” intervenne Lorin “Non finché il libro sarà intatto, non finché le tre pietre del tempo rimarranno in mani buone e non finché le nostre anime continueranno a entrare nel corpo di altre ragazze il più possibile simili a noi.”
“Devo dire che siete piene di aspettative. Però mi spiace ma il libro so esattamente dov’è e appena lo troverò, lo distruggerò in modo che la magia bianca sparisca.”
“Puoi anche trovare il libro” disse Resyn: “Ma so bene che quello che ti preme di più è sapere il segreto dei due medaglioni.” Morgart guardò la ragazza stupito come se gli avesse letto nel pensiero.
Lorin sorrise soddisfatta perché sapeva che anche se quella sera sarebbe stata la loro morte il loro potere avrebbe continuato ad esistere dentro a qualcun altro e Morgart non poteva evitarlo.
Morgart s’infuriò. Sapeva quanto c’era di vero in quello che dicevano le due ragazze, si sporse in avanti e strappò dal collo i medaglioni che avevano Lorin e Resyn. Li gettò a terra e prese con forza le due fiaccole che aveva preparato l’uomo che lo era venuto a chiamare. Si voltò verso le due ragazze tenendo con entrambe le mani le due fiaccole poi con voce sottile e fredda disse:
“Ragazzine… un ultimo desiderio prima di morire?” le due ragazze si guardarono, poi davanti a tutti Lorin disse:
“Signori! Oggi voi mi potrete odiare, sarete soddisfatti quando io e la mia amica saremo morte, ma la sciagura continuerà fino a quando ci sarà quest’uomo. Lui dovete bruciare, state attenti alle scelte che fate perché potrebbero nuocervi qualcosa di molto spiacevole.”
Morgart si voltò verso la folla: “Non credete a queste streghe signori miei, dicono solo fandonie per salvarsi la vita… quindi ripeto: avete un ultimo desiderio prima di morire?”
Un silenzio glaciale cadde nella piazza di Venezia; si sentiva solo il rumore dell’acqua infrangersi contro la strada.
Improvvisamente, appena Morgart si voltò per guardare in faccia le due ragazze, Resyn sputò sulla faccia dell’uomo con più cattiveria possibile.
Morgart si passò la manica del vestito lungo la guancia poi rivolse uno sguardo di odio e disgusto alla ragazza che gli aveva appena sputato.
“A un’altra vita Morgart.” disse Resyn e sibilò quel nome con tanto disprezzo che a Morgart stesso vennero i brividi lungo la schiena.
A quel punto l’uomo abbassò le fiaccole e incendiò il fieno sottostante. Il fuoco si espandeva a una velocità sbalorditiva, un fumo nero impediva di respirare, le due ragazze iniziarono a tossire e Morgart provò una sorta di compiacimento nel vedere quella scena.
I vestiti delle ragazze iniziarono a bruciare lentamente.
Era la fine, nessuno le avrebbe salvate, potevano solo sperare nella speranza delle ragazze che le avrebbero succedute.
Morgart rimase immobile, le braccia conserte mentre guardava impassibile la scena che si stava svolgendo.
Lorin e Resyn drizzarono la testa e lo guardarono con occhi lucidi e gonfi a causa del fumo e della paura, ma sostennero lo sguardo di Morgart fino alla fine. Lo sostennero fino a quando il fumo non coprì i loro volti, fino a quando i loro vestiti non furono completamente bruciati, fino a quando iniziavano a prendere fuoco anche i loro capelli e fino a quando il fuoco non coprì completamente i loro visi.
Morgart rimase fermo, non si muoveva, continuava a pensare alle parole di Lorin e all’atto provocatorio di Resyn. Quelle due piccole streghe avevano lottato fino alla fine e anche alla fine non si erano arrese. Se fossero tornate in altri corpi, lui le avrebbe fermate, lo aveva già fatto e ci sarebbe riuscito un’altra volta.
La folla urlava concitata, tutti contenti di quello che stava accadendo senza capire che avevano ucciso le persone sbagliate, che la vera minaccia stava davanti a loro. Non avevano ascoltato con attenzione il dialogo tra le ragazze e Morgart e ora ne avrebbero pagate le conseguenze ma tutto questo non potevano saperlo.
Ora si godevano la vittoria che avevano avuto sulle due streghe e quando finalmente, il fuoco cessò di bruciare e delle due ragazze non rimase che cenere, la folla si calmò.
Piano, piano tutti tornarono nelle loro case in silenzio, alcuni discutevano dell’accaduto e altri ancora ridevano e bevevano per la vittoria. Ben presto su Venezia tornò a calare il silenzio che c’era poco prima, ma non era più un silenzio di pace, era un silenzio di morte, terrore che per quella notte sarebbe rimasto.
L’unico a rimanere davanti ai due pali inceneriti fu Morgart, che rimase fermo ancora per qualche minuto, poi mosse qualche passo verso i due pali di legno, si piegò e raccolse i due medaglioni.
Un sorriso beffardo e maligno gli si dipinse sul volto, aveva vinto, ce l’aveva fatta, era riuscito a sconfiggere le streghe più potenti che esistessero e ora non avrebbe più avuto problemi nel sconfiggere le streghe della magia bianca.
Mise in tasca i due medaglioni che brillarono per un ultima volta, poi scese dal palco e mentre si dirigeva verso casa inoltrandosi nella nebbia, per tutta Venezia non si sentiva altro che il rumore delle sue scarpe sul selciato umido e disconnesso.
  
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