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Autore: Marzio C    07/11/2014    1 recensioni
Ho cercato, in 27 capitoli, di continuare la storia di Chuck e Sarah. Incontreranno momenti belli e momenti difficili. Tutti i capitoli sono intrecciati l'un l'altro, ognuno è il seguito del precedente. Non essendo io uno scrittore, anzi mi considero solo uno scribacchino, non sempre sono riuscito a mantenere i personaggi nelle loro caratteristiche per cui me ne scuso e non mi rimane che affidarmi al vostro buon cuore ed alla vostra sensibilità critica. Gradirei conoscere i vostri pareri e le vostre recensioni, per uno scribacchino sono importanti anche se negative.
Grazie et buona lettura.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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h3>                                       Capitolo 24
 
 
 
Chuck era in condizioni pietose, l’ammaraggio era stato violentissimo il gesso alle gambe si era polverizzato, uno spuntone in alluminio, tagliente e seghettato, gli si era conficcato nella schiena e fuoriusciva dall’addome tenendolo ancorato alla fusoliera, per sua fortuna o non aveva tranciato alcuna arteria o se era accaduto lo spuntone stesso bloccava l’emorragia.
 
I canotti di salvataggio erano in acqua, Dick e la sua famiglia, a parte qualche contusione superficiale stavano discretamente bene, anche  pilota e copilota ne erano usciti quasi indenni. George aveva una brutta ferita alla testa, sanguinava copiosamente ma era vigile. Non avevano molto tempo a disposizione, l’aereo si stava inabissando.
 
George e Dick si precipitarono ad aiutare madre e figlio a salire su uno dei canotti di salvataggio, l’aeromobile si stava spaccando in tre tronconi, non c’era più tempo per agire. Nonostante le proteste di Chuck che li invitava a salvarsi, i piloti e gli altri due uomini rientrarono all’interno dell’aereo in suo soccorso.
 
Zach non si dava pace, si sentiva in colpa per non essere rimasto a casa. Suo padre, sempre che fosse sopravvissuto, era ferito e sballottato dalle onde dell’oceano e lui non poteva aiutarlo. Si mise a piangere come un bambino, a nulla servivano i tentativi di rincuorarlo della madre e della fidanzata. In disparte Vonnie, con lo sguardo perso nel vuoto,  pensava a suo padre ed a George. Un urlo di dolore le uscì dalla gola e si accasciò svenuta sul pavimento.  
 
I ricognitori arrivarono sul posto, la tempesta si stava avvicinando. Fotografarono pezzi galleggianti dell’equipaggiamento ma, dell’aereo e cosa più importante dei suoi occupanti nessuna traccia. I piloti ricevettero l’ordine di rientro, le condizioni meteo sarebbero peggiorate per cui era inutile continuare le ricerche. Sarebbero riprese con il ritorno dell’alta pressione prevista 20 ore dopo. Nel mentre le navi appoggio sarebbero arrivate in zona entro 15 ore, scortate da due cacciatorpediniere.
 
Morgan stava tentando di comunicare da casa, sulla linea protetta, con l’ufficio di Sarah. Era nervosissimo, non riusciva a farlo. La chiamò al cellulare. Sì lamentò con lei per il fatto che ne con la linea sicura ne con quella criptata riusciva a dialogare con loro.
 
Sarah decise che quel contrattempo era veramente una cosa insolita. Fece chiamare il residente di LA  e gli ordinò di inviare dei tecnici a casa di Grimes per un controllo urgentissimo.
 
Il tecnico iniziò a smontare tutta la centralina di comunicazione, pareva tutto in ordine, cambiò dei relais, sostituì il decriptatore, resettò lo scrambler ed infine stava per chiudere il coperchio quando decise di dare un’occhiata anche ai cavi coassiali. Seguì la traccia perimetrale arrivando fino alla scatoletta blindata a muro che conteneva le uscite dei cavi. Trovò un’anomalia, per aprirla necessitava di una combinazione particolare, invece lo sportellino non era bloccato. Dei leggeri segni, quasi invisibili ad un occhio non esperto, denotavano un intervento di abili mani che con mezzi elettronici erano riuscite a violarne la combinazione.
 
Trovò una piccola apparecchiatura che, oltre ad entrare nel sistema e nel cuore dell’Intelligence, ritrasmetteva i dati carpiti ad una ricevente che sicuramente non poteva essere troppo distante, la portata era di 50 metri.
 
Da semplice controllo tecnico diventò un fattore di sicurezza nazionale.
Una squadra d’assalto ed una di ricerca furono allertate e fatte partire in fretta e furia, tempo stimato di arrivo 18 minuti.
 
I pochi agenti presenti cercarono di sigillare il perimetro intorno alla casa. Si fecero aiutare dalle forze dell’ordine. Anche Morgan e Alex furono soggetti a questo regime di restrizione, inutili furono le loro proteste. Da Washington Sarah fu irremovibile.
 
Con il benestare del presidente ordinò che un caccia supersonico, con relativo pilota, fosse messo a sua disposizione. Era importante che lei arrivasse nel più breve lasso di tempo possibile a LA e da li a Burbank. L’aviazione militare fece sgomberare un corridoio aereo dichiarandolo off limits per l’aviazione civile.
 
La squadra d’attacco monitorava coi sensori, due dei tre appartamenti nella vecchia casa di Chuck.  Di sicuro uno era vuoto, nell’altro si vedevano due persone.
 
Sarah scese dall’aereo, ringraziò il pilota e salì su un elicottero. Via radio i vari comandanti delle squadre si rapportarono, attendevano i suoi ordini. Lei disse che in pochi minuti sarebbe stata sul posto.
 
Vonnie e Zach, erano ospiti  della famiglia presidenziale. Evelin teneva stretta a se Vonnie le due donne si consolavano a vicenda. Lo stesso succedeva a Zach e Pamela.  Quello che maggiormente li logorava era l’assenza di notizie, non sapere nulla sulla sorte dei loro cari.
 
Per Sarah rivedere la vecchia fontana ed il patio fu una mazzata in pieno petto. Chuck le mancava da morire. Stava per essere sopraffatta dai ricordi, li  scacciò e inizio a dare ordini.
 
Entrarono nell’appartamento vuoto, niente di irregolare.
 
Bussò in quello abitato, la sua vecchia casa. Fece cenno agli agenti di non farsi vedere e che due di loro si appostassero vicino alla camera da letto da li sarebbero potuti entrare. Aprì la sposina che sorridendo chiese che cosa desiderasse, lei si presento e domandò se poteva dare un’occhiata alla sua vecchia casa… la nostalgia era tanta.
 
La donna asserì di essere sola in casa e che in assenza del marito non faceva entrare estranei. Sarah si scusò, fece finta di andarsene e mentre la giovane donna stava chiudendo la porta lei si gettò con tutto il suo peso su di essa. Rotolò a terra mentre una pallottola  sparata dall’interno la sfiorava.
 
Colui che doveva essere il marito non riuscì a sparare il secondo colpo, il ciclone Walker si abbattette su di lui. Col naso fratturato e con entrambe le spalle lussate  si rotolava per terra dal dolore mentre  la moglie con un taglio sulla testa si lamentava piegata in due.
 
Sarah fece cenno agli agenti di sollevare l’uomo e portarlo nell’appartamento vuoto, di ammanettare la donna e di iniziare la ricerca di qualsiasi dispositivo e documentazione che li legasse a i terroristi.
 
Feroce e crudele come una tigre l’agente Walker appoggiò un piede sulla spalla destra dell’uomo e fece pressione. Un urlo disumano uscì dalla sua bocca. Il dolore era atroce. Sarah:” Lo so, fa male ma se non vuoi più soffrire devi dirmi tutto quello che sai”. Non ottenendo risposta rifece pressione sulla spalla, altro urlo. Alla settima volta di questo trattamento l’uomo si decise a parlare.
 
Era da alcuni anni che stavano progettando la loro missione.  Sapeva che Anchors era stato contattato da un fantomatico personaggio che necessitava di un gruppo di mercenari addestrati per compiere una sua vendetta.
 
Avevano scelto la casa di Burbank, in quanto non ritenuta luogo sensibile a possibili controlli giornalieri da parte dei tecnici dell’agenzia.
Facilmente avevano violato la sua sicurezza ed ascoltato tutte le conversazioni inerenti gli spostamenti del Direttore Bartowski nell’ambito dell’operazione “Anchors”.
 
Dick Van Pettegeen era il loro bersaglio, come ex componente del gruppo sapeva troppe cose. Doveva essere annullato.
Conoscevano il piano di volo del aereo, sabotarlo per degli uomini bene addestrati era stato uno scherzo. Avevano calcolato il luogo dell’esplosione, dove l’atlantico era più profondo.
 
 
“Non troverete più nulla e nessuno, sono tutti morti, la stessa fine che farete voi miserabili. Rimarranno i vostri figli che si adegueranno o  subiranno la vostra sorte”. Una risata seguì alle parole.
 
Grosso errore, Sarah gli rifilò due calci in faccia che gli spezzarono tutti i denti. “ Probabilmente avete ucciso mio marito ma, tu e quei bastardi dei tuoi accoliti i miei figli non li toccherete mai”. Improvvisamente fu riassalita dalla nausea, andò a vomitare.
Naturalmente fece in modo che false notizie venissero continuamente  trasmesse per non insospettire i terroristi.
 
L’aereo affondava con Chuck prigioniero nel suo ventre, a niente era servito il tentativo di aiuto degli altri quattro. Mentre si inabissava si rese conto di non aver paura di morire, provava solo una grande tristezza. Non avrebbe più rivisto sua moglie, i suoi figli… rassegnato chiuse gli occhi e si lasciò andare…     
 
 
           Continua…..
                                                       Marzio C.
 
   
 
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