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Autore: rora02L    07/11/2014    3 recensioni
I drammi di un Sasuke che fugge dalle sue paura incessantemente, che piange silenziosamente e da solo, perché non può mostrarsi debole. Deve dimostrare di essere forte.
Ma non ha ancora capito qual è la vera forza ...
(nota autrice: so che, visto che ormai Naruto è finito, la storia non termina così ... ma mi piaceva l'idea e mi dispiaceva buttarla. Spero che anche voi lettori la pensiate come me, a presto !)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La Tempesta ...  

Sasuke non riesce ancora a crederci. Non può accettarlo.Corre nella foresta, incurante della pioggia che lo investe, bagnandolo e confondendo le sue lacrime con le gocce del cielo. Cade copiosa dal cielo cupo.
Non sa più cosa pensare. E fa come il fratello gli aveva suggerito, quando era piccolo, dopo l’assassinio dei suoi genitori: scappa. Fugge, tra gli arbusti ed i rami frondosi del bosco.
Si fa spazio nella selva con le braccia e cerca di scacciare le lacrime dal viso, ormai mischiate alla pioggia che cala. E corre, sempre più veloce, scalzo. Sente la terra umida sporcargli le piante dei piedi ed i sassi ed i ramoscelli ferirlo, ma non se ne cura.
Ha le mani sporche del sangue del fratello. Un sangue che, per quanto tenti di lavare via, nemmeno quella pioggia violenta riesce a toglierli di dosso. Come potrebbe importargli di un po’ di semplice fango, lavabile con della semplice acqua ?
Invece, quel sangue che cola dalle sue mani, invisibile agli occhi degli altri, per lui è la macchia del suo errore: ha ucciso suo fratello Itachi. Il suo migliore amico, la sua roccia, il suo nii-san e la sua unica ragione di vita, l’obbiettivo della sua eterna vendetta. Pensava che sarebbe stato felice, uccidendolo.
Adesso che sa la verità, Sasuke vuole solo scappare. Fingere che non sia così, che Itachi fosse uno spietato omicida, un traditore del suo clan e basta. Nient’altro. La verità, invece, non potrebbe essere più diversa.Ma dentro di sé, sa che per lui Itachi rimarrà sempre il suo amato fratello maggiore. Lo ha sempre saputo.
Però voleva aggrapparsi a qualcosa, qualsiasi cosa, e la vendetta gli andava più che bene.
Erano tutte bugie !
Striscia le unghie contro i tronchi scuri bagnati dalla corteccia dura, pregando che quella colpa vada ad altri, non riesce a sopportarne il peso.
Eppure credeva che ucciderlo gli avrebbe dato la pace. Era il suo obbiettivo, il suo sogno e ciò che lo mandava avanti sin da quella terribile strage. E anche quel giorno, si era messo a correre per sfuggire dalla realtà, troppo dura per essere affrontata.
Come poteva accettare che suo fratello avesse deciso di morire, per donargli quel nuovo potere e che per proteggere lui ed il villaggio avesse rinunciato a tutto ? Come ? Fino a poco tempo fa, lo odiava.
Lo aveva odiato davvero. Itachi aveva distrutto non solo la sua famiglia ed il suo clan, ma anche il suo sogno: diventare come il suo nii-san. Ed anche migliore, per essere ammirato dal padre e da Itachi stesso.Per anni aveva nutrito quell’odio profondo, pianificando il giorno in cui avrebbe vendicato il suo clan e soprattutto i suoi genitori, versando il sangue di suo fratello. Pensava che così avrebbe riscattato il nome degli Uchiha, riabilitandoli. Credeva che con quell’omicidio avrebbe potuto ricominciare.
Per lui era un suo diritto vendicarsi di Itachi. Ma ora non ne era più tanto sicuro.Tutto ciò in cui credeva, ciò che riteneva vero e su cui aveva basato il suo rancore fino ad allora, era improvvisamente crollato.
Tutto falso. Ogni cosa era una bugia. Per proteggere lui.
Sasuke guarda le sue mani: ormai alcune unghie si sono spezzate ed esce del sangue dalle dita ferite, mischiandosi all’acqua piovana. Le ferite bruciano, ma non fanno male quanto il dolore che prova nel petto. La pioggia inizia a battere su di lui ancora più forte, implacabile.
Alza lo sguardo al cielo, cupo e tetro, coperto da nere nubi cariche di altre lacrime di nuvole nere. E Sasuke piange.
Piange per suo fratello, ricordando il momento in cui è morto: il cielo piangeva allo stesso modo, come se fosse anche lui triste e disperato per quel destino intrinseco di sangue che è toccato alla sua famiglia. A lui, unico superstite, che dovrà sopportare il fardello della verità e del ricordo. Ricomincia a correre, per scappare da quel fato contro di lui e la sua famiglia. Cerca di sfuggire da quel passato doloroso e da quella colpa che gli sta dilaniando il cuore, con i suoi artigli cremisi e affilati.
Inciampa in un sasso, accecato dalle lacrime. Cade, sbucciandosi il ginocchio e sporcandosi di terra.
Continua a singhiozzare, senza alzarsi. Se lo può permettere solo perché nessuno lo sta guardando. Un Uchiha non piange mai, non può certo mostrare le sue debolezze. Ma Sasuke si sente debole e abbandonato, ora più che mai. Non solo dalla sua famiglia, come quando i suoi erano morti, ma anche da tutti i suoi ideali e dall’unico scopo che aveva nella vita. Ora è senza una meta. E ha solo il senso di colpa per aver ucciso Itachi, l’ultima persona al mondo appartenente alla sua famiglia. Lui lo amava ancora, lo aveva amato e odiato fino all’ultimo respiro.
Abbassa il capo verso il terreno fangoso, pieno di pozze scure. L’acqua scorre su di lui ed i suoi capelli si appiccicano al viso. Sbatte un pugno insanguinato al suolo. Digrigna i denti e inizia ad urlare, frustrato.Perché capisce che non c’è via di fuga. Ormai è intrappolato in quella vita che non ha scelto lui, in quel destino che ha il solo scopo di inseguire la vendetta e uccidere ancora, ma che rimane senza un senso, risucchiandolo sempre di più in una spirale di oscurità.
Sasuke alza il volto al cielo, ancora una volta, cercando una spiegazione a tutto quel dolore. Urla, chiedendo perché. Il perché di tutto questo dolore che sente crescergli nel petto e che non sembra avere una cura né una fine. Il perché di quel fato così ingiusto, che ha stravolto la sua esistenza. Chiede a Dio, in un grido furioso: “Perché mi odi ?!”
Ma ancora una volta non c’è alcuna risposta. Nessun segno. Incolpare un qualche dio o il fato di questo destino macabro non gli servirà a scoprire qual è il motivo della sua esistenza. Perché Sasuke pensava di essere nato per uccidere Itachi. Per nessun altro motivo. E aveva seguito questa idea. Fino ad ora.
E finalmente Sasuke capisce a chi deve dare la colpa e su chi riversare tutto quell’odio e quella maniacale voglia di vendetta e di sangue: Konoha. Quel villaggio aveva costretto suo fratello a tradire la sua famiglia, obbligandolo a quella missione infamante e gravosa.La Foglia aveva ordinato lo sterminio del suo clan, facendogli credere che il responsabile unico e solo fosse suo fratello, impazzito e avido di potere. Loro avevano alimentato quella bugia, togliendogli la possibilità di vivere sereno con la sua famiglia, di superare Itachi e di rendere orgoglioso suo padre e gli altri membri del clan. Loro avevano spazzato via gli Uchiha, per mano di suo fratello, marionetta impotente e fin troppo fedele nelle loro mani manipolatrici.
Negli occhi di Sasuke, ultimo dono di Itachi, si accende una luce omicida: ora sa qual è il suo compito, il motivo per cui è nato. Distruggere Konoha. Digrigna i denti e si alza lentamente.
Dalla sua bocca esce una risata isterica, malvagia e sadica. Si sta sfogando come può. Ormai ha deciso di intraprendere una nuova missione, per completare finalmente il suo piano e saziare la sua fame di vendetta e la sua sete di sangue.
Promette a sé stesso di non risparmiare nessun abitante di Konoha: devono morire tutti ! Solo così, versando altro sangue innocente e colpevole, potrà lavare la macchia che marchia la sua anima e riuscire a riscattare l’onore degli Uchiha una volta per tutte.
Vendicherà suo fratello, tradito dal suo villaggio, ed anche il suo clan, all’oscuro di quel piano malefico che l’Hokage aveva architettato contro di loro, sulla base di false notizie e del secolare odio che gli abitanti di Konoha provavano per gli Uchiha.
Erano visti come ninja pericolosi e spietati e Sasuke non voleva essere da meno.“Di te, Konoha, non resterà nemmeno la cenere ! – ghigna rivolto al cielo, in cui lampi minacciosi saettano ribelli tra le nubi nere – Ogni uomo, donna, bambino o cane del tuo suolo verrà sterminato, per vendicare il mio clan ! Preparati ad essere ripulita grazie al sangue dei tuoi abitanti ! Non avrò nessuna pietà per te !”
Decide di non scappare più e grida furente: “Se questo è il mio destino, ebbene sia così ! Io sono Sasuke Uchiha e non fuggirò più !”
La sua corsa contro il passato è terminata. Ora pensa al futuro, progettando la sua implacabile vendetta contro quel villaggio di traditori.
Una rabbia incontrollabile ribolle in lui, pronta ad esplodere al momento opportuno e devastare ogni cosa davanti a sé. Ma Sasuke non riesce a rendersi conto che, in realtà, sta ancora fuggendo: dal presente. Non capisce che così facendo sta tradendo non solo gli ideali per cui Itachi è morto, ma anche il suo sacrificio per lui. Itachi voleva che ricominciasse con una nuova vita.
Che abbandonasse i suoi progetti di vendetta, ora che lui non c’è più. Ma Sasuke non è capace di pensare al futuro in un modo diverso.
L’oscurità è l’unica cosa che i suoi occhi, appannati dal dolore e dalle lacrime, possono vedere. La luce l’ha ormai dimenticata, non ricorda nemmeno più che cosa sia.
                                                                                                             * 
Un tuono. Sasuke sobbalza spaventato e abbraccia il suo fratellone, gridando: “Nii-san, ho paura dei tuoni !”
Itachi sorride e lo stringe a sé, rassicurandolo: “Non c’è nulla da temere, Sasuke. Sono qui con te e ti proteggerò.”
Sasuke lo fissa ammirato. Il suo fratellone è forte e coraggioso, non ha paura di nulla. Ma poi si rattristisce, si da del fifone e non vuole deludere la sua famiglia. Allora afferma orgoglioso, gonfiando il petto: “Allora anche io ti proteggerò !”
Il maggiore lo guarda sorpreso e ridacchia divertito, mentre gli scompiglia i capelli: “Ci proteggeremo a vicenda, Sasuke.” 
Lui annuisce, spostando la sua attenzione verso il tifone che fuori esplode coi suoi tuoni e lampi. Sente anche il frusciare spaventoso della pioggia, che batte senza sosta e con violenza.
Alza gli occhi verso il fratellone ed esclama imbronciato: “Odio la pioggia. Non posso uscire a giocare quando piove … è molto meglio quando c’è il sole ! Voglio che non piova mai più.”
Itachi ridacchia e dice: “Lo so, Sasuke. Ma pensaci bene … le piante nascono solo grazie alla pioggia. Ci procura l’acqua, la fonte della vita. La pioggia porta la vita, fratellino. E dopo la pioggia … a volte si può vedere uno splendido arcobaleno.”
Gli occhi del più piccolo si illuminano e domanda speranzoso: “Quando potremo vedere l’arcobaleno, nii-san ?”
“Presto, Sasuke.”
Ma quella volta non videro alcun arcobaleno. Sasuke pensò che suo fratello gli avesse mentito. 

                                                                  *
Sasuke guarda annoiato fuori dalla finestra. Piove. Odia la pioggia.
Gli mette tristezza. E gli ricorda … episodi che vorrebbe dimenticare.
“Ohi teme, a che pensi ?” gli chiede un giovane dai corti capelli biondi e dagli occhi azzurri, entrando nella stanza.
Il moro dice seccato, senza voltarsi per guardare l’amico: “Odio la pioggia …”
Naruto fa un sorriso a trentadue denti, gli si mette accanto, appoggiandosi al bordo della finestra chiusa, e ribatte: “Sai cosa mi diceva sempre il maestro Iruka quando ero piccolo e mi lamentavo perché non potevo uscire a giocare per colpa della pioggia ?”
L’altro alza un sopracciglio ed aspetta. Naruto continua, felice di aver attirato l’attenzione del moro: “Diceva che la pioggia serve a far nascere i germogli dalla terra. Li fa diventare forti e li da l’acqua. Quindi non c’era motivo di essere tristi … perché la pioggia significa che una nuova vita potrà nascere.
E poi … mi indicava un punto nel cielo, appena finiva di piovere. E c’era sempre un colorato arcobaleno.”
Sasuke fa un mezzo sorriso scettico: “Io non ho mai visto un arcobaleno …”
Naruto allora inizia a prenderlo in giro: “Ma dai, teme ! Tutti l’hanno visto almeno una volta !”
Il moro inizia a innervosirsi e ribatte irritato: “Non è certo colpa mia, baka !”
“Beh, magari questa è la volta buona …”
La risposta di Naruto spiazza Sasuke, che inizia a scrutare il cielo in cerca di un arcobaleno. Ma ancora non ne vede nessuno, nonostante stia smettendo di piovere.Il biondino ridacchia, divertito dalla situazione. Il grande Sasuke che cerca come un bambino il primo arcobaleno della sua vita.
In quel momento, Sakura entra nella sala degli Hokage, stando attenta al suo pancione: “Che cosa state combinando qui voi due ?”
Naruto risponde per primo, esaltato: “Sakura-chan ! Sasuke ed io stiamo aspettando che esca un arcobaleno ! Il teme non ne ha mai visto uno …”
La donna guarda il moro stupita: “Davvero, Sasuke ?”
L’altro non risponde, imbarazzato dalla situazione, e si limita a girare il viso: “Tsz.”
Ma Sakura conosce bene suo marito e sa che è troppo orgoglioso per ammettere che è la verità. Così si avvicina ai due in silenzio, mettendosi accanto al moro. 
Aspettano, finché Naruto esclama felice: “Oh guardate là ! Lo vedo !”
Indica un punto alla sua destra, agitandosi. Sasuke e Sakura seguono il dito del biondo e lo vedono. Uno stupendo e placido arcobaleno, con i suoi colori sfavillanti e allegri. Sembra un miracolo agli occhi del moro, che ne rimane ipnotizzato. Lo fissa ammaliato. Naruto sorride e ridacchia allegro: “Ti piace, teme ?”
Ma Sasuke non risponde. Delle lacrime iniziano a rigare il suo volto. Pensa a suo fratello Itachi e a quella volta, in cui non era riuscito a credergli, e gli aveva dato del bugiardo.Quella volta non aveva potuto vedere l’arcobaleno, perché non c’era la luce del sole,ma solo quella pallida della luna.
Ora nella sua vita è tornata la luce, grazie a Naruto, l’unica persona che ha sempre creduto e ancora crede in lui.
Adesso capisce che da una lacrima, da una goccia di pioggia, dal dolore, può nascere un verde germoglio, dando vita ad una foresta rigogliosa e traboccante di vita.
Accarezza teneramente la pancia di sua moglie, che racchiude il suo primogenito, lasciando che le lacrime solchino il suo volto pallido. Dentro quel pancione, c’è la vita. E lui ha potuto contribuire a far nascere un bambino, nonostante l’oscurità che l’ha sempre avvolto. Non riesce a smettere di piangere, anche se lo fa silenziosamente.
Naruto lo guarda preoccupato, non capisce la sua reazione.
Sasuke alza lo sguardo verso la sua dolce metà e si immerge nei suoi occhi verdi, che ormai ha imparato ad amare e da cui si lascia amare. Non ha più bisogno di fuggire. Ha trovato una casa, una famiglia e le proteggerà con tutte le sue forze. Non c’è più bisogno di scappare, né dal passato, né dal presente e nemmeno dal futuro, che ora riesce a vedere chiaramente.
Sakura sfiora la guancia del suo amato, sorridendogli teneramente.
Sasuke non riesce a trattenere un bisbiglio fievole, che i due ugualmente riescono a cogliere: “Grazie … grazie …"
Ora Sasuke sa che la sua vita ha uno scopo più bello e dolce della vendetta: il proseguimento della vita. Ha ritrovato la luce, ha potuto conoscere l’amore e ora diventerà partecipe di una nuova vita, invece di distruggerla.E ha anche qualcosa da proteggere: Konoha, la sua casa e la sua famiglia ritrovata.
Alza un braccio per scacciare le lacrime, basta piangere. Naruto ridacchia e lo abbraccia: “Ohi teme ! Andiamo a mangiare del ramen tutti insieme, come ai vecchi tempi ?”
Gli fa l’occhiolino, impaziente. Sakura sospira e ribatte: “Non credo che faccia bene al piccolo …”
“Ma che dici ! – esclama il biondo – Crescerà forte ed intelligente come me, se mangi del ramen !”
Sasuke si lascia scappare una brevissima risata: “Spero proprio di no …”
Naruto gli si avvicina, alzando un pugno minaccioso: “Come sarebbe a dire, teme ?”
Iniziano la loro solita discussione. Poi Sakura li interrompe, ricordandosi che Naruto ancora non lo sa e domanda al marito: “Sasuke … hai detto a Naruto come vogliamo chiamarlo ?”
Il moro si blocca, con un pugno ancora per aria: “Eh ? Ah, giusto … vogliamo chiamarlo … Itachi.”
 Pronuncia l’ultima parola con un tono marcato e deciso. Ma vuole che il suo migliore amico lo appoggi in questa scelta.Il biondo rimane un attimo interdetto. Ma poi sorride: “Bella scelta, teme. Mi piace. Ma … Naruto è molto più bello !”Gli fa una linguaccia, correndo il più lontano possibile per evitare i colpi dell’Uchiha.
Così ricomincino a litigare. Sasuke non potrebbe desiderare una vita più bella. E spera che Itachi lo stia guardando, sorridendo.
Perché ora il suo fratellino non scappa più, è diventato un uomo capace di affrontare ed apprezzare la vita. Ora può vedere l’arcobaleno e conoscere la differenza tra realtà ed illusione, tra odio e amore e tra il bene ed il male.
 
  
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