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Autore: Stelplena_Cielo    07/11/2014    1 recensioni
2010, Giappone: Kira prende il controllo del mondo come pianificava dai tempi del liceo dopo aver sconfitto chi tentava di fermarlo. Nel frattempo in Inghilterra sta per essere fatta una scelta importantissima
2030, Inghilterra: forse chi potrà sottrarre a Kira il dominio malato del mondo che ora lo vede come un Dio è arrivato, scelto tra altri orfani geniali; la storia si ripete, il mondo è col fiato sospeso: ce la farà?
Genere: Azione, Malinconico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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II
A New World - Survivor


 



  Ogni spostamento riguardasse uno dei bambini dell’Istituto, doveva essere assolutamente segreto e protetto; ma questa riservatezza non era mai stata sinonimo di scomodità o negazioni, anzi.
  Le istruzioni erano state ben chiare; quello che più sembrava ansioso era solo Roger, a dire il vero. Ogni guardia sapeva bene come avrebbe dovuto agire, sia in una situazione normale che in una di pericolo.
  Così dopo mezz’ora di raccomandazioni da parte del preside dell’istituto, Thomas era ancora seduto sulla poltrona nera a subirsi ramanzine su ramanzine, col vecchio che sembrava quasi di volerlo dissuadere da quella pericolosissima scelta che aveva fatto.
  - Roger, dieci minuti fa stavi tentando di convincermi a farlo; si vedeva lontano un miglio quanto tu avessi bisogno del mio sì – aveva spiegato il ragazzo battendo con calma le ciglia lunghe e chiare, gli occhi azzurri di un colore caldo, come il cielo di primavera – Non cambio idea facilmente e lo sai. In più voglio farlo.
  Le sue vere intenzioni comunque, per quanto avesse a cuore il caso Kira,  non erano solo quelle di battere il criminale e con lui anche il primato ottenuto dai suoi predecessori, che pur essendo tre non erano riusciti a fare abbastanza.
  Lui voleva studiare il mondo. Era curioso di sapere come andavano le cose lì sopra, ricordava davvero poco dei suoi ultimi istanti in superficie e vedere il cielo in televisione non era lo stesso; specialmente perché più passavano gli anni, più la tv sembrava voler plagiare le menti. Era tutto un “Kira è il bene”, come se la gente non fosse già abbastanza persuasa. Questo aveva sempre infastidito Thomas, sì. Perché tutti si lasciavano abbindolare, lo si capiva bene; un mondo intero che andava dietro ad un unico uomo, che senso aveva?
  Gli era stato spiegato pochi minuti prima che Light Yagami, ovvero Kira, aveva smesso di comparire in televisione e in pubblico circa cinque anni dopo dall’inizio della sua dittatura, più comunemente chiamata “campagna per il mondo perfetto” o qualcosa del genere. C’era chi sosteneva che fosse morto, ma a prescindere da questo, qualcuno ancora regnava al suo posto. Che fosse Kira o chi per lui era ben nascosto da qualcuno, se non qualcosa e le indagini di Thomas sarebbero state principalmente impegnate dal capire chi avesse preso le sue veci, nel caso il primo Kira (Yagami) fosse davvero morto in passato.
  - Domattina ti recherai di sopra, ci sarà una macchina nera ad aspettarti. Non parlare e non guardare nessuno, tutti quelli che troverai attorno a te sanno già chi sei, quindi non avranno motivo di fare domande. Piuttosto, prendi questo – spiegò mentre gli porgeva una spilla a forma di nota musicale; a Roger era sembrato che lo rispecchiasse in qualche modo, quindi l’aveva fatto realizzare con quell’aspetto. Il ragazzo la attaccò al petto del peluche e guardò il risultato con fare abbastanza soddisfatto, poi portò i pozzi azzurri a scrutare i piccoli occhi stanchi dietro le lenti, in attesa di spiegazioni.   – E’ un dispositivo GPS e funge come allarme oltre che come localizzatore; se dovessi sentirti in pericolo o dovessi avvertire che una delle guardie non è affidabile, premilo e attendi. Ricordati che sarebbe opportuno che tu ti rivolga prima a Linda, che comunque sarà lì accanto a te. Collaborerà, lei sa molte cose sul precedente caso Kira.
  L’anziano non poteva credere di stare davvero per lasciare andare nuovamente un ragazzino di quindici anni, aspettandosi da lui la salvezza del mondo intero. Lynch- quel ragazzo era davvero l’ultima speranza oppure stavano di nuovo tentando di scavare un buco nell’acqua? Ma no. Roger lo doveva ad L, a Near, a Mello; a Wammy. A tutti quelli che avevano perso la vita ingiustamente, a tutti quei bambini che gli era parso di mandare al patibolo lui stesso.
   No, non si sarebbe arreso. Si sarebbe fidato di Thomas. Il ragazzo stavolta avrebbe saputo cosa fare, o adesso o mai più. Non sarebbe finita così, Kira non poteva vincere e loro non potevano permettersi di perdere, non di nuovo.
  Il silenzio fu interrotto dallo schiocco della gomma di Thomas che intanto continuava a masticare, forse per allentare la tensione, forse per pura abitudine. Roger non si rendeva conto di starlo guardando con ammirazione e con lo sguardo di chi in Chiesa rivolge lo sguardo al Cristo, o al prete, implorando perdono per i propri peccati e pregando affinché le cose vadano meglio; e come una vecchia signora che prega in Chiesa la domenica mattina, Roger sentiva di pregare più per se stesso che per il mondo intero.
  Era stanco.
  - Ora devi andare, Thomas. Questo è quanto. – aveva poi aggiunto, lasciando che il quindicenne andasse a festeggiare il proprio compleanno come meglio preferiva, che questo significasse ascoltare tanta musica da farsi sanguinare i timpani oppure cercare ulteriori informazioni su Kira; e il vecchio preside sentiva di stare sperando che almeno per quel giorno, Lynch si godesse i suoi ultimi istanti da quindicenne. Perché lì fuori era la guerra.


 
***
 
 
 
  -With a thousand lies and a good disguise, hit ‘em right between the  eyes, hit ‘em right between the…*
  - Thomas? – una voce interruppe il silenzio fin’ora riempito solo dalla flebile voce del quindicenne, che canticchiava mentre sfogliava un libro, e i suoni metallici che a ritmo riempivano l’aria attorno alle sue cuffie. Non si era accorto di qualcuno che era venuto a chiamarlo e dopo la chiacchierata con Roger aveva passato il pomeriggio – e il compleanno – ad ascoltare da capo circa tre volte l’intera playlist. Le sapeva tutte a memoria, passaggio dopo passaggio, probabilmente sarebbe anche riuscito a suonarle. La cosa triste della sua fissazione con il dover ascoltare musica almeno dieci ore al giorno, era che le sue canzoni preferite erano tutte vecchio stile, di una trentina d’anni; in giro non si trovavano, così come su internet era raro trovare ancora qualcosa al riguardo che si sentisse davvero bene con le tecnologie ormai avanzate rispetto agli anni dieci del secondo millennio.
  Ma lui si accontentava, altroché.
  A furia di ascoltare musica aveva del tutto scordato il discorso di Roger e il fatto che soltanto il giorno dopo sarebbe partito per chissà dove a cercare di scovare un nemico – o più – definitivamente invisibile; era emozionato, pur non pensando alla situazione imminente.
Il biondo non si era comunque accorto della voce leggermente più acuta della sua, quasi più infantile, che aveva tentato di attirare la sua attenzione fallendo. Però si accorse della mano che gli si posò sulla spalla e risalendo verso il braccio scopri un paio di grandi occhioni color verde scuro nascosti dietro una frangia bionda simile alla sua.
  Era Nikola, quindici anni solo undici mesi dopo, a dicembre. Russo, abbastanza chiaro di carnagione, guance un po’ tonde e sempre arrossate come fosse stato esposto al freddo per molto tempo; aveva un accento buffo, un po’ rotolante sulle erre e sembrava quasi cantilenasse mentre parlava; il suo posto in classifica era un po’ precario, capitava che fosse secondo come altre volte finiva quinto, ma solo perché si spaventava facilmente e aveva paura di dover essere lui quello a destinato a scovare Kira. Ancora non sapeva che ormai il “prescelto” era stato appunto scelto, ma sapeva che Thomas era stato convocato da Roger.
   –Allora?- chiese quindi sedendosi sul letto accanto all’irlandese e prendendo il peluche di Thomas se lo strinse tra le braccia. – Che ti ha detto? Fa paura, non è vero? – aveva poi chiesto, battendo impazientemente le mani sulle proprie cosce.
  E se gli avesse ordinato di riferirgli che era appunto Nikola a dover partire per fermare Kira? Il sovietico impallidì, non sapendo che risposta aspettarsi.
  - Domani parto. – rispose la voce leggermente più profonda di Thomas, una luce divertita negli occhi. Forse come notizia era anche peggiore per Nikola.
  - Parti..? – aveva chiesto infatti il più piccolo, guardandosi attorno nella stanza. Ma lì.. lì dentro nessuno aveva la musica che ascoltava di solito Thomas e non aveva abbastanza memoria da ricordare tutti quei titoli; e non aveva il tempo di trascriverli. In risposta l’irlandese annuì e mise su un gran sorriso divertito.
  - Parto! E catturerò Kira e sarò il nuovo L e tutti i bambini dell’orfanotrofio potranno finalmente tornare a vivere in superficie. E io passerò l’eternità ad ascoltare bella musica, non ti pare perfetto?
  Nikola aveva esitato un poco. – Se lo dici tu..
  La verità era che al più piccolo sarebbe mancato Thomas in quei mesi, se non anni in cui avrebbe dovuto dare la caccia ad un pluriomicida psicolabile con le manie di grandezza; ed era anche un po’ preoccupato per lui, per il suo amico – erano anche compagni di stanza, risedevano entrambi nella camera contrassegnata come  M. Aveva paura che potesse succedergli qualcosa come era accaduto a N, i due  M e L, quelli delle storie di Linda.
  Si fidava di Thomas, ma aveva paura del mondo lì sopra poiché non lo ricordava molto; aveva quasi cinque  anni quando era finito in orfanotrofio, i genitori erano due soldati. Quando a sette anni fu trasferito al Wammy’s sotterraneo, aveva viaggiato via aereo, quindi non aveva avuto molti contatti col mondo esterno. L’Inghilterra non l’aveva praticamente mai vista.
  L’irlandese però non sembrava molto attento alle occhiate che il russo di tanto in tanto gli mandava sottecchi, battendo le ciglia chiare non appena temeva che Thomas si girasse a guardarlo.
  Al più piccolo era sempre sembrato che a Thomas non importassero davvero le conseguenze; non era troppo impulsivo, Nikola sapeva bene che l’istinto dell’irlandese fosse micidiale e nessuno lo avrebbe mai eguagliato. Però il più grande aveva il vizio di sottovalutare le cose, di darle sempre per scontate. E Nikola sapeva che presto questo gli si sarebbe rigirato contro, causandogli dei problemi più o meno gravi.
  Ma non poteva farci nulla; nessuno avrebbe mai potuto cambiare quella parte troppo sicura di sé che caratterizzava Thomas, che comunque il giorno dopo sarebbe partito e non aveva ancora messo nulla nella valigia.
  -Su, devi preparare le tue cose, Tom. Se vuoi, ti aiuto.

 
*”con mille bugie e un buon travestimento, colpiscili in mezzo agli occhi” Gonna Go Far Kid – The Offspring.
 
***





 
2010, Giappone.
La vita a Tokyo ha ripreso a scorrere in maniera normale; la città è frenetica e caotica, impegnata; le strade sono sempre affollate. Passato circa un mese da quando il
silenzio era iniziato, Kira ha finalmente deciso di mostrarsi al mondo. Una fredda mattina di fine Febbraio, ogni lampione, ogni semaforo, ogni insegna di Tokyo si è tinta di un rosso sangue molto forte; dava quasi fastidio alla vista, macchiava il bianco candido della neve posata a terra come gli schizzi di sangue che cadono dalla lama di  una katana dopo un combattimento tra antichi Samurai – ma in maniera meno poetica; meno onorevole.
Anche il Tokyo Skytree, la torre più alta della città, si tinse di rosso e grandi drappi bianchi avevano iniziato ad adornare i balconi di ogni caserma, di ogni monumento. Ogni drappo candido riportava la scritta “KIRA” in caratteri gotici.
Faceva paura.
Verso mezzogiorno, quando ormai il processo di conversione era finito, degli altoparlanti iniziarono ad intimare alle persone di convogliarsi alla base dello Skytree. Nelle vie erano stati impiantati megaschermi per permettere a tutti di assistere all’evento; poi delle telecamere piazzate chissà dove avevano fatto un primo piano su un balcone di uno degli edifici accanto alla torre completamente rossa e dalla finestra trasparente era uscito un giovane.
Il suono tagliente di respiri trattenuti fu l’inizio di un ulteriore silenzio, un silenzio di quelli umani,di gente che nemmeno pensa.
Il giovane, capelli ordinati e castani, pelle diafana e perfetta, allargò le braccia alla città tenendo un quaderno nero in mano. Non era possibile capire di cosa si trattasse, magari era un’agenda. Probabilmente tutti avevano iniziato a chiedersi se la trasmissione, che ora occupava come un parassita ogni canale della televisione locale, non fosse in realtà trasmessa e tradotta in diretta in
tutto il mondo.
Il ragazzo sorrise e il volto angelico rivelò la sua identità a non poche persone; la gente lo riconosceva, era il figlio del sovrintendete Yagami. Poteva davvero essere lui, Kira? Era un ostaggio, magari.
La voce calda del ragazzo riempì le strade di Tokyo poco dopo. Parlava del Nuovo Mondo, del
suo nuovo mondo. Prometteva un posto sicuro in cui vivere; ogni criminale sarebbe stato sicuramente giustiziato. Non vi  sarebbe stato più alcun male a cui assistere e la gente alla fine applaudì.
Di certo, le sue doti di oratore non erano cambiate.
Sono passati dieci mesi da quando il Nuovo Mondo di Kira ha avuto inizio. La gente sembra felice,ma è spaventata. Il crimine esiste ancora, ma in men che non si dica i criminali vengono giustiziati. Kira è onorato come un Dio e nonostante le sue poche apparizioni in pubblico, la gente sembra davvero confidare in lui, vedere in lui il futuro dell’umanità.
C’è chi non la pensa così.
Ci sono dei ribelli, non siamo molti, ma possiamo fare qualcosa. Non possiamo lasciare che il mondo finisca così, non ancora.
Mi chiamo Tota Matsuda e sono sopravvissuto a Kira.
Molta gente ha perso la vita e io non posso più permettere che Yagami vinca.
Ho conosciuto eroi, nel mio piccolo.
Non saranno morti in vano, lo prometto.


 
 


Eccomi che aggiorno c: probabilmente da adesso in poi il periodo tra un capitolo e l'altro si allungherà un po', ma solo perché sto iniziando altri progetti che spero di portare a termine quanto questo. 
Continuo col ringraziare come sempre chi recensisce e chi ha inserito tra seguite e preferite e ricordate, mi fa davvero piacere che qualcuno segua la mia storia <3
Forse questo capitolo può risultare un po' statico, magari anche un po' noioso (un po'?), ma essendo un capitolo di passaggio da un evento all'altro della storia (capirete col terzo cosa intendo), non poteva risultare altrimenti c: 
Fatemi sapere che ne pensate, come sempre e possa la buona sorte essere sempre a vostro favo- ah, no, sbagliato fandom.
Scusate~
   
 
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