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Autore: Aly23_stories    07/11/2014    2 recensioni
E’ passato un anno dalla sconfitta di Sebastian e si avvicina il gennaio ( ricordo che in COHF Jace accenna al fatto che crede di essere nato a gennaio ) del 18° compleanno di Jace. Come tutti sanno dopo aver compiuto 18, alcuni Nephilim, vengono mandati in giro per il mondo in vari istituti a fare esperienza. Anche Jace dovrà partire, per l’Istituto di Roma, trovandosi lontano da Clary che farà di tutto per raggiungerlo. Intanto però il ragazzo farà nuove amicizie e qualcosa cambierà...
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Spero che questa storia vi piaccia. Ho due richieste da farvi però. La prima è: mi consigliate un altro titolo? Come seconda cosa vorrei chiedervi se ci sono altre storie sulla saga “Shadowhunters” con la trama simile. Grazie a tutte quelle persone che leggeranno a storia.
Genere: Dark, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Isabelle Part
La ragazza andò a controllare il telefono quando aveva ormai capito che Simon non sarebbe arrivato. Era più arrabbiata che preoccupata, sentiva un fuoco di rabbia che le bruciava dentro e che dopo qualche giorno in cui era stato tenuto a bada era esploso. Soprattutto dopo la vista del messaggio: “ Izzy ho provato a chiamarti ma non rispondevi. Comunque mi ha chiamato Clary e mi sembrava abbastanza sconvolta, io stò andando da lei poi ti faccio sapere. Credo che lo shopping sia rimandato...  Mi dispiace”. Isabelle era già abbastanza arrabbiata con Clary per aver lasciato Jace, ma era stata disposta a perdonarla. Ora no. Solo perché era la migliore amica del suo Simon credeva di avere qualche stupida pretesa su di lui... E lui non era da meno! Era anche arrabbiata con lui. Perché trascorreva più tempo con Clary che con lei, perché per una volta che lei gli aveva chiesto qualcosa lui non ci aveva neanche pensato sue volte ad andare dalla sua migliore amica, senza pensare a Isabelle. Isabelle scoppiò a piangere mentre correva fuori dall’ Istituto per andare a casa di Magnus dove era sicura di trovare Alec. L’attesa dei mezzi pubblici era straziante e ancora di più gli sguardi curiosi dei mondani che vedevano una giovane ragazza in lacrime, piena di tatuaggi e con tutto il manscara sbavato. Non era certo un bello spettacolo. Molti le chiedevano se voleva aiuto ma lei si limitava a non rispondere. Arrivata a destinazione si fiondò letteralmente sul campanello tenendolo premuto finché l’ammasso di glitter che era il sommo stregone di Brooklyn le venne ad aprire. Vedendola non fece domande ma strillò forte “Alec” , il quale raggiunse di corsa la porta e abbracciò di slancio la sorella che mormorava piano – La odio, Alec, la odio-. Per un po’ fu tutto buio e poi Isabelle riaprì gli occhi e si trovò sdraiata sul divano di Magnus. Tutto le tronò in mente pian piano poi due occhi blu apparirono nella sua visuale seguiti subito dopo da un sorriso gigante. Il viso del fratello poi tornò serio e le chiese –Izzy cosa è successo?-. Ovvio che quella domanda sarebbe arrivata prima o poi, lei se lo aspettava, ma improvvisamente il motivo per cui era corsa li in lacrime le sembrò incredibilmente stupido e sciocco. Decise di raccontare tutto comunque, con lo sguardo basso e arrossendo di continuo. –Lo so che è stupido, tutto questo, ma io ci tenevo davvero a passare una giornata con Simon ed ero già arrabbiata con Clary. Dovresti esserlo anche tu visto quello che ha fatto al tuo migliore amico... Ma non ne voglio più parlare- detto questo fece per alzarsi ma la prese un forte giramento di testa e vide tutto a macchie viola. –Iz se ti farà stare meglio chiederò a nostra madre se potrai andare a trovare Jace il prima possibile e noi ti accompagneremo- si girò –Vero Magnus?-.  Da lontano si sentì un “Certo Alexander tutto quello che vuoi” molto ironico. –Grazie- fu la secca risposta di Isabelle. Poco dopo la shadowhunter era già di ritorno verso l’Istituto. Sul cellulare aveva svariate chiamate di Simon ma lo spense e si sdraiò sul letto senza neanche cambiarsi e si addormentò subito. Per fortuna le buone notizie non tardarono ad arrivare e Alec convinse sia Marise che Jace a mandare Isabelle in Italia, anche se solo per tre giorni. Alla ragazza andava più che bene ma sperava di poter restare di più lontana da New York. Tutto le ricordava di Simon semplicemente perché Simon abitava in quel posto ed era abbastanza insopportabile come cosa. Ancora più insopportabile era il fatto che se pur Alec ci aveva messo solo qualche ora ad organizzare la partenza era anche vero che avrebbero dovuto aspettare una settimana prima di partire. In una settimana succedevano un sacco di cose.
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(Roma)
 
Allison Part
Di nuovo il sonno della ragazza, per il secondo giorno di seguito, veniva interrotto da un rumore, lo squillare di un telefono precisamente. –Per l’Angelo- una voce estranea. –Alec tu sei pazzo lo sai che ore sono?- . Pausa. –Le 10?! E il fusorario di 6 ore dove lo hai lasciato!-. Pausa più lunga. Una risata. –Non ti preoccupare tanto non dormivo... Stavo andando a trovare una, conoscenza?-. Si sente un urlo dall’ altra parte. Ancora una risata. –Alec quanto se irascibile! La risposta è no. Ma già che ci sei perché mi hai chiamato?-. Allison si alzò abbastanza scocciata e fece per aprire la porta e mettersi a urlare quando sentì quello che temeva sarebbe successo presto. –Isabelle e depressione non sono parole compatibili ma se le farà piacere potrete venire a farmi visita. E Alec, parli tu con Marise, io non ne voglio sapere-. Perfetto altra gente da conoscere! La ragazza non si trattenne e uscì fuori dalla stanza come una furia –SE TU MI DISTURBERAI ANCORA UNA VOLTA MENTRE DORMO GIURO SULL’ ANGELO CHE NON USCIRAI VIVO DA QUESTO POSTO!-. Jace la fissava con un sopracciglio alzato. –Mi rendo conto che sono le quattro del mattino e che ti ho svegliata ma questa mi sembra una reazione troppo esagerata- disse con voce falsamente pacata. -Detto questo ero venuto a chiederti se domani potevi accompagnarmi nella biblioteca dell’Istituto e se volevi andare a caccia di demoni- e fece un amabile sorriso, che fece mancare un battito ad Allison per la sua bellezza e la costrinse, in qualche modo, a mormorare un confuso “Okay”. Certo che a essere bello era veramente bello. Ma con le persone come lui finiva sempre male. E lei aveva esperienza perché con lui era finita male, malissimo. L’unica persona con cui avesse mai aperto il suo cuore si era rivelata spregevole, orribile, manipolatrice e... Doveva smetterla. Erano passati quasi due anni e ancora non riusciva a dimenticare e non avrebbe mai dimenticato. Si riconcentrò sulla realtà. Ma era quasi peggio perché due occhi di oro puro la fissavano intensamente e lei arrossì violentemente. –Scusa è che ogni tanto, io ... Diciamo che ricordo. Tutto qui. Comunque ora vorrei andare a dormire e- si inceppò un attimo. E cosa? Scosse la testa e a passo lento si avvicinò alla porta quasi andando a sbatterci. –Buona notte, per quello che ne è rimasto. Ci vediamo domani- fece l’occhiolino e non c’era già più. Ora che la cacciatrice non aveva nulla da guardare per distrarsi, e Jace Herondale era decisamente qualcosa che ti faceva distrarre al solo guardarlo, si rese conto di quello che era successo. Provò a resistere all’ impulso di correre subito in camera di Azzurra a sfogarsi, ma lo sforzo non fu necessario visto che poco dopo spuntò una sagoma slanciata e bionda nel campo visivo della ragazza ancora in trance. –C’era un casino assurdo Ally! Ma cosa è successo? Ti ho sentita urlare... Ho quasi creduto che non sarebbe uscito vivo da questo posto...- tratteneva a stento le risate. Allison sorrise di rimando, istintivamente e disse –No tranquilla è ancora vivo. Ma io non lo sarò ancora per molto vieni dentro che ti racconto-. E così si fece mattina e passarono tutto il tempo a parlare di Jace Herondale. Cosa che Allison trovava inconcepibile ma fu così.-Ally l’unica cosa che posso dirti è: buona fortuna. Non incantarti a bocca aperta a guardare i suoi addominali e non fatti sopraffare dal suo brutto carattere-  disse scherzosa l’amica. –Azzurra, grazie. Ma potresti non dire niente a tuo fratello Lucas?- Chiese Allison titubante. –E’ solo una cotta per te! Gli passerà, e questa è l’occasione per fargli capire che non sei interessata a lui, ma a qualcun’altro- le fece l’occhiolino. Poi anche lei era sparita prima che la sua amica potesse dire che non era interessata proprio a nessuno. La cacciatrice andò verso l’armadio, pronta a cominciare la nuova giornata.
 
Jace Part
 
Jace si era svegliato male. Sempre per colpa di quella ragazza. Ma questa volta era colpa dei sogni che faceva: in ognuno ad Allison succedeva qualcosa di brutto e rivedeva nei suoi occhi quel vuoto che aveva solo intravisto qualche ora prima. Poi si svegliava e il tutto si ripeteva. Quel giorno però voleva divertirsi e non gli andava di conoscere le risposte alle mille domande che aveva in testa. Arrivò alla camera della ragazza che lei era già fuori, rigorosamente vestita di nero. –Andiamo- fu il freddo saluto mattutino. In cucina Jace fu istruito sulle cose che poteva usare e sulle cose che non poteva neanche sfiorare. Era un meccanismo abbastanza complicato ma avrebbe imparato. –Tu non fai colazione?- chiese all’ improvviso. –No-. Allora Jace continuò –Sai che fa male? Bisogna cominciare bene la giornata con qualcosa di dolce per non essere acidi durante la giornata-. Allison fece la linguaccia. –Piuttosto sbrigati, devo studiare in biblioteca-. Pochi minuti dopo stavano viaggiando per una serie di corridoi molto più intricati e che Jace non riuscì neanche a memorizzare.-La biblioteca è l’orgoglio di questo Istituto. Una delle più grandi del Mondo delle Ombre, per questo è difficile raggiungerla-. Poi finalmente arrivarono in una stanza che dire enorme era dire poco. Era almeno cinque volte più grande della biblioteca dell’Istituto di New York ma era completamente buia e anche inquietante. In più era piena di polvere. Da quanto tempo non veniva pulita? La ragazza sembrò leggergli nel pensiero e sorrise. –Troppo grande per pulirla, ogni tanto spolveriamo qualche settore ma niente di più. Io non l’ho neanche mai vista tutta- disse mentre saltellava verso una fila di libri. Jace la seguì sicuro finché arrivarono ad un “incrocio” dei corridoi di scaffali dove c’era un tavolo con qualche posto a sedere. Il problema era che non c’era posto sul tavolo, visto che era pieno di libri, e non si poteva vedere come continuava la stanza dall’ altra parte. Allison allora agirò la massa di tomi e cominciò a spiegare – Qui è dove si dovrebbero ricevere ospiti importanti come l’Inquisitore o il Console e so benissimo che non è per niente accogliente ma la biblioteca è l’unico orgoglio di questo Istituto-. Jace vide un piccolo ambiente con due poltrone e un tavolino al centro che assomigliava molto ad un salotto mondano. In un angolo si trovava una televisione al plasma accesa. Il cacciatore alzò un sopracciglio in cerca di spiegazioni. –Oh, quello, beh è, un televisore. Non so neanche io perché ma la st.. Elena ama vedere il telegiornale. Gioisce nel vedere i mondani distruggersi a vicenda ed è palese che li odia. Li considera inferiori- disse Allison con una smorfia. –Bene io dovrei studiare, ma se vuoi puoi farmi compagnia tanto ormai...- continuò lei. –C’è qualcosa di interessante da leggere qui? Qualcosa che io non abbia gi° letto, ovviamente-. A questa affermazione seguì uno sguardo assassino.  –Cera e troverai, qui troverai tutto quello che vuoi-. Cinque secondi dopo quella minuscola figura si sedeva alla scrivania con due cuffie enormi alle orecchie ( che erano spuntate da non si sa dove ) e prendeva il libro più grande dalla pila che le si trovava davanti. Jace prese una sedia e si sedette accanto a lei e prese un libro a caso. Non guardò nemmeno il titolo e cominciò a sfogliarlo. Intanto si guardava intorno senza degnare le pagine di uno sguardo. Si ritrovò a puntare lo sguardo sulla Nephilim che gli sedeva accanto. Muoveva le labbra mentre leggeva rapida quel che stava studiando. Teneva le mani sulle tempie e ogni tanto spostava lo sguardo e rileggeva la stessa riga, se non ne capiva il significato. Il ragazzo dovette passare molto tempo così perché ad un tratto Allison prese un altro libro dalla catasta davanti a Jace. Era talmente spesso che la mano minuscola della ragazza non riusciva a tenerlo bene. Ovviamente questo scivolò e finì in faccia a Jace che non fece in tempo a evitarlo, nonostante i riflessi fulminei, e cominciò a sanguinare dal naso. Intanto la ragazza rideva con una mano davanti alla bocca per cercare di trattenersi un minimo. Sempre tra le risate disse –Aspetta che ti faccio un iratze per fermare il sangue-. Estrasse l’oggetto dallo stivale. Jace le porse il braccio e lei lo afferrò abbastanza bruscamente e cominciò a disegnare. L’ iratze era perfetto e fece effetto immediatamente. –Grazie. Ma la prossima volta evita di prendermi a librate in faccia- disse scherzoso. –Non l’ho certo fatto apposta! Adesso devi pulirti la faccia però. Sei pieno di sangue!- e si alzò, sicura che lui l’avrebbe seguita. Jace non poté fare a meno di pensare che la sua andatura saltellante era alquanto infantile ma che era un contrasto piacevole con la sua espressione adulta. Questo gli riportò alla quello sguardo spento e vuoto. Nel frattempo erano arrivati in cucina. La ragazza prese uno straccio e lo bagnò per poi passarlo a Jace. Il ragazzo lo prese e se lo passo nelle zone del viso che sentiva incrostate di sangue. Quando si senti più pulito fece per posare lo straccio. –Aspetta- disse Allison prendendo lo straccio. Mentre lei puliva la guancia Jace tornò involontariamente a guardarla. Forse era per i suoi occhi così simili a quelli di Clary o forse per qualcos’ altro ma Jace sentiva lo strano impulso di proteggerla e di impedire che le succedesse qualcosa. Aveva la necessità di abbracciarla e dirle non doveva preoccuparsi di niente. Ma siccome lui era Jace Herondale ( per di più single in quel momento ) e siccome aveva visto il ragazzino, quello a cui piaceva Allison, appoggiato dietro alla porta decise che l’impulso non era di abbracciarla ma di baciarla. Cominciò ad avvicinarsi alla ragazza che indietreggiava e lo fissava negli occhi, probabilmente intuendo le sue intenzioni. Dietro però c’era il tavolo e Jace vi ci appoggiò le mani.  Poi cominciò ad avvicinarsi sempre di più. La ragazza gli mise le mani sul petto ma non lo allontanò, solo lo fermò. Sorrise. –Da quello che si sa sei fidanzato e fedelissimo a Clarissa Morgestern- fu l’affermazione. Jace sorrise a sua volta –Non se mi ha lasciato-. –Mi dispiace ma io non faccio da sostituta- disse veloce Allison cercando di uscire dalla stretta delle braccia di Jace, senza risultati. –Peccato- disse il ragazzo e continuò ad avvicinarsi, sorridendo.
   
 
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