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Autore: dearkarma    07/11/2014    3 recensioni
« Che c’è, lentiggini? Ora non mi staccherai più gli occhi di dosso?
[...]
«Credi nel colpo di fulmine o devo ripassarti davanti? »
---
Questa One Short è il primo incontro fra Lily Luna Potter e Scorpius Malfoy.
Sono piccoli, certo, e neppure sanno il nome dell'altro però è già intuibile come proseguiranno le cose fra loro.
Se ve lo state chiedendo, sì, shippo da morire Scorily.
Genere: Angst, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Scorpius
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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❝Ma vederla fu amarla, amare solo lei, e amare per sempre.❞

 
"Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva "Espresso per Hogwarts, ore 11". Si guardò indietro e, là dove prima c'era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto "Binario Nove e Tre Quarti". 
Aveva visto quella piattaforma un miliardo di volte negli ultimi quattro anni, eppure ogni volta il brivido che le percorreva la schiena era sempre lo stesso.
Il ticchettio dei tacchi delle mamme sul marmo appena umido, i padri che – con una precisione maniacale, ogni due minuti– controllavano l’orologio constatando la puntualità del treno, il cinguettio dei gufi e i versetti degli altri animali nelle gabbiette, e persino l’odore di pergamene che stanziava nell’aria rendevano quel posto estremamente affascinante e curioso.
 Beh, questo secondo una Lily Luna al suo primo viaggio verso Hogwarts!
Accompagnare i suoi fratelli alla stazione di King’s Cross era sempre stata una sorta di tradizione per la rossa.  Ogni anno aveva visto, e invidiato, Albus e James Sirius partire verso la scuola di Magia e Stregoneria spuntando appena dal finestrino ..
Non poteva ancora credere che quell’anno sarebbe toccato – finalmente – anche a lei!

{ … }

Harry strinse a sé tutti e tre i suoi figli, in un unico grande abbraccio. Detestava ammetterlo, ma persino la sua ‘bambolina’ era cresciuta, e ora a chi avrebbe fatto mille torte e mille regali?  Si, esiste la posta, ma non sarebbe stata la stessa cosa che vedere ampliarsi un sorriso sul volto lentigginoso della sua bambolina!
Con un sospiro li lasciò andare, con gli occhi che gli brillavano ed il naso rosso.
Ginny , già grondante come una fontana, salutò e raccomandò a tutti e tre i suoi piccoli una buona condotta e tanto divertimento. Stampò a James un bacio sulla fronte,scostandogli appena i ricci che gli ricadevano sulla fronte, raccomandandogli di buttare l’occhio ai due più piccoli; passò una mano fra i capelli corvini di Albus, raccomandandogli di non punzecchiare troppo i Serpeverde – o di farlo, senza essere scoperto e messo in punizione ; strinse , infine, in un grande abbraccio-stritolatore – ribattezzato così da Harry – Lily, alla quale ribadì che qualsiasi casata sarebbe stata onorata di riceverla.

Lily si strinse nelle spalle, accennando una smorfia con le labbra. ‘Certo che poteva risparmiarmi la paternale sulle casate!’ – borbottò fra sé e sé, dando le spalle ai singhiozzanti coniugi Potter.
I suoi fratelli svoltarono in due direzioni differenti una volta sulla locomotiva. Alla rossa non dispiacque particolarmente essere rimasta sola: sapeva che Al e Jamie avevano le loro rispettive cerchie di amici e, ad ogni modo, non avrebbe di certo voluto passare chissà quante ora di treno con qui due stupidi rifiuti di Throll che si ritrovava come fratelli! Dopo aver salutato di rimando i suoi fratelli svoltò a destra, recandosi nelle ultime carrozze. Ne era rimasta vuota solo una, l’ultima.
Vi entrò e – non appena percepì la partenza del treno – si sporse a salutare controvoglia i suoi. Rientrò poco dopo, con una smorfia annoiata dipinta sul volto: odiava i saluti teatrali come quello.

Con un certo sforzo gettò la propria valigia – una sola, si, non era una di quelle ragazze fissate con l’aspetto ed il look – sul porta bagagli posizionato al disopra del sedile. Poi, stanca, si accomodò sul sedile.
Assunse la sua ‘posizione standard’, che utilizzava un po’ ovunque, senza far troppo caso al contesto in cui si trovava.
Schiena appoggiata a due grandi cuscini giallastri, gambe distese lungo tutto il sedile con piedi appoggiati, accavallati, sul  finestrino semi-aperto, e braccia comodamente incrociate sotto la nuca.
Stava quasi per addormentarsi cullata dal dondolio irregolare della locomotiva, quando una voce stridula e invadente penetrò nella propria mente, così come nel proprio vagone.
Erano le dodici in punto e, come consuetudine, una maga piuttosto anziana era passata con un carrello stracolmo di dolci e merendine di ogni genere e gusto.
Onorando il proprio motto ‘Io assaggio tutto’, ormai diventato filosofia di vita, fece uno scatto ed uscì dal proprio vagone.
Aveva già i soldi stretti in mano e stava per ordinare un trilione di dolcetti di Mielandia quando un ragazzo, spuntato dal nulla, la spinse.
Lily cadde sonoramente all'indietro  imprecando contro quella figura comparsa come per magia di fianco a lei.
 Si portò una mano alla tempia. Con uno sguardo pieno di odio e - a tratti sofferente – si soffermò su chi l’aveva travolta.
Il piccolo uragano era biondo, le spalle erano rese larghe dal mantello della divisa ed era piuttosto alto. Dal mantello spuntavano delle gambe piuttosto esili; gli occhi chiari – di un colore indefinito fra il grigio perla ed il turchese-  erano magnetici.
Si passò una mano fra i capelli biondi, con un gesto fluido. Erano chiari, a tratti ossigenati, le ricordavano la luce che sprigionavano i tuoni.
Osservò le sue dita, infine, affusolate e callose, suonava probabilmente un qualche strumento.
Per ultima lasciò la bocca, oggetto di fantasie : carnosa, piuttosto pronunciata, di un rosa pastello indefinito.

«Grazie per il posto in fila, lentiggini. Con i tuoi soldi mi sono appena assicurato un’ottimo spuntino.»
Sorrise beffardo, offrendole una mano – quella che non stringeva dolciumi.
« Tu sei assolutamente tocco! Mi hai travolta senza un motivo! E, EHI! Quelli che hai appena speso sono – o meglio erano - i miei soldi!
Devi ridarmeli assolutamente, lo esigo.»
«Come no. Il mondo è un posto così ingiusto per una santarellina come te, eh?»
Dalle labbra di Lily uscì un forte e chiaro sbuffo di rabbia. Scacciò con uno schiaffo la mano del ragazzo, alzandosi con un gesto scomposto, servendosi della parete del vagone alla sua sinistra come appoggio.
Una volta in piedi, allacciò le braccia sotto quelle piccole sporgenze che definiva ‘seni’ rivolgendogli uno sguardo glaciale.
Si soffermò nuovamente sul suo viso: la pella era chiara, apparentemente tonica e soffice .. praticamente perfetta.
Assotigliò nuovamente lo sguardo e .. NO! C’era una piccola imperfezione. Una cicatrice a forma di ‘v’ appena sotto l’occhio sinistro, proprio accanto alla rima palpebrale inferiore.
« Che c’è, lentiggini? Ora non mi staccherai più gli occhi di dosso? Guarda che anche le cose belle hanno una fine, e tu mi stai consumando.» Borbottò in risposta, con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
«Credi nel colpo di fulmine o devo ripassarti davanti? » Continuò Scorpius senza  badare troppo allo sguardo assassino di Lily.
La rossa, furente di rabbia, gli tirò un forte pugno nell'addome facendolo piegare in due – più per la sorpresa, che per il dolore.
Raccolse i dolciumi che il biondo aveva lasciato cadere a terra e, avvicinandosi all'orecchio gli sussurrò qualcosa.
«Fai il prepotente di nuovo con me e il pugno te lo tiro sui gioielli di famiglia. »
La voce si fece bassa, calda e – per certi versi – sensuale, nonostante fosse un chiaro attentato alla sicurezza alla propria mascolinità.
Infine Lily si raddrizzò, si sistemò i capelli su di un lato e se ne andò.

Quel giorno Scorpius scoprì il significato del termine ‘colpo di fulmine’.

Da quel giorno in poi, tutti i loro incontri furono così.
Casuali, freddi, intensi.
   
 
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