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Autore: Ziamlostmyfeelings_    07/11/2014    1 recensioni
08 Maggio 1945. La seconda guerra mondiale finì, e con essa, anche il ricordo di due ragazzi, milioni, anzi miliardi di persone morirono.
|It's Ziam|
Genere: Drammatico, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Giulia e Aurora
Ich liebe dich.

Ogni giorno eri in bilico tra la vita e la morte, non potevi sapere quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Zayn lo sapeva bene, sapeva a cosa andava incontro, tutti lo avevano capito. Era in un vagone di legno pieno di gente mai vista prima, l’unico spiraglio di luce proveniva dalla finestrella posta in alto, su una parete del vagone. Zayn si guardava in torno, c’erano quattro bambini, erano seduti intorno alla madre, la ascoltavano parlare di questo bellissimo posto, un po’ cupo, ma pur sempre bello, i bambini erano meravigliati, volevano arrivare il più presto possibile, ma Zayn la vide negli occhi della madre, tutta la paura che provava la donna. Il viaggio sembrava infinito, i più anziani pregavano, alcuni piangevano, altri erano quasi in fin di vita. C’era troppa sofferenza nell’aria, eppure questo era solo un piccolo assaggio di quello che avrebbero provato. Il vagone si fermò di colpo. La gente presente in esso iniziò a tremare, tutti iniziarono a chiedersi domande come “e adesso? Che succederà?”. Avevano paura, tanta paura. Zayn si mise in fila, scese lentamente, e iniziò a marciare verso l’enorme cancello in ferro che gli si poneva d’avanti. Dei militari iniziarono ad urlare contro alcune persone, ora iniziava la vera e propria sopravvivenza. Zayn si girò a guardare un ultima volta la libertà, socchiuse gli occhi prima di tornare alla consapevolezza che da lì in poi non avrebbe più sentito il sapore della libertà sulla pelle, perché l’unica cosa che avrebbe sentito sulla sua pelle da lì a poco, avrebbe fatto male. Li divisero per “specie” gli uomini da una parte, le donne e i bambini dall’altra. I bambini piangevano, le mogli anche, gli uomini si facevano forza solo per non crollare definitivamente. Era il turno di Zayn. Un ragazzo alto, color marmo e dai capelli grano, lo fissò con un’espressione fredda e dura, poi afferrò il braccio del moretto, strappò la manica e con il ferro andò a marchiare la pelle di Zayn, quello gettò un urlo di dolore, bruciava maledettamente tanto. Ora era un numero come gli altri.
****
Zayn fù portato in una baracca, era enorme all’esterno, ma piccola all’interno. C’erano file interminabili di letti e in più questi sarebbero stati divisi con altre persone. Il moro raggiunse il suo. Era largo abbastanza per due persone, su di esso vi era già un ragazzo, poteva avere l’età del moro o qualche anno in meno, era rasato e anche lui indossava quell’anemico pigiama a righe verticali che Zayn teneva in mano. “Ciao” disse allora il moro, quello, che teneva la testa china, l’alzò e squadrò il ragazzo di fronte a lui da testa a piedi, poi accentuò un sorriso e disse “Ha fatto male vero?” Zayn si guardò il braccio, poi disse “Niente che non sia sopportabile” il ragazzo sul letto gli fece spazio di fianco a lui “Ti conviene indossarlo quello, lo so che è orribile, ma è meglio così, fidati” Zayn annuì flebilmente prima di lasciare il suo corpo nudo e di infilare l’assurdo pigiama, poi con molta cautela si sedette vicino al suo compagno di letto. Lo guardò “ Io sono Zayn” sorrise, l’altro guardò la mano del moro, poi puntò i suoi occhi cioccolato in quelli caramello del ragazzo di fronte e disse “Io sono il 3940” Zayn rise “No, non voglio sapere il tuo numero, io voglio sapere il tuo nome” quello si accigliò “E’ questo il mio nome” “Sono sicuro che tu abbia un nome più bello di quattro numeri messi di fianco, non trovi?” il biondino sorrise “Sono Liam” e finalmente afferrò quella mano sospesa a mezz’aria fino a quel momento. I due ragazzi iniziarono a parlare normalmente, come se andasse tutto bene, come se fuori non ci fosse nessuna guerra. “Sai che adesso quelli li taglieranno vero?” disse Liam in un sorriso amaro. Zayn si toccò i capelli, poi sospirò e disse “Almeno le persone malate di Cancro non si sentiranno a disagio” Liam sorrise “Sei dolce” disse poi. Zayn lo guardò poi come se lo avesse detto ad alta voce, entrò il soldato biondo incontrato all’entrata, chiamò vari numeri, e Zayn fù costretto ad alzarsi. Lui e Liam si scambiarono uno sguardo, poi Liam sospirò un “Cerca di non morire” seguito da un piccolo sorriso di Zayn. Il ragazzo biondo li fece entrare in un edificio decisamente più caldo e luminoso delle baracche. Un signore anziano fece accomodare Zayn su una sedia in pelle, abbastanza rovinata, l’uomo lo guardò attraverso lo specchio, come ad avere il consenso di tagliare, il ragazzo annuì poco convinto. La macchinetta faceva rumore, il ferro strisciava freddo sullo strato di pelle che copriva il cranio, ci mise poco, come fece con tutti gli altri. Uscirono in fila, diretti alle proprie baracche, Zayn aveva freddo alla testa ma continuava a camminare a testa alta, finalmente arrivò nella bramata struttura in legno. Camminava lentamente nel corridoio, sentendosi tutti gli occhi addosso, spostò lo sguardo da un letto all’altro soffermandosi di tanto in tanto sulle facce che sbucavano dalle sbarre dei letti, una mano lo afferrò, girò lo sguardo verso il proprietario della mano e si sentì subito al sicuro, sorrise e raggiunse Liam sul letto. “Sei anche più carino di prima così” sorrise Liam, Zayn arrossì leggermente, poi si coricò a pancia in su. Liam lo seguì poco dopo. L’allarme suonò e tutte le luci nell’edificio vennero spente. “Da quanto sei qui” soffiò Zayn mettendosi su un fianco per ammirare meglio il biondino. “Un anno e sei mesi” sorrise tristemente l’altro “Perché ti hanno portato qui?” continuò il moro. Il ragazzo castano sbuffò poi disse ovvio “Sono ebreo.” Zayn spostò lo sguardo, si morse il labbro inferiore, poi provò con un'altra domanda “Quanti anni hai?” Liam sorrise realmente a quella reazione, poi disse semplicemente “21, tu?” “21” rispose il moro. “Buonanotte Liam” disse Zayn dopo un po’ di esitazione “Buonanotte”.
****
L’allarme suonò come tutte le mattine alle 5:30. La gente era costretta ad uscire fuori, con la pioggia, col vento, col sole, in qualsiasi occasione, erano costretti ad alzarsi e a dirigersi nei campi di lavoro. Erano passati due mesi dall’arrivo di Zayn, lui e Liam avevano stretto moltissimo, erano diventati ottimi amici e ogni giorno provavano a sopravvivere facendosi forza l’uno con l’altro. Quel giorno pioveva. Zayn scese dal letto a fatica, fece un altro nodo all’elastico ormai rotto dei pantaloni, poi guardò in direzione dell’amico. Liam era dimagrito molto più di Zayn, il corpo era ricoperto da lividi violacei, avvolte quando la notte scoppiava a piangere per il dolore, Zayn gli prendeva la mano e lasciava su tutto il braccio piccoli baci, lo accarezzava e gli diceva “Non lasciarmi…ti prego” e Liam si beava a quelle coccole, cadendo in un sonno profondo. Erano in fila, si stavano dirigendo nei campi di lavoro, faceva freddo e l’acqua picchiettava insistentemente al suolo. Un uomo iniziò ad urlare rompendo la fila. Il soldato di guardia fece segno ad altri due militari di dare inizio al fuoco, uno, due, tre colpi e l’uomo fu a terra in un mare di sangue. Liam sgranò gli occhi, era incapace di muovere qualsiasi muscolo, lentamente portò la sua mano di fianco a quella di Zayn, che abbassò lo sguardo su esse, e l’afferrò stringendola forte, la strinse anche perché avrebbe potuto rinunciare alla vista di quella splendida creatura da un momento all’altro, perché quello splendido rapporto si sarebbe potuto frantumare per sempre. Un lampo squarciò il cielo cupo. Zayn era affamato e le forze iniziavano a mancare sempre di più. Il martello che teneva in mano cadde, iniziò a boccheggiare impaurito, uno schiaffo arrivò così forte da fargli girare la testa dal lato opposto, la guancia bruciava. Una lacrima sfuggì al suo controllo e un pugno gli fece sanguinare lo zigomo, poi frettolosamente si accinse a raccogliere l’attrezzo, la pioggia era sempre più forte, Liam lo guardò preoccupato, non potendo fare altro. L’allarme che annunciava la pausa infranse il silenzio che si era creato, presto il campo si svuotò. Liam afferrò Zayn dai polsi e lentamente lo aiutò ad alzarsi, sorreggendolo. Si diressero piano alle baracche, poi dovettero separarsi. Liam andò a procurarsi del cibo, Zayn invece si diresse semplicemente al suo letto, il corpo era ancora indolenzito e freddo, le punte dei capelli rilasciavano goccioline d’acqua di tanto in tanto e lo zigomo sanguinava. Liam arrivò quasi subito, portò un pezzo di pane, una benda pulita e un bicchiere d’acqua, si affrettò ad inzuppare la benda nel liquido e poi con gentilezza iniziò a medicare la ferita ancora fresca. Zayn sussultò di dolore, Liam ridacchiò “sta fermo, altrimenti rischio di farti male” il ragazzo in questione si sistemò meglio sul materasso goffo, poi incatenò i suoi occhi caramello a quelli ambrati del ragazzo di fronte. “Ti ho portato da mangiare, non è molto, ma riuscirà a farti stare meglio” sorrise il biondo “E tu? Non mangi?” Liam dissentì “Ti prego facciamo a metà, hai bisogno di mangiare Liam” Zayn afferrò il pezzo di pane, lo spezzò e diede a Liam il pezzo più grande, quello ringraziò, poi iniziò a mangiare velocemente, Zayn lo guardò per tutto il tempo, dimenticandosi del suo pezzo di pane già duro e freddo. Erano stesi sul letto a guardare le stelle da un piccolo buco che forava il tetto logorato. “Vorrei tanto essere una stella” disse il moro “Perché?” Zayn si girò a guardarlo, poi disse “Così potrei sempre illuminare i tuoi giorni bui” Si guardarono, Zayn abbassò lo sguardo sulle labbra di Liam, si avvicinò lentamente ad esse e poi posò le sue labbra contro quelle del ragazzo, era un semplice sfioramento di labbra, Liam sorrise contro esse prima di lasciarci sopra altri piccoli e dolci baci “Ma che stiamo facendo” disse il biondo posando la sua fronte contro quella di Zayn “Una grossa cazzata” rispose quello sorridendo “Allora ti prego, continuiamo a fare cazzate per il resto della vita” si lasciarono altri baci, un po’ più dolci e lunghi come a sigillare quella promessa.
 “Ich liebe dich” disse Zayn, Liam si accigliò, il moro sorrise e disse “Vuol dire ‘ti amo’ in Tedesco” Liam lo guardò prima di rispondere “Allora ti amo in Tedesco anche io” risero piano prima di addormentarsi abbracciati.
****
“Promettimi che qualsiasi cosa accada tu andrai avanti”
“Non posso prometterlo..”
“Perché no?”
“Perché io sto già morendo lentamente..”
“Non dire stupidaggini”
“Sappiamo entrambi che tra i due il più forte sei tu”
“No-non lasciarmi..ho bisogno di te”
“Non siamo noi a decidere il nostro destino”
“Però possiamo provare a farlo andare meglio, no?”
“Magari si..”
“Allora resisti, e non permettere a nessuno di farti del male”
“Ma loro ci stanno già facendo male”
****
Zayn si risvegliò colpito da un brivido di freddo. La sua mano andò a toccare il posto sul letto di fianco al suo, era vuoto. Si alzò di scatto voltandosi dal lato opposto al suo, Liam non c’era, nessuno era ancora nei propri letti, il moro andò in panico, dov’erano finiti tutti? Si alzò frettolosamente. Posò i suoi piedi nudi sul terriccio freddo, iniziò a camminare lentamente tra i letti alla ricerca di qualcuno capace di spiegargli dove avessero portato il suo ragazzo, perché si, Liam era il ragazzo di Zayn e lo sarebbe sato sempre ‘finchè morte non li separi’.
Uscì dall’edificio cupo, iniziò a correre per il campo, avrebbe tanto voluto urlare, ma non poteva. Liam a parer di Zayn sarebbe potuto morire già da un pezzo, e lui non avrebbe potuto far niente, avrebbe soltanto sentito le urla della gente. Zayn non voleva pensare al peggio, ma le lacrime iniziarono a solcare le sue guance inevitabilmente, correva, cercava la speranza, avrebbe solo voluto le braccia di Liam in quel momento, tre, quattro lacrime, e Zayn correva, senza una meta ben precisa, voleva scappare, essere libero, poter respirare aria pura, e non le ceneri dei suoi eguali, Liam, il moro correva soprattutto per lui, lo cercava con lo sguardo appannato dalle lacrime, il ferro spinato sembrava interminabile, i piedi iniziavano a far male, poi Zayn si fermò di scatto. Liam. Era lì, proprio di fronte a lui, piangeva, Zayn non capiva il motivo, fece per raggiungerlo ma una guardia gli ostruì il passaggio con l’arma. Il moro si voltò provando a raggiungerlo dal lato opposto, ma poi capì. Era finito in fila con altri uomini, quaranta, forse addirittura cinquanta, marciavano con le lacrime agli occhi, non sapevano la meta, ma a Zayn non fu difficile capirla. Iniziò a piangere più disperatamente di prima, provò a correre dal lato opposto, ma la fila sembrava infinita, Liam era ancora lì, piangeva, fu un attimo. Liam si fece spazio tra la gente, si infilò anche lui nell’infinita marcia verso la morte, Zayn e Liam, di nuovo insieme, occhi negli occhi, Liam sorrise tra le lacrime “Sei un idiota” disse il moro piangendo, il cielo si fece cupo rilasciando piccole gocce, i due ragazzi erano immobili, l’uno di fronte all’altro, la fila era ostruita, ma non ci fecero troppo caso, Zayn posò un leggero bacio sulle labbra di Liam, poi una guardia urlò loro parole incomprensibili e furono costretti a separarsi. Stavano marciando l’uno di fianco all’altro, mano nella mano, era come una semplice passeggiata tra fidanzati, solo che di lì a poco tutto sarebbe finito. Arrivarono di fronte ad un enorme porta d’acciaio, li divisero in gruppi di venticinque persone, Liam teneva stretta la mano di Zayn, non l’avrebbe lasciata per nessun motivo, nemmeno per la morte. 
Li fecero entrare in quella che tutti sapevano essere una doccia, si spogliarono, Zayn osservava il corpo magro di Liam, portò una mano ad accarezzargli i fianchi, poi lentamente passò le dita sulle costole, lo accarezzava gentilmente, come per paura che se avesse sfiorato un po’ più forte il lembo di pelle sarebbe caduto in mille pezzi. Lo sguardo di Zayn era velato di tristezza, consapevole che non avrebbe più potuto vedere quello splendido sorriso, Liam gli sorrideva, sapeva che Zayn gli sarebbe mancato come l’ossigeno, entrambi non volevano lasciare l’altro, ma la consapevolezza che l’avrebbero fatto insieme non li spaventava eccessivamente. La pesante porta alle loro spalle venne chiusa, lo scocco della serratura fece andare in panico Liam che iniziò a piangere, Zayn lo strinse tra le braccia “ Hey Lee, ci sono io con te, smettila di piangere ti prego” l’ultima parola risultò strozzata, soffocata, proprio come il nodo in gola che non voleva andare via. Dalle docce iniziarono ad uscire gas verdognoli, Liam sgranò gli occhi, poi si fiondò sulle labbra di Zayn, era un bacio disperato, un incrocio tra saliva e lacrime, i due ragazzi si stringevano il più possibile, l’aria iniziava a mancare, le altre persone presenti nella stanza urlavano, c’era chi non era riuscito a sopravvivere per un tot di tempo e giaceva già al suolo, e poi c’erano Liam e Zayn, ancora uniti in quel bacio che sarebbe stato il loro addio, respiri che venivano infranti dal gas tossico, dita intrecciate, forze che iniziavano a mancare, Zayn scivolò lentamente con la schiena al muro, cercando di respirare il meno possibile, Liam si sedette al suo fianco, tutto sarebbe finito, posò la testa sul petto di Zayn e iniziò a lesciare su esso piccoli baci “Liam..” disse il moro tossendo, il biondo alzò lo sguardo “Ti amo” un ultimo bacio e poi il buio più totale.
                                                       

 C’è un momento quando    alla fine realizzi, che non c’è modo
 di cambiare la marea, ma so, 
si lo so, che starò bene.
  
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