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Autore: Ramosa12    07/11/2014    10 recensioni
Percy Jackson è uno dei ragazzi più popolari della scuola,simpatico e affascinante.
Annabeth Chase è una ragazza dai seri disturbi alimentari.
Eppure le loro vite si incontreranno e forse veramente il rotto si potrà riparare solo grazie all'amore.
{Percabeth}
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Love heals the broken

chapter XVI

 

 

Ogni mia singola cosa è dedicata a te.
A te che ci sei sempre, a te che mi incoraggi 
ancora dopo tanto.
A te che si sei sempre stata:
Fin dall'inizio di tutto.
A che ormai sei diventata una parte fondamentale di me.
A te che a ogni tua recensione sei capace di farmi sorridere.
A te, Yoo,  e al bene che ti voglio.
Grazie di esserci ancora, e spero per sempre.

 

 


Dicono che la coerenza si trovi in poche persone, e forse è vero.
Poche persone sanno essere veramente coerenti nella propria vita, ma alla fine fa sempre quello che fanno tutti.
Neppure Annabeth era mai stata coerente con se stessa, tutto quello che aveva detto quando era una bambina, adesso, le sembravano quasi bugie.
Il 'starò per sempre con te Piper' o il 'Ti voglio bene' detto a qualcuno alla fine non sono altro che parole.
Parole dette al vento che poi mai nessuno ascolta o pensa veramente.
La sua amicizia con Piper era sempre stato dal primo momento speciale.
Condividevano entrambe le stesse passioni,avevano entrambe gli  stessi sogni ma erano due bambine, stupide ed ingenue, che ancora non capivano che cos'era la vita vera.
Eppure Annabeth non riusciva a spiegarsi, ancora a distanza di anni, perché tra loro non avesse funzionato.
Si era sempre data della brava amica, quella che l'aiutava sempre nei momenti di difficoltà,quella che ci stava male se litigavano...ma col tempo aveva notato che per Piper non era cosi.
Passarono da 'migliori amiche' ad 'amiche' e, forse anche 'estranee', in poco tempo.
Era stato tutto così veloce che non c'era nemmeno stato il tempo di riaggiustare le cose.
Ma si sa, l'amicizia non è un vaso che quando si rompe si pensa di riaggiustarlo con colla o scotch.
Almeno per l'amicizia vera.
Tra loro c'era come un muro freddo e nessuna delle due si fidava dell'altra
Con Thalia invece era diverso: Annabeth con Thalia si sentiva diversa.
Era come se la sua vita quando c'era lei cambiasse, e forse la sua assenza l'aveva resa così depressa da autodistruggersi da sola.
Altro che granata, lei era una bomba ad orologeria pronta a saltare in aria.
Si alzò dal letto posando sul comodino il libro che stava leggendo -'Colpa delle stelle'- e camminò verso il suo armadio aprendo le ante e guardandosi allo specchio.
Il pantalone azzurro chiaro scendeva a zampa d' elefante largo, la maglia bianca a manica lunga era sicuramente di tre taglie più grande di lei e i capelli erano legati in una coda disordinata.
Infossati nel viso pallido e sciupato, degli occhi tempestosi cercavano di capire, quasi spaventati, chi fosse la tizia nello specchio.
Lei non poteva essere così deformemente grassa e mordendosi le unghie ormai già corte, distolse lo sguardo quasi disgustata.
Come sempre del resto.
Era una vergogna che una come lei avesse il coraggio di uscire fuori casa ed infatti si accorse perché  fosse l'unica diciassettenne che restasse il sabato sera chiusa in casa, nascosta sotto le coperte a leggere libri.
Sospirò ma l'improvviso squillo del suo telefono la fece ritornare alla realtà.
-Pronto?-chiamò lei con voce stanca.
-Annabeth?Scusa stavi dormendo?-domandò la voce di Davide.
Ecco parlando di amicizie.
Quella sua e di Davide era unica, si volevano così bene che ormai Annabeth lo considerava il fratello mai avuto.
Era l'unico che c'era sempre stato, l'unico dove andava se c'era bisogno di sfogarsi con qualcuno.
La loro era un' amicizia che andava ben oltre alla solita 'amicizia da migliori amici'; erano come fratelli, così uniti che quando Davide andava da lei, per passare la notte insieme,erano capaci di dormire anche nello stesso letto, dopo magari aver passato il pomeriggio in camera di lei e aver ballato per tanto tempo,ripetendo le ultime cose che avevano montato a danza.
-Dav!no tranquillo, non stavo dormendo.Come va a Londra?-chiese felice sentendo dopo giorni la voce allegra dell'amico.
-Benissimo!Penso che ritornerò a New York per la settimana prossima.Sai voglio passare il Natale con la mia famiglia. Che si dice laggiù?-rispose Davide e Annabeth, conoscendolo, stava sorridendo con un velo di malinconia.
Cavolo, tra una settimana sarebbe stato Natale, e lei ancora non aveva preparato niente.
Quando era piccola, quando c'era ancora la sua mamma, il Natale era la festa d'obbligo festeggiare, guai non farlo: Athena era capace di uccidere tutti se non si vedevano decorazioni in giro per casa.
La casa, infatti, splendeva sempre di un'armonia magica: l'albero era pieno di decorazioni scarlatte e bianche, c'era sempre un' odore di pan di zenzero e sotto all'albero c'erano sempre tantissimi regali.
Ma da quando Athena era volata via da loro, lei e il padre persero l'abitudine di festeggiare quella festa così magica.
Quasi un velo di nostalgia partì dal cuore di Annabeth.
Le mancavano terribilmente quei tempi.
-Mh certo,  secondo me ritorni solo perché ti manco e perché non sopporti più i ritmi della Royal.-lo derise Annabeth scappandole dalle labbra una risata.
-Ah ah divertente An, davvero.-ribatté Davide fintamente offeso.
-Dai non te la prendere, senti Dav, devo fare una cosa. Che ne dici se ci sentiamo un altro giorno?-chiese frettolosa.
Aveva avuto un idea geniale, e non avrebbe preso tempo con una telefonata, si speciale, ma comunque non importante come con quello che voleva fare in quel momento.
-Si okay.Ci sentiamo bella bionda.-salutò lui,  e prima che potesse ricambiare il saluto,Davide aveva già riattaccato.
Poi, come se ci fosse un allarme di qualche terremoto e qualcuno avesse la preoccupazione per la sua famiglia, Annabeth inviò un messaggio a Percy.
Non ragionò nemmeno sulle parole da scrivergli.
Le mani si muovevano veloci sulla tastiera touch del suo cellulare componendo poche e semplici parole: 'Ho bisogno di te'.

 
***

-Se avessi saputo che avevi bisogno di me solo per tirare fuori vecchi scatoloni dalla tua soffitta me ne sarei stato a casa a guardare la partita, giuro- rise Percy scendendo le scale della soffitta tenendo in mano degli scatoloni.
-Poche parole Jackson, e più lavoro- disse Annabeth anche lei con uno di quelle scatole polverose in mano.
-Ecco perché mi dicevano di non fidanzarmi mai, le ragazze sono sempre dittatrici in un modo o nell'altro- sbuffò lui per poi scoppiando a ridere.
-Ah è questo che pensi di me?- chiese lei posando le cose che aveva in mano sul paquette scuro e incrociando le braccia fingendosi offesa.
-Ma dai sapientona, lo sai che ti amo.- si avvicinò a lei baciandole dolcemente le labbra.
-Lo sai che non è molto offensivo sapientona?E' come se mi facessi un complimento- domandò  Annabeth, mettendogli le mani al petto come per distanziarlo e guardandolo negli occhi.
-Ma infatti è impossibile offenderti- sorrise lui ricambiando lo sguardo.
-Scemo!-disse imbarazzata lei.
-Ehi!Ho capito che io non possa offenderti ma tu devi fare altrettanto.-rise lui baciandole la fronte -dimmi che erano le ultime scatole per piacere!- implorò poi.
-Si, erano le ultime- sospirò anche  Annabeth sfinita - ora ci tocca decorare.-
E poi sorrise, sorrise così luminosa che a Percy sembrò una bimba piccola.
-Te lo dico, io sono una frana a decorare alberi.-l'avvertì il ragazzo osservando tutte quelle scatole che la sua pazza fidanzata gli aveva fatto tirare fuori.
-Fa niente, facciamo così:  io sono la mente e tu il braccio, vuoi?- propose cercando il suo sguardo.
-Mi sembra un' idea perfetta- concordò lui sorridendole e mostrando una piccola fossetta sulla guancia sinistra.
-Allora a lavoro!-esclamò felice battendo le mani.
-A volte mi chiedo chi sia quello più maturo tra noi due, giuro.-la derise Percy, ricevendo, in cambio, uno scappellotto sulla testa.
-Mio dio Annabeth, mi ha ucciso- piagnucolò lui fintamente mettendo il broncio.
-Idiota, fai il serio o giuro su quel che vuoi che non ti troverai più quella cosa che ne vai tanto fiero!- disse scoppiando a ridere.
Percy rabbrividì al solo pensiero, non era certo bello sentirsi dire quelle cose.
 -Non scherzare su quelle cose Annie, non è bello sentirselo dire- continuò poi -Da dove iniziamo?-
-Iniziamo a montare l'albero, anzi meglio ancora: tu monti  e io inizio ad aprire le scatole e pulire i contenuti- ordinò Annabeth facendo schioccare le dita e andando a prendere un coltellino in cucina.
-E quale sarebbe la scatola dell'albero?-chiese lui guardandosi intorno, sarebbe stata una giornata davvero lunga.
"Manaccia  a me, me ne sarei restato a casa a guardare la partita!" pensò, ma dopo poco realizzò che anche se avesse saputo il motivo di perché Annabeth volesse il suo aiuto, sarebbe corso da lei.
Corso da lei per renderla felice per essere con lei.
Infondo era quello il suo obbiettivo.
-C'è scritto di lato, ogni scatola ha il nome del proprio contenuto- rispose prontamente lei indicando una di esse con una scritta a caratteri cubitali con scritto 'ALBERO DI NATALE'.
Prese il coltello di mano ad Annabeth e l'apri tagliando il cartone.
-Annabeth, lo so che mi prenderai per uno stupido, ma come si monta?- domandò vedendo l'albero che era diviso in mille pezzi.
A casa sua era sua madre che si occupava di queste cose, lui portava insieme a Poul, la roba giù dalla soffitta.
-Quest'albero viene dall'Italia penso, comunque vedi su ogni ramo c'è un bollino?Bene sulla costruzione dell'albero ci sono li stessi bollini che hanno gli stessi colori di quelli su i rami.Non devi far altro che agganciare il ramo alla base seguendo i colori. Semplice no?- spiegò lei sorridendo.
-Mh si, dove lo vuoi  sto albero?- 
-Lì, vicino al balcone- indicò Annbeth il punto esatto dove lo metteva sempre sua madre.
-Si capo!- scherzò Percy facendo il segno militare per poi mettersi a lavoro seguito a ronda da Annabeth che si mise a pulire tutte le decorazioni.
Eh si, quella sarebbe stata la giornata più dura ma indimenticabile di tutti i tempi.


***

 
Qualche ora dopo, Percy e Annabeth ebbero finito.
La casa sembrava essere ritornata come quella di qualche anno fa.
Un grosso albero faceva bella vista vicino alla finestra e decorato di luci e palline rosse e bianche.
Un tappeto rosso,sostituito al solito nero, era ai piedi del divano,mentre sul caminetto c'erano appese calze e appoggiate sul mobile sottostante candele di ogni tipo che illuminavano quella zona.
Tutto era perfetto, come prima.
Perfetto così tanto che quasi Annabeth si commosse.
-Vieni qui- disse Percy notando subito le lacrime che erano pronte a fuoriuscire dagli occhi della ragazza.
Annabeth corse tra le braccia rifugiandosi in un mondo che solo loro avevano creato e ne avevano le chiavi.
-Ti amo, grazie di esserci sempre- sussurrò lei contro la felpa di lui.
-Ma figurati, se no che ci starei a fare io?- sorrise lui baciandole la testa -Vuoi mangiare qualcosa?Stiamo da oggi lavorando e abbiamo bisogno di energie-
-Un caffè andrà benissimo- affermò lei.
Eh no, il caffè Percy non glielo avrebbe fatto bere.
Era stanco di vedere che si nutriva solo di quello e così scartò categoricamente esso.
-Niente caffè, che ne dici di un bel thé con i biscotti?- chiese invece stringendo la mano di 
Annabeth e conducendola in cucina.
-Nono, un caffè va benissimo- ripeté lei avviandosi verso la macchina.
-An, troppo caffè non fa bene!Lo capisci o no?-esclamò Percy afferrandole il polso per fermarla.
-Lo capisco Percy!Lo capisco che mi sto auto-distruggendo e faresti meglio a lasciarmi sola prima che coinvolga pure te! Non voglio che tu ci finisca secco in questa battaglia- urlò guadandolo negli occhi.
-Non ti lascerei mai, lo sai benissimo.Voglio solo che tu stia bene- 
-Non voglio la tua compassione e sei libero di andartene se è questo che vuoi.Non sei costretto a stare con  me, lo sai vero?-disse lei con cattiveria.
E a quel punto Percy non c'è la fece più.
La baciò dolcemente le labbra stringendola a sé  e facendole capire quanto l'amasse.
Le loro lingue giocarono senza fine e Percy l' afferrò facendola sedere sopra alla penisola della e cucina, intrufolandosi tra le sue gambe.
-voglio restare okay? Non voglio più sentirti dire che io me ne debba andare lasciandoti da sola.Perché non lo farò, ne ora ne mai- le mormorò nel suo orecchio.
Annabeth annuì sorridendo e si ricominciarono a baciare con foga.
Affamati l'uno dell'altra.
-Ma che succede qui?-esclamò la voce del signor Chase dietro di loro.
'Mio dio no!' pensò Percy mordendosi il labbro e arrossendo come un pazzo. 


 

Angolo autrice:

Buonsalve gente!
Mi dispiace tanto per il ritardo e per questo capitolo che è così...così scemo ecco.
Non mi piace moolto ( e quando mai ahah) e mi si spezza apparire dopo tanto con capitolo così povero.
Ma anche con questa storia ho avuto qualche blocco e quindi è stata veramente dura farlo partorire  dalla mia mente.
Beh prima di tutto vediamo un Annabeth che cerca di capire quali siano i suoi amici (?)
E un Percy taanto dolce.
Penso che questa storia verso il 22° capitolo finirà, se non meno.
Da quella che era nata una mini fic per tappare il vuoto di We aren't Perfect alla fine si è trasformata in una vera e propria storia con la trama scema ahah.
E appena la finirò piano piano mi rimetterò e l'aggiusterò.
Aggiusterò un po' il testo e la grafica penosa.
Approposito di We aren't perfect: ho deciso che la continuerò ( E adesso direte 'è da sei mesi che lo dice e ancora non leggo un capitol0') ma prima devo finire questa e arrivare almeno a metà di Nascosta dietro una maschera.
La storia interattiva per ora è Kaput, cioé che non ho proprio la testa per continuarla, mi dispiace di aver fallito anche con questa storia.
Ma ho capito che non fa per me.
Non sono portata a gestire troppi personaggi e penso che o la cancellerò o la metterò a tempo indeterminato.
Beh dopo tutte queste ciance, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Ringrazio a tutte quelle persone che non mi hanno mai abbandonato nella mia assenza, e la parola grazie sarebbe anche troppo poca per tutti voi.
Quindi GRAZIE!
e dopo questo,
Baci vostra Ramosa <3



 
  
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