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Autore: _Alien_    08/11/2014    4 recensioni
[Spoiler di tutto TID e TMI, compresi possibili spoiler di COHF]
Sono passati sette anni dalla fine della Guerra Oscura e gli Shadowhunters newyorkesi sono in fibrillazione per il matrimonio fra Alec e Magnus. Per questo lieto evento, vengono invitati anche Tessa Gray e Jem Carstairs, che possono finalmente conoscere una nuova storia di Lightwood, Herondale e Fairchild. Ma qualcosa è destinato a turbare l'equilibrio dell'Istituto: i confini spazio-temporali si stanno lentamente incrinando e Alec, Isabelle, Jace e Clary si ritroveranno inspiegabilmente catapultati nella Londra vittoriana. Riusciranno a tornare indietro, nel presente?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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New York, 17 agosto 2014, ore 19.45
Isabelle aprì la porta della camera del fratello maggiore. Alec aveva deciso di passare la sua ultima notte da celibe all’Istituto, anche perché Magnus avrebbe partecipato ad una mega festa organizzata da Catarina e l’arciere non aveva davvero voglia della confusione dei party degli stregoni, gli bastava passare ancora un po’di tempo con la sua famiglia. Alec chiuse il libro che stava leggendo, posando gli occhiali da lettura sul comodino, e invitandola a sedersi sul letto, accanto a lui. Lei si accomodò e gli prese la mano.
- Domani ti sposi. – constatò, le labbra che si allargavano spontaneamente in un sorriso. Alec la imitò e il sorriso era a dir poco luminoso.
- Già. Puoi crederci? Io no, davvero. Se mai qualcuno mi avesse detto che un giorno mi sarei sposato con l’uomo dei miei sogni, gli avrei riso in faccia. Per l’Angelo, Izzy. Non riesco ancora a capacitarmi…
- Sono felicissima per te. Ma io sono nervosissima! Voglio dire, sono la tua testimone, devo essere impeccabile domani.
- Anch’io sono nervoso, ma la mia ansia è motivata. Sai com’è, io sono lo sposo…
- Qualcuno ha parlato di ansia? – fece capolino Jace, entrando mano nella mano con la sua ragazza.
- Ehi, Clary! Non pensavo ti fermassi anche tu stasera! – la salutò Alec.
- Jace ha detto che bisognava festeggiare un addio al celibato coi fiocchi. – ammiccò la rossa – Pronti ad iniziare?
- Cosa avete in mente? – chiese perplesso Alec. Era stato molto chiaro, niente festa assurde, con spogliarellisti e ubriacature leggendarie. Ci teneva a ricordare quella notte molto bene e non aveva bisogno di fare follie per riuscirci. Izzy tirò fuori il cellulare, massaggiando freneticamente, finché uno sbuffo blu fece comparire una TV al plasma davanti a loro, completo di cinque pacchi mega-maxi di pop corn e almeno una ventina di DVD tra cui scegliere.
- Ehi! Sono arrivato tardi? – disse Simon mentre entrava anche lui. Alec era sempre più stupito.
- Oh, no, tesoro, vieni pure. – sorrise Isabelle – Magnus ci ha appena inviato il materiale.
- Magnus?! Ma lui… io… cosa…?
- Ci teneva a partecipare, ma noi glielo abbiamo proibito. Che addio al celibato sarebbe, altrimenti? Tanto domani starete incollati l’uno all’altro tutto il tempo! – ghignò Jace.
- Ne riparliamo quando ci sarai tu al posto mio, Herondale. – sorrise a sua volta Alec.
- Ohhh, punto nell’orgoglio! – lo prese in giro Simon, dando una gomitata al biondo. Jace sbuffò, alzando gli occhi al cielo, mentre Izzy ridacchiava divertita e Clary aveva uno strano sguardo vacuo, perso chissà dove. Scosse la testa vigorosamente, facendo oscillare la folta chioma rossa.
- Cavolo. – borbottò – Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare nulla. Sono stata nel futuro e non ricordo niente! Che palle!
- Magnus dice che è meglio così. – la consolò Alec – Non avremmo più avuto il gusto di vivere. E poi non sei la sola, anche noi abbiamo dimenticato tutto del passato, persino Magnus, che ci guardava tramite il ciondolo rosso. Che strano…
- Ehi, sento le rotelle del tuo cervello cigolare! – Isabelle passò un braccio attorno alle spalle del fratello maggiore e si rivolse al suo ragazzo – Allora, mio amato nerd. Quale film ci consigli?
- Io voglio vedere A Nightmare before Christmas! – disse subito Clary.
- Non vedo film di Tim Burton… - disse Simon, assorto com’era nel contemplare i DVD – Però ci sono dei grandi classici: Kill Bill, Mamma Mia!, E.T., Titanic
- Titanic è il film preferito di Magnus. – mormorò con un sospiro il futuro sposo. Isabelle sbuffò e lo guardò male.
- Sei proprio innamorato perso, fratellone.
- Già. – annuì lui sorridendo lievemente – Comunque vorrei vedere qualcosa di intenso. Qualcosa che mi faccia ricordare per sempre questa serata.
Un sorriso diabolico si dipinse sul viso di Jace, prendendo un DVD con su scritto The Ring a caratteri cubitali.
- Non ho idea di cosa sia, ma mi piace. – ghignò il biondo.
- È un film horror. – precisò Clary – Uno dei più famosi. È… bhe, quello fa davvero paura. Non l’ho mai visto, però…
- E allora The Ring sia! – annuì Alec. Fecero partire il DVD, aprirono le confezioni di pop corn e puntarono gli occhi sullo schermo.
 
Ore 02.15
Una lieve vibrazione lo strappò dal mondo dei sogni. Aprì gli occhi e brandì il telefono, senza nemmeno guardare chi fosse.
- Pronto?
- Amore mio.
- Magnus! – Alec si era svegliato completamente, si mise seduto e accese la luce del lume sul comodino – Ehi. Come è andata la festa?
- Bene, direi. Catarina mi ha portato in una discoteca fantastica, c’era glitter dovunque! Era il paradiso… ma sarebbe stato ancora più perfetto, se ci fossi stato tu.
- Sai che non mi sarebbe piaciuto. Non sono un tipo da discoteca. A proposito, grazie per la TV e i pop corn.
- Prego. Che film avete visto?
- The Ring e Frozen.
- Un horror alternato a un cartone Disney?
- Buffo, vero? Ci serviva qualcosa che smorzasse la tensione.
- Immagino… apri la finestra. – sussurrò Magnus con voce suadente. Alec inarcò un sopracciglio, perplesso.
- Come, scusa?
- Apri la finestra. Affacciati.
Alec si alzò con ancora il telefono attaccato all’orecchio. Aprì la finestra e si affacciò. Un certo stregone di sua conoscenza proprio sotto la sua finestra e gli sorrideva con quella sua aria maliziosa che lo faceva impazzire. Poi fece un salto e si sollevò in aria come se volasse, avvolto da mille scintille blu, arrivando esattamente all’altezza di Alec.
- Mi fai entrare? – domandò, gli occhi da gatto che scintillavano nel buio. Alec si riscosse da quella visione e gli tese la mano, che lo stregone afferrò. Così Magnus si lasciò scivolare dentro la stanza, attirando poi il Nephilim a sé, e gli prese il viso tra le mani.
- Sorpresa! – esclamò, lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra – Ti sono mancato?
- Molto. A dir la verità, speravo che passassi a trovarmi. È stato bello trascorrere una serata con i miei fratelli, Clary e Simon, però l’atmosfera in casa nostra è un’altra cosa. – ammise Alec, arrossendo notevolmente – Quando ci sei tu è un’altra cosa.
- Oh, Alexander. – lo stregone accostò la fronte a quella del Cacciatore – Quasi non ci credo che tra poche ore ci sposeremo.
- Neanche io. – sorrise Alec – Tra poco sarai un Lightwood. Nel tuo diario c’è scritto che la mia non è mai stata una famiglia a te simpatica. Riuscirai a convivere con questa consapevolezza?
- Sono cambiate molte cose da quando ci sei tu. Credo che il nome Lightwood non mi sorprenda più così tanto. Se devo essere sincero, è tutto ciò che voglio. – chiuse gli occhi – Magnus Lightwood. Per Lilith, mi suona così strano.
- Mai come Alexander Bane. Quello sì che è strano. – ridacchiò Alec – Per l’Angelo, mi sento così felice. È incredibile.
- Tutte queste chiacchiere e mi sono dimenticato del motivo principale per cui sono qui. – Magnus si allontanò da Alec, ma non slegò l’intreccio delle loro mani, portandosele al petto, in modo che il suo ragazzo percepisse il suo battito cardiaco.
- Cosa c’è, Magnus? – domandò Alec, un po’stranito da quel comportamento.
- Sai, ho riflettuto su una cosa. – cominciò Magnus – Tu mi hai regalato l’anello dei Lightwood quando mi hai chiesto di sposarti, ma io non ti ho donato nulla, se non il mio cuore… Dio, che frase scontata! Ok, ricomincio. Dunque, ho riflettuto sul fatto che io non ti ho mai regalato niente, almeno di fisico… ok, questo mi dà molto di doppio senso. D’accordo, daccapo. Allora, tu mi ha regalato un anello, io no e quindi…
- Dove vuoi arrivare?
- Tieni.
La mano sinistra dello stregone si liberò dalla stretta di Alec per dirigersi verso la tasca dei pantaloni ed estrarne una scatolina, che porse all’altro. Il ragazzo la prese e la aprì. Dentro c’era un anello d’oro bianco molto semplice e spesso, con incastonata al centro uno zaffiro. All’interno dell’anello, Alec scorse due lettere elegantemente cesellate, intrecciate fra loro: una M e una A. Le loro iniziali. Il Cacciatore boccheggiò incantato.
- È bellissimo. – commentò infine e Magnus sospirò di sollievo.
- Temevo potesse non piacerti. L’ho fatto fare apposta per te.
- Davvero?
- Certo. Volevo che anche tu avessi un anello di fidanzamento, anche se mi rendo conto di aver aspettato un po’troppo a dartelo. È solo che mi sembrava più romantico dartelo adesso…
- Lo è. È perfetto. – Alec si infilò l’anello al dito, sopra quello dei Lightwood, e abbracciò stretto Magnus – Ti amo.
- Ti amo anch’io. – ricambiò la stretta lo stregone – E presto lo saprà tutto il mondo.
- Poi dici che sono io, quello sdolcinato. – ridacchiò Alec.
- Quando ci vuole, ci vuole. – sorrise Magnus. Alec ricambiò il sorriso, poi abbassò lo sguardo pensieroso.
- Sei sicuro di volerlo fare?
- Cosa? Sposarti? Ormai non c’è più niente che tu possa fare, per farmi cambiare idea.
- Ne sono felice, ma non mi riferivo soltanto a questo, e lo sai.
Magnus rimase interdetto per qualche secondo, poi un lampo di consapevolezza gli attraversò gli  occhi.
- Oh. Quello.
- Già. Magnus… Clary ha passato gli ultimi due mesi a perfezionare la runa, ma potrebbe non essere ancora perfetta. Potresti farti male. A me non importa usare le rune per suggellare la nostra unione a questo prezzo. Non posso permettere che ti accada qualcosa.
- Biscottino ci sa fare con le rune. Mi fido di lei. – il sorriso malizioso ritornò sul volto del Nascosto, accarezzando la guancia del compagno – Vedrai, domani sarà tutto perfetto.
In realtà Magnus era a dir poco terrorizzato. Clary l’aveva già avvisato, la runa non l’avrebbe ucciso, ma comunque avrebbe potuto causargli dolore. E se c’era una cosa che voleva evitare il giorno del suo matrimonio, era proprio un momento di sofferenza. Eppure voleva farlo, perché sapeva quanto Alec ci tenesse, nonostante l’avesse appena negato. Magnus sapeva perfettamente di aver legato il proprio destino a quello di uno Shadowhunter, che, in quanto tale, voleva onorare delle tradizioni secolari. E lui non gli avrebbe negato quel diritto, anche perché aveva da tempo promesso a se stesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per l’altro, perché Alexander non aveva tempo da perdere. Loro non potevano sprecare nemmeno un’occasione. Così mascherò ancora una volta il suo timore e sfiorò le labbra di Alec con le sue.
- Sarà meglio che vada. Devo dormire un po’, altrimenti domani sembrerò uno zombie e non  voglio certo apparire così davanti a mio marito. – ammiccò. Alec rise e annuì e lo lasciò andare lentamente. Magnus si arrampicò non senza fatica sul davanzale della finestra, acquattandosi come un gatto.
- Ci vediamo tra poco, fiorellino.
- Ciao.
Alec si prese un colpo quando vide il suo amato saltare fuori dalla finestra e non poté fare a meno di sporgersi per controllare che stesse bene, ma lui era già sparito in un vortice di fiammelle blu. Così tutto quello che poté fare fu tornare a dormire. Chiuse gli occhi con un sorriso sulle labbra.
 
Ore 3.30
- … Alec? Sono Jace. Sei sveglio?
Non ci credo pensò il giovane, infastidito. Era passata più o meno un’ora da quando Magnus se n’era andato e stava sognando. Si trascinò fuori dal letto e aprì la porta con un grugnito.
- Che vuoi?
- Posso parlarti? Ti prego. È importante. – gli occhi di Jace brillavano nel buio e Alec era davvero troppo intontito dal sonno per intuire qualcosa da quel luccichio insolito. Gli fece un cenno con la testa di entrare e i due parabatai rimasero in silenzio per un istante.
- Deve essere davvero importante se mi svegli alle… - Alec controllò l’ora dal telefono – le tre del mattino?!
- Scusami, è solo che… devo proprio chiedertelo. Adesso o mai più. – quell’affermazione così assoluta fece svegliare completamente il moro.
- Jace, cosa è successo? – chiese preoccupato.
- Nulla, tranquillo. Io… - Jace cominciò a passeggiare per la stanza, artigliandosi i capelli con le mani. Chiuse gli occhi, inspirò, espirò e riaprì gli occhi.
- Voglio chiedere a Clary di sposarmi.
Alec spalancò la bocca.
- Come, scusa?
- Hai capito. – il biondo si girò di nuovo verso il parabatai – Che ne pensi? È una buona idea? Dici che... sì, insomma… potrei chiederle una cosa del genere?
Alec incrociò le braccia al petto, pensieroso.
- Perché non dovresti chiederle di sposarti? Clary è perfetta per te, vi siete sempre completati a vicenda, non vi siete mai allontanati nonostante tutto. Quali sarebbero i tuoi dubbi?
- E se lei non accettasse? – Alec poteva giurare di non aver mai visto Jace così incerto, il labbro morso a sangue – Non l’ho mai vista troppo entusiasta all’idea del matrimonio.
- Nessuno lo è, se non lo riguarda in prima persona. Posso dire di parlare per esperienza. – sorrise lievemente Alec – Non avrei mai pensato di sposarmi, un giorno. E neppure Magnus. Eppure eccoci qua. Quando si incontra una persona speciale, vorresti passare con lei il resto della vita. E vorresti che il resto della vita cominci il più presto possibile.
- Wow, Alec, complimenti per la poesia! – sorrise l’Herondale.
- La finisci di fare il deficiente, Jace? Per una volta che una mia citazione è memorabile… - sbuffò il Lightwood – Sei sempre il solito…
- Ok, ok. Quindi dici che ne vale la pena? – Jace ritornò subito serio e stavolta Alec si accorse di quanto l’amico fosse nervoso. Lo guardò con affetto, più da fratello maggiore che da migliore amico.
- Jace Herondale. – disse con voce solenne - Ami Clarissa Adele Fairchild?
- Certo! Mi sembra ovvio, a questo punto! – gli occhi dorati del ragazzo si sgranarono a dismisura. Dopo tutto quello che avevano passato, come poteva non amarla?
- E allora ne vale la pena. Ne varrà sempre la vena. – Alec strinse la spalla dell’amico con un gesto fraterno – E ora posso tornare a dormire? Vorrei evitare di avere delle occhiaie spaventose.
- Non sia mai che lo sposo abbia le occhiaie per colpa del testimone. – ridacchiò il biondo – Allora io vado. Grazie, amico.
- Prego.
 
Ore 8.45
- Alexander?
- Mamma, ti prego, altri cinque minuti…
- Alexander, devi alzarti. Non puoi fare tardi al tuo matrimonio.
Alec spalancò gli occhi. I raggi del sole filtravano dalle tende, illuminando debolmente la stanza. Si girò verso sua madre, seduta accanto a lui. Maryse gli sorrise accarezzandogli i capelli.
- Buongiorno, tesoro mio. Oggi è il grande giorno.
- È vero. – sorrise lui, mettendosi seduto. Si stropicciò gli occhi e sentì sua madre alzarsi dal letto e aprire l’armadio.
- I tuoi fratelli si stanno già preparando. Isabelle è sveglia dalle sei! Non ho idea di cosa stia facendo… - Maryse pescò dall’armadio una gruccia a cui era appeso l’abito. Aveva sempre guardato con soggezione quel costume nero su cui erano incise delle rune d’oro. Gli sembrava così strano indossarlo! Eppure stava per farlo… stava per sposarsi.
- Bene. Ora ti lascio. Preparati e poi… fammi vedere come ti sta il completo. – Maryse fece una piccola pausa, prima di abbracciare il figlio – Sono così fiera di te. Oh, Alexander, il mio bambino… come sei cresciuto…
- Mamma, conserva le lacrime per dopo. – sorrise Alec, ricambiando l’abbraccio. Dopo avergli lasciato un’ultima carezza al viso, la donna uscì dalla stanza. Alec guardò ancora l’abito, poi si diresse in bagno per una doccia. Le ultime ore da celibe stavano per terminare.
 
Ore 10.25
- Buongiorno a tutti! – salutò Simon, insolitamente elegante nel suo smoking scuro.
- Ciao! – il ragazzo fu accolto dalle braccia di Isabelle e si strinse forte a lei, stando attento a non sgualcire il vestito. Quando si separarono, Simon rimase senza fiato. La sua ragazza indossava un bellissimo abito fucsia, dal corsetto a cuore e la gonna a balze, che evidenziava le lunghe gambe coperte di rune. Non indossava il ciondolo rosso dei Lightwood, bensì una collana di quarzi rosa. Era così insolito vederla con quel colore, eppure le donava molto.
- Sei splendida. – commentò il ragazzo, accarezzandole la guancia. Lei sorrise radiosa e lo prese per mano.
- Anche tu sei favoloso. Vieni, siamo tutti pronti. Manca solo Alec!
I due ragazzi raggiunsero gli altri nella sala da pranzo. C’erano davvero tutti. Salutò Clary, avvolta in un bel tubino lungo, color verde acqua, e i capelli raccolti in uno chignon sbarazzino. Accanto a lei, Jace faceva la sua figura nel completo grigio perla. E poi c’erano Jocelyn nel suo abito verde bosco, Luke con lo smoking e il papillon a scacchi, Amatis in un adorabile vestitino azzurro, Maryse avvolta da un sobrio vestito blu notte e Robert, piuttosto teso nel completo che sembrava troppo stretto per un uomo imponente come lui. Mancavano all’appello Jem, Tessa e il piccolo Will, ma Simon sospettava che loro fossero con l’altro sposo.
- Wow, quello che vedo è gel? Ti sei impegnato parecchio! – ammiccò Clary, notando che i ricci dell’amico erano stati domati, almeno in parte.
- Sì, bhe, è pur sempre il matrimonio di due dei miei amici, non volevo fare brutta figura!
- Non potresti mai, tesoro. Io adoro i tuoi ricci. – gli sorrise Izzy. Simon ricambiò a sua volta il sorriso e si sentì un lieve sbuffo.
- Prendetevi una stanza! – ghignò malefico Jace, subito rabbonito da una gomitata scherzosa di Clary. E poi si sentirono dei passi lenti e incerti, poi la porta della stanza si aprì.
Alec indossava il completo del matrimonio, quello che in genere gli Shadowhunters uomini si facevano fare su misura per le nozze. Era un tipo di abito molto particolare, disponibile solo ad Idris, poiché sul tessuto nero erano ricamate con fili d’oro varie rune propiziatorie, come quella dell’unione e dell’amore. E Alec splendeva proprio come quelle rune. Non sorrideva, ma era visibilmente emozionato, gli occhi blu che brillavano. Maryse si portò davanti alla bocca, anche i suoi luccicavano, ma per le lacrime. Si precipitò dal figlio e lo abbracciò di nuovo, scoppiando in lacrime.
- Il mio bambino si sposa! – singhiozzò – Solo ieri ti leggevo le favole prima di dormire…
- Mamma, non mi sono ancora sposato. – sorrise lievemente lo sposo, prendendo la madre per le spalle e allontanandola gentilmente da lui. Poi, rivolgendosi agli altri, chiese:
- Allora, come sto?
- Sei uno schianto, fratellone. – si congratulò Isabelle, avvicinandosi a sua volta a lui  e alla madre.
- Sposino, direi che è ora di andare. – sorrise Jace. Simon era consapevole di non essere nella sua famiglia d’origine, eppure si sentiva a casa. L’atmosfera della stanza era gioiosa e serena, tutti erano felici e pieni di aspettativa. L’unico punto freddo era Robert, che se ne stava in disparte, fissando il figlio maggiore venire accolto da tutti i presenti. 
- Hai ragione, Jace. Andiamo.

Somwhere in time, we don't know where we are...
Come avrete potuto notare, l'angst è finito!!! *stappa bottiglia di champante* (no, non ho scritto male, è la ship "champagne-spumante"... ormai shippo qualsiasi cosa.... aiutatemi........) Ora si assiste al famoso matrimonio :) Vi annunciò già che l'ambientazione è stata già usata in moltissime altre fic e non voglio copiare nessuno, è solo che ho sempre immaginato un matrimonio Malec all'aperto... ma ho già detto troppo. Ringrazio annabeth lightwood, Marty060201, Chesy e Amy_demigod che hanno recensito e tutti quelli che leggono e seguono.
A presto,
_Alien_
  
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