Asgärð,
palazzo Válaskjálf, stanze imperiali.
Erin
aveva eluso la sorveglianza di Hervör e per la prima volta metteva piede nel
palazzo più grande: il Válaskjálf, il palazzo del trono.
Si
addentrò nei corridoi senza esser vista. Col pancione che si ritrovava non
poteva più indossare l’armatura e quindi girava con una tunica verde e i lunghi
capelli castani le ricadevano sciolti sulla schiena. Anche se era una
valchiria, si era portata dietro il suo scettro. Doveva difendere la dea che
portava in grembo.
Era
passata una settimana, Hel cresceva dentro di lei abbastanza velocemente,
Brunilde sosteneva che ormai mancava poco.
Non erano
riuscite a mantenere il segreto all’interno del Valhalla: Hnoss non usciva più
dalla sua camera, la sua psiche era letteralmente crollata dal timore di essere
uccisa da Loki, le altre avevano il diritto di sapere perché Odino, che in
realtà era Loki, entrasse ogni sera nella stanza di Erin. Quindi sapevano
tutto, per lo meno l’Ingannatore non doveva mutare forma ogni volta.
La
giovane valchiria era fuggita perché era, per l’appunto una settimana, che non
vedeva Loki. Tornava da lei di notte, quando dormiva, e lei percepiva soltanto il
suo corpo stretto al suo.
Aveva
paura che potesse scatenare la sua folle guerra, contro chi non lo sapeva ed
era per questo che era “evasa”. Doveva sapere.
Dal
Valhalla aveva notato della frenesia nel palazzo reale, Thor stava per tornare
a casa.
Ultron
era stato sconfitto, con molte difficoltà e aveva segnato nel profondo Thor e
gli altri Vendicatori.
Notò del
movimento intorno a una porta, probabilmente quella della stanza di Thor. Si
avvicinò e vi trovò una donna dai lunghi capelli ramati.
Che fosse
Jane Foster? Da quel che ricordava lei, l’altra midgardiana era castana e non
somigliava molto questa donna. Perciò spinse la porta per entrare con cautela.
La rossa si voltò di scatto, spaventando Erin.
-Chi
sei?- domandò la Valchiria.
-Oh tu
devi essere la famosa Erin, sei proprio carina- si avvicinò puntando con lo
sguardo il pancione –Non vedo l’ora che nasca…- commentò con un ghigno
malefico.
Erin si
mise sulla difensiva, puntandole lo scettro contro.
-Rispondi
alla mia domanda-
-Aveva
ragione, Loki, sai difenderti-
Erin le
puntò la lancia sul petto, la sfera bianca già carica e pronta a colpire: -
Rispondi-
-Uuh
quanta fretta…Sono Lorelai-
-Chi?- la
valchiria era confusa.
-Una
vecchia alleata dell’Ingannatore-
-Che cosa
ci fai qui?-
-Devo
accogliere l’eroe di Asgärð-
-Te l’ha
ordinato Loki?-
-Altrimenti
chi?-
-Perché?-
Lorelai
le girò intorno, fermandosi alle spalle della giovane le spostò i capelli e le
sussurrò all’orecchio: -Non sono affari tuoi. Il tuo compito è quello di far
nascere la dea degli Inferi. Il resto non ti deve importare. Io e Loki abbiamo
tutto sotto controllo-
Erin si
voltò e la spinse contro il muro, bloccandole la gola con l’avambraccio.
-Qualsiasi
cosa tu abbia in mente, stai lontana da lui. O giuro che non ti basterà
l’intero universo per nasconderti perché ti troverò-
-Che
paura. Lo sai che moriremo tutti nel Ragnarök?- sogghignò beffarda.
-Certo e
tu sarai la prima se non righi dritto, intese?-
-Erin!-
la voce di Loki la congelò sul posto –Lasciala andare-
La
ragazza non si mosse.
-Lasciala.
Andare- ordinò.
Erin si
spostò.
-Bel
caratterino- commentò la rossa massaggiandosi il collo, con un mezzo sorriso.
-Te l’avevo
detto. Ti lasciamo alle tue incombenze. Erin, seguimi-
-Spiegami
cosa vuoi fare prima-
-Seguimi
e te lo dirò. Prima però ti riporto nel Valhalla-
Le due
donne prima di lasciarsi si lanciarono un’ultima occhiataccia minatoria.
Una volta
in corridoio fu Erin a parlare per prima.
-Che cosa
stai pianificando?-
-Nulla-replicò
il dio senza voltarsi e proseguendo verso il Valhalla.
-Loki-
-Non devi
preoccuparti-
-Chi è
quella donna?-
L’Ingannatore
si bloccò in mezzo al corridoio, sospirò stancamente e si voltò.
-È una
mia vecchia conoscenza, mi serve solo per distrarre Thor, deve rendersi conto
che sono sul trono il più tardi possibile-
-Perché?
Cosa vuoi fare?-
-Scatenare
una guerra mi sembra ovvio-
Erin
abbassò lo sguardo.
-Riuscirò
mai a farti vivere serenamente? Sei tornato lo stesso Loki pieno di rancore di
quando ti avevo conosciuto-
-Non ho
ancora avuto la mia vendetta-
-Ti
ricordi cos’è successo quando volevi il Tesseract?- domandò lei per guardarlo
dritto negli occhi.
-Stavolta
sarà diverso-
-Ma Odino
è già imprigionato, sono certa che Thor capirà, ha già rinunciato al trono! Ti
aiuterà a trovare un accordo con Odino e potrai tranquillamente regnare su
Asgard-
-Asgärð
non mi basta…-
-Cosa?- domandò
sorpresa -Allora vuoi…Jötunheimr? Dopotutto, è casa tua…-
-No, Erin,
non hai capito. Io li voglio tutti. Non posso proteggerti da quello che c’è là
fuori se non ho controllo sui Regni…-
La
ragazza sbarrò gli occhi.
-Non devi
proteggermi, il Valhalla mi protegge-
-I Novi
Regni saranno miei e li controllerò con le gemme dell’infinito- detto ciò fece
per allontanarsi.
-Loki,
no. Te ne prego, se ci tieni a noi, non farlo. Fallo per Hel-
-Mi
spiace Erin, ma ho deciso così-
Asgärð,
Valhalla, Sala dello Spirito, qualche ora dopo.
-Brunilde,
manda un Einherjar da Loki, deve dirgli che Hel sta nascendo. Corri!!!- urlò Hervör
per sovrastare le urla di dolore di Erin.
-Hervör-
mormorò Erin quasi senza voce, era in travaglio da un’ora ma era come se ne
fossero concentrate una decina in una, era stremata.
-Tranquilla
bambina mia, Loki sta arrivando-
Hlaðguðr
guardò la sorella preoccupata e disse: -Sorella, ho paura che…-
-Ce la
farà. Deve farcela- sottolineò l’altra
osservando Erin che urlava febbrile fra le sue braccia.
La porta
si spalancò all’improvviso dopo qualche minuto, Loki fece il suo ingresso come
una furia perché non era stato avvisato subito ma la sua rabbia svanì quando
vide la sua amata.
Era
sdraiata sul tavolo dorato, Hervör le teneva la mano mentre le spostava ciocche
di capelli dal viso.
Era
completamente madida di sudore e col fiato corto, come se avesse corso per
chilometri e chilometri. A ogni urlo di dolore, il cuore di Loki si stringeva e
malediceva Thanos con tutto se stesso.
Hlaðguðr
la stava assistendo durante il parto e Loki prese il posto di Hervör.
-Sono
qui, amore mio, sono qui-
-Loki…-
mormorò lei guardandolo negli occhi smeraldo.
-Erin,
resisti è quasi fatta- disse Hlaðguðr per incoraggiarla.
-Prenditi
cura di lei- mormorò Erin –Prenditi cura di Hel-
Loki con
le lacrime agli occhi, scosse la testa: -Lo farai con me, ci prenderemo cura di
lei insieme-
La
valchiria sorrise mesta.
-Minn
konungr…- alzò la mano sinistra e l’appoggiò sulla guancia del dio che aveva il
volto a pochi centimetri dal suo –Ti amo…-
Il
dio le strinse la mano:-Non mi lasciare, non mi lasciare- ripeté spaventato fra
le lacrime.
In
quel momento si sentì il primo vagito di Hel, Erin si voltò e la vide. Era una
bimba non troppo paffuta, bianca come un cadavere e i capelli neri.
-Hel-
sussurrò sorridendo alla figlia e chiuse gli occhi.
Loki
urlò di dolore e le due valchirie si precipitarono a salvarla.
Stanza di Erin, due giorni dopo.
Erin
riaprì gli occhi a fatica, aveva temuto di morire ma era ancora viva. Non
credeva di essere così forte.
Voltò
il capo leggermente verso la finestra e quello che vide le fece comparire un
enorme sorriso sul volto.
Loki
era di spalle, in braccio teneva Hel, che continuava a crescere a un ritmo
abbastanza serrato. Assomigliava a una bimba di quasi due anni.
Era
pallida e magra, i lunghi capelli corvini le ricadevano sulla veste lilla che
indossava e si confondevano con i lunghi capelli dell’Ingannatore che le stava
mostrando una magia.
-Hel-mormorò
la valchiria commossa.
I
due si voltarono. Loki sorrise raggiante, mise la piccola dea a terra, la quale
poi sfrecciò dalla donna.
-Madre!-esclamò
la piccola arrampicandosi sul letto e accucciandosi accanto a lei, appoggiando
la testa sul suo seno. La pelle della piccola era fredda, come quella di un
morto –Finalmente vi siete risvegliata-
Erin
sorrise, cercando di non pensare che fosse maledetta –Sei stupenda- le disse e
cercò di alzarsi.
-Non
ti sforzare- l’ammonì Loki, anch’egli sul letto.
-Aiutami-
Il
dio l’aiutò a tirarsi su per sedersi.
-Hel
è stata una brava bambina, non è vero?-
-Sì
padre- sorrise mestamente, le sue gote diventarono di un rosa tenue. In questo assomigliava alla madre quand’era ancora
umana.
-Per
due giorni non è uscita da questa stanza, l’abbiamo tenuta sempre accanto a te-
continuò il dio.
-Sapevo
che non mi avreste abbandonata- disse la piccola dea.
-Non
avrei mai potuto, amore mio-
Erin
sorrise alla figlia e le diede un grosso bacio su una guancia e l’abbracciò
forte; Loki le abbracciò entrambe.
-Le
mie donne-affermò orgoglioso il dio dal mantello verde.
-È
iniziata?- domandò Erin.
-Non
ancora, tra qualche giorno, quando la nostra piccola dea prenderà possesso
degli Inferi- mentre diceva quest’ultima parte guardò Hel, che in quei pochi
minuti era cresciuta un altro po’, con uno sguardo d’intesa che la piccola
ricambiò sicura e determinata.
Erin
ebbe paura, l’aveva già convinta?
-Non
abbiate paura, madre, saprò regnare agli Inferi nel migliore dei modi. Possa
Thanos pentirsi di quello che mi ha fatto-
Erin
la guardò sbalordita, la sua mente si stava sviluppando più velocemente del
resto del corpo.
Loki
strinse la Valchiria a sé: -Hervör sta preparando il suo insediamento negli Inferi-
-Non
voglio perderla-
-Resterò
sempre con voi- la rassicurò Hel abbracciando i entrambi.
Erin
guardò il dio da oltre una spalla della figlia e mimò con la bocca:
-Proteggila-
Lui
allungò una mano per stringere quella di Erin appoggiata sulla schiena di Hel.
Poco
dopo il dio si alzò con la scusa di lasciare madre e figlia sole ma in realtà
doveva verificare a che punto fosse il piano di Lorelai. Dovevano iniziare il
piano d’attacco per il primo regno, Jotunheimr sarebbe stato il primo a cedere
nelle sue mani. Doveva solo riprendersi il Tesseract dalle segrete.
-Loki-
lo richiamò Erin.
-Sì?-
-Avrai
l’appoggio del Valhalla in tutto ciò, se sarai in difficoltà…-
-Hervör
non…-
-Hervör
non permetterebbe mai di mettere la tua vita in pericolo- spiegò lei
interrompendolo.
Il
dio sorrise e si rivoltò.
-Aspetta.
Avrai anche il mio di appoggio. Qualunque cosa ti serva, qualsiasi cosa, conta
su di me-
L’Ingannatore
tornò sui suoi passi, posò le sue labbra su quelle della valchiria.
-Grazie-
disse.
-Spero
che non ti pentirai di ciò che stai per fare-
-Me
lo hai raccontato tu. È scritto-
Erin
rimase pietrificata a quelle parole, sarebbero morti tutti presto e lei doveva
trovare il modo di impedirlo.
Spazio
autrice:
Salve!
Stavolta ho fatto più in fretta :D
È
nata Hel *lancio di coriandoli in giro* bella la nostra famigliola che però
verrà “divisa” dal prossimo capitolo dove inizierà il Ragnarök (sia benedetta
la Marvel e i suoi film annunciati).
Ne
vedremo delle belle, ho ancora due capitoli più l’epilogo da scrivere. Eh sì,
sono riuscita a trovare una fine a questa storia. Ho i riassunti pronti a
svilupparsi in capitoli, più o meno corposi.
Preparatevi
perché torna Thor, Hnoss ne combinerà un’altra delle sue, Lorelai avrà la fine
che si merita, Loki conquista il conquistabile e alcuni personaggi (tra
valchirie e dei) durante lo scontro finale ci lasceranno. Volevo eliminare
anche uno dei protagonisti per mano di un altro protagonista ma mi sembrava
eccessivo ahahahahahah alla fine voglio bene ai miei personaggi. (Sì ovvio Loki
non è mio un mio personaggio, era per parlare in generale!!).
Vediamo
se entro fine mese riesco a sfornare il capitolo 20!
Ringrazio
i lettori silenziosi, chi ha aggiunto la storia tra le preferite o seguite
(siete aumentati *.*) ed Arceere999 per aver commentato lo scorso capitolo.
“Reaching”
è il titolo di una canzone degli
Audiomachine.
Un
abbraccio a tutti!!
Lalla.