Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SaraRocker    08/11/2014    7 recensioni
A causa di un incantesimo lanciato per errore, Draco e Hermione si ritrovano costretti a rivivere il medesimo giorno continuamente. I due sono gli unici a rendersi conto di questo improvviso blocco temporale, e si troveranno perciò costretti a passare sempre più tempo insieme, il tutto tentando di ridare al tempo la sua reale andatura. Ce la faranno?
Estratto-
"Negli ultimi anni la mezzosangue Granger era diventata una ragazza dall'aspetto niente affatto sgraziato. Aveva assunto delle fattezze da vera donna, ed ora il suo corpo era una continua ed elegante curva. Oltretutto, non era più neppure particolarmente interessato a quella faccenda del sangue; la guerra era finita e nessuno aveva più tentato di inculcargli chissà-quali idee nella testa.
Ad essere sinceri, in quel momento la riccia lo eccitava persino con quella sua combattività."
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve! Sono tornata!
Spero che il capitolo vi piaccia e... oggi non ho molto da dire ^^''

Vi straringrazio per le scorse recensioni! Erano tante, quindi grazie! Spero di riceverne altrettante e... Buona lettura! :D





|Redundant.



















Non importava che fossero ormai passate le due del pomeriggio, che indossasse una vecchia tuta da ginnastica completamente sgualcita, né che Harry e Ronald fossero passati a trovarla già due volte -sempre con un certo allarmismo nello sguardo-; Hermione non aveva intenzione di lasciare la propria stanza. Avvolta nella stretta delicata e calda delle proprie lenzuola, si sentiva quasi felice. Teneva tra le mani un vecchio tomo che odorava di polvere, e vi faceva scorrere lo sguardo con un'urgenza che, minuto dopo minuto, diveniva sempre più palese. Sembrava un cercatore alla ricerca del boccino d'oro, completamente concentrata sul proprio lavoro, il cervello ignorante riguardo ciò che le stesse accadendo attorno. Doveva trovare una soluzione, dare una fine a ciò che stava accadendo all'universo -al continuo ripetersi della medesima giornata-. Non le interessava di stare affrontando un'insopportabile crisi adolescienziale. O, per lo meno, se le importava non lo dava affatto a vedere; non piangeva, né singhiozzava. Non esprimeva neppure una briciola di rancore e, cosa non trascurabile, non aveva rivolto neppure una misera maledizione al pensiero di Draco Lucius Malfoy. Ad un occhio esterno quindi, quei comportamenti non sarebbero sembrati altro che una prova inconfutabile del fatto che la riccia, per il furetto, non provava assolutamente nulla. Eppure, per una persona che aveva trascorso una vita intera al fianco di Hermione, quella era una palese dimostrazione di dolore. Harry -Ron era troppo incredibilmente stupido- lo aveva capito; solo guardandola, così concentrata su qualcosa che non fosse il mondo reale, aveva capito che qualcosa si celava oltre la sua aria da rispettabilissima studiosa. Aveva notato che Hermione, con una disperazione assolutamente sconvolgente, stava cercando di allontanarsi quanto più fosse possibile da ciò che davvero la circondava. Perchè lei non soffriva come le altre; non si chiudeva più in bagno a piangere -come quando aveva undici anni-, né iniziava a sparlare di colui o colei che le aveva mosso contro un torto. Lei, da matura studentessa e salvatrice del Mondo Magico, si chiudeva ermeticamente in sè stessa, preferendo affogare in libri che in altro.
Eppure, Harry Potter non le aveva rivolto domande. Le aveva domandato come stesse, se ci fosse qualcosa che desiderava e, una volta ricevuto un mormorato 'no', se ne era andato, portandosi dietro un Ronald Weasley completamente ignaro della situazione. Herm aveva scosso la testa, domandandosi come sarebbe andata a finire la sua vita se avesse sposato il rosso; persa in una relazione senza un briciolo di passione. Perchè, per quanto dolce ed ingenuo, Ron non era certo l'uomo passionale che era invece Draco. A quel pensiero, avvampò. Nel mentre, al centro del petto, avvertì chiaramente una fitta di estremo dolore. Dolore ed umiliazione. Si morse il labbro inferiore, imponendosi di continuare a leggere. Eppure, quando posò lo sguardo sulle pagine del libro, non vi capì più nulla. Ringhiò a denti stretti, maledicendo se stessa e la propria imbarazzante debolezza. Aveva perso contatto con la sua mente ed era tornata nel mondo reale, dove Malfoy l'aveva umiliata trattandola come un diavolo di giocattolo, mentendole. Lui la considerava di più. Hermione lo sapeva, ma non le bastava. Voleva che fosse il biondo a dirglielo, smettendo di comportarsi da idiota.

Chiuse bruscamente il libro, facendo risuonare per le mura in pietra della stanza un tonfo sordo. Alzò dunque lo sguardo verso la finestrella poco distante. Oltre essa vedeva chiaramente il sole invadere le valli attorno all'istituto. Lo trovò uno spettacolo disgustoso; troppo felice e troppo dannatamente doloroso per il suo umore tanto cupo. Serrò le mani in due pugni stretti e respirò a fondo. Forse c'era ancora modo che la giornata migliorasse. Forse sarebbe accaduto qualcosa di straordinario. Quella possibilità svanì dalla sua mente veloce come era apparsa; era la sesta volta che ripeteva quella giornata, ed era impossibile che potesse accadere qualcosa di bello. Lo sapeva.
A quell'ora, si disse silenziosamente, Harry e Ron stavano probabilmente vagando per il castello insieme alla piccola Ginny -ora non più piccola-, mentre Malfoy -ma perchè pensava ancora  a lui?- doveva avere preferito frequentare gli allenamenti di Quidditch beccandosi un bolide in piena testa, piuttosto che arrischiarsi ad incontrare lei per i corridoi. Sospirò frustrata, alzando il viso e posando lo sguardo contro il soffitto.
"Mi hai detto, qualche giorno fa, che esiste un confine sottilissimo tra odio e passione.*" soffiò Hermione, sempre mantenendo la propria iride bruna e brillante rivolta verso l'alto. Sembrava incredibilmente assorta mentre, seduta a gambre incrociate sul proprio letto, si rivolgeva ad un assente Draco Malfoy. Accennò un mezzo sorriso "Pensavi  che non lo sapessi? Parli di detti babbani e pensi davvero che io non capisca?" il tomo pesante e chiuso restava sopra il suo grembo, le ciglia, nell'abbassarsi, sfioravano le guance morbide di lei "Vi è un confine sottile tra odio ed amore." deglutì a vuoto "Questa è la verità."




















Malfoy, il corpo mollemente sistemato contro una parete ed i piedi elegantemente accavallati l'uno all'altro, attendeva con fare stranamente paziente l'arrivo di una ragazza che, sapeva, sarebbe passata di lì a poco. Ricordava benissimo quando, durante il primo giorno, l'aveva incrociata per caso mentre andava agli allenamenti di Quidditch. Lei, da ciò che gli era stato poi detto dalla Granger, si apprestava invece ad incontrare lo Sfregiato. Il pensiero di quest'ultimo avvinghiato ad una donna per poco non fece vomitare Draco per il disgusto. Doveva avere fegato la Lenticchia per volersi sacrificare in tal modo con un obrobrio del genere!
Quei pensieri poco gentili vennero interrotti da un veloce risuonare di passi. Si muovevano in sua direzione, brevi e continui, e -il ragazzo lo sapeva- accompagnavano la figura snella e vivace di una giovane dai capelli lunghi e rossi, e dal sorriso furbo ed un po' folle. In molti apprezzavano le sue grazie, ma a Draco, Ginny, non aveva mai stuzzicato neppure un piccolissimo pensiero. Sarà perchè era la sorellina del Pezzente, sarà perchè se la faceva apertamente con Potter, ma stava di fatto che neppure con indosso il succintissimo abito dell'ultimo ballo lo aveva eccitato.
La vide passargli davanti senza neppure guardarlo, completamente ignara della presenza del biondo. E Malfoy, ostentando una tranquillità decisamente comica, le artigliò il polso destro poco prima che fosse troppo lontana. Con un sussulto sorpreso, Ginevra arrestò il proprio passo, voltandosi in direzione del Serpeverde che la stava tenendo stretta. Lo osservò silenziosamente qualche istante, la fronte corrugata e gli occhi confusi, poi tirò velocemente indietro il braccio, decisa a non venire più toccata dal furetto.
"Malfoy! Che diavolo vuoi?" gli domandò inviperita, portandosi le mani sui fianchi e facendo oscillare la gonna -mini ovviamente- della divisa. Il Serpeverde non vi fece caso, limitandosi a stringersi nelle spalle con fare falsamente innocente. Un sorriso gli aleggiava in volto. Affondò le mani nelle tasche dei pantaloni eleganti e, facendo un passo avanti, prese parola.
"Non illuderti. Non ti ho certo fermata per sprecare il mio preziosissimo tempo con te." le disse, ghignando beffardo. Saggiamente, la Grifondoro decise di non ascoltarlo. Si limitò a lanciare una veloce occhiata al soffitto elegante prima di posare nuovamente lo sguardo sul ragazzo.
"La tua amichetta del cuore si è chiusa in camera, ed io ho bisogno di raggiungerla con una certa urgenza." tagliò corto Malfoy, infastidito dal fatto che la giovane Weasley non sembrasse in vena di giocare. Era così diversa da Hermione, si disse, tutte lo erano.
"Amichetta del cuore?" gli fece eco la rossa, la fronte corrugata ed un sopracciglio sollevato "Parli di Herm?" chiese poi per avere conferma. Il biondo annuì e, immediatamente, sul viso della ragazza apparve un'espressione decisamente stupita. Gli occhi chiari erano sgranati e le labbra leggermente schiuse. Draco sbuffò. Se solo, prima, fosse riuscito ad importunare un ragazzino del primo o secondo anno, la faccenda sarebbe stata già sistemata. Purtroppo, però, qualcuno aveva avvisato i piccoli aspiranti Grifondoro che era meglio stare attenti alle serpi. Ergo, non appena intravedevano Malfoy, i piccoli ragazzini rosso-oro svanivano terrorizzati. Ed ecco anche il motivo per cui, in quel momento, si trovava di fronte alla lenticchia tutto pepe.
"Vuoi dirmi la parola d'ordine del dormitorio o-" "E perchè vuoi vederla?" lo interruppe lei, sorridendo sghemba ed indicandolo curiosa.
"Non sono affari tuoi."
"Oh sì che lo sono." fece piccata Ginny, annuendo e sistemandosi a braccia conserte. Draco si portò una mano alla tempia; ma stava mai ferma quella ragazzina?!
"Vuoi entrare nel mio dormitorio per parlare con la mia migliore amica. Mio, mio e mio. Affari miei, no?"
"Abbiamo litigato." disse infine Malfoy, sospirando infastidito e convinto che, comunque, la rossa non avrebbe ricordato neppure una parola di quello che, di lì in poi, le avrebbe detto "E non interrompere dicendo qualcosa come 'ma litigate sempre' perchè, anche se è vero, non litighiamo mai in questo modo. Ho bisogno di fare pace con lei, così torneremo a fare il nostro grandioso sesso e a stare insieme in questo nodo temporale completamente stravolto, chiaro rossa?"
Una volta concluso quell'imbarazzante monologo, il Serpeverde si ricordò di respirare. Lanciò un'occhiata veloce alla ragazza di fronte a lui e trattenne a stento le risa nel vederla improvvisamente impallidita -più del solito-, con le lentiggini che spiccavano chiaramente al centro del viso cereo. Si portò una mano di fronte alla faccia, preoccupato di potere essere arrossito e deciso come non mai a nasconderlo, ed attese silenziosamente che la Weasley prendesse parola.
"S-Sesso?" domandò infine con un filo di voce Ginny, deglutendo a vuoto e passandosi la lingua sulle labbra secche "Stare insieme?"
Questa volta Draco sorrise davvero "Esattamente, Lenticchia. Sesso e stare insieme; quello che tu fai costantemente con Potter, no?"
"Devo essere svenuta." disse però la ragazza, scuotendo la testa ed osservando con fare incredibilmente interessato il pavimento in pietra fredda "Sì, probabilmente ho sbattuto la testa in qualche modo, ed ora sto sognando."
Draco sospirò infastidito. Ruotò velocemente lo sguardo al soffitto, per poi annuire "Pensala come vuoi, basta che mi dici la parola d'ordine."























Lentamente, si sfilò la felpa della tuta, rimanendo con indosso una canottiera nera. Lanciò un'ennesima occhiata al libro chiuso che teneva in grembo, ma non lo riaprì. Da quando aveva smesso di leggere, le risultava impossibile ogni tentativo di concentrazione. Il suo cuore non smetteva di battere incredibilmente veloce e, poco prima, mentre era occupata nel conversare con un Malfoy invisibile, aveva rischiato pericolosamente di cedere alle lacrime. Si era insultata e maledetta, data della stupida e della debole, ma infine aveva resistito e, come richiamate all'ordine, le palpebre le si erano chiuse e gli occhi avevano smesso di pizzicarle. Ora, però, sentiva quel senso di fastidio allo stomaco per non essersi sfogata, per non avere pianto.  Desiderava gridare e strappare le tende dalle finestre, buttare all'aria tutto ciò che avrebbe avuto la forza di sollevare, eppure non fece nulla. Non si era mai sentita così, e la cosa la destabilizzava non poco. Avvertiva un cocente senso di umiliazione bruciarle le membra e, nel frattanto, un dolore insopportabile nel petto. 
Chiuse lentamente gli occhi e pensò a sua madre che le sorrideva. Le mani, inavvertitamente, le si strinsero attorno al cuscino del letto. Pensò al padre che, mormorando, le narrava favole e fiabe che solo anni dopo avrebbe scoperto essere tutte reali. Ogni volta che era stata in loro compagnia, Hermione non aveva potuto evitare di pensare al loro amore, così incredibilmente palese e costante e, sin dai tredici anni, aveva desiderato averne uno altrettanto forte. Ma allora perchè si era ritrovata stretta tra le braccia di Malfoy? Avrebbe potuto avere altro, qualcuno più dolce, gentile... Eppure, tra tutti, Hermione si era innamorata di Draco Malfoy. Ed ora, mentre soffriva in modo orribile e forse irreparabile, se ne rendeva conto. Si era innamorata del ragazzo che sapeva affrontarla e toccarla. Che, baciandola, sembrava essere sul punto di divorarla. Che sembrava doverla respirare per potere sopravvivere. Che era intelligente e sapeva di esserlo.
Improvvisamente udì dei passi oltre la porta della sua stanza. Corrugò la fronte; teoricamente, visto l'orario, gli studenti sarebbero dovuti essere tutti  a lezione, no? Non riuscì a pensare ad altro che, un istante dopo, vide la maniglia della propria porta abbassarsi lentamente. Hermione si impose di ragionare: probabilmente erano Harry e Ron -di nuovo-, oppure Ginny che le chiedeva come stesse. Convinta delle proprie teorie, tornò ad abbassare lo sguardo sul tomo voluminoso e chiuso che aveva di fronte mentre, alle sue spalle, sentiva la porta aprirsi e poi richiudersi velocemente. I passi che si muovevano in sua direzione erano lenti, forse di Harry, si disse.
"Harry, sto bene, te l'ho già detto. Non devi venire a trovarmi ogni ora solo per-" "Cerchi un modo per fuggire da questo nodo temporale?" la interruppe un sussurro glaciale contro il suo orecchio. Avvertì dei brividi di pura sorpresa percorrerla mentre, in secondo piano, giungeva una certa eccitazione. Perchè con Draco bastava un soffio perchè lei si bagnasse.
Si scostò bruscamente, facendo cadere a terra il libro, e mettendosi in piedi, fuori dal letto. Malfoy, come sempre splendido ed arrogante, restava immobile oltre il materasso, apparentemente calmo, i capelli spettinati e le labbra sottili dritte. Solo in un secondo istante Hermione si rese conto di avere il fiatone. Il petto le si alzava ed abbassava velocemente, mettendole in mostra il seno stretto nella canottiera.
"E perchè? Io lo trovo tanto comodo." tornò a parlare il ragazzo, guardando il libro appena scivolato sul pavimento e, solo dopo qualche secondo, la figura perfetta e snella della Granger. I pantaloni della tuta erano larghi, ma la maglietta era abbastanza stretta da non lasciare spazio all'immaginazione estremamente erotica del giovane di casa Malfoy. Sorrise sghembo, arricciando un angolo della bocca.
"Che vuoi, Malfoy?" domandò con freddezza la ragazza, sentendo già le lacrime premerle oltre le palpebre. Non poteva credere che dopo tutto l'impegno che vi aveva messo, i suoi sforzi per trattenersi fossero sul punto di crollare e dimostrarsi vani.
Il viso del biondo, improvvisamente, si fece teso "Non sei ancora uscita di qui oggi, e sono dovuto andare sin dalla piccola Wesley per potere ottenere la parola d'ordine della sala comune di voi Grifonpolli."
E Perchè sei andato ad estorcere a Ginny una cosa del genere?, avrebbe voluto domandare Hermione. Perchè adesso hai quell'espressione così insicura, maledetto furetto?
Eppure rimase in silenzio, desiderosa di sentire cosa mai il biondo avrebbe inventato quella volta. Probabilmente si trovava lì per insultarla un po', per ricordarle che lei era un'amante mediocre, e che l'intero mondo magico sarebbe stato meglio senza di lei. Sì, era tornato per mentirle di nuovo, si disse, perchè Draco era un codardo e, per qualche motivo, non aveva intenzione di dirle quanto in realtà lui ci tenesse.
Lo vide abbassare lo sguardo sui suoi stessi piedi, teso come una corda di violino, apparentemente ingenuo come solo un bambino sarebbe potuto essere "Non si tratta solo di scopate, Granger." esordì il ragazzo, la voce apparentemente controllata, ma il corpo evidentemente irrigidito "E, sicuramente, non di scopate mediocri. Il nostro è probabilmente il miglior sesso che io abbia mai fatto." prese una pausa, nella quale corrugò la fronte. Continuava a tenere lo sguardo fisso contro il pavimento, e sembrava quasi impegnato nel cercare sopra esso le parole giuste, quelle migliori per domandare scusa "Ed è strano, no? Strano che due persone come noi possano fare del sesso pazzesco. Ed è strano che uno come me possa sentirsi in competizione con uno come Weasley." nel pronunciare il cognome di Ronald, notò senza fiato Hermione, Draco aveva quasi sputato, come disgustato nel sentire quelle lettere, quella successione così ben definita sulle proprie labbra.
"E... Ed è strano sentirsi geloso. Sentire quel fastidio così velenoso e bruciante dentro." mormorò, alzando finalmente lo sguardo sulla ragazza. La vide osservarlo stupita, con gli occhi marroni spalancati, e le belle e sensuali labbra schiuse. I capelli ricci ed indomabili erano racchiusi in un'acconciatura senza un ordine, tenuta insieme da una matita infilata velocemente tra le innumerevoli ciocche ramate. E, nonostante quell'essere trasandata, la trovò bellissima. Sentì un brivido percorrerlo.
"E forse non ti odio, e non potrò mai dirti cosa davvero sta succedendo, ma-" "Mi stai chiedendo scusa, Malfoy?" lo interruppe improvvisamente lei, guardandolo basita. Si era aspettata tutto -persino una maledizione- tranne delle scuse. Era stata convinta che lui non ne avrebbe avuto il coraggio, troppo cocciuto e orgoglioso -come lei, infondo-. Ma, evidentemente, si era sbagliata. Ed aveva forse scorto del sentimento tra quelle parole? Qualcosa che andasse oltre il semplice sopportarsi? Non voleva illudersi, ma era certa che fosse così.
Il biondo, senza parole, annuì, segretamente grato alla ragazza che lo stava togliendo da quella scomoda posizione, che le stava scrollando di dosso il doveroso compito di continuare a parlare. Le sorrise leggermente, sentendosi assolutamente stupido. Eppure le parole di Blaise continuavano a vorticargli in testa, e se davvero il fato aveva concesso loro un'occasione, allora lui avrebbe fatto il possibile per sfruttarla.
"E cercando di invitarti ai Tre Manici di Scopa." disse dunque, guardandola dritto negli occhi. Hermione si morse il labbro inferiore per trattenersi, ma un sorriso affiorò comunque sulla sua bocca, arricciandogliela appena. Si sentiva sorpresa ed immensamente felice. Con quelle poche parole, Draco le aveva alleviato ogni dolore ed assopito ogni vaga forma di rabbia. Si era abbasto a chiederle scusa, e sapeva quanto gli fosse costato. Lo sapeva perchè loro due, infondo, non erano poi tanto diversi, ed avevano quell'orgoglio così incredibilmente forte e pressocchè impossibile da incrinare...
"Devo solo prepararmi e... E arrivo."
Draco annuì, sentendo improvvisamente tutta l'ansia svanire. Prese un respiro particolarmente profondo e si lasciò andare a sedere sul letto. La ragazza lo guardò confusa. Gli si chinò contro e, una volta accostataglisi, prese parola.
"Quale parte del fatto che devo cambiarmi non ti è chiara?"
Malfoy sorrise, nuovamente in sé, calmo e pronto "Evidentemente, il fatto che dovrei andarmene." la osservò qualche istante "Infondo ti ho già vista nuda, e più di una volta, no?"








































*Spero vi ricordiate! Draco lo dice in uno dei primi capitoli.
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SaraRocker