Crossover
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Autore: mydaimonissnake    08/11/2014    1 recensioni
Come si stabilisce se qualcuno è buono o cattivo? Le creature della luce sono davvero tutte buone? E quelle dell'oscurità tutte malvage? La verità è che chiunque è libero di scegliere da che parte stare. Solo scacciando tutti i pregiudizi e guardando veramente nel cuore di ognuno si può capire gli altri. E nel momento del bisogno, quando il destino della Terra è in pericolo, i veri eroi si uniranno, indipendentemente dalle razze a cui appartengono.
I personaggi della fic saranno quasi tutti tratti da telefim, anime, libri e quant'altro, alcuni manterranno i loro veri ruoli altri invece avranno una storia diversa che spiegherò man mano.
Grazie in anticipo a chiunque leggerà.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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APRIRE UNA PORTA
 
 
 


Simona si sedette per terra a gambe incrociate e loro fecero lo stesso, posizionandosi in due file davanti a lei.
Prima di iniziare la vera lezione spiegò cosa comportava l’essere un vampiro, quello che potevano e quello che non dovevano fare. Inoltre parlò anche del loro lavoro, chiarendo, che solo perché erano entrati a far parte di una famiglia di cacciatori non avrebbero dovuto diventarlo per forza, se non lo avessero voluto.
I ragazzi l’avevano ascoltata con attenzione, affascinati da questo nuovo mondo che si apriva davanti a loro.
Piano piano avevano cominciato anche ad intervenire con delle domande o con qualche esclamazione stupita o spaventata. Simona era stata molto più gentile e calma rispetto al giorno precedente, e sebbene ancora la temessero un po’ si ritrovarono molto più a loro agio in sua compagnia.
-Bene, ora passiamo alla parte pratica. Per imparare a controllare i vostri poteri dovrete esercitarvi ad usarli. Questa mattina voglio che vi concentriate sul vostro olfatto, che è uno dei sensi più importanti. Chiudete gli occhi e scacciate ogni suono e qualsiasi altra cosa possa distrarvi. Cercate gli odori, cercate di distinguerli e di trovarne più che potete. Vi do un’ora di tempo, poi vedremo i risultati.-
Fu a quel punto che Sasuke, che fino a quel momento se ne era rimasto in silenzio, aprì bocca per sbuffare contrariato. Finora aveva fatto tutto quello che gli avevano chiesto, compreso entrare in quella stanza e sedersi con gli altri, anche se in realtà aveva lasciato un bel po’ di spazio tra lui e loro, dimostrazione chiara del suo voler mantenere una certa distanza.
Simona lo guardò senza dire nulla, aspettando che fosse lui a parlare. Il ragazzo le lanciò un’occhiata sprezzante, poi usando un tono volutamente noncurante e quasi annoiato le chiese se poteva smettere di seguire le sue lezioni.
-Orochimaru mi ha già insegnato le basi, quindi non ho bisogno di imparare niente di tutto questo, magari potrei tornare a seguirle quando sarete arrivati a spiegare altro, ma per il momento vorrei evitare di sprecare il mio tempo in questo modo.-
“Ah bè, allora sì che siamo apposto! Chissà che diamine gli ha insegnato quel pazzo!” A Simona diede leggermente fastidio sentirgli dire certe cose, ma non lo diede a vedere. Si limitò a continuare a guardarlo senza rispondergli, finché Sasuke non riuscì più a mascherare il disagio che sentiva nell’essere osservato a quel modo e perse la calma.
-Allora? Posso andarmene?- sbottò.
-Se davvero non vuoi seguire la lezione, sì. Non voglio distrazioni qui, perciò chiunque rimane in questa stanza deve ascoltarmi. Tuttavia non sei obbligato a restare.-
La vampira gli aveva risposto con calma, e Sasuke fu contento di aver ottenuto quello che voleva senza averla fatta arrabbiare, se avesse saputo che l’avrebbe presa così bene avrebbe chiesto di poter andar via molto prima. Si alzò in fretta e si diresse alla porta, tuttavia quando abbassò la maniglia e tirò la porta verso di sé questa non si mosse.
“Strano, quando siamo entrati non mi ero accorto che l’avesse chiusa a chiave.”
Sasuke girò la chiave che si trovava nella serratura, però si rese subito conto che in realtà la porta non era inchiavata.
Sorpreso tirò ancora, stavolta mettendoci un po’ più di forza, ma non ottenne nulla.
Iniziava a spazientirsi, inoltre era sicuro che tutti gli atri lo stessero guardando, e il pensiero della figuraccia che stava facendo lo infastidì ancora di più.
Provò a spingerla, anche se sapeva che sarebbe stato inutile, poi la tirò di nuovo, ma ancora una volta  quella restò chiusa.
Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, cercando di calmarsi, non voleva rischiare di perdere il controllo e decidere di buttarla giù a spallate.  
Era ridicolo! Come era possibile che non riuscisse ad aprirla? Riaprì gli occhi, osservandola attentamente, nella speranza di scoprire cosa la teneva chiusa. Però non c’era niente. Nessun chiavistello, o catena, niente di niente, era una porta semplicissima, di legno, uguale a tutte quelle presenti nel resto della casa.
Si morse un labbro, frustrato. Se non fosse riuscito ad aprirla avrebbe dovuto girarsi ed affrontare Simona e gli altri, e fare la figura dell’idiota ammettendo di non riuscire nemmeno ad aprire una porta.
Sarebbe morto di vergogna. Ed avrebbe dovuto seguire la lezione, sicuramente Simona ne sarebbe stata soddisfatta. Era sicuro che lei si stesse divertendo un sacco alle sue spalle.
Decise di fare un ultimo tentativo prima di arrendersi, e fu allora che lo avvertì.
C’era del vento sopra la sua testa, un vento potente ma silenzioso che premeva contro la porta, in alto.
Si voltò di scatto per vedere da dove venisse, e la vide.
Simona era in piedi, il viso rivolto in alto e soffiava verso la porta.
Smise quando lui si girò e gli sorrise.
-Sei ancora convinto che non ci sia proprio nulla che io possa insegnarti?-
Nonostante tutto Sasuke si rese conto che non lo stava prendendo in giro, la vampira si era solo vendicata per quello che lui le aveva detto, ma non c’era scherno nella sua voce e non sembrava nemmeno arrabbiata.  
Era stata una dimostrazione. Lei gli aveva voluto mostrare la sua superiorità per fargli capire che se glielo avesse permesso avrebbe potuto aiutarlo a crescere e a diventare più forte. Ora toccava a lui decidere, Sasuke era sicuro che se avesse scelto di andarsene, stavolta lei non lo avrebbe fermato.
Possibile che lei volesse davvero aiutarlo? E che fosse disposta a farlo senza chiedergli nulla in cambio?
Nemmeno i suoi genitori adottivi erano stati così disinteressati. Sasuke sapeva bene che se l’avevano adottato era stato solo perché volevano un bambino da mostrare agli altri, per far vedere quanto erano generosi e caritatevoli. In cambio lui doveva essere perfetto, serio, educato, e non creare problemi.
Aveva passato sei anni con loro, e aveva odiato ogni singolo istante di quella vita.
Anche per questa strana famiglia di vampiri la disciplina sembrava essere molto importante, ma a parte questo non notava nessun’altra somiglianza tra le due. Forse poteva fidarsi. Di sicuro erano meglio di Orochimaru, che comunque aveva preferito ai suoi genitori adottivi.
Non che avesse molto da perdere. L’unica cosa che davvero desiderava era rivedere Naruto, ma il tradimento di Orochimaru gli aveva distrutto l’illusione che questo avrebbe potuto avverarsi presto.
Senza parlare riattraversò la stanza e si risedette al suo posto.
“Questo non significa che io mi fida di loro, gli sto solo concedendo una possibilità” si disse.
Sasuke si limitò a pensarlo, ma Simona lo capì lo stesso. 
  
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